giovedì 27 marzo 2008

Le sicurezze del mondo moderno


L’altro giorno riflettevo sul fatto che se abbiamo del mondo un’idea di decadenza molto esasperata, è per colpa delle informazioni che vediamo intorno a noi, sui giornali, in televisione, nei discorsi della gente e, anche in rete. Diamo per assodato che se vuoi, puoi vederla anche a modo tuo, tutto sta ad assumere un buon metodo di analisi, dopo esserti ben documentato.
Senza dubbio l’immagine della decadenza è quella maggiormente evocata, e
se devo scegliere, un’immagine di decadenza, allora mi scelgo la fine dell’impero romano come assimilabile ai tempi che stiamo vivendo.
Vorrei vedere che alla sfiga di fare parte di un’epoca di transizione me la dovessero scegliere anche gli altri. Se devo pensare di essere in epoca di crisi, almeno me ne scelgo una che ha classe.
Leggendo i grandi autori classici, nelle fonti maggiormente accreditate, cioè di coloro che vissero con grande finezza psicologica e consapevolezza esistenziale le cose che andano descrivendo, scopriamo grandi punti di assonanza con i tempi nostri.
I mali di cui si lamentavano erano essenzialmente: l’aumento della corruzione, della decadenza dei costumi e dell'immoralità.
Soffrivano dell'odioso fiscalismo, della coscrizione militare, delle leggi inique... e dimostravano paura nei confronti delle cosiddette “popolazioni barbariche” a cui però, espandendosi, andavano a togliere sia beni che proprietà, fino ad indurle alla ribellione. Fatalmente, con l’indebolimento dei valori morali si cercava di rimediare invocando una forma di autoritarismo istituzionale, sempre più forte, quanto più era debole la coesione sociale sui valori comuni.
Molti dei motivi della decadenza furono causati dalla rigidità che l’impero usò nel trattare le popolazioni confinanti, i barbari, e dalla mancanza di capacità politica nel gestire democraticamente i cittadini. Finita la capacità di integrazione finirono le capacità di amalgama dell’impero romano d’occidente.
Oggi qualcosa di molto simile sta accadendo, e se osserviamo bene, ci accorgiamo che gli stessi personaggi che attuano la corruzione, la decadenza e l’immoralità, sono poi gli stessi che si offrono come paladini dell’ordine e della restaurazione democratica tramite forme di autoritarismo istituzionale.
Come dire, non sapendo cosa pensare e come difendermi, cerco uno che pensi e che tuteli l’ordine in mia vece. Insomma voglio delle sicurezze alle incertezze che mi sono venute, vedendo il mondo di lupi che, mi dici, esiste fuori dal giardino di casa mia.
E che c’azzecca tutto questo con quello detto all’inizio? C’azzecca perché fortunatamente le risorse di reperire informazioni è molto maggiore di quella posseduta ai tempi degli antichi romani.
C’azzecca perché ad oggi il gioco si sposta sul versante del controllo dell’informazione che equivale all’influenza del modo di pensare, cioè alla costruzione di un’immagine di mondo e, quindi al condizionamento delle coscienze.
C’azzecca perché se le immagini che mi vengono instillate tutto il giorno nei neuroni è vera, allora la decadenza è veramente alle porte.
Come fare di fronte al bombardamento mediatico? Ci difendiamo pensando che quello che vediamo non è quello che sarebbe meglio o il solo mondo che esiste, ma che è “uno dei mondi possibili”, come direi parafrasando Voltaire.
E’ vero che la storia insegna, ma solo se non si ripetono sempre li stessi errori e si va avanti non ripetendoli sempre.
Quindi quando vediamo la fiera mediatica va sempre valutato che, quello che stiamo vedendo, è ciò che gli altri si aspettano da noi; è quello che vorrebbero noi fossimo. Consiglio vivamente per acquisire questa mentalità la visione di “Cronaca Rosa” di Gianni Ippoliti, in onda ogni sabato alle ore 8,30 del mattino su Rai 2 a Mezzogiorno in famiglia.
Aldilà del fatto che si commentano le “migliori” riviste di gossip, il metodo, che si nasconde dietro la pungente ironia del nostro, credo che possa fare riflettere pur ridendo di gusto.
Buona erranza.
Sharatan ain al Rami

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