Le esperienze sciamaniche come i risvegli spirituali, sono spesso preannunciate da intense esperienze interiori, da chiamate costituite da malattie gravi, da esperienze di pre-morte, da periodi di quasi insanità o da sogni di grandi figure spirituali. I nostri problemi più grossi sembrano essere designati per interrompere la nostra vita e risvegliarci alla nostra capacità completa, allo spirito del guerriero e alla morte, per porre fine alla nostra precedente personalità e per trovare la via del cuore.
Secondo Don Juan, lo spirito determina il modo in cui ci identifichiamo, cioè se resteremo una persona media, se diventeremo visionari o se diventeremo guerrieri capaci di sentire e di seguire i segnali ed il potere della terra.
Le abilità sciamaniche iniziano quando si inizia a credere alla realtà dello spirito: in quel momento si trasforma qualcosa e sviluppiamo un’attenzione profonda, una concentrazione sugli eventi che è senza dubbio eccezionale e che gli sciamani chiamano l'attività del corpo che sogna. Questo strumento sciamanico di base è l’attenzione al processo del sognare che sposta l’attenzione alla nostra vita interiore e che attiva la trasformazione personale.
Ma questo non dipende dalla volontà, perché si può lavorare per rendere la nostra vita interiore più ricca ed intensa, ma il sapere usare con successo la propria attenzione è una benedizione che non ha nulla a che vedere con la volontà: è un talento personale.
I maestri interiori ed esteriori possono spingere e pungolare come vogliono, ma è necessaria la scelta dello spirito per cambiare i propri nessi con la realtà. Questi nessi sono quelli che costituiscono le nostre certezze e sono:
• il modo in cui ci identifichiamo
• il modo in cui facciamo comunicare le nostre varie parti
• il modo con cui ci comportiamo
• il nostro senso della realtà
Se tutti hanno delle doti sciamaniche ed intuitive, non tutti sono in grado di usare tali capacità a loro comando, perché l’abilità sciamanica è un talento di cui non si può disporre a proprio volere. Secondo gli aborigeni australiani, le abilità sciamaniche appartengono alla gente e al mondo, infatti “sogniamo come individui solo perché sogniamo tutti insieme.”
Così la sciamana guarisce senza identificarsi come guaritrice, come il maestro di arti marziali lotta senza farsi coinvolgere emotivamente nel combattimento.
L’idea di base è che l’identità sia un processo momentaneo ed il modo con cui ci si identifica, sia un processo dinamico che cambia continuamente. Il lavoro sciamanico consiste, non tanto nel fare cambiare ulteriormente l’ego, bensì nello sviluppare una consapevolezza del cambiamento.
Lo scopo a cui tende un guerriero sciamano è sviluppare la seconda attenzione perché ciò porta a vivere il corpo che sogna e a trovare un sentiero del cuore. I guaritori ed i ricercatori spirituali usano molti nomi per sperimentare un senso di benessere ma gli sciamani usano il termine corpo che sogna per indicare un senso di potere. La cadute al mondo e le ascese ai cieli sono compiute vivendo nel corpo che sogna, e costituiscono le forme più arcaiche di spiritualità.
Imparare la percezione sciamanica della realtà significa lavorare su due livelli di attenzione, infatti gli sciamani devono vivere sia la loro vita quotidiana, che don Juan chiama la “prima attenzione” ma anche a tutti gli aspetti insoliti che si celano dietro gli aspetti ordinari di coscienza, cioè ad una “seconda attenzione” che percepisce il sogno, o meglio i sogni che le persone vivono.
Quindi la prima attenzione è necessaria per vivere nel mondo in cui si deve apparire, mentre la seconda attenzione si focalizza sulle cose che comunemente si trascurano, sulle esperienze interiori, su cose soggettive, su cose apparentemente irrazionali. E’ la seconda attenzione che apre la porta al mondo del sogno, alle coincidenze, agli incidenti ed ai lapsus che avvengono durante il giorno.
Il compito dei guerrieri sciamani è di seguire, sentire ed analizzare queste sensazioni e di girovagare lungo sentieri simili a quelli dei sogni notturni; per questo prima di essere guerrieri è necessario diventare cacciatori, cioè essere capaci di capire, seguire ed analizzare le tracce e le impronte del tempo del sogno nel nostro mondo.
Un cacciatore è colui che capisce la realtà e che nota quando dei processi inusuali stanno per accadere, ma il processo di individuazione e di consapevolezza crea il guerriero. In quanto guerrieri si può usare la seconda attenzione, si può uscire dal tempo e uscire dalla ruota della vita e della morte: il passo successivo è l’insegnamento della via del cuore.
Dopo essere divenuti guerrieri sciamani, saranno i segnali ed i fenomeni secondari che ci accadranno continuamente e che si manifesteranno sotto forma di incidenti, lapsus e sincronicità. Tutti questi elementi si manifesteranno senza che ci sia l’apporto della volontà personale e le persone noteranno le nostre trasformazioni perché saremo divenuti strani, impossibili, incomprensibili o stravaganti agli occhi degli altri.
Le sciamane si specializzano nella guarigione quando sviluppano la seconda attenzione per guarire ed aiutare gli altri, oppure diventano sciamane guerriere che sviluppano abilità per l’autoconoscenza e per lavorare su sè stesse, e che così cercano la chiave del potere e della liberazione: vi sono quindi sciamane guaritrici e sciamane guerriere.
Questi poteri di medicina o di visione parapsicologiche, sono considerati però di secondaria importanza nelle tradizioni guerriere poiché tali tradizioni considerano primario lo sviluppo di un individuo visionario, etereo e flessibile, il cui scopo è abbracciare un sentiero spirituale: i nativi americani chiamano questo lavoro il “sentiero rosso.”
Buona erranza
Sharatan
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Sharatan