Un vecchio saggio si presentò dal sultano per rivolgere una supplica: “Che Allah ti protegga, e che faccia discendere ogni grazia e ogni benedizione sul tuo capo. Sono un povero uomo, sono un disperato che ha bisogno del tuo aiuto per uscire dalle sue difficoltà, perciò vorrei chiederti di poter riscuotere per tuo conto un soldo di tassa da ogni suddito che ammetterà di avere una paura. Con la somma che otterrò potrò uscire dalla grave indigenza in cui mi trovo.” Il sultano valutò che il vecchio aveva un aspetto dignitoso e malridotto, e che un soldo era ben misera somma, quindi acconsentì alla richiesta e preparò un salvacondotto a cui appose il suo sigillo.
Trascorse del tempo, e venne il giorno in cui il vecchio ritornò tirandosi dietro tre cammelli ricolmi di borse di monete, e un gruppo di servitori con altre casse e forzieri pieni di ogni abbondanza. Quando fu al cospetto del sultano gli disse:”Maestà, la raccolta di denaro è stata assai fruttuosa. Non ho trovato nessuno che fosse indenne da paura, per cui ho riscosso il soldo da tutti, e ne ho ricavata una buona somma che mi garantisce la ricchezza per tutta la vita. Adesso mancate solo voi, perché anche voi avete una paura.”
Il sultano guardò il vecchio, poi disse sorridendo divertito:”Ti sbagli vecchio! Io non temo nulla. Io ho vinto tutte le mie guerre disprezzando la morte, mi sento forte e sono nel fiore degli anni, sono potente, rispettato e il mio regno è molto ricco. Se anche morissi adesso, il mio nome è già inscritto tra quelli più valorosi della mia famiglia. Tu mi sei simpatico, perciò non ti do il soldo ma ti invito ad un banchetto per festeggiare la tua nuova ricchezza.” La sera si tenne un banchetto che sarebbe passato alla memoria, perché il sultano era un uomo molto magnanimo e generoso.
Durante la cena, il vecchio si rivolse al suo signore a voce alta, e gli disse:”Maestà sono fortemente commosso da tutte queste cortesie, perciò vi dono una donna meravigliosa che è al mio seguito e che è degna del vostro harem. La farò portare immediatamente al vostro cospetto.” Il sultano si chinò furtivo verso il vecchio e gli disse sottovoce: “Per carità, non parlate così forte. Facciamo tutto nella massima discrezione, la mia favorita ci potrebbe sentire.” A quelle parole il vecchio sorrise trionfante: “Vedete che anche voi avete paura? Allora datemi il vostro soldo di tassa.” E fu così che il vecchio completò la questua.
La storia ci ricorda che nessun uomo è indenne dalla paura, perché la paura è il mezzo per assoggettare l’uomo e per mantenerlo nella subordinazione insieme a tutti coloro che temono. Si dice che la paura travolga se è troppa, e tutti comprendono come possa accadere di essere sommersi dalla paura che paralizza anche il soggetto più forte. Molte scelte della vita vengono fatte solo in obbedienza alle nostre paure perché l’uomo teme la solitudine, la povertà, la malattia, la morte e teme di perdere la sua considerazione sociale, infatti teme il giudizio della pubblica opinione.
La paura fa parte della nostra eredità istintuale, perché è il ricordo del tempo in cui eravamo degli uomini primitivi, infatti essa origina nei tempi in cui l’istinto era la componente fondamentale per la sopravvivenza. La paura rivela la componente animale che ancora vive in noi, perché avere un buon istinto è una qualità, e se viene associato alla volontà e all’intelligenza diventa un sommo bene. Anticamente l’uomo poteva rispondere solo usando una reazione aggressiva e feroce oppure poteva scappare dal pericolo poiché l’uomo era un animale poco più evoluto, ma poi l’uomo si è molto perfezionato per cui oggi sarebbe in grado di offrire dei comportamenti molto più avanzati e adeguati per il livello di sviluppo di cui gode.
L’uomo è superiore all’animale, perciò egli può conoscere e vincere la paura, infatti nell’antichità i discepoli delle scuole spirituali e gli eroi dovevano dimostrare di avere vinto ogni paura affrontando delle dure prove per dimostrare di possedere una superiore imperturbabilità alla paura. Se esaminiamo come la paura agisce, allora impariamo che la paura fa parte del sistema limbico, che è inserito nel nostro cervello arcaico, in cui sono presenti tutte le funzioni fondamentali per la difesa e la conservazione della vita, per questo motivo le nostre paure hanno delle radici molto profonde. La nostra mente e la ragione possono limitare o tenere sotto controllo il flusso della paura, ma questa condizione non viene mantenuta a lungo, perché il ragionamento non è padrone dell’istinto, in quanto la mente e il corpo sono dei contesti distinti.
La meccanica spirituale dell’istinto ci dimostra che l’istinto si può vincere solo con un simile di pari forza ma di polarità opposta, perciò la paura si vince con il coraggio che ci dona l’amore, perché colui che è amato si sente protetto e non teme nulla. L’alchimia spirituale è assai sottile, perché ci indica che l’amore è l’istinto più potente di tutti, infatti esso scioglie e dissolve tutti i blocchi del sentimento e del corpo. Se la paura paralizza il nostro pensiero e congela ogni sensazione corporea, questi blocchi vanno risolti con il fuoco che disgela il freddo interiore di colui che teme, perché l’inferno è gelo, buio e terrore, mentre il calore, la luce e l'appagamento pieno sono le prerogative dell’amore.
Dalla paura non si sfugge, perché l’istinto vive sempre in noi infatti essa attira delle polarità della stessa specie perché nell’universo è attiva la legge del magnete con cui il simile corre dal suo simile, ed il fatto è innegabile anche negli esempi storici: nell’antichità si narra il caso di Edipo che incorse nella stessa maledizione a cui cercava di sfuggire, e finì accecato dalle sue stesse paure a cui dovette soccombere. Dobbiamo sapere che, nel momento della paura non si fugge, ma si resta immobili perché è forte colui che non fugge, ma è veramente forte colui che aspetta la minaccia e sa fronteggiarla per conoscere l‘origine, perché l‘origine ci rivela la natura dei fenomeni.
Ovviamente dobbiamo essere in grado di saper fuggire per proteggere la nostra integrità, e l’istinto rimane la fonte migliore, perché fa “sentire” le situazioni in cui non dobbiamo restare per non essere sopraffatti, ma dobbiamo anche saper riflettere bene sulla migliore via d'uscita per avere l'ottimale risposta strategica in nome dell’integrità del nostro essere. La cosa essenziale è non agire guidati dal panico che lancia dalla finestra mentre scoppia l'incendio perché, la soluzione migliore è quella di calarsi dalla finestra dopo avere ragionato, se questa è l'opzione migliore.
Il fatto di restare tranquilli e in quiete permette che si attivi uno spazio positivo interno da cui sgorga la Forza che vive in noi, perciò sentiamo tutta la saldezza di un amore che infonde la gioia, l'appagamento pieno e la totale protezione. Tutte le paure a cui facciamo la guerra si rifugiano al nostro interno e aspettano di rinforzarsi per riemergere travestite da altre paure, perciò dobbiamo saperle trasformare, perché non possiamo eliminarle. Le paure sono debolezze fondamentali umane e si sconfiggono con l’attivazione della certezza interiore che sapremo dissolverle ogni volta che esse si ripresentano. Dobbiamo coltivare la calma interiore, perché è la condizione per coltivare l’ambiente interiore in grado di ospitare delle forze benefiche che sanno donare la determinazione necessaria per sconfiggere ogni paura, e sappiamo che non dobbiamo temere nulla.
Non dobbiamo pensare di essere sconfitti, perché non avremmo la determinazione necessaria per vincere, infatti nulla è superiore alla nostra volontà e non dobbiamo temere dei sentimenti negativi come la collera, la vendetta, l’invidia e la gelosia, perché essi si vincono con la forza che vede la miseria di quei sentimenti sintomo del buio, della paura e del gelo che ospitano le persone ammalate. E’ l’occhio dell'amore che vede nella paura umana il sintomo dell’enorme ignoranza e del buio in cui vive l‘essere umano, infatti la sola paura che dobbiamo avere è quella di poter trasgredire alle leggi divine, e non siamo tenuti a temere di nulla d'altro.
Non dobbiamo fuggire se siamo in difficoltà ma dobbiamo restare immobili per calmarci infatti, sentirci minacciati fa diventare “irrequieti” a livello mentale e fisico ma, se non riflettiamo possiamo divenire le prime vittime delle situazioni che temiamo. Molti dicono di essere stati travolti dalla paura e di non aver reagito adeguatamente per poter giustificare la propria debolezza e i pavidi loro simili li consolano, perché credono sia normale essere dei vigliacchi. Il ricercatore spirituale comprende che non possiamo essere schiavi della paura, perché saremmo privi di volontà e di sapere perciò, se accettiamo di essere schiavi, troveremo sempre una situazione paurosa che sarà in grado di metterci in difficoltà e di sconfiggerci.
Buona erranza
Sharatan
Trascorse del tempo, e venne il giorno in cui il vecchio ritornò tirandosi dietro tre cammelli ricolmi di borse di monete, e un gruppo di servitori con altre casse e forzieri pieni di ogni abbondanza. Quando fu al cospetto del sultano gli disse:”Maestà, la raccolta di denaro è stata assai fruttuosa. Non ho trovato nessuno che fosse indenne da paura, per cui ho riscosso il soldo da tutti, e ne ho ricavata una buona somma che mi garantisce la ricchezza per tutta la vita. Adesso mancate solo voi, perché anche voi avete una paura.”
Il sultano guardò il vecchio, poi disse sorridendo divertito:”Ti sbagli vecchio! Io non temo nulla. Io ho vinto tutte le mie guerre disprezzando la morte, mi sento forte e sono nel fiore degli anni, sono potente, rispettato e il mio regno è molto ricco. Se anche morissi adesso, il mio nome è già inscritto tra quelli più valorosi della mia famiglia. Tu mi sei simpatico, perciò non ti do il soldo ma ti invito ad un banchetto per festeggiare la tua nuova ricchezza.” La sera si tenne un banchetto che sarebbe passato alla memoria, perché il sultano era un uomo molto magnanimo e generoso.
Durante la cena, il vecchio si rivolse al suo signore a voce alta, e gli disse:”Maestà sono fortemente commosso da tutte queste cortesie, perciò vi dono una donna meravigliosa che è al mio seguito e che è degna del vostro harem. La farò portare immediatamente al vostro cospetto.” Il sultano si chinò furtivo verso il vecchio e gli disse sottovoce: “Per carità, non parlate così forte. Facciamo tutto nella massima discrezione, la mia favorita ci potrebbe sentire.” A quelle parole il vecchio sorrise trionfante: “Vedete che anche voi avete paura? Allora datemi il vostro soldo di tassa.” E fu così che il vecchio completò la questua.
La storia ci ricorda che nessun uomo è indenne dalla paura, perché la paura è il mezzo per assoggettare l’uomo e per mantenerlo nella subordinazione insieme a tutti coloro che temono. Si dice che la paura travolga se è troppa, e tutti comprendono come possa accadere di essere sommersi dalla paura che paralizza anche il soggetto più forte. Molte scelte della vita vengono fatte solo in obbedienza alle nostre paure perché l’uomo teme la solitudine, la povertà, la malattia, la morte e teme di perdere la sua considerazione sociale, infatti teme il giudizio della pubblica opinione.
La paura fa parte della nostra eredità istintuale, perché è il ricordo del tempo in cui eravamo degli uomini primitivi, infatti essa origina nei tempi in cui l’istinto era la componente fondamentale per la sopravvivenza. La paura rivela la componente animale che ancora vive in noi, perché avere un buon istinto è una qualità, e se viene associato alla volontà e all’intelligenza diventa un sommo bene. Anticamente l’uomo poteva rispondere solo usando una reazione aggressiva e feroce oppure poteva scappare dal pericolo poiché l’uomo era un animale poco più evoluto, ma poi l’uomo si è molto perfezionato per cui oggi sarebbe in grado di offrire dei comportamenti molto più avanzati e adeguati per il livello di sviluppo di cui gode.
L’uomo è superiore all’animale, perciò egli può conoscere e vincere la paura, infatti nell’antichità i discepoli delle scuole spirituali e gli eroi dovevano dimostrare di avere vinto ogni paura affrontando delle dure prove per dimostrare di possedere una superiore imperturbabilità alla paura. Se esaminiamo come la paura agisce, allora impariamo che la paura fa parte del sistema limbico, che è inserito nel nostro cervello arcaico, in cui sono presenti tutte le funzioni fondamentali per la difesa e la conservazione della vita, per questo motivo le nostre paure hanno delle radici molto profonde. La nostra mente e la ragione possono limitare o tenere sotto controllo il flusso della paura, ma questa condizione non viene mantenuta a lungo, perché il ragionamento non è padrone dell’istinto, in quanto la mente e il corpo sono dei contesti distinti.
La meccanica spirituale dell’istinto ci dimostra che l’istinto si può vincere solo con un simile di pari forza ma di polarità opposta, perciò la paura si vince con il coraggio che ci dona l’amore, perché colui che è amato si sente protetto e non teme nulla. L’alchimia spirituale è assai sottile, perché ci indica che l’amore è l’istinto più potente di tutti, infatti esso scioglie e dissolve tutti i blocchi del sentimento e del corpo. Se la paura paralizza il nostro pensiero e congela ogni sensazione corporea, questi blocchi vanno risolti con il fuoco che disgela il freddo interiore di colui che teme, perché l’inferno è gelo, buio e terrore, mentre il calore, la luce e l'appagamento pieno sono le prerogative dell’amore.
Dalla paura non si sfugge, perché l’istinto vive sempre in noi infatti essa attira delle polarità della stessa specie perché nell’universo è attiva la legge del magnete con cui il simile corre dal suo simile, ed il fatto è innegabile anche negli esempi storici: nell’antichità si narra il caso di Edipo che incorse nella stessa maledizione a cui cercava di sfuggire, e finì accecato dalle sue stesse paure a cui dovette soccombere. Dobbiamo sapere che, nel momento della paura non si fugge, ma si resta immobili perché è forte colui che non fugge, ma è veramente forte colui che aspetta la minaccia e sa fronteggiarla per conoscere l‘origine, perché l‘origine ci rivela la natura dei fenomeni.
Ovviamente dobbiamo essere in grado di saper fuggire per proteggere la nostra integrità, e l’istinto rimane la fonte migliore, perché fa “sentire” le situazioni in cui non dobbiamo restare per non essere sopraffatti, ma dobbiamo anche saper riflettere bene sulla migliore via d'uscita per avere l'ottimale risposta strategica in nome dell’integrità del nostro essere. La cosa essenziale è non agire guidati dal panico che lancia dalla finestra mentre scoppia l'incendio perché, la soluzione migliore è quella di calarsi dalla finestra dopo avere ragionato, se questa è l'opzione migliore.
Il fatto di restare tranquilli e in quiete permette che si attivi uno spazio positivo interno da cui sgorga la Forza che vive in noi, perciò sentiamo tutta la saldezza di un amore che infonde la gioia, l'appagamento pieno e la totale protezione. Tutte le paure a cui facciamo la guerra si rifugiano al nostro interno e aspettano di rinforzarsi per riemergere travestite da altre paure, perciò dobbiamo saperle trasformare, perché non possiamo eliminarle. Le paure sono debolezze fondamentali umane e si sconfiggono con l’attivazione della certezza interiore che sapremo dissolverle ogni volta che esse si ripresentano. Dobbiamo coltivare la calma interiore, perché è la condizione per coltivare l’ambiente interiore in grado di ospitare delle forze benefiche che sanno donare la determinazione necessaria per sconfiggere ogni paura, e sappiamo che non dobbiamo temere nulla.
Non dobbiamo pensare di essere sconfitti, perché non avremmo la determinazione necessaria per vincere, infatti nulla è superiore alla nostra volontà e non dobbiamo temere dei sentimenti negativi come la collera, la vendetta, l’invidia e la gelosia, perché essi si vincono con la forza che vede la miseria di quei sentimenti sintomo del buio, della paura e del gelo che ospitano le persone ammalate. E’ l’occhio dell'amore che vede nella paura umana il sintomo dell’enorme ignoranza e del buio in cui vive l‘essere umano, infatti la sola paura che dobbiamo avere è quella di poter trasgredire alle leggi divine, e non siamo tenuti a temere di nulla d'altro.
Non dobbiamo fuggire se siamo in difficoltà ma dobbiamo restare immobili per calmarci infatti, sentirci minacciati fa diventare “irrequieti” a livello mentale e fisico ma, se non riflettiamo possiamo divenire le prime vittime delle situazioni che temiamo. Molti dicono di essere stati travolti dalla paura e di non aver reagito adeguatamente per poter giustificare la propria debolezza e i pavidi loro simili li consolano, perché credono sia normale essere dei vigliacchi. Il ricercatore spirituale comprende che non possiamo essere schiavi della paura, perché saremmo privi di volontà e di sapere perciò, se accettiamo di essere schiavi, troveremo sempre una situazione paurosa che sarà in grado di metterci in difficoltà e di sconfiggerci.
Buona erranza
Sharatan
Auguri :-)
RispondiEliminaGrazie Gino
RispondiElimina:-)
Un abbraccio
Sharatan
Come sempre i tuoi post mi offrono spazi, perchè è così che li considero, di riflessione. Ecco, sono come un dono. Vedo che l'unico modo per vincere la paura è amare. Grazie.
RispondiEliminaGrazie Riyueren,
RispondiEliminaper le tue parole. Mi fai tanto piacere e mi onori con la tua stima. Tutti i maestri spirituali dicono che l'amore è essenziale per l'uomo. Dovremmo ricordarcelo più spesso, perciò lo scrivo per non dimenticarlo neppure io.
Fai una coccola al tuo lupo
Ti abbraccio forte
Sharatan