venerdì 17 aprile 2009

Un vero cammino spirituale


Se non padroneggi la consapevolezza, se non padroneggi l’arte dell’ipnosi, afferma Osho, sei una vittima. Tutti cercano di ipnotizzarti, tutti cercano di propinarti una loro versione della realtà: il mondo è pieno di trucchi ipnotici, che ci vengono propinati dalla pubblicità, dai giornali, dalla televione e dalla radio. Quantità incredibili di denaro vengono spesi per fare pubblicità, quindi per poterci ipnotizzare meglio, con continue ripetizioni e jingle pubblicitari che sono veri e propri sonagli, come quelli usati per le trance sciamaniche.
Forse, e non casualmente, nessuno ci insegna ad essere critici ed osservatori anzi, le persone indagatrici e curiose, vengono accusate di essere troppo critiche e troppo puntigliose.

Qualunque cosa si faccia o in qualunque condizionamento siamo chiusi, è essenziale essere padroni di noi stessi. Se siamo noi i padroni, allora stiamo facendo qualcosa di spirituale, ma solo se sappiamo essere padroni di tutto ciò che facciamo. Tutto ciò che invece riesce ad ingenerare dipendenza, schiavitù, limitazione o prigionia, ci rende sempre più schiavi e non liberi.

Quando ci dicono che dobbiamo essere centrati sul nostro essere, ci dicono che non esiste nessun fare che sia superiore all’essere, perciò tutte le tecniche che possiamo usare potrebbero essere ugualmente giuste: l’importante è che ci conducano al nostro essere. Così poi le medesime strade diventano sbagliate se ci allontanano dal nostro essere e ci conducono in sentieri secondari e senza uscita, che comportano più catene che liberazioni. Facendo questo faremo un vero percorso spirituale, e non saremo spirituali se ci vestiremo di arancione o ci chiuderemo a recitare mantra nella nostra camera. L’avvenuta unificazione e consapevolezza del nostro essere ci porta alla vera libertà e alla vera trasformazione, che è l’unico e il vero cammino spirituale.

Il vero cambiamento è nella inversione di rotta, perché con l’ipnosi siamo sempre più addormentati in un sogno profondo, mentre con la meditazione consapevole siamo in grado di rompere il condizionamento ipnotico: l’unica strada è quella di sciogliere questo legaccio.
Con l’ipnosi diventiamo sonnolenti, cadiamo nella inconsapevolezza, facciamo diventare il nostro essere sempre più inconscio, siamo offuscati e non chiari, il corpo diventa pesante e la mente diviene ottusa.

La chiarezza e la vivacità mentali sono essenziali per essere sempre più vivi e presenti, per avere un corpo leggero e sciolto, per sentirsi veramente svegli ad ogni cosa che si sta facendo, perché quando lo stato di veglia scompare, la mente si spegne. Gurdjieff diceva “Ricorda te stesso continuamente” e lo stesso consiglio viene dato da Budda che addirittura ammonisce “Non fare niente in uno stato inconscio, assopito.”

Se non padroneggiamo l’arte dell’ipnosi, diventiamo vittime di molte, di moltissime forze, perché tutti cercano di protrarre l’illusione con i suoi trucchi ipnotici. Anche il sistema educativo viene pensato in modo da trasmetterci i valori sociali dominanti, per cui veniamo ipnotizzati con i messaggi socio-culturali della tendenza egemone. L’utilizzo di tecniche subliminali è ormai dominante, sia per quanto riguarda la pubblicità che per gli ideali socio-culturali, che vengono inculcati con l’educazione tradizionale.

Solo chi possiede degli occhi molto penetranti riesce a capire come i meccanismi, che ci fanno agire inconsciamente, ci vengano continuamente instillati, perché l’ipnosi è utile per governarci, sia tramite il sistema dell’istruzione, sia nella politica, sia nel mercato consumistico. E’ così che ci vengono innestate credenze sociali e culturali, sia tramite l’accettazione acritica di concezioni sociali e politiche, sia per spingerci al consumo di beni inutili e voluttuari. Se non sei consapevole sei vittima, se riesci a scuoterti sei invece sulla buona strada. Quando diventiamo sempre più presenti e consapevoli, possiamo uscire dallo stato di ipnosi e riusciremo a deipnotizzarci, e una volta che siamo completamente svegli e consapevoli, allora siamo liberi. Allora abbiamo iniziato un vero cammino spirituale.

Nella letteratura spirituale si oppongono vie lente e progressive a delle vie più scoscese, ma il vero problema non è questo, piuttosto il problema vero consiste nell’essere svegli oppure addormentati. Molti autori zen affermano che la vera illuminazione è istantanea e repentina, come una cosa che non c’era e che, un attimo dopo, è ormai presente. Ciò che non si vedeva, all’improvviso si vede: è questo il risveglio della coscienza. Il Cammino spirituale non è un tranquillante come si crede comunemente, e non equivale alla sconfitta delle contraddizioni per entrare nello stato di assoluta beatitudine, è invece un risveglio ed una risposta assoluta.

Non dobbiamo pensare che un percorso spirituale sia un rifugio per i tempi duri, per divenire subito dopo, un fastidioso impegno nelle giornate della gioia. Esso non consiste in un insegnamento trascendente e metafisico, astratto da ogni applicazione pratica, ma consiste nell’essere sempre più svegli, ben centrati ed integrati a noi stessi. Per questo non ha senso essere affascinati dai messaggi dei grandi maestri spirituali se non siamo disposti a migliorare la nostra capacità di intendere.

I veri maestri spirituali sono stati dei veri demolitori di sistemi e di pensieri. Nel Vangelo di Matteo (10,34) Gesù afferma: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada.” Questa dichiarazione è programmatica per farci intendere il vero significato dell’autentico insegnamento del Cristo, pensato per menti sveglie e consapevoli, adatte ad essere risvegliate tramite delle parabole, cioè dei veri e propri koan per il risveglio spirituale.

Il vero significato della frase è che il suo messaggio avrebbe sconvolto il mondo, che avrebbe scardinato le categorie preesistenti di pensiero e di valori per introdurre l'umanità a una nuova consapevolezza. Invece, un sistema di valori presuppone uno schema da seguire, la creazione di una mappa che non lascia adito a dubbi e tentennamenti, e che permette di seguirla facendo uso di una fede cieca ed assoluta; esso viene creato per plasmare una mentalità di non dubbio e dalle certezze assolute, e queste menti possono diventare anche molto pericolose.

Quando invece vogliamo entrare nell’ignoto e nel dubbio, svincolandoci da sistemi preconfezionati, occorre invece una fiducia assoluta delle nostre capacità personali, e non essere forti di rigide creazioni indotte da altri. Per questo i sistemi di fede sono costruiti, essi nascono per non farci entrare nel dubbio e nella ricerca di motivazioni più profonde, per renderci immobili, sicuri e soddisfatti. E se ci sentiamo sicuri, significa che tutto è a posto, perché non siamo nella terra di nessuno, ma stiamo percorrendo dei sentieri che anche altri hanno attraversato felicemente; i sistemi creano dei sostegni e ci fanno vivere in mondi in cui tutto è cartografato con precisione. Solo che questi sono dei paradisi artificiali. Non è vero nulla, è tutto una convenzione, è uno stratagemma che produce delle personalità false.

Quando Sariputta si illuminò, giunto alla meta finale, si guardò alle spalle e vide che l’intero sistema era scomparso e che tutto quello che gli avevano insegnato non c’era più. Allora andò dal Budda e gli disse: ”Tutto il sistema che mi è stato insegnato è scomparso.” E il Budda gli rispose: “Sta’ zitto, non dirlo agli altri! E’ scomparso, deve scomparire perché non è mai esistito. Era una finzione, ma ti ha aiutato ad arrivare sino a questo punto. Non dirlo a coloro che non sono ancora arrivati, perché se sanno che non esiste alcuna conoscenza, là dove stanno andando, desisteranno. Non sono in grado di addentrarsi nell’ignoto da soli, privi di sostegno.” Il Budda definisce la verità come ciò che funziona, e anche una bugia può diventare vera, se funziona bene.

Anche i demolitori di sistemi servono, perché ci fanno capire che anche le mappe possono diventare un peso troppo grande. Allora i demolitori aiutano a liberare la mente, sgravandoci dai pesi morti ed aiutandoci a progredire. Ma questa leggerezza ci sembra troppo pericolosa, perché spinge nel vuoto, nel nulla e ci lascia nell’ansia di privazione di qualsiasi sistema: per questo si sceglie di vivere con le briglie di un rassicurante sistema.

Buona erranza
Sharatan

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