In questi giorni ci sono delle immagini che fanno riflettere. Una grande catastrofe ha colpito decine di migliaia di persone, e io credo di capire quello che possono avere provato. Ho avuto l’esperienza del terremoto; per ben due volte ho avuto questa esperienza infelice. La prima volta mi sono ritrovata a ballare per la stanza con tutto il letto comprensivo del mobile in cui era inserito, perché era un divano letto.
La seconda volta invece mi sono svegliata nel cuore della notte sentendo qualcuno che batteva sul muro, ed ero molto irritata, e nel dormiveglia ho pensato chi potesse essere l’imbecille che faceva quel baccano a quell’ora tarda. Poi mi sono svegliata e ho capito che era la testata del letto che veniva scagliata verso il muro, e l’imbecille era il terremoto che ha devastato Umbria e Marche. Il tempo era infinito, non passava mai, forse sono stati i 40 secondi più lunghi che io conosca. La sensazione di impotenza e di terrore è comprensibile solo se viene provata, non si immagina neppure.
In Abruzzo ci sono 28.000 persone disperate e senza casa, ci sono bambini terrorizzati, persone esasperate e scioccate, gente che non dorme più. Intanto continuano le polemiche e le considerazioni ridicole sull’inutile allarme lanciato da un fisico ricercatore, che si è visto accusare di reati penali. Intanto il governo decide di non usare gli aiuti internazionali, dicendo che noi possiamo fare da soli. Ho il sospetto che vorranno strumentalizzare anche questa disgrazia a fini politici, per dimostrare come il governo è bravo e buono, efficiente ed efficace.
In queste situazioni penso ai bambini e ai vecchi, ai più fragili, ma anche agli animali, a coloro che hanno meno forze da mettere in campo per andare avanti, ai più indifesi e sprovvisti. Ho visto le foto di quei poveri vecchi desolati, avvolti nelle coperte e seduti su sedili di fortuna, smarriti e consapevoli di avere perso tutto. Intorno ci sono coloro che stanno scavando con le mani, perché usare dei mezzi meccanici aumenta la possibilità di uccidere i sepolti vivi. Non riesco a fare considerazioni sul fatto che gli sciacalli umani stanno facendo furti e rapine sulle povere macerie che sono incustodite, che speculano sulla morte e sulla desolazione.
Un vigile del fuoco ha lavorato fino a farsi scoppiare il cuore, mettendo la sua vita e la sua generosità prima di ogni egoismo. I cani che in altri posti sono stati abbattuti come animali feroci, in Abruzzo stanno ricercando i loro padroni e si aggirano tra le macerie come anime disperate. Altri cani, quelli della Protezione civile, stanno cercando le tracce dei sepolti dal sisma: molti li trovano già morti. Mi sono augurata che la loro morte sia stata veloce, ho sperato che sia stata pietosa, perché provo orrore a pensare ad una condizione di sepolta viva, e solo pensarlo mi da i brividi. Tutti lavorano senza risparmiarsi e senza requie. La corsa alla solidarietà è commovente. Cosa poter dire? La desolazione e le distruzione è immane. Non credo che si possa dire altro, se non manifestare la solidarietà, il dolore e tanta, tanta amarezza.
"Intrepido, fendo lo spazio con le mie ali e la fama non mi fa urtare contro mondi tratti da falsi principi, secondo i quali rimarremmo rinchiusi in una prigione immaginaria come se tutto fosse cinto da muraglie di ferro... ma fendo i cieli e all’infinito m’ergo." (Giordano Bruno)
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Sharatan