venerdì 28 maggio 2010

Il sorriso nel soffione


“Noi vogliamo porre in quiete armoniosa
gli stati molteplici del cuore,
quella è la vera contemplazione.”

(Il segreto del Fiore d’Oro)



Non si deve fuggire il mondo perché noi viviamo in esso: noi siamo nelle stesse condizioni del resto del mondo. Noi viviamo con le persone, con il rumore e con il traffico, noi viviamo nella quotidianità, e nel nostro quotidiano c’è anche il resto del mondo. Saremmo ingannati e inganneremo noi stessi se pensassimo che il mondo si possa fermare come una giostra, perciò tramite un pulsante.

Il silenzio che si raggiunge con l’uso di un pulsante è illusorio perché non è vero silenzio, esso è un silenzio apparente che si darebbe solo l’illusione della calma e della tranquillità. Vivremmo così sull’illusione di essere imperturbabili, mentre invece ci ritroveremmo, alla prima difficoltà, ad urlare nella confusione di un mercato. Pensare di spegnere il rumore del mondo equivale ad una illusione, perciò avremmo sprecato solo energie e tempo inutilmente: tanto tempo e fatica solo per ingannare noi stessi equivale all’idiozia!

E’ necessario essere nel mondo, e raggiungere una centratura interiore, un perno spirituale o un “centro di gravità” interna: questo punto di equilibrio è il solo che non ci può essere tolto dalla fortuna o dal mondo. In questo modo, in qualsiasi tempo e in qualsiasi circostanza, in qualsiasi luogo noi possiamo andare restiamo centrati e sicuri, anche in mezzo ai fragori del mondo.

Non è necessario concentrarsi con uno sforzo, non dobbiamo dare la caccia e braccare il pensiero, noi non dobbiamo impegnarci in alcuna lotta, non vi è conflitto e non vi è battaglia ma vi è solo vigilanza, che è uno stato rilassato di consapevolezza cosciente. Nel nostro animo non deve esserci alcuna preoccupazione, non dobbiamo sentire nessuno sforzo, perché la consapevolezza interna scorre dolce e fluida come un respiro, poiché scorre in noi l’energia vitalizzante della consapevolezza.

Restando rilassati al centro del nostro respiro diventiamo solo la consapevolezza del respiro e dell’aria che penetra e che fluisce in noi spontaneamente: nella ricerca del silenzio, nella ricerca della pace non può esserci lo sforzo, non può esserci alcuna forzatura, perché noi siamo inerti e rilassati nella resa a noi stessi.

La sofferenza umana è nella resistenza, perché noi resistiamo ad essere penetrati dalla consapevolezza lucida e cosciente, ma lo comprendiamo solo tramite il respiro che fluisce in modo cosciente. Tutta la resistenza nasce dalla paura di scendere ad esplorare il nostro mondo interno, nel timore di trovare l’immagine perturbante del sabotatore, che è l’immagine mentale dell’istinto animale dell’essere umano.

Se abbiamo il coraggio di esplorare quel mondo interno portati dall’energia della consapevolezza di chi veramente siamo, allora la vigilanza attiva è nella consapevolezza che, arrivati al centro del mondo interno, siamo arrivati alla Fonte di pace infinita. Se un personaggio interno vogliamo immaginare, se un mondo così grande ci sembra troppo desolato senza un suo abitante allora, solleviamo un altro velo illusorio e guardiamo dritti in faccia piuttosto un amoroso Guaritore.

E’ nel nostro interno che c’è un punto luminoso, ed è della stessa natura della grande Luce da cui è nata ogni cosa, perché all’interno c’è un mondo infinito. In questo luogo vi è tutto ciò che è ineffabile perciò ne restiamo estatici, la definizione di questo sentimento non può contenere l’Essere amorevole che possiamo chiamare Dio, se lo crediamo, ma che potremmo anche percepire come un Sé centrato ed equilibrato che percepisce la pace profonda e la gioia piena dell’Essere in piena Essenza.

Per divenire un essere spirituale è necessario avere amore, luce e pace e, chiaramente, un obiettivo così grande ed elevato, non si raggiunge in un attimo. E’ necessario del tempo e mi sembra anche giusto se lo stesso Dio, il grande Padre, si è concesso lo spazio di 6 giorni per fare la sua Creazione, e Lui si che s’intende di centrature! Una pratica che insegni il migliore sentiero per scendere nel mondo interno non è rapida da fare, perché viene percorsa con il passo placido del vivere quotidiano, mentre stiamo vivendo nel mondo.

Thic Nhat Hanh, il monaco zen famoso in tutto il mondo, e candidato al Premio Nobel per la Pace nel 1967, su proposta delle stesso Martin Luther King, ha scritto che l’uomo moderno è fagocitato dal vortice del vivere nel mondo perdendo il diritto di vivere in pace in ogni momento, perciò dobbiamo imparare a sfruttare in modo positivo tutte le condizioni che solitamente sono fonte di stress e disagio.

Il maestro zen insegna la “via della presenza mentale” trasformando gli stimoli stressanti in “amici spirituali” che ci aiutano a vivere meglio richiamandoci a vivere bene il momento presente; egli fa l’esempio di un clacson improvviso che potrebbe essere visto come un richiamo al risveglio, per cui il suonare equivale all’invito che ci viene dal mondo: ”Sei sveglio e vigilante amico?”

Aumentando la consapevolezza del corpo e della mente tramite la respirazione cosciente, Thic Nhat Hanh insegna ad assaporare la gioia e la pace del vivere “qui e adesso,” nell’attimo infinito in cui godiamo della perfetta eternità, nell’istante presente sostenuti dalla lucida coscienza, e si percepisce il gusto per la vita. Thic Nhat Hanh scrive:

“Se viviamo una buona vita, non c’è niente di meglio di un sorriso per cominciare la giornata. Questo sorriso afferma la nostra consapevolezza e il nostro impegno a vivere in pace e con gioia. Un sorriso autentico scaturisce da una mente risvegliata. […] Sorridere vi aiuta ad affrontare la giornata con dolcezza e comprensione. Quando vedo qualcuno che sorride, non ho dubbi che in quel momento è consapevolezza. […] E questo dono prezioso non costa nulla.”

Thic Nhat Hanh dice che, se siamo in grado di accorgerci che abbiamo perso il nostro sorriso, e che l’ha preso il soffione, è un gran bel segno e la situazione non è affatto grave. Noi siamo ancora sufficientemente consapevoli di accorgerci della sua presenza, e il sorriso si recupera con la respirazione, perciò è sufficiente respirare. Il soffione è un amico, membro della comunità degli amici affidabili, e saprà custodire bene il nostro sorriso, di questo dobbiamo essere sicuri e certi.

Il realtà, non è solo il soffione ma è anche tutto il mondo che custodisce il nostro sorriso. Noi non siamo affatto isolati poiché siamo connessi con il resto del mondo e del cosmo. Così ovunque siamo, noi siamo con questa ottima compagnia, sia all’interno che all’esterno, di noi e del mondo, perciò il soffione, quando respiriamo con consapevolezza, velocemente restituisce il sorriso smarrito.

Buona erranza
Sharatan


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