Una sperimentazione condotta da Joel Voss e Ken Paller della Northwestern University di Evaston, ha fornito evidenze elettrofisiologiche, sulla capacità di riconoscimento di cose che non si pensava di aver guardato consapevolmente.
Una capacità che si pensava fosse dovuta alla memoria cosciente, cioè esplicita, piuttosto che alla memoria implicita; in pratica, è possibile riconoscere un’immagine vista in precedenza in maniera del tutto inconscia e cioè senza aver avuto la consapevolezza di averla guardata. “Ma la nostra ricerca - spiega Paller - ha mostrato che, perfino nei momenti in cui le persone non erano attente, il loro sistema visivo stava immagazzinando informazioni. Questo ci dice che, quando la gente cerca di ricordare, in realtà sa di più di quello che pensa di sapere.” La ricerca conferma che, non dovremmo affidarci solo alla memoria consapevole, perchè abbiamo bisogno di sviluppare anche la nostra natura intuitiva e creativa.
Un’altro studio pubblicato su “Neuron”dal team di Marcos Frank del Dipartimento di neuroscienze della University of Pennsylvania School of Medicine (Usa), dimostra i meccanismi cellulari che governano il consolidamento, durante il sonno, delle esperienze che abbiamo avuto da svegli. Durante il riposo si scolpiscono i ricordi nella nostra mente, perché è durante il sonno, che il cervello è impegnato in operazioni delicate e complesse, come se fosse un computer che attua il consolidamento e la stabilizzazione notturna dei suoi archivi.
Così la ricerca scientifica conferma delle concezioni antiche, basate sul nostro stato di viaggiatore di altri mondi, che viviamo durante il sonno e basate sull’inconscia fonte di conoscenza che abita nel nostro essere più intimo. Queste dimostrazioni scientifiche dovrebbero spingerci tutti, ancor più risolutamente lungo il sentiero che ci fa sentire come facenti parte di una realtà più grande, e così conoscere cosa sia la migliore cosa per noi come individui.
Per percorrere questo sentiero però, dovremmo dominare il desiderio che il mondo sia come noi lo vorremmo, e invece abbracciare la consapevolezza che il mondo è così com’è. Per percorrere tale sentiero bisogna aprirsi agli stati più alti della nostra coscienza e saper diventare ricettivi alla nostra voce interna, così da riuscire a vivere meglio.
Questa via richiede lo sviluppo di un orecchio interiore che sia in grado di percepire la vera voce della nostra guida interna, tramite forme più elevate di coscienza.
La condizione essenziale è lo sviluppo dell’intuizione, cioè dell’atto di coscienza che sgorga dal nostro intimo profondo. La capacità intuitiva è la capacità di saper vedere l’essenza intima delle cose anche dietro il velo delle apparenze, ed è una facoltà latente in ognuno di noi, che può essere sviluppata coscientemente e che può giovare alla nostra vita.
L’intuizione, secondo Kriyananda, è un sentimento calmo ed impersonale, ed è la fusione perfetta del vissuto emotivo femminile e del distacco razionale maschile. Considerare l’intuizione un sentimento limitato al sesso femminile, significa ragionare con una visuale inconsapevole dei retaggi e degli stereotipi che ci vengono imposti dalla nostra cultura.
L’inconscienza non esiste, perché la Coscienza Universale Divina ha creato tutto ciò che esiste, perciò dobbiamo essere noi ad elevarci ad un livello sempre maggiore di autoconsapevolezza perché tutta la realtà,in vari gradi, partecipa alla Coscienza del Disegno Divino.
Negli stati iniziali di risveglio alla piena coscienza, siamo poco consapevoli di tutto ciò, per cui la mente subconscia e razionale può interferire con la nostra capacità intuitiva nascente ed influenzare il nostro pensiero con preconcezioni, frustrazioni e desideri inappagati, colpevoli di scelte devastanti emotivamente anche se razionalmente logiche.
Il subconscio razionale è situato vicino alla nostra supercoscienza, che è il luogo dove risiede la vera intuizione, per questo è facile che tragga in inganno. Entrambi sono delle facoltà che utilizzano la consapevolezza razionale, per questo possono confonderci, perciò dobbiamo imparare a riconoscere le rispettive voci.
Ma se entrambi queste facoltà abitano negli stessi luoghi, e anche se entrambi sanno ugualmente parlarci e condizionarci, dobbiamo invece ricordare che la loro natura è del tutto diversa, perché l’intuizione è frutto dell’essenza divina, mentre la razionalità subcosciente è prodotta dai condizionamenti culturali e sociali.
Il livello superiore di consapevolezza è quello di supercoscienza, che è lo stato che inizia nella sottile linea divisoria tra il sonno e la veglia, in quel confine che tutti abbiamo sperimentato.
Se sorprendiamo la nostra mente nell’attimo fuggente, appena prima del risveglio, sperimentiamo la vera supercoscienza.
L’intuizione e l’intensa chiarezza mentale fluiscono dalla piena supercoscienza e, poiché la supercoscienza tende sempre all’unione e vede ogni cosa come parte del tutto, essa è in grado di attirare velocemente le migliori soluzioni.
Nella supercoscienza, la soluzione è percepita come la naturale evoluzione del problema e è chiamata da Yogananda, uno stato in cui “centro ovunque e nessuna circonferenza.” Quando raggiungiamo il nostro centro interiore, percepiamo che il centro di tutte le creature è una parte della nostra supercoscienza, e che nulla esiste al di fuori di essa; se ci sintonizziamo sulla nostra supercoscienza, sulla nostra intuizione, percepiremo l’essenza di ogni problema e vedremo chiaramente la soluzione più appropriata.
Albert Einstein diceva che ogni scienziato deve conservare la sensazione di mistica sorpresa e forte reverenza davanti all’Universo, se vuole sperare di comprenderlo. Lui stesso scoprì la Legge della Relatività grazie alla folgore di un’intuizione, ma passò poi una vita nel tentativo di provarla con una concezione logica che fosse convincente per il mondo.
Per far capire le diverse sensazioni che accompagnano i vari stati di coscienza e le relative sensazioni, possiamo ricorrere alla nostra immaginazione. Se immaginiamo di affrontare un tuffo nell’acqua, di essere in un verdeggiare di alghe che fluttuano, di essere in un mondo verde e soffuso, lontani e liberi da tutte le responsabilità terrene, allora sperimentiamo la sensazione che comporta l’essere sprofondati nel mondo del subcosciente.
Se invece guardiamo dritto davanti a noi, con sguardo fiero e risoluto, con la determinazione e la volontà di essere liberi dai lacci della passività che ci tengono prigionieri, assaporando la gioia del prigioniero si libera dalle sue catene, allora possiamo comprendere lo slancio energetico offerto dalla consapevolezza che si risveglia e corre a salutare il mondo.
Se invece alziamo gli occhi al cielo, pronti a spiccare il volo per assaporare le gioie della Fusione con la Luce Divina, se lo slancio è gioioso ed irresistibile, se è accolto in modo pieno, totale e volontario, allora stiamo sperimentando la consapevolezza e l’energia donati dal Risveglio del nostro Essere Divino.
Buona erranza
Sharatan
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Sharatan