"Ciascuno vede ciò che si porta nel cuore."
(Wolfgang Goethe)
Il risveglio spirituale viene descritto come il ritrarsi dalla passività delle correnti karmiche che trascinano le anime nel frenetico corso di morte e nascita che sembra inarrestabile. Il fenomeno penoso che il risveglio arresta, assomiglia al movimento della forza che vaga disordinata e dispersa nello spazio e che è recuperata e convogliata verso il centro. Se avveniva una fuga verso una periferia in cui l'individuo vagava isolato, ora avviene l'atto di conversione e il rivolgimento è rivolto verso il cuore dell'essere.
Ogni risveglio si verifica con il sopraggiungere della consapevolezza che, nella vita è necessario imparare a morire ogni giorno per saper vivere meglio, ma la morte e la rinascita hanno valore simbolico, infatti con quei termini si allude alla morte del vecchio modo di pensare, di sentire e di agire. Nella spiritualità si dice che è molto facile appropriarsi a livello mentale di una filosofia per cianciare a vuoto o per fregiarsi di idee più interessanti e affascinanti di quelle banali consuete.
Il lama tibetano Chogyam Trungpa diceva che, se nella via spirituale gli insegnamenti restano una cosa esterna alla nostra anima, avviene che l'io può continuare ad accrescersi, perciò restiamo sordi e muti anche davanti all'insegnamento prendendo solo un conforto dall'illusione di seguire il sentiero. Anche nella spiritualità si può restare materialisti se la nostra spiritualità resta una erudizione teorica e non diventa una precisa disposizione di coscienza interiore e una impostazione morale ben precisa.
Plotino scriveva nelle "Enneadi" che l'uomo deve rendersi "deiforme e bello, se intende contemplare Dio e il Bello." La bellezza dell'ambito più elevato è nella vista, ma è anche nell'udito e quindi nella musica. Diceva che la Bellezza esiste anche "nelle azioni, nei costumi e negli atteggiamenti," infatti la Bellezza è anche nella virtù. Questo tipo di Bellezza è trascendente, perciò i sensi non la possono raggiungere, ma l'Anima la può vedere e la sa giudicare come tale anche se non usa degli organi sensoriali.
Se vogliamo contemplare la Bellezza dobbiamo abbandonare i sensi e dobbiamo ascendere con l'Anima fino a contemplare la Bellezza trascendentale che non si applica alla visione. La Bellezza apre la strada al Bene, perciò progredendo lungo questo sentiero incontriamo lo Spirito che è la perfetta sintesi della Bellezza e del Bene. Lo Spirito è bello, ma anche l'Anima è bella per gli occhi dello Spirito, perciò anche le altre cose che gli competono cioè le sue azioni ed i suoi costumi diventano belle, perché la forma viene impressa dall'Anima.
Anche i corpi fisici, dice Plotino, sono creature dell'Anima perciò essa espande la sua Bellezza su tutto ciò che tocca, e la Bellezza viene accentuata in proporzione dell'altrui capacità di percepirla, infatti tutto quello che tocca, essa lo domina. Nella teoria di Plotino si afferma che i sensi fisici vanno educati ad apprezzare il Bello che vedono nel mondo sensibile ma poi, gradualmente, i sensi fisici devono lasciare il posto ai sensi interiori che sono quelli che fanno apprezzare la forma di Bellezza a cui siamo recettivi e sensibili.
Questa via è difficile, perché è necessario avere una sensibilità che è peculiare, ed è in accordo e in armonia con il nostro essere emotivo e sensoriale, perciò con quello con cui la nostra essenza si sente più in accordo. L'uomo possiede tre vie conoscitive nei riguardi del mondo, infatti abbiamo la capacità sensoriale che ci fa conoscere l'esterno, poi c'è il sentiero interiore orientato dal sentimento, e infine abbiamo la strada della mente che è selettiva e corrisponde alle nostre idee.
La parte razionale indaga sulla parte emotiva, perciò ci fa conoscere e guardare all'interno della nostra emotività più profonda, perciò questa via contemplativa ci fa conoscere quello che consideriamo come mondo divino, e questo avviene secondo il nostro punto di vista. Gli oggetti possiedono un lato nascosto che non ha bisogno di nulla per esistere, però il lato occulto si può accrescere per sua propria natura e può comunicare la sua grandezza agli oggetti che riempie di sé.
Se non sappiamo vedere il lato che si nasconde nelle pieghe della materia non potremo accedere ai mille mondi nascosti, così come dice il dio Yama al suo discepolo Naciketas nella Katha Upanishad. L'istinto è il fuoco che cerca di nobilitarsi e di manifestarsi nel modo più elevato quando attua questa percezione, infatti l'emozione che diventa una passione interiore ci riscalda come una continua fonte di felicità. La mente umana possiede la capacità di manipolare il fuoco dell'istinto per plasmarlo in modo armonico oppure disarmonico, è così costruisce il destino che corrisponde alle sue prerogative più intime.
Pensando si plasma nell'akasha con il fuoco della passione e del desiderio, perciò l'esplosione della passione e del desiderio che non sappiamo moderare diventa distruttiva come una reazione solare, perché l'istinto diventa il fuoco elettrico che si propaga repentino nelle fibre dell'essere. Nella spiritualità si dice che il destino dell'essere è quello di diventare radiante, ma per imparare l'arte dobbiamo morire al vecchio modo di essere e saper rinascere. La nostra massa interiore deve diventare come una forza radiante che attrae il meglio per noi, però questa verità non va affermata in modo teorico, ma va vissuta concretamente.
Ma il fuoco che si è condensato internamente è solo quello delle nostre reazioni emotive e fisiologiche che sono state sclerotizzate dall'egocentrismo. L'egoità ha creato una matassa di materia che si è troppo metallizzata, infatti questa massa si è agglomerata in modo riduttivo e unilaterale. Il nostro Oro interiore è restato sommerso dalla cappa di piombo che Dante ha descritto, infatti la nostra superbia ci ha impedito di progredire. L'armatura che ha ricoperto e sommerso la nostra vera identità è diventata una falsa personalità così pesante che soffoca il vero essere.
Quando gli alchimisti parlano della via del Fuoco alludono a questo, infatti si allude alla trasformazione del piombo che ricopre l'oro interiore come di un lavoro che è interamente nelle nostre mani, perché il futuro dell'uomo è in suo potere. Il nostro futuro lo possiamo plasmare noi, infatti la radianza interiore è un potere personale, perciò possiamo scegliere se manifestarla o reprimerla. Una via di realizzazione interiore non va proclamata a voce, poiché la via va plasmata vivendo la vita e facendo una vita creativa che ci fa sperimentare in modo concreto il nostro modo di essere.
Gli alchimisti dicono che un sentiero coraggioso non è adatto a tutti, perché la maggioranza degli uomini è attratta dalla conquista di poteri materiali o psichici, mentre gli altri sono bisognosi di trovare una via che li renda più adattabili alla vita. Molti credono che la spiritualità possa offrire conforto al disagio interiore o che sia un modo per accrescere l'autocommiserazione o per avere una rivalsa per ciò di cui si sentono defraudati. Gli uomini amano restare degli incompiuti, perché è la via facile e senza disagio, perciò restano legati ai valori più in voga al presente sia per l'aspetto terreno che celeste che perseguono, perciò amano suonare le trombe e le grancasse nei mercati e nei circhi.
Per accrescere la radianza interiore non dobbiamo entrare nei circoli esclusivi e cercare l'accesso ai salotti intellettuali, perché non dobbiamo diventare troppo rumorosi se vogliamo meditare, infatti le energie non si possono distogliere dall'impegno quando si impara a "morire da vivo." Questo è il vero senso del detto usato nella spiritualità quando si afferma che ogni ente deve trovare il suo posto e deve adempiere al suo dharma. Per questo si insegna che non possiamo offrire ciò che non possediamo sebbene oggi siano troppi quelli che promettono di dare quello che non hanno.
Gli uomini amano vivere e prosperare nell'illusione, perciò tutti cercano come poter modificare gli altri senza comprendere che l'unica cosa che possiamo fare è cercare di modificare noi stessi. Solo quando abbiamo costruito una compiutezza interiore possiamo completare il mondo che abitiamo, perciò la via del fuoco indica come risolvere ciò che non funziona in noi prima di risolvere il mondo che ci circonda. Molti pensano di conquistare una spirituale meta accumulando molta erudizione, perciò cercano di conquistare dei poteri psichici che lo faranno brillare nei salotti, o cercano di avere degli attestati di scuole esoteriche o pseudo tali.
Questi sistemi alimentano le illusioni dell'Io che accrescere il suo valore usando il fascino della conoscenza superiore, infatti l'io è come l'accattone che va mendicando degli accordi nel mondo esterno, perché non possiede l'armonia interiore. L'io è una proiezione della mente che è abituata a elaborare le illusioni che trova nella realtà di maya, perciò l'io si nutre abitualmente di desideri. Il desiderio è un qualcosa che non è mai completo, infatti un desiderio nasce da una incompletezza e da una carenza interiore, perciò è un qualcosa che i sensi sentono di non aver risolto e soddisfatto. Il desiderio appaga una mente che non sa comprendere, perché fa evadere la mente dalla sua insoddisfazione, infatti chi desidera qualcosa, non è qualcosa.
La via dello Spirito usa un fuoco che brucia le illusioni, infatti il fuoco estingue l'illusione del desiderio, perciò l'ente ritrova in sé stesso la sua completezza. L'uomo non riesce a vivere come una scintilla divina, ma vive come un reietto nella solitudine e nel conflitto, perché si sente diviso e separato dalla sua fonte di vita. La via dello Spirito che tempra usando il fuoco insegna che non siamo mai soli, infatti il nostro cuore possiede già il calore interiore che è proprio dell'Essere, perciò un fuoco interiore è come un calore che ci riscalda sempre.
L'io sensoriale procede nel mondo mendicando l'amore e il calore che non sente, perciò si illude facilmente che qualcuno lo ami, ma non sa come amare sé stesso. Per sentirsi amato l'io si accontenta di trovare scuse o alibi, perciò si culla nella speranza di essere amato, ma poi è costretto a crollare sotto il tradimento delle illusioni sconfessate. La sofferenza e l'ignoranza sono le compagne che procedono sempre affiancate, infatti diventano alleate nella via dell'incompiutezza: la fretta non è alleata dell'apprendimento, mentre invece il tempo e la pazienza fanno progredire.
Tutti siamo gli allievi e gli apprendisti della vita, perché tutti procediamo lungo un sentiero impervio e duro per i curiosi, i deboli e per chi pretende di poter imparare presto e bene. I maestri insegnano che il grande errore è quello di vedere il dolore, il conflitto e l'ignoranza come dei fenomeni assoluti, perché questo errore ci rende cinici e amari, infatti ci fa rinchiudere sempre più in noi stessi. Quando si dice che il mondo è fatto così e che non può cambiare, si perde la speranza per strada, perciò si procede lungo il sentiero del suicidio spirituale.
La vita non è fatta mai di cose che possiedono un solo aspetto, infatti il dolore e la gioia, l'odio e l'amore, la morte e la vita eterna sono delle realtà inseparabili, e quando le realtà sono complementari esse viaggiano unite, perciò l'una entra per fare strada all'altra. Nella vita non bisogna mai angosciarsi troppo, perché a seconda della direzione che prendiamo possiamo incontrare un aspetto oppure l'altro. Finché dura il fuoco e finché c'è il respiro che sostiene la nostra vita abbiamo una possibilità di poter usare tutti gli strumenti che abbiamo per modificare le circostanze volgendole a nostro vantaggio.
Finché dura il nostro fuoco interno abbiamo la possibilità di chiedere l'aiuto di Dio per progredire al meglio nel nostro percorso.La nascita è prodotta dell'incarnazione, infatti l'Anima ha programmato un piano per calarsi nella materia, perciò la nostra vita diventa il prodotto del dinamismo che l'Anima ha saputo imprimere sulla materia, e la qualità della vita che viviamo proviene dal frutto di questo lavoro. La nostra morte avverrà per l'affievolirsi del calore del fuoco di vita che fuggirà dal nostro involucro fisico per ritornare in alto, perciò al momento stabilito saliremo a illuminare un altro luogo.
Buona erranza
Sharatan
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