martedì 23 settembre 2008

Il riequilibrio del forte e del debole


Jung afferma che nell’individuo esiste una natura duale, così che nell’uomo vi è una componente femminile inconscia nella personalità, ed è anche vero il contrario cioè che, in ogni donna, vi è una componente inconscia maschile. Jung definisce la prima Anima ed il secondo Animus. Mentre l’Anima è il principio dell’Eros e quindi si correla col modo con cui l’uomo si rapporta alle donne, l’Animus è il Logos, la razionalità. Me le due componenti non hanno nei due sessi lo stesso peso e la stessa influenza. L'Animus unisce la donna al mondo degli uomini, dello spirito e delle idee, è un ponte tra psiche individuale e inconscio collettivo, tra la propria componente maschile interiore e le proprie risorse inconsce.
Per la donna, l’Animus è la rappresentazione di un maschile di cui ha subito per secoli la supremazia, e che ha introiettato a livello inconscio come qualcosa di “superiore” al femminile. Così pure l’uomo tenta di nascondere agli altri la “presenza della donna nell’individuo” quindi soffoca il suo elemento femminile, per paura di perdere la sua autorevolezza e la sua forza, ma la crisi dei paradigmi tradizionali ha colpito uno degli archetipi più antichi della storia umana: quella del maschile.
La volontà di potenza e di dominio, la manifestazione del Logos, ha caratterizzato da sempre la storia umana: dominare la natura, dominare gli altri popoli, allargare sempre più i confini degli imperi, fino a livelli planetari e cosmici ed oggi fino al dominio dell’universo. Da qui nasce il desiderio di antropizzazione del mondo, sogno basato sul dominio e sul potere.
Il potere è una delle caratteristiche fondamentali del maschile, sia nell’uomo che nella donna, e quando esso assume i caratteri del puro dominio, diviene una patologia, perché è l’inflazione del patriarcato e del maschilismo. I segni del nostro progresso sono prodotti dal patriarcato, il tipo di scienza che prevale lo è ugualmente, come pure il tipo di sviluppo economico prevalente. Questi caratteri patriarcali comportano un’esclusione e/o una minimizzazione della natura e dei ruoli del femminile.
Questa forma di potere/dominio ha reso disumani sia le donne che gli uomini: le prime perché non hanno realizzato la dimensione dell’Animus ed i secondi perché si sono negati allo sviluppo dell’Anima. Per riequilibrare le cose, è necessario che l’uomo riequilibri il suo lato maschile e che valorizzi i suoi elementi femminili, come pure che le donne, non rivendichino il loro Animus-Logos, mutuandone le caratteristiche deleterie, ma sappiano essere forti e delicate: solo così potremo avere un essere umano equilibrato e consapevole. Nessuna ideologia di genere, di tipo sessista, può essere assunta o può essere condivisa, perché basata su vuoti stereotipi che distribuiscono ruoli e valori in modo rigido e predefinito:
• creatività -> valore -> azione -> al maschio
• passività -> ricettività -> mitezza -> alla femmina
Il femminile, l’Anima, è un valore che si deve applicare all’interno di tutto il genere umano e non solo alla donna, perché simboleggia il principio di vita, di ricettività, di creatività, di intenerimento, d’interiorità e di spiritualità ed è tipico sia dell’uomo che della donna: si tratta di un principio che è insito nella natura umana, per questo il riequilibrio dei valori maschile/femminile è necessario per l’essere umano e va oltre il sesso biologico di appartenenza.
Questo riequilibrio non solo libera la mente umana da un pregiudizio dannoso, ma potrà anche affrancare la storia e la cultura dalla tirannia della prepotenza come valore da perseguire, annullerà finalmente la “legge del più forte”.
Il recupero dell’elemento femminile, potrà ottenere la liberazione di tutto il femminile oppresso e permetterà alle donne di poter cercare la loro espressione individuale e di poter vivere liberamente la loro vita.
L’oppressore esclude l’oppresso, perché lo vede inferiore a se stesso, come essere subordinato e dipendente, per questo la liberazione deve essere rivendicata dall’oppresso affinchè scompaiano le figure degli oppressori: solo allora avremo delle società di eguali e non di dominati e dominatori.
Il principio femminile è un elemento rivoluzionario nel suo essere risanatore e liberatore, poiché opera sulla logica della vita e non dell’aggressione, poiché valorizza il rispetto e non il dominio. La logica della vita rispetta la diversità e tutte le reti di interazione e di condivisione: il femminile vero ama la cooperazione e non la competizione. Il femminile è capace di vivere relazioni complesse, è amante delle sintesi delle opposizioni, vuole coltivare lo stupore nei confronti del mondo, vuole lo sviluppo armonico con i ritmi della natura, con la luna e con le maree. Il femminile ama la Madre Terra, Madre amorevole che provvede alla vita di tutti i suoi figli, e vuole evolvere con lei, in un pianeta capace di uno sviluppo sostenibile, con un modello inclusivo e cooperativo e non competitivo ed esclusivo.
Il principio maschile, malamente trasformato in maschilista, ha sviluppato una visione del mondo ed una scienza basate sul dominio e sulla distruzione, sulla violenza, sull’espropriazione dei diritti e della natura, considerate valori secondari allo sviluppo e al progresso. La fine dello stereotipo maschilista della realtà va salutato come salutare, in nome di un nuovo modo di rifondare la concezione dell’Animus. Meravigliose sono state le figure maschili che hanno saputo impersonare questo nuovo tipo di uomo, dall’animo forte e sensibile. Diceva Ernesto Che Guevara:”Hay que endurecer, pero sin perder la ternura jamàs. Devi indurirti senza perdere mai la tenerezza,” mostrando così l’immagine di un eroe intrepido ma sensibile, capace di esprimere sentimenti di delicatezza e benevolenza. La via femminile è la via della non violenza, che vuole trasformare la realtà circostante con dolcezza e persuasione, senza azioni violente, ma con politiche di rispetto delle diversità e della cooperazione in vista del bene comune.
Nell’essere umano che riequilibria il suo essere, s’integrano insieme la forza alla tenerezza, insieme al lavoro anche il gioco, insieme alla ragione anche l’emozione, insieme al Logos anche Pathos ed Eros. Così l’essere umano può divenire sempre più umano e più libero nelle sue relazioni, perché fatto di materia umana più dialettica, più dinamica e più sorprendente: un’immagine divina.
Buona erranza
Sharatan ain al Rami

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