“Il futuro non esiste, siamo noi che lo creiamo”
(Lev Nikolaevic Tolstoj)
(Lev Nikolaevic Tolstoj)
Ogni cosa che fa parte di noi si imprime nella nostro interiorità attivando un certo tipo di energia: il tipo di energia su cui ci accordiamo è quello affine e quello a cui ci vogliamo adattare, e la nostra vita segue sempre il ritmo che noi gli imprimiamo. Molti perdono il tempo della loro vita andando alla deriva, poiché non conoscono il funzionamento del flusso energetico, essi si baloccano perdendo delle occasioni di miglioramento delle condizioni in cui vivono, pensando di avere tutto il tempo che vogliono.
Il tempo che viviamo non lo sappiamo però, un ottimo modo per trascorrere la porzioni di anni che ci vengono offerti, è che la vita va considerata sempre come un’occasione da non sprecare. Non dovremmo sprecare neppure un solo istante di questa occasione presente, poiché è vero che ciò che è nostro non ci può essere sottratto ma, è anche opportuno coltivare sempre il nostro seme se vogliamo avere la maturazione di un frutto.
Viviamo dunque intensamente i nostri istanti come se fossero eterni e unici, poiché questa somma attitudine spirituale è bene espressa nell’aforisma zen dell’adepto che cadde in un crepaccio, in fondo al quale lo attendeva una tigre affamata per sbranarlo. Nella caduta egli vide una fragola matura, e l’afferrò al volo degustandola pienamente a occhi chiusi. Poi disse: “E’ sopraffino il sapore di questo frutto! Esso possiede un gusto divino!”
Ma cosa voleva dire la storia, se non che la vita va assaporata fino in fondo e pienamente in ogni istante, come se esso fosse l’ultimo ricordo con cui si va incontro alla morte? Nel palato resta solo quel sapore come ricordo di una vita vissuta, questa diventa l'ultima completezza di senso e di sentimento di una raffinata degustazione e allora, che tale ricordo sia goduto in modo sublime.
Un’altra sensazione sulla nostra vita è che essa sia diretta da una volontà superiore che la governa, e che la trascina dove vuole lasciando l’uomo in balia di una provvidenza superiore e estranea al nostro arbitrio, oppure crediamo che siamo vessati dal fato e dalla sorte che c’ingiuriano usandoci come dei burattini, ma sono delle negazioni del nostro libero arbitrio, mentre siamo liberi di fare o non fare quello che vogliamo della nostra vita.
Nella sapienza è scritto che, prima della discesa nell’involucro corporeo noi facciamo un progetto con l'obiettivo di evoluzione spirituale che desideriamo conseguire, perciò scegliamo il corpo, il contesto e i personaggi che entreranno nella nostra vita, infatti sappiamo quali relazioni interpersonali avremo, e su quali legami karmici dobbiamo riflettere e lavorare, compreso il livello evolutivo terrestre nell’epoca in cui nasciamo: la nostra parte spirituale conosce e accetta tale patto evolutivo di vita.
L'Io che noi pensiamo individuale è inserito in un Sé superiore che è un corpo collettivo di energia, in cui sono scritte le memorie di tutto ciò che noi siamo stati fin dall'alba dei tempi. Questo Sé superiore possiede una coscienza illimitata di noi stessi, conosce il funzionamento del piano fisico, e conosce tutte le forme di energia con cui verremo a contatto nella vita, perciò possiede il ricordo di tutto ciò che può servirci sapere.
Tutto l’universo è pervaso da una forza vitale, che è una maestosa energia che si evolve eternamente: essa è una forza imponente e generosa che qualcuno chiama Dio. Essa è una incommensurabile energia da cui deriviamo tutti, da lei discende lo spirito che chiamiamo il nostro Io, prima di rivestire l'involucro fisico per il determinato periodo di apprendimento che è il tempo della nostra vita.
Il Sé superiore è in rapporto con questo spirito vivente, che è la Forza universale che ha un impulso interno irresistibile che la spinge a crescere sempre più per il desiderio inarrestabile di manifestare se stessa: è questa la Fonte di vita e di energia. Questa forza universale, per manifestare più ampiamente la potente energia che la pervade, si suddivide in varie forme di definizione con delle qualità sempre più differenziate, così cresce e si moltiplica, espandendosi sempre più, con un aumento di potenza che avverrà per l’eternità.
La forza vitale pervade tutto ciò che esiste sul piano fisico, perciò è interna ai pianeti, alle stelle, alle galassie, esiste in tutto ciò che possiamo immaginare. Per sua natura essa è immortale e infinita e brilla come una luce interna, essa è la scintilla dell’energia vitale contenuta in ogni cosa, perciò è universale. Per noi è difficile immaginare la quantità di forza di un insetto minuscolo come un’ape infatti, l’energia che viene infusa nel corpo è sempre dosata opportunamente.
Infatti il dosaggio è sempre rapportato alla grandezza dell’involucro fisico che lo deve contenere perciò manifestare: esiste una gerarchia di dosaggio della forza vitale, a seconda del regno a cui appartiene l’organismo. Nella gerarchia, la potenza del regno minerale è inferiore a quella del regno animale, mentre l’uomo ha più forza vitale di tutte le altre creature dei vari regni. Comunque la chiave è che tale forza è dentro ogni cosa che vediamo, seppure con dosaggio e con potenza diverse: questa è una grande verità spirituale che insegna la piena sacralità della materia fisica.
Anche il nostro Sé superiore possiede una forza che vuole espandersi e crescere per manifestare la maestà della sua potenza tramite delle esperienze evolutive. Queste esperienze sono tutte le vite che abbiamo vissuto ma, ancora prima di poter sperimentare l'involucro fisico, il nostro Io viene istruito sulla forza della vibrazione della materialità.
Prima di essere uomini siamo stati una diversa forma di energia fisica, forse siamo stati un fascio di luce o un suono, ma è con l’incarnazione umana che sperimentiamo la forma più evoluta di esistenza, in quanto abbiamo la possibilità di crescere e manifestare la nostra consapevolezza evolutiva tramite il libero arbitrio, e in modo fattivo: in quanto uomini abbiamo potenza, discernimento consapevole e piena libertà di azione.
Comunque è vero che noi siamo stati un bruco, un femore di leone, o anche un fiore o una pietra comune ma, ogni volta, da queste forme di esistenza noi abbiamo imparato sempre più, fino a maturare al punto di poter diventare degli esseri umani, che è la massima espressione di forza nella dimensione fisica.
Ogni volta che finiamo il ciclo di una vita, noi ritorniamo alla nostra Fonte originaria e facciamo il riepilogo della vita sperimentata, perciò valutiamo il valore evolutivo delle esperienze che abbiamo sperimentato. Il soggiorno e la dimensione in cui avviene questo riassorbimento di energia è il mondo dello spirito.
Anche questo mondo possiede la natura e il comportamento della Forza universale, perciò esso si scinde e si accresce seguendo la stessa volontà del mondo superiore. Tutto il mondo spirituale segue questa volontà creando delle forme-pensiero che partecipano della forza dello spirito universale, anche se ognuno rappresenta questo mondo nei modi, negli usi e nei costumi della sua religione. L'ignoranza di questo fatto è il motivo per cui diventiamo intolleranti verso le religioni diverse dalla nostra, perciò non dobbiamo essere dogmatici e onorare tutte le religioni esistenti umane.
Se noi moriamo, perciò entriamo nel mondo spirituale come coloro che sentono l’inquietudine e il tormento del desiderio insoddisfatto, se noi siamo tormentati dall’inesprimibile e non troviamo la pace, allora ci troveremo in un mondo oscuro tra i tormenti delle fiamme dell’inferno. Se invece moriamo nella tranquillità dell’equilibrio interno, poichè viviamo nella beatitudine interiore, noi arriviamo nella terra meravigliosa che chiamiamo paradiso: ecco perché a un buon vivere segue sempre un buon morire.
Le vibrazioni delle esperienze che proviamo, e le nostre esperienze di dolore o di pace ci fanno illudere che ci siano questi due luoghi ma, in verità, esistono in noi le potenzialità di sperimentare entrambi i tipi di esperienza quando sintonizziamo il nostro mondo spirituale su tali lunghezze d’onda. Ogni manifestazione esterna a noi proviene dalla scelta vibrazionale della nostra volontà interiore, perciò essa origina dalla nostra dimensione interiore: siamo noi che decidiamo se essere angeli o demoni nella nostra vita.
Il nostro “giudizio universale” spirituale avviene quando noi esterniamo il lato interno in una forma determinata di energia e la proiettiamo nel mondo esteriore, perciò la scagliamo intorno a noi: è in questo senso che ciò che è interno diventa esterno. Con questa conoscenza comprendiamo che l’energia funziona per assonanza vibrazionale, perciò l’uomo è sempre calamitato dove vuole andare, come si afferma nel Talmud.
Noi siamo calamitati da tutto ciò che entra in sintonia con la nostra essenza interiore, e con il livello evolutivo a cui siamo arrivati. La forza universale ha una logica superiore in quanto ci fa sperimentare emozioni e sentimenti interiori che poi dobbiamo usare per calamitare a noi quelle che sono le forme di energia simili, con cui noi facciamo la nostra volontaria creazione del mondo.
La chiave di volta di questa logica è che noi possiamo accordare il nostro strumento interno e decidere su quale ritmo vibrazionale agire, infatti siamo dotati del libero arbitrio, per cui possiamo agire sulla qualità della nostra vita. E’ vero che non possiamo conficcare un chiodo nel cielo però possiamo vedere con piena consapevolezza i sassi su cui i nostri piedi potrebbero inciampare lungo il nostro cammino e decidere se evitarli.
Il fatto importante è che possiamo fare un controllo della qualità dei nostri flussi energetici e della velocità vibrazionale tramite una paziente coltivazione delle energie mentali e delle risorse fisiche umane, cioè delle forze di cui possiamo disporre nell’involucro corporeo in modo da poter avere il migliore dosaggio degli ingredienti per preparare il nostro pane di vita.
Buona erranza
Sharatan
Il tempo che viviamo non lo sappiamo però, un ottimo modo per trascorrere la porzioni di anni che ci vengono offerti, è che la vita va considerata sempre come un’occasione da non sprecare. Non dovremmo sprecare neppure un solo istante di questa occasione presente, poiché è vero che ciò che è nostro non ci può essere sottratto ma, è anche opportuno coltivare sempre il nostro seme se vogliamo avere la maturazione di un frutto.
Viviamo dunque intensamente i nostri istanti come se fossero eterni e unici, poiché questa somma attitudine spirituale è bene espressa nell’aforisma zen dell’adepto che cadde in un crepaccio, in fondo al quale lo attendeva una tigre affamata per sbranarlo. Nella caduta egli vide una fragola matura, e l’afferrò al volo degustandola pienamente a occhi chiusi. Poi disse: “E’ sopraffino il sapore di questo frutto! Esso possiede un gusto divino!”
Ma cosa voleva dire la storia, se non che la vita va assaporata fino in fondo e pienamente in ogni istante, come se esso fosse l’ultimo ricordo con cui si va incontro alla morte? Nel palato resta solo quel sapore come ricordo di una vita vissuta, questa diventa l'ultima completezza di senso e di sentimento di una raffinata degustazione e allora, che tale ricordo sia goduto in modo sublime.
Un’altra sensazione sulla nostra vita è che essa sia diretta da una volontà superiore che la governa, e che la trascina dove vuole lasciando l’uomo in balia di una provvidenza superiore e estranea al nostro arbitrio, oppure crediamo che siamo vessati dal fato e dalla sorte che c’ingiuriano usandoci come dei burattini, ma sono delle negazioni del nostro libero arbitrio, mentre siamo liberi di fare o non fare quello che vogliamo della nostra vita.
Nella sapienza è scritto che, prima della discesa nell’involucro corporeo noi facciamo un progetto con l'obiettivo di evoluzione spirituale che desideriamo conseguire, perciò scegliamo il corpo, il contesto e i personaggi che entreranno nella nostra vita, infatti sappiamo quali relazioni interpersonali avremo, e su quali legami karmici dobbiamo riflettere e lavorare, compreso il livello evolutivo terrestre nell’epoca in cui nasciamo: la nostra parte spirituale conosce e accetta tale patto evolutivo di vita.
L'Io che noi pensiamo individuale è inserito in un Sé superiore che è un corpo collettivo di energia, in cui sono scritte le memorie di tutto ciò che noi siamo stati fin dall'alba dei tempi. Questo Sé superiore possiede una coscienza illimitata di noi stessi, conosce il funzionamento del piano fisico, e conosce tutte le forme di energia con cui verremo a contatto nella vita, perciò possiede il ricordo di tutto ciò che può servirci sapere.
Tutto l’universo è pervaso da una forza vitale, che è una maestosa energia che si evolve eternamente: essa è una forza imponente e generosa che qualcuno chiama Dio. Essa è una incommensurabile energia da cui deriviamo tutti, da lei discende lo spirito che chiamiamo il nostro Io, prima di rivestire l'involucro fisico per il determinato periodo di apprendimento che è il tempo della nostra vita.
Il Sé superiore è in rapporto con questo spirito vivente, che è la Forza universale che ha un impulso interno irresistibile che la spinge a crescere sempre più per il desiderio inarrestabile di manifestare se stessa: è questa la Fonte di vita e di energia. Questa forza universale, per manifestare più ampiamente la potente energia che la pervade, si suddivide in varie forme di definizione con delle qualità sempre più differenziate, così cresce e si moltiplica, espandendosi sempre più, con un aumento di potenza che avverrà per l’eternità.
La forza vitale pervade tutto ciò che esiste sul piano fisico, perciò è interna ai pianeti, alle stelle, alle galassie, esiste in tutto ciò che possiamo immaginare. Per sua natura essa è immortale e infinita e brilla come una luce interna, essa è la scintilla dell’energia vitale contenuta in ogni cosa, perciò è universale. Per noi è difficile immaginare la quantità di forza di un insetto minuscolo come un’ape infatti, l’energia che viene infusa nel corpo è sempre dosata opportunamente.
Infatti il dosaggio è sempre rapportato alla grandezza dell’involucro fisico che lo deve contenere perciò manifestare: esiste una gerarchia di dosaggio della forza vitale, a seconda del regno a cui appartiene l’organismo. Nella gerarchia, la potenza del regno minerale è inferiore a quella del regno animale, mentre l’uomo ha più forza vitale di tutte le altre creature dei vari regni. Comunque la chiave è che tale forza è dentro ogni cosa che vediamo, seppure con dosaggio e con potenza diverse: questa è una grande verità spirituale che insegna la piena sacralità della materia fisica.
Anche il nostro Sé superiore possiede una forza che vuole espandersi e crescere per manifestare la maestà della sua potenza tramite delle esperienze evolutive. Queste esperienze sono tutte le vite che abbiamo vissuto ma, ancora prima di poter sperimentare l'involucro fisico, il nostro Io viene istruito sulla forza della vibrazione della materialità.
Prima di essere uomini siamo stati una diversa forma di energia fisica, forse siamo stati un fascio di luce o un suono, ma è con l’incarnazione umana che sperimentiamo la forma più evoluta di esistenza, in quanto abbiamo la possibilità di crescere e manifestare la nostra consapevolezza evolutiva tramite il libero arbitrio, e in modo fattivo: in quanto uomini abbiamo potenza, discernimento consapevole e piena libertà di azione.
Comunque è vero che noi siamo stati un bruco, un femore di leone, o anche un fiore o una pietra comune ma, ogni volta, da queste forme di esistenza noi abbiamo imparato sempre più, fino a maturare al punto di poter diventare degli esseri umani, che è la massima espressione di forza nella dimensione fisica.
Ogni volta che finiamo il ciclo di una vita, noi ritorniamo alla nostra Fonte originaria e facciamo il riepilogo della vita sperimentata, perciò valutiamo il valore evolutivo delle esperienze che abbiamo sperimentato. Il soggiorno e la dimensione in cui avviene questo riassorbimento di energia è il mondo dello spirito.
Anche questo mondo possiede la natura e il comportamento della Forza universale, perciò esso si scinde e si accresce seguendo la stessa volontà del mondo superiore. Tutto il mondo spirituale segue questa volontà creando delle forme-pensiero che partecipano della forza dello spirito universale, anche se ognuno rappresenta questo mondo nei modi, negli usi e nei costumi della sua religione. L'ignoranza di questo fatto è il motivo per cui diventiamo intolleranti verso le religioni diverse dalla nostra, perciò non dobbiamo essere dogmatici e onorare tutte le religioni esistenti umane.
Se noi moriamo, perciò entriamo nel mondo spirituale come coloro che sentono l’inquietudine e il tormento del desiderio insoddisfatto, se noi siamo tormentati dall’inesprimibile e non troviamo la pace, allora ci troveremo in un mondo oscuro tra i tormenti delle fiamme dell’inferno. Se invece moriamo nella tranquillità dell’equilibrio interno, poichè viviamo nella beatitudine interiore, noi arriviamo nella terra meravigliosa che chiamiamo paradiso: ecco perché a un buon vivere segue sempre un buon morire.
Le vibrazioni delle esperienze che proviamo, e le nostre esperienze di dolore o di pace ci fanno illudere che ci siano questi due luoghi ma, in verità, esistono in noi le potenzialità di sperimentare entrambi i tipi di esperienza quando sintonizziamo il nostro mondo spirituale su tali lunghezze d’onda. Ogni manifestazione esterna a noi proviene dalla scelta vibrazionale della nostra volontà interiore, perciò essa origina dalla nostra dimensione interiore: siamo noi che decidiamo se essere angeli o demoni nella nostra vita.
Il nostro “giudizio universale” spirituale avviene quando noi esterniamo il lato interno in una forma determinata di energia e la proiettiamo nel mondo esteriore, perciò la scagliamo intorno a noi: è in questo senso che ciò che è interno diventa esterno. Con questa conoscenza comprendiamo che l’energia funziona per assonanza vibrazionale, perciò l’uomo è sempre calamitato dove vuole andare, come si afferma nel Talmud.
Noi siamo calamitati da tutto ciò che entra in sintonia con la nostra essenza interiore, e con il livello evolutivo a cui siamo arrivati. La forza universale ha una logica superiore in quanto ci fa sperimentare emozioni e sentimenti interiori che poi dobbiamo usare per calamitare a noi quelle che sono le forme di energia simili, con cui noi facciamo la nostra volontaria creazione del mondo.
La chiave di volta di questa logica è che noi possiamo accordare il nostro strumento interno e decidere su quale ritmo vibrazionale agire, infatti siamo dotati del libero arbitrio, per cui possiamo agire sulla qualità della nostra vita. E’ vero che non possiamo conficcare un chiodo nel cielo però possiamo vedere con piena consapevolezza i sassi su cui i nostri piedi potrebbero inciampare lungo il nostro cammino e decidere se evitarli.
Il fatto importante è che possiamo fare un controllo della qualità dei nostri flussi energetici e della velocità vibrazionale tramite una paziente coltivazione delle energie mentali e delle risorse fisiche umane, cioè delle forze di cui possiamo disporre nell’involucro corporeo in modo da poter avere il migliore dosaggio degli ingredienti per preparare il nostro pane di vita.
Buona erranza
Sharatan
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