giovedì 11 marzo 2010

Una zattera sull’oceano


Guardando alle persone delle epoche passate pensiamo, ingenuamente, che esse siano molto diverse da noi. Non riusciamo a comprendere, per nostra ignoranza o per ingenuità, che essi erano persone perfettamente uguali a noi: gente che aveva bisogno di una disciplina e di una guida che li rendesse capaci di manifestare i loro talenti: cioè di scoprire la loro vera essenza. Erano persone che volevano manifestare la loro più profonda spiritualità.

Il taoismo è una disciplina che può rispondere pienamente a questa esigenza, perché è un sistema di pensiero che è ancora vivo ed attuale nella sua primaria idealità, cioè conciliare cuore e mente. Malgrado noi possiamo studiarne la filosofia di vita, praticare la meditazione, apprendere il Qigong, praticare la marzialità, malgrado tutto dovremmo sempre rammaricarci per non poterne penetrare fino in fondo tutta la sua pregnanza fino ad apprezzarne la moderna vitalità.

Nel taoismo, la disciplina fisica e la ricerca filosofica sono entrambi propedeutiche alla meditazione, e la meditazione è la via fondamentale per accedere alla spiritualità: è nella meditazione che ci apriamo alla voce dello spirito, alla vera essenza e conquistiamo la fiamma della vita. Ma i metodi per giungere a quest’obiettivo sono differenti, perciò ci riesce difficile apprezzarli in uno sguardo d’insieme, che viene ulteriormente limitato dalla mancata conoscenza della lingua cinese.

Nel cinese, che è una lingua ideografica, vi sono dei segni simbolici cioè dei segni che esprimono concetti, di cui bisogna penetrare il profondo simbolismo: ad esempio l’ideogramma del Tao mostra al centro una persona che è rappresentata dalla testa con due ciuffi di capelli e, in basso, vi è il segno di una biforcazione che mostra il movimento su un sentiero, cioè una via.

Il cinese è una lingua che usa molti elementi di simmetria per esprimere i suoi concetti, come nell’espressione “Quando il sole tramonta, la luna sorge. Quando la luna sorge, il sole tramonta” con cui si esprime il susseguirsi dei cicli dell’esistenza e l’infinito ordine dei ritmi dell’alternanza: cioè il ciclico alternarsi di yin e yang. Il taoismo usa delle sfumature linguistiche a cui attribuisce particolare significato con cui dobbiamo familizzare.

Siccome, in ogni epoca, le persone cercano di definire sé stessi e di trovare la loro strada nella vita si può dire che, in ogni epoca si è cercato un Tao: per questo stesso motivo, in tutte le epoche in cui le persone che cercano le vie, faticano ad applicare una vantaggiosa pratica, la flessibilità della mentalità taoista può giungere in aiuto.

Per i taoisti, un completo sistema di vita è interamente spirituale, ma il significato di spiritualità è concepito in modo concreto, come una concezione non astratta ma radicata profondamente nel corpo e nella vita. Lo spirito, per il taoismo, pervade tutta la vita perché tutti gli aspetti della vita sono intrisi di significato spirituale, fino ai più semplici elementi della quotidianità.

Tutto deve essere fuso in un insieme coerente, a tutto ci si deve avvicinare con un approccio equilibrato secondo la dualità di fisico e mentale, di inerte e di attivo, del raffinato e del grezzo: in tutti questi aspetti dobbiamo trovare l’equilibrio, la giusta Via di Mezzo.

Se vogliamo essere taoisti, non dobbiamo subire alcuna amputazione di aspetti della nostra personalità o della nostra vita, non dobbiamo abbandonare il lavoro o trascurare i nostri affetti, non dobbiamo trascurare la nostra famiglia. Per aspirare ad una vita da moderno taoista, è sufficiente equilibrare le varie componenti della nostra personalità e dare loro un centro di gravità certo: questa integrazione il taoismo la chiama la Via del Guerriero Saggio.

Questa via è espressa dal termine “wen wu xing” il cui ideogramma rappresenta 3 caratteri, di cui il primo è la sfera culturale, il secondo è il mondo materiale e il terzo è la via pratica o il sentiero: queste sono le sfere che il Guerriero Saggio deve coltivare. Questa è l’integrazione tra le diverse sfaccettature della vita umana a cui tutti i taoisti sono chiamati a ottemperare.

Perciò il taoismo usa pratiche che riguardano il corpo, la dieta, la respirazione, l’erboristeria, gli studi filosofici e la meditazione, utilizzate come pratiche di apertura alla via del Tao. Nel taoismo si parte con semplici esercizi fisici e con elementari norme igieniche perché tutti i fattori umani sono egualmente importanti, perciò essi non vanno trascurati.

Tutti i nostri aspetti sono ugualmente importanti nella giusta pratica di nutrimento della nostra vita, perciò dobbiamo fare attenzione a ciò che mangiamo, agli esercizi fisici che pratichiamo, al modo con cui ci prendiamo cura del nostro corpo fisico, ma anche al nostro modo di pensare e alla qualità dei nostri più elevati ideali spirituali.

Se avremo la costanza di seguire una serie di pratiche taoiste questo equilibrio diventerà la nostra seconda natura e acquisteremo un occhio più elevato e illuminato dalla contemplazione del supremo equilibrio del Tao. Così vivremo più a lungo, saremo più sani e più saggi perché in grado di penetrare il significato profondo dell’esistenza.

Per vivere come un taoista non bisogna privarsi di nulla, e non bisogna fare pratiche eccentriche, non siamo discriminati in base all’età, alla razza o al sesso di appartenenza: quello che conta è la percezione personale e la bontà del risultato pratico. Essere Guerriero Saggio euivale a dire di essere un taoista: questi termini sono perfetti sinonimi.

Nel taoismo si segue la pratica come si vuole, e si accettano solo le concezioni di cui condividiamo il significato, si segue solo ciò che può essere sperimentato personalmente: si entra solo se siamo convinti della bontà delle pratiche: la via del Guerriero Saggio è la via della coltivazione del sé.

Si narra di uno studente detto il Realizzato che salì sulle montagne per studiare il Tao. Chiese al maestro, il taoista della Spiaggia dell’Oca del Sud, da quanto tempo vivesse sulle montagne. Questo è un modo assai riguardoso per la mentalità cinese, per rivolgersi ad un maestro, al fine di chiedere notizie sul suo sentiero e sulla sua filosofia.

Il Maestro della Spiaggia dell’Oca del Sud sorrise, e poi rispose che disdegnava i valori e i lussi mondani, che rifuggiva dagli onori e che amava la meditazione. Egli sedeva, meditando in solitudine, mentre la vita scorreva e mentre passavano le generazioni. Nell’udire tale risposta, un maestro taoista più esperto, chiamato Ingannatore del Pericolo, osservò che, se tutte le cose del mondo mutano e si trasformano, bisogna mutare con loro. E' necessario essere perfettamente consapevoli di tutto, e mantenersi in disparte:

“Come una zattera alla deriva sull’oceano, non importa dove mi dirigo o mi fermo. Raggiungere il Tao è una questione di moto continuo. La vera natura nasce dallo splendore profondo.” Essere taoisti significa diventare come l’Ingannatore del Pericolo, che non disdegnava nulla e che fluttuava noncurante nell’immenso oceano del Tao.

Buona erranza
Sharatan

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