giovedì 6 dicembre 2012

Oltre la parte nascosta



“La vita è una lunga battaglia nelle tenebre”
(Tito Lucrezio Caro)

Nello Zohar è scritto che "il mistero è il fondamento" e tutta la mistica ebraica è basata su questa affermazione, infatti la cabala è chiamata la "sapienza di ciò che è nascosto" perché essa è la sapienza della verità. Questo non vuol dire certo che la cabala possiede tutta la verità o che possa scoprire tutto quello che non conosciamo, infatti i cabalisti sono chiamati "gli uomini del segreto", perché nelle loro opere compiono degli sforzi instancabili per cercare di scoprire un barlume dello splendore di verità nascosta in ciò che esiste.

I cabalisti vogliono scoprire lo splendore delle opere divine sebbene siano incapaci di guardare la "luce che è nascosta," infatti essi sanno che non si possono penetrare le verità divine, perché esse sono insondabili. Sebbene il compito sia immane si vuol prosegue senza tregua la ricerca cercando una rivelazione totale che non si potrà mai avere, infatti secondo Omraam Mikhael Aivanov "più il pensiero è luminoso, più esso risulta oscuro per quelli che non lo possono cogliere."

In realtà c'è una luce accecante che è in conflitto con ciò che riusciamo a vedere, perché ciò che vediamo è la parte di luce che gli occhi sanno cogliere, e ciò che non vediamo e non sappiamo comprendere lo chiamiamo oscurità. Non potendo usare occhi adatti a penetrare nelle tenebre, e non essendo degli animali che riescono a vedere al buio ci dimentichiamo che il concetto di "tenebre e luce" è relativo alla capacità di percezione di chi guarda.

Quando, nella Genesi, Dio comanda: "Sia fatta la luce!" avvenne che la luce venne. Per gli uomini non funziona così, infatti ciò che vediamo nel mondo è solo quello che si è manifestato dopo il comando divino, ma questo non significa che prima che avvenisse la creazione ci fossero solo delle tenebre. Piuttosto è l'esatto contrario, infatti oltre Kether, che è la Corona dell'albero sefirotico, vi è l’Ain Soph Aur, che corrisponde alla Luce senza Fine. La Luce è come un velo che non si può penetrare essendo l'Assoluto e l'Immanifesto, di cui lo stesso Dio Padre è solo un'emanazione.

L'Assoluto, secondo i cabalisti, si trova oltre la luce e le tenebre, perché si estende oltre i mondi creati, perciò per comprendere il Mistero Divino è descritto un luogo che è oltre Ain Soph Aur chiamato Ain Soph, cioé Il Senza Fine, e oltre Ain Soph vi è il luogo chiamato Ain, cioé il Senza. All'origine del mistero del creato c'è una negazione, ma la privazione originaria non è il "Nulla" della mancanza o della Non-Esistenza, così come il Nirvana non è l'assoluto annichilimento, infatti esiste una vita in ogni manifestazione.

Oltre la manifestazione conosciuta esistono forme di esistenza che non concepiamo, poiché non sappiamo pensare realtà diverse da quelle conosciuta, perciò i cabalisti invitano a credere alle forme che sfuggono al pensiero comune. Secondo loro vanno studiate non solo "le radici delle cose" ma vanno indagate altri rami che si possono essere sviluppati e abbiano potuto fiorire. Essi vogliono rendere più sensibili gli uomini riguardo il mistero che gli uomini racchiudono al loro interno, ma anche sul mistero che li circonda.

Essi vogliono illuminare il carattere superficiale delle conoscenze umane, perciò ci avvertono sulla superficialità delle nostre constatazioni. Lo sguardo umano deve essere rivolto verso l'interno delle cose, perché ciò che si vede e tocca all'esterno è solo l'apparenza di ciò che è veramente e di quello che andrebbe conosciuto. Ciò che percepiamo non è altro che la "scorza" che contiene il "luminoso" nocciolo delle cose. L'uomo deve essere consapevole di vivere in un mondo sconosciuto, perciò deve chiedersi e interrogarsi su ciò che siamo, e dove stiamo andando. Se usiamo il nostro tempo per sapere "chi" e "che cosa" comprendiamo che tutto quello che ci circonda e la vita stessa è un mistero.

Se facciamo l'interrogativo si arriva fino al mistero di Dio che è la vita della vita da cui tutte le vite vengono, e cui tutte le vite riconducono: questo è l'unico mistero che dovrebbe restare fuori dall'indagine della mente umana. Lo Zohar insegna che la realtà è fatta dall'insieme di "nascosto e di scoperto" di "esteriorità e interiorità," perché tutto è un assieme di "luce e fango" di "anima e corpo" e di "corpo e vestito." La complementarità che è insita nel concetto dell'unità cosmica è il solo elemento unificatore della realtà.

La mistica ebraica indaga la dialettica della complementarità, infatti insegna che tutto quello che sembra nascosto arriverà a manifestarsi, e questa è l’unica verità che è sempre vera e presente. Solo Dio è il "Nascosto" per eccellenza, perciò il linguaggio e il pensiero così poveri e limitati non sanno ad afferrarne la natura e l'essenza. Ma anche lo stesso Dio, malgrado l'insondabilità suddetta, arriva a manifestarsi per effetto delle sue opere, in quanto ogni Essere si circonda e riempie della sua Essenza tutto quello che produce.

In questo modo anche un Dio nascosto diventa un Dio presente sebbene venga nascosto nelle cose che produce: Dio è Il Nascosto da cui emana ciò che vediamo esistere, e se la sua vera Essenza resta occultata vi sono le sue opere che parlano di Lui. Tutte le opere della sua manifestazione aspettano la nostra interpretazione, e sarà sempre più esatta e giusta. Il mondo è un mistero sebbene appaia chiaro ed esplicito, infatti il nome del mondo è Olam, cioè nascosto poiché si riferisce a Dio che è il solo Nascosto che può fondare la base di tutto ciò che esiste.

La realtà della materia nasconde all'interno il motivo della sua esistenza, infatti il mondo viene chiamato Olam, perché la materia deve insegnarci a scoprire l'Anima inclusa nella materia dotata della sua Hiyut, cioè la vitalità che vivifica il mondo. L'Anima infusa nel Mondo è come l'anima che fu insufflata nell'uomo sebbene nessuna delle due anime possa essere percepita o localizzata in un punto preciso. Se l'uomo è detto tale è perché possiede un'anima, infatti quando è separato dall'anima l'uomo diventa un corpo morto così come il mondo, perché un mondo che viene privato dell'anima diventa un luogo morto.

Il mistero del mondo resterà tale fino ai giorni del Messia che mostreranno come il lato nascosto e quello palese furono sempre la sintesi di una realtà e di una verità perfetta. I cabalisti con questa complessa simbologia insegnano che il mondo sembra aperto, ma che invece è chiuso alla comprensione umana, perché l'uomo è un "piccolo mondo" che è racchiuso in sé stesso. Queste idee ci mostrano che siamo incapaci di penetrare nel pensiero degli altri uomini, così come siamo incapaci di penetrare la mente divina.

Il pensiero sfugge all'uomo perché l'oggetto della conoscenza è solo una minima parte dell'essere totale, infatti la maggior parte dell'uomo giace nascosto nella sua parte inconscia e questo non viene conosciuto nello stato di veglia, ma compare solo nel subcosciente. L'inconscio è una parte più potente rispetto alla parte cosciente, e la nostra parte nascosta è molto più grande di quella conosciuta: l'inconscio conserva la totalità dell'essere e contiene quello che l'uomo ignora di sé stesso, perciò i cabalisti devono studiare i sogni.

Il sogno è lo specchio opaco dell'essere profondo, perciò la qualità, il contenuto e il livello dell'uomo sono svelati dai suoi sogni: l'inconscio rivela e racconta tutta la verità sulla personalità umana. Perciò i cabalisti analizzano i messaggi contenuti nei sogni, e i sogni rivelano le verità umane offrendo gli insegnamenti psicologici, religiosi e morali. Il mondo interiore è una realtà gerarchizzata, perciò l'attività onirica fa discendere nei livelli profondi dell'essere facendo capire il mistero che l’uomo racchiude in sé stesso, perciò fa comprendere la qualità del mondo interno e la qualità del mondo che circonda l'uomo.

Dio ci ha donato la Conoscenza, che è Da'at, perciò l'uomo è tale solo se consegue la Conoscenza che è la sua maggiore prerogativa e la sua gloria. La conoscenza è l'atto del pensiero che cerca di penetrare nelle cose, infatti essa procede dal sapere sebbene la sua conquista non sia mai completa e totale. La conoscenza è il sapere che si fonda sulla probabilità, e che diventa più dubbia e insicura se vuole diventare un pensiero puro e assoluto. La conoscenza oltrepassa il sapere concettuale fondato sul pensiero, infatti viene costruita dalla Saggezza che si infonde nel cuore dell’uomo.

La Conoscenza è la grazia divina che Dio offre all’uomo e va basata sia sulla ragione che sul cuore, ma va ricercata senza pensare di averla in perfezione. La conoscenza è la virtù raggiungibile da chi ha l'intelligenza e il desiderio di sapere sempre più. Se conosciamo sempre meglio, le cose del mondo diventano sempre più evidenti e sono chiare per i nostri occhi, perciò anche il nostro prossimo diventa più conoscibile, perché anche il prossimo diventa evidente al nostro sguardo.

I cabalisti insegnano di non volere il dominio, lo sfruttamento o la sottomissione della natura, del mondo e dei nostri simili, ma dobbiamo vivere desiderando solo di avvicinarci in pace a tutto quello che il Signore ha creato, perciò dobbiamo rispettare le leggi immutabili che reggono armoniosamente il mondo. Avvicinandoci alle cose, l’uomo deve ricordare e aver presente che in tutto si nasconde una parte di divinità a cui tutti siamo legati, e da cui tutti siamo “abitati.” L’uomo deve sentire in sé la Divina Presenza che i cabalisti chiamano Shekhina, e deve desiderare che essa possa dimorare al suo interno.

La natura non è una materia inerte, ma è un organismo che è vivificato dal soffio del Creatore, perciò l’uomo deve ammirare le ricchezze della natura e deve usare i suoi doni con misura e saggezza vivendo in pace assieme ai suoi simili. L’uomo deve amare anche la sua vita sociale, perché tutti gli uomini si completano vicendevolmente, in quanto ogni uomo è un nostro simile, ma è anche diverso da ogni altro. Ogni uomo può offrire al suo simile ciò che gli manca, perciò ognuno deve dar prova della sua bontà e della sua giustizia, perché ognuno ha delle necessità e delle carenze.

Ognuno deve saper offrire quello che è necessario agli altri, perché nella società umana vi è una dipendenza costruttiva che è alla base dell'armoniosa convivenza. Ognuno deve essere stimato per ciò che ha, ma anche per ciò che non ha, affinché ognuno possa ricevere e possa donare reciprocamente agli altri. Ognuno ha diritto ad avere un posto che non gli può essere negato, infatti tutti siamo contemporaneamente degli stranieri e dei cittadini del mondo. La cabala vuole infondere nell’uomo la meraviglia e la riverenza per tutte le forme di vita, poiché tutto quello che esiste non venne creato invano.

La distruzione dell’integrità della natura, l'uccisione degli animali e le umiliazioni degli uomini che vediamo nel mondo sono un'offesa alla Divinità, perché si colpisce la scintilla divina che è stata racchiusa in tutto il vivente. Oggi vediamo oltraggiata la Divinità con la distruzione della natura e degli animali, e vediamo che viene leso anche l’uomo che contiene tutti gli elementi del mondo minerale, vegetale e animale, perché tutti gli elementi sono presenti al nostro interno. La cosa peggiore è che il pericolo dell'esterno è causato dallo squilibrio profondo che abbiamo accumulato nel mondo interiore.

Buona erranza
Sharatan



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