“Un uomo sazio non comprende un uomo che ha fame”
(Georges Ivanovic Gurdjieff)
(Georges Ivanovic Gurdjieff)
Secondo Gurdjieff l’uomo rifiuta la conoscenza perché non ha alcun desiderio di ridurre la sua ignoranza, perciò le cose restano come sono inoltre, l’uomo deve imparare anche a dire la verità perché non lo sa fare, infatti comunemente si crede di dire la verità, ma è molto raro che un essere umano ami la verità, perché gli uomini mentono a sé stessi e agli altri per abitudine.
Chiaramente crediamo di saper dire la verità ma, per poter dire la verità è necessario saper discriminare la verità dalla menzogna, e questa chiarezza deve essere posseduta dentro di noi: ma la verità su di noi stessi nessuno la vuole mai conoscere. Perciò l’uomo è rinchiuso in una prigione da cui, se avesse solo un briciolo di buon senso e di cervello, dovrebbe avere solo il desiderio di scappare: invece nessuna fuga è possibile se il prigioniero non vuole infrangere le sue catene.
Il punto di partenza è che noi siamo dei prigionieri della vita, e che ignoriamo come fare per cambiare tale condizione, perché nessuna liberazione è possibile senza il consenso del prigioniero, in quanto nulla è possibile per l’uomo non vuole essere libero e che non collabora alla sua evasione. La libertà e la liberazione umana dovrebbero essere lo scopo primario dell’uomo, e divenire libero dovrebbe essere l’unico obiettivo per cui valga la pena di lottare avendo almeno un briciolo di consapevolezza, poiché la conoscenza è la sola via di uscita che è sicura.
Il motivo principale per cui l’uomo rimane schiavo è l’ignoranza su sé stesso e sul vero funzionamento della macchina umana, in quanto l'ignoranza del nostro meccanismo ci impedisce di governarci e di essere liberi, perciò subiamo ciecamente tutte le forze che agiscono su noi. L’altra idea da assimilare e ricordare è che tutto l’universo è costituito di materia, perciò tutto può essere pesato e misurato, e persino l’Assoluto che chiamiamo Dio non è meno materiale delle altre cose, perciò anch'esso è ben ponderabile e ben misurabile come lo sono sia la luna che l’uomo.
Persino Dio può essere pesato, misurato, espresso e calcolato in una formula ben definita perché il concetto di materialità è relativo come tutte le cose, infatti la materialità dell’Assoluto è una materialità differente da quella di “tutti i mondi.” Le persone pensano che la materia sia la stessa ovunque e le nostre scienze si fondano su questa asserzione che è perciò vera, in quanto la materia è la stessa sebbene la materialità sia differente, perchè i diversi gradi di materialità dipendono direttamente dalla qualità e dalle proprietà dell’energia manifestata in un dato luogo.
La materia, dice Gurdjieff, presuppone che sia esistente la forza e l’energia che sono la medesima cosa, ed esse sono le proprietà e le caratteristiche del mondo dei fenomeni che vediamo. Ciò che è permanente noi lo chiamiamo materia, mentre i cambiamenti che intervengono sulla materia che permane sono manifestazioni della forza e dell’energia. Questi cambiamenti sulla realtà materiale sono il risultato delle vibrazioni, cioè dei movimenti ondulatori che si dipartono dall’Assoluto diffondendosi ovunque, e queste forze vibranti s'incrociano e si combattono reciprocamente, finché si arrestano alla fine del "raggio della creazione".
Se vediamo così, tutto il mondo consiste di movimenti ondulatori vibranti e di materia, ossia di una massa che si muove con una velocità che è inversa alla densità della materia stessa. In realtà, dice Gurdjieff, non esiste alcuna conoscenza segreta, infatti non è possibile godere della conoscenza se essa è suddivisa tra tutti, poiché anche la conoscenza è materiale come tutto ciò che esiste. Di una tale risorsa ne abbiamo a disposizione solo una limitata quantità e una massa definita e misurabile che è il frutto dell’accumulo avuto nel tempo, e da cui tutta l’umanità può attingere attualmente.
Se la conoscenza è assorbita in quantità limitata e definita, essa è anche economizzata al massimo con una distribuzione che si basa sul principio di venire assorbita solo dai pochi che fortemente la amano, perchè essi sanno come farla fruttare e come farla accrescere per ottenere una massa maggiore e crescente, di cui altri individui potranno godere: infatti i pochi la diffondono sempre accresciuta. La distribuzione della conoscenza è una cosa equa, in quanto essa giunge solo a coloro che la sanno calamitare richiamandola al centro di loro stessi mentre, la maggioranza delle persone, ignora ogni desiderio di conoscere e trascura ogni elevazione che vada oltre il minimo dei suoi bisogni vitali.
Di quanta consapevolezza è fornita la specie umana si hanno prove evidenti nelle guerre, nelle rivoluzioni, e nelle situazioni in cui anche il barlume del buon senso umano sembra abolito perciò vediamo, negli uomini, delle "macchine folli" che stanno giungendo a sfidare il limite della stessa sopravvivenza fisica della specie. Ecco perché la conoscenza è assimilata e metabolizzata solo da coloro che sanno apprezzarne il giusto valore, e perchè l’accumulo di alcuni sia conseguente solo al fatto che i più la rifiutano e la respingono.
Vi sono poi dei periodi in cui vi è il declino delle civiltà, vi sono delle epoche in cui le masse umane sembrano impazzite, perciò distruggono tutte le forme di conoscenza che sono state accumulate dalle civiltà precedenti. E' in questi “periodi di demenza” che avvengono dei cataclismi geologici e che accadono delle perturbazioni climatiche e altri fenomeni di proporzioni planetarie che riescono a liberare delle enormi masse di conoscenza che vengono diffuse ovunque, dice Gurdjieff.
Di queste massa preziosa dobbiamo fare il recupero affinché non sia dispersa, così che si rende urgente un lavoro di raccolta e di recupero di tutta la "massa di conoscenza" che si è liberata, prima che avvenga la distruzione della civiltà che l'ha prodotta. Le masse umane non amano conoscere nulla che sia oltre il confine del vivere ordinario comune, perciò i politici lavorano per rafforzare questa ostilità al conoscere, perché dalla morte dell’ignoranza nascono degli individui autonomi e insofferenti ai poteri esterni.
E’ ancor più evidente come, è solo nel conoscere che comprendiamo il valore di ciò che perdiamo, mentre ogni ignoranza è felice di ignorare il valore di ciò di cui non vuole sapere nulla: nel nostro mondo avviene perlopiù così. Per capire la diffusione della schiavitù tra la specie umana è sufficiente osservare come le persone amano vivere, valutare le cose a cui viene attribuito il massimo valore, riflettere su quelli che sono definiti i veri scopi della vita ed esaminare gli ideali che gli uomini pongono al centro del loro mondo.
Se guardiamo dove fluisce il denaro delle società odierne e, pur tralasciando il commercio condotto sulle guerre, comunque vediamo le merci di cui viene aumentato a dismisura il valore monetario, e allora possiamo riflettere sulle mete e gli obiettivi a cui mirano le masse umane. Dall'analisi dei dati possiamo concludere che tutta l’umanità esaminata, per quello che è lo stato evolutivo attuale, è giunta al posto giusto in cui poteva essere a causa dei suoi comportamenti: infatti non vi è nulla di ingiusto, ed è solo la nostra conoscenza che difetta nell'analisi del mondo.
L’uomo, dice Gurdjieff, non può produrre nulla di diverso da quello che ha prodotto, e non possiamo vedere altro che ciò che vediamo: da ciò che vediamo, possiamo comprendere perché vi sia tanta poca conoscenza, e perchè la conoscenza non sia diffusa tra masse che non la conoscono, che non la amano, e che non la ricercano poiché non ne hanno alcun desiderio. E’ questo il motivo per cui, coloro che desiderano conoscere, possono ricevere dei piccoli granelli della preziosa semenza, e perchè essi diventano un pochino più intelligenti.
Ecco perché la conoscenza non è occulta, piuttosto accade che essa richieda una enorme fatica e dei grandi sforzi per essere ricevuta, assimilata correttamente, e poi trasmessa agli altri uomini. Il fatto è che coloro che la ricevono diffondono sempre ciò che sanno, perciò fanno al massimo per aiutare altri uomini a ricevere la verità ma, nessuna verità e nessun conoscere può essere imposto con la forza agli altri. La conoscenza non viene da sé stessa agli uomini che non la vogliono ma, sono gli uomini che la devono ricercare, con il loro sforzo e con l’aiuto di “coloro che sanno,” perché conoscere non significa accumulare delle cognizioni mentali, ma conoscere è vivere in modo autentico e vero nel mondo concreto.
Buona erranza
Sharatan
Chiaramente crediamo di saper dire la verità ma, per poter dire la verità è necessario saper discriminare la verità dalla menzogna, e questa chiarezza deve essere posseduta dentro di noi: ma la verità su di noi stessi nessuno la vuole mai conoscere. Perciò l’uomo è rinchiuso in una prigione da cui, se avesse solo un briciolo di buon senso e di cervello, dovrebbe avere solo il desiderio di scappare: invece nessuna fuga è possibile se il prigioniero non vuole infrangere le sue catene.
Il punto di partenza è che noi siamo dei prigionieri della vita, e che ignoriamo come fare per cambiare tale condizione, perché nessuna liberazione è possibile senza il consenso del prigioniero, in quanto nulla è possibile per l’uomo non vuole essere libero e che non collabora alla sua evasione. La libertà e la liberazione umana dovrebbero essere lo scopo primario dell’uomo, e divenire libero dovrebbe essere l’unico obiettivo per cui valga la pena di lottare avendo almeno un briciolo di consapevolezza, poiché la conoscenza è la sola via di uscita che è sicura.
Il motivo principale per cui l’uomo rimane schiavo è l’ignoranza su sé stesso e sul vero funzionamento della macchina umana, in quanto l'ignoranza del nostro meccanismo ci impedisce di governarci e di essere liberi, perciò subiamo ciecamente tutte le forze che agiscono su noi. L’altra idea da assimilare e ricordare è che tutto l’universo è costituito di materia, perciò tutto può essere pesato e misurato, e persino l’Assoluto che chiamiamo Dio non è meno materiale delle altre cose, perciò anch'esso è ben ponderabile e ben misurabile come lo sono sia la luna che l’uomo.
Persino Dio può essere pesato, misurato, espresso e calcolato in una formula ben definita perché il concetto di materialità è relativo come tutte le cose, infatti la materialità dell’Assoluto è una materialità differente da quella di “tutti i mondi.” Le persone pensano che la materia sia la stessa ovunque e le nostre scienze si fondano su questa asserzione che è perciò vera, in quanto la materia è la stessa sebbene la materialità sia differente, perchè i diversi gradi di materialità dipendono direttamente dalla qualità e dalle proprietà dell’energia manifestata in un dato luogo.
La materia, dice Gurdjieff, presuppone che sia esistente la forza e l’energia che sono la medesima cosa, ed esse sono le proprietà e le caratteristiche del mondo dei fenomeni che vediamo. Ciò che è permanente noi lo chiamiamo materia, mentre i cambiamenti che intervengono sulla materia che permane sono manifestazioni della forza e dell’energia. Questi cambiamenti sulla realtà materiale sono il risultato delle vibrazioni, cioè dei movimenti ondulatori che si dipartono dall’Assoluto diffondendosi ovunque, e queste forze vibranti s'incrociano e si combattono reciprocamente, finché si arrestano alla fine del "raggio della creazione".
Se vediamo così, tutto il mondo consiste di movimenti ondulatori vibranti e di materia, ossia di una massa che si muove con una velocità che è inversa alla densità della materia stessa. In realtà, dice Gurdjieff, non esiste alcuna conoscenza segreta, infatti non è possibile godere della conoscenza se essa è suddivisa tra tutti, poiché anche la conoscenza è materiale come tutto ciò che esiste. Di una tale risorsa ne abbiamo a disposizione solo una limitata quantità e una massa definita e misurabile che è il frutto dell’accumulo avuto nel tempo, e da cui tutta l’umanità può attingere attualmente.
Se la conoscenza è assorbita in quantità limitata e definita, essa è anche economizzata al massimo con una distribuzione che si basa sul principio di venire assorbita solo dai pochi che fortemente la amano, perchè essi sanno come farla fruttare e come farla accrescere per ottenere una massa maggiore e crescente, di cui altri individui potranno godere: infatti i pochi la diffondono sempre accresciuta. La distribuzione della conoscenza è una cosa equa, in quanto essa giunge solo a coloro che la sanno calamitare richiamandola al centro di loro stessi mentre, la maggioranza delle persone, ignora ogni desiderio di conoscere e trascura ogni elevazione che vada oltre il minimo dei suoi bisogni vitali.
Di quanta consapevolezza è fornita la specie umana si hanno prove evidenti nelle guerre, nelle rivoluzioni, e nelle situazioni in cui anche il barlume del buon senso umano sembra abolito perciò vediamo, negli uomini, delle "macchine folli" che stanno giungendo a sfidare il limite della stessa sopravvivenza fisica della specie. Ecco perché la conoscenza è assimilata e metabolizzata solo da coloro che sanno apprezzarne il giusto valore, e perchè l’accumulo di alcuni sia conseguente solo al fatto che i più la rifiutano e la respingono.
Vi sono poi dei periodi in cui vi è il declino delle civiltà, vi sono delle epoche in cui le masse umane sembrano impazzite, perciò distruggono tutte le forme di conoscenza che sono state accumulate dalle civiltà precedenti. E' in questi “periodi di demenza” che avvengono dei cataclismi geologici e che accadono delle perturbazioni climatiche e altri fenomeni di proporzioni planetarie che riescono a liberare delle enormi masse di conoscenza che vengono diffuse ovunque, dice Gurdjieff.
Di queste massa preziosa dobbiamo fare il recupero affinché non sia dispersa, così che si rende urgente un lavoro di raccolta e di recupero di tutta la "massa di conoscenza" che si è liberata, prima che avvenga la distruzione della civiltà che l'ha prodotta. Le masse umane non amano conoscere nulla che sia oltre il confine del vivere ordinario comune, perciò i politici lavorano per rafforzare questa ostilità al conoscere, perché dalla morte dell’ignoranza nascono degli individui autonomi e insofferenti ai poteri esterni.
E’ ancor più evidente come, è solo nel conoscere che comprendiamo il valore di ciò che perdiamo, mentre ogni ignoranza è felice di ignorare il valore di ciò di cui non vuole sapere nulla: nel nostro mondo avviene perlopiù così. Per capire la diffusione della schiavitù tra la specie umana è sufficiente osservare come le persone amano vivere, valutare le cose a cui viene attribuito il massimo valore, riflettere su quelli che sono definiti i veri scopi della vita ed esaminare gli ideali che gli uomini pongono al centro del loro mondo.
Se guardiamo dove fluisce il denaro delle società odierne e, pur tralasciando il commercio condotto sulle guerre, comunque vediamo le merci di cui viene aumentato a dismisura il valore monetario, e allora possiamo riflettere sulle mete e gli obiettivi a cui mirano le masse umane. Dall'analisi dei dati possiamo concludere che tutta l’umanità esaminata, per quello che è lo stato evolutivo attuale, è giunta al posto giusto in cui poteva essere a causa dei suoi comportamenti: infatti non vi è nulla di ingiusto, ed è solo la nostra conoscenza che difetta nell'analisi del mondo.
L’uomo, dice Gurdjieff, non può produrre nulla di diverso da quello che ha prodotto, e non possiamo vedere altro che ciò che vediamo: da ciò che vediamo, possiamo comprendere perché vi sia tanta poca conoscenza, e perchè la conoscenza non sia diffusa tra masse che non la conoscono, che non la amano, e che non la ricercano poiché non ne hanno alcun desiderio. E’ questo il motivo per cui, coloro che desiderano conoscere, possono ricevere dei piccoli granelli della preziosa semenza, e perchè essi diventano un pochino più intelligenti.
Ecco perché la conoscenza non è occulta, piuttosto accade che essa richieda una enorme fatica e dei grandi sforzi per essere ricevuta, assimilata correttamente, e poi trasmessa agli altri uomini. Il fatto è che coloro che la ricevono diffondono sempre ciò che sanno, perciò fanno al massimo per aiutare altri uomini a ricevere la verità ma, nessuna verità e nessun conoscere può essere imposto con la forza agli altri. La conoscenza non viene da sé stessa agli uomini che non la vogliono ma, sono gli uomini che la devono ricercare, con il loro sforzo e con l’aiuto di “coloro che sanno,” perché conoscere non significa accumulare delle cognizioni mentali, ma conoscere è vivere in modo autentico e vero nel mondo concreto.
Buona erranza
Sharatan
Ciao Sharatan, sono in una fase di pigrizia mentale, e quindi ti dico solo che noi esseri umani non diciamo mai la verità perchè non vogliamo "denudarci".
RispondiEliminaIl tuo scritto lo copiato su: Facebook, naturalmente con il tuo nome e il nome del tuo blog.
Se non sei daccordo fammelo sapere, cosi provvederò a cancellarlo.
Un carissimo saluto Salvo
Carissimo Salvo,
RispondiEliminati ringrazio per la stima che mi dimostri diffondendo nel web le cose che scrivo. Perchè mi dovrebbe dispiacere se mi hai linkato? Sei una persona profonda e sensibile con cui mi fa sempre piacere avere uno scambio di idee.
Lasciati andare alla pigrizia mentale se ne hai bisogno, vuol dire che ne hai necessità. Sei sempre un graditissimo errante quando vieni a parlare con me di spiritualità.
Un saluto carissimo
Sharatan