domenica 1 novembre 2009

Il vangelo perduto di Giuda


Quando troviamo una cosa strana possiamo scartarla subito considerandola come troppo disturbante, oppure accettare di ascoltarla e provare a trovare il motivo per il quale essa ci disturba. Quando ho trovato il vangelo di Giuda ho provato la sensazione che la sua venuta fosse un motivo di destabilizzante riflessione, e non potevo avere ragioni migliori: era il vangelo del traditore.

Credo che ognuno abbia il diritto di parlare, anche se poi non saremo disposti ad accettare le ragioni che ci presenterà, perciò ho sempre cercato di capire le ragioni degli altri. Perché rifiutare la parola proprio a quello, il solo, che poteva spiegare le ragioni della sua condotta inconcepibile? Come avrebbe potuto giustificare il tradimento dell’amicizia e il tradimento del discepolato?

Se il vangelo di Tommaso era ritenuto il testo più rilevante per la ricostruzione del cristianesimo primitivo, quello di Giuda Iscariota è sconvolgente, perché vi leggiamo una versione che equivale ad una capriola metafisica: per poterla fare senza rompersi qualcosa, bisogna leggere il testo poi elaborare un'interpretazione che possa allargare la nostra comprensione.

Il vangelo di Marco, dice apertamente il nome del traditore di Gesù: “Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai sommi sacerdoti, per consegnare loro Gesù” ma esso non ci fornisce alcuna spiegazione del motivo del tradimento, piuttosto afferma che i sommi sacerdoti pagarono Giuda per quel tradimento. Nel testo si parla del tradimento come necessario perché si compisse la salvezza dell’umanità “ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo è tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”

Secondo gli accordi presi, narra Marco, un gruppo di soldati si recò al Getsemani, dove Gesù sta pregando con pochi fedelissimi, Giuda “allora gli si accostò dicendo: ’Rabbi’ e lo baciò. Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono.” Consegnato alla nostra memoria con questo racconto, di Giuda sappiamo che fu perseguitato dal rimorso finchè, travolto dalla disperazione, si impiccò ai rami di un albero.

Nella versione di Giuda, si narra che un giorno Gesù trovò i suoi discepoli che facevano delle pratiche di devozione e rendevano grazie con il pane. Allora Gesù rise di loro, e quanto quelli gli chiesero perché si facesse beffa di loro, egli rispose che non rideva di loro, ma del falso dio a cui essi recavano omaggio. E quando essi dissero: “Maestro, tu sei il Figlio del nostro dio.” egli rispose loro: “Credete veramente di conoscermi? In che modo? In verità vi dico, nessuna stirpe fra voi mi conoscerà mai.”

Allora i discepoli furono dispiaciuti e adirati da quelle parole e Gesù “percependone la stoltezza, disse loro: ‘Perché vi lasciate turbare dall’ira? Il vostro Dio, che è dentro di voi, e i suoi sono dispiaciuti insieme alle vostre anime. Chi fra voi è forte faccia emergere in sé l’umano perfetto e si alzi e si ponga di fronte a me.’ E tutti dissero: ‘Siamo forti!’ ma i loro spiriti non ebbero il coraggio di levarsi per sostenere il confronto, tranne Giuda Iscariota.

Egli ebbe la forza di alzarsi e porsi di fronte a lui, anche se non riuscì a reggerne lo sguardo, ma si girò di lato. Giuda gli disse: ‘So chi sei e da dove vieni, vieni dal regno dell’immortale Barbelo, ma io non sono degno di promunciare il nome di colui che ti ha mandato.”

Allora Gesù vedendo che Giuda comprendeva cose elevate, gli disse che gli avrebbe rivelato i misteri del regno, ma a prezzo di grande dolore, e che un altro avrebbe preso il suo posto perché i dodici “fossero di nuovo completi nel loro Dio.”

Un altro giorno Gesù venne, e i discepoli gli dissero che avevano avuto una notte piena di sogni ingosciosi in cui vedevano uomini che sacrificavano ai tabernacoli dei templi, altri uomini che uccidevano le loro mogli e i loro figli, uomini che sacrificavano animali, e tanti altri commettere ogni sorta di peccato e di ingiustizie. E c’erano uomini davanti ad un altare che invocavano il suo nome prima di squartare degli animali.

Gesù spiega che gli uomini che vedevano fare quegli immondi sacrifici erano loro stessi, e che avrebbero condotto al sacrificio una serie di moltitudini che hanno sviato da quell’altare. Essi avrebbero portato al dominio del signore del caos e “questo è il modo in cui farà uso del mio nome” creando una stirpe che avrebbe prosperato “con ogni sorta di impurità, sregolatezza ed errore” dimenticando che il Signore dell’universo ha stabilito che “essi siano svergognati alla fine dei tempi.”

Gesù aggiunse che avrebbero invocato il suo nome, ma che hanno scritto “su stirpi delle stelle attraverso le stirpi umane,” ed hanno piantato degli alberi privi di frutto. Quindi Gesù disse loro: “Smettete di combattere contro di me. Ognuno ha la sua stella", e se la segue, egli andrà “a irrorare il paradiso di Dio” ed esisterà nella stirpe santa per tutta l’eternità: costui sarà salvo.

Allora “Giuda disse: ‘Maestro, come hai ascoltato tutti loro, ascolta anche me. Perché ho avuto una grande visione.” A quelle parole Gesù rise. E gli disse: ‘Perchè ti agiti tanto tredicesimo spirito? Ma parla anche tu e io ti sosterrò.’ Giuda gli disse: ‘Nella visione ho visto me stesso. I dodici discepoli mi stavano lapidando e mi perseguitavano con violenza’.”

Giuda rivelò, che era giunto in una casa, entro cui erano riuniti dei vecchi autorevoli di grande statura insieme ad una grande folla. Allora “Gesù rispose e disse: ‘La tua stella ti svia Giuda, perché nessun figlio di mortali è degno di entrare nella casa che hai visto. Quello è infatti il luogo riservato ai beati … dove essi dimoreranno insieme agli angeli santi’.”

Gesù rivela a Giuda che anche lui proviene dai cieli. “Udite queste cose, Giuda disse lui: ‘Quale beneficio ho ottenuto dall’essere separato da quella stirpe?’ Gesù gli rispose e disse: ‘Diventerai il tredicesimo e sarai maledetto da tutti gli altri, ma li sovrasterai … e tu salirai fra la stirpe dei beati.’ Poi Gesù spiega a Giuda il ciclo della creazione che nel testo è molto frammentaria, ma che viene espressa in forma completa nel Libro segreto di Giovanni, affinchè comprenda il senso profondo di ciò che gli chiederà come prova della sua fedeltà.

Nell’apocrifo di Giovanni si rivela che lo Spirito-Padre, circondato di “pura acqua della sua luce” e nel suo primo raddoppiarsi della divinità risultante dalla emanazione del suo Pensiero, creò la Prima Ennoia. Essa è anche il “Primo Uomo” o “maschio-femmina” ed è chiamata Barbelo, da cui discese la generazione del Pleroma. Barbelo chiese a Lui di darle la “Prima conoscenza” e Lui gliela concesse. Dopo che l’ebbe ottenuta, essa divenne manifesta e così vennero prodotti gli Eoni finchè il Pleroma fu completo; eccetto l’Unigenito Figlio di Dio, il Cristo, che è nato in modo sessuale dall’Ennoia.

Ma la sorella minore degli Eoni, Sophia, concepì un pensiero da se stessa pensando allo Spirito Padre e alla Prima Conoscenza: a causa di questa trasgressione partorì uno spirito deforme e di aspetto orrendo, poiché aveva concepito senza il suo compagno. Essa lo scacciò lontano da se perché era generato nell’ignoranza, lo coprì con una nube di luce affinchè nessuno lo vedesse e lo chiamò Yaldabaoth detto Nebro “il ribelle,” che fu il Primo Arconte.

Yaldabaoth si unì all’Irragionevolezza che era con lui, e generò angeli ed eoni incorruttibili come manifestazione del loro Progenitore, il primo Arconte delle Tenebre e prodotti dalla sua ignoranza. Questa coorte è quella dei progenitori del mondo materiale, ed il loro padre e signore è Yaldabaoth, una divinità inferiore irriverente e millantatrice, ignara che esiste una divinità più elevata di lui. Ma Yaldabaoth “il ribelle” si specchiò nell’acqua ed ebbe desiderio di creare un ordine di luminari perciò con Saklas “lo stolto” creò il primo uomo, e lo fece a sua immagine e somiglianza.

Ma il dolore di Sophia per avere generato quell’aberrazione, produsse la misericordia del Dio-Luce che mandò Set che è Gesù il Cristo, come strumento del Potere della Madre, affinchè potesse sconfiggere gli arconti, e facesse trionfare la luce sulle tenebre. E' la stirpe di Set, originata da Adamo e Eva dopo la morte di Abele, che fece continuare il genere umano, ma queste stirpi ebbero una vita limitata.

Perciò Dio ordinò a Michele di dare lo spirito in prestito agli esseri umani, perché potessero venerarlo. Poi il Sommo diede ordine a Gabriele di concedere uno spirito con anima, agli spiriti di coloro che non sono dominati dal signore del mondo inferiore.

E’ per questa ragione che gli uomini devono “ricercare lo spirito dentro di voi che voi fate dimorare in questa carne fra le stirpi degli angeli. Dio volle che fosse data la conoscenza ad Adamo e a quelli con lui affinchè i dominatori del caos e dell’oblio non regnassero su di loro.” (Giuda 14,15-16)

Giuda chiese al suo maestro cosa ne sarebbe stato di quelle stirpi, e Gesù rispose che “sono le stelle che portano a compimento tutte le cose” perciò il falso dio sarà sconfitto e nel tutto sarà ristabilito l'ordine originario. Quindi Gesù irride alle pratiche di sacrificio, perchè coloro che compiono dei sacrifici a Saklas sono dei malvagi, essi sono schiavi della sua dominazione.

Infine Gesù rivela a Giuda: “Quanto a te li supererai tutti. Perché tu sacrificherai l’uomo che mi riveste. Il tuo corno è già levato, la tua collera è colma, la tua stella si è affacciata e il tuo cuore ha prevalso. E allora la posizione della grande stirpe di Adamo sarà innalzata, perché essa esiste da prima del cielo e della terra e degli angeli, per tutti i regni.

Ecco, ora ogni cosa ti è stata detta. Alza gli occhi e guarda la nube e la luce che è in essa e le stelle che la circondano. E la stella che indica il cammino, quella è la tua stella.’ E allora Giuda levò lo sguardo. Vide la nube radiosa ed entrò in essa.” Più tardi Gesù si ritirò in solitudine in una stanza per pregare, mentre gli scribi lo spiavano per catturarlo mentre era solo. Giuda allora si avvicinò a loro e offrì quello essi volevano: essi gli dettero delle monete di rame, e Giuda lo consegnò a loro obbedendo fedelmente all'ordine del suo maestro.

Perciò possiamo rovesciare il nostro punto di vista anche rispetto al bacio di Giuda, e pensare che quando Giuda si avvicinò a Gesù, mentre i soldati aspettavano di arrestarlo, egli veramente lo riconobbe come suo maestro dicendo: “Rabbi” quindi gli passò il bacio gnostico e accettò la reciproca morte, ma solo perché questo era quello che il suo Rabbi gli chiedeva, e che usò il bacio gnostico perchè è lo strumento dei vasi comunicanti.

Buona erranza
Sharatan


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Sharatan