venerdì 22 aprile 2011

Fino all’ultimo respiro



“La pace è frutto della compassione,
matura nel cuore umano per poi risplendere sul mondo”

(XIV Dalai Lama)

Nella sua autobiografia, il Dalai Lama riporta il discorso che tenne a Stoccolma, quando andò a ricevere il Premio Nobel per la Pace nel 1989, e nel discorso dedicò il premio agli autentici valori dell’altruismo, della compassione e della nonviolenza che sono innati nella natura umana, perché la natura umana è ovunque identica. Da qualsiasi parte del mondo, qualunque sia la nostra origine razziale, tutto questo non ha alcuna importanza, infatti tutti ricerchiamo la felicità e vogliamo fuggire dalla sofferenza, in quanto tutti gli uomini hanno stesse paure e gli stessi desideri.

A tutti gli uomini spetta il diritto di poter vivere liberi e di poter decidere del proprio destino personale, perché così è la natura umana: i problemi che opprimono l’uomo, sono causati dall’insensatezza delle scelte umane, perciò è solo con un discorso umano che possiamo sconfiggere i mali dell’uomo. I problemi della guerra, i danni all’ambiente, la fame e la povertà, dice il Dalai Lama, saranno risolti solo con l’impegno dell’uomo, ma avranno una soluzione solo se l’uomo comprende che siamo tutti fratelli, perché siamo tutti membri della famiglia umana.

L’uomo deve coltivare una responsabilità universale e deve pensare in modo olistico, perciò il suo pensare si deve estendere al pianeta che ci è stato affidato; perciò la preghiera del Dalai Lama è dedicata a tutta l’umanità e la sua preghiera è per gli amici e per i nemici. Tutta l’umanità deve costruire un mondo migliore in cui possa regnare la comprensione e l’amore reciproco, infatti tutti insieme possiamo alleviare il dolore di tutti gli esseri senzienti. Chiamare in causa l’umanità significa parlare con il linguaggio universale dell’amore, perché esso è una dotazione comune di tutti gli uomini.

Solo l’amore è in grado di trascendere le differenze e le carenze dell’altro, in quanto solo l’amore è in grado di escludere ogni diseguaglianza e ogni torto perché l’amore sa vedere solo i tratti comuni, perciò solo l’amore ci restituisce tutta la nostra umanità. Il Dalai Lama dice che, sebbene sia ritenuto la reincarnazione di Avalokiteshvara, il bodhisattva della Compassione, lui si sente solo un umile monaco tibetano, perciò sa parlare come parla un semplice uomo e spera che anche tutti gli altri sappiano ascoltarlo come uomini.

Parlando tra uomini sappiamo che ogni differenza di genere è irrilevante, perché “quando operiamo come esseri umani possiamo attingere all’essenziale,”e l’essenziale è che siamo uomini e come uomini nasciamo e moriremo, perciò tutto il resto è nulla. E’ giunto il momento di pensare in termini di umanità, ma ad un livello molto profondo, perciò dobbiamo credere che tutti abbiano il medesimo diritto di essere uomini, perché gli esseri umani sono fatti della stessa carne e del medesimo sangue.

Tutti vogliamo essere felici e tutti vogliamo sfuggire alla sofferenza, infatti siamo tutti fratelli e siamo tutti membri della grande famiglia umana e la felicità di ogni uomo arreca benessere a tutta l‘umanità, perciò aumentando il numero delle persone felici si potrà accrescere la felicità di cui gode il genere umano. L’uomo deve essere consapevole che ogni suo simile condivide “un identico bisogno di essere amato,” perché l’umanità è una medesima casa in cui vivono tanti fratelli con la medesima natura fondamentale.

La nostra casa è su questo pianeta, perciò dobbiamo proteggerlo vivendo concretamente l’esperienza dell’altruismo universale, che è il solo sentimento che può eliminare l’impulso umano di prevaricare i suoi simili. L’uomo deve coltivare la sua natura fondamentale che è costituita di accudimento reciproco, di nutrimento e di amorosa benevolenza, perché promuovere i valori umani fondamentali è essenziale.

Se coltiviamo i valori umani, quando saremo in difficoltà troveremo sempre qualcuno che accorrerà in nostro aiuto e lo farà in modo incondizionato, perché si aiuta senza chiedere nulla e si è amorevoli solo perché l’altro è un essere simile a noi. Ogni uomo è correlato agli altri uomini, e ognuno di noi soffre di un essenziale bisogno d’amore: e questo è il motivo per cui tutti abbiamo bisogno dell’aiuto e dell’accudimento incondizionatoe reciproco.

Non siamo creature fatte di sola materialità, ed è un grave errore credere che tutte le nostre aspettative di felicità siano costituite solo da soddisfazioni esteriori e da beni materiali. Cosa resterà dell’uomo se non riesce a coltivare la sua migliore natura? Che ne siamo consapevoli o meno le cose non cambiano, infatti dalla nascita siamo accomunati da un estremo bisogno d’amore, perché il nostro bisogno è nel nostro sangue.

Un contatto fisico affettuoso, e le cure reciproche ci sono necessarie: l’amore per l’essere umano è essenziale, e nessuno oggetto esteriore è capace di renderci felici come l’affetto che ci viene dispensato, perché la nostra identità e la verità esistono nelle fibre intime dello spirito. Il Dalai Lama indica da anni un cammino di pace e di tolleranza che oggi è ancora più urgente, perché la pace non si può imporre ma si coltiva e si costruisce quando sappiamo sperimentare l’eliminazione di ogni egoismo.

L’egoismo e l’attaccamento sono le forme espressive dell’individuo dipendente e schiavo, e diventare libero e autonomo significa cominciare a sviluppare la vera compassione. La compassione non è l’attaccamento o il desiderio di precludere gli altri, la compassione non esprime un bisogno emotivo di tipo personale, infatti la vera compassione è collegata alla disinteressata sollecitudine per il nostro prossimo.

La compassione non è una risposta emotiva, ma è un impegno d’amore che si può sostenere e mantenere, perciò la compassione non muta anche se gli altri si comportano negativamente, in quanto la compassione sa vedere la sofferenza del fratello che non riesce a vivere felicemente. La compassione non discrimina, poiché viene dispensata senza pregiudizi, infatti sappiamo che tutti cercano di essere felici:, e riconoscere questa esigenza e questo diritto di felicità reciproca ci rende capaci di assumersi la responsabilità della gioia del fratello facendoci percepire la nostra fondamentale affinità.

Tutti gli uomini fanno le identiche esperienze di gioia e di dolore, perciò non esiste alcun motivo per fare delle distinzioni tra gli uomini. Abbinando il nostro spirito all’altruismo universale sappiamo che la compassione non equivale alla pietà, in quanto essa non è riservata solo agli amici e non possiamo differenziare le persone, perché tutti rifuggono dalla sofferenza e sono alla ricerca della loro felicità.

Per questo, dice il Dalai Lama, io offro il mio impegno per vincere quello che opprime l’uomo e la vera compassione è la pacificazione di tutte le tensioni interiori ed è uno stato di calma, di tranquillità e di serenità che sorge nell’uomo, e io sono consapevole che posso aiutare concretamente l’uomo a lenire la sua sofferenza.

La persona compassionevole riesce a creare un’atmosfera affabile e distesa perché tutta la sua persona è accoglienza e comprensione, e tutto il suo comportamento è improntato alla concordia ed è teso alla promozione della pace e dell’armonia. Sappiamo che l’odio e l’ira sono i principali nemici della compassione perché sono sentimenti che sommergono lo spirito dell‘uomo, infatti devono essere dominati perché ci tormenterebbero senza requie e ci impedirebbero di coltivare uno spirito amorevole.

L’ira e la rabbia instillano nell’uomo una grande forza distruttiva, infatti fanno reagire producendo un danno a noi stessi e agli altri, invece è la coltivazione della compassione che rende possibile l’alleanza del cuore e della mente, perché la compassione è l’alleata della pazienza.

Per affrontare le difficoltà è sempre opportuno saper coltivare la compassione perché è un antidoto di qualità che cancella la rabbia e l’ira, anche se qualcuno potrebbe scambiandola per debolezza, ma sono la rabbia e l’ira che ci rendono deboli perché ci donano una forza incerta e instabile.

Restando calmi e mantenendoci schietti, noi possiamo pensare meglio alla soluzione più opportuna. Ci potrebbe essere qualcuno che potrebbe approfittare della nostra amorevolezza, ma noi restiamo insensibili all’attacco essendo pieni di compassione per la debolezza degli altri.

Se è il caso di far valere le nostre ragioni possiamo farlo usando le opportune contromisure, ma restando esenti da malanimo e risentimento verso gli altri, perché coloro che vogliono danneggiarci vedranno ritorcersi contro di loro i loro raggiri e i loro inganni.

Se il nostro distacco è sincero ed è estraneo ad ogni rappresaglia vedremo i frutti della calma e della compassione come frutti perenni e adeguati, però senza pensare che i fatti della vita siano un male oppure un bene, perché tutto è molto relativo.

Vedere la vita in una prospettiva più generale di quella limitata e personale, e saper sorridere dei nostri mali e saper vedere il lato assurdo e grottesco di quelle che ci appaiono come difficoltà preserva la pace del nostro spirito, infatti ogni caso del nostro vivere nasconde un lato evolutivo che ci può aiutare a migliorare.

La pratica della compassione offre le più ampie soddisfazioni infatti, dice il Dalai Lama, perciò “mi sono impegnato di praticare al meglio la compassione fino a ora, e continuerò a farlo fino al mio ultimo giorno, fino al mio ultimo respiro.”

Buona Pasqua di pace a tutti gli Erranti!
Sharatan

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