"Intrepido, fendo lo spazio con le mie ali e la fama non mi fa urtare contro mondi tratti da falsi principi, secondo i quali rimarremmo rinchiusi in una prigione immaginaria come se tutto fosse cinto da muraglie di ferro... ma fendo i cieli e all’infinito m’ergo." (Giordano Bruno)
sabato 30 marzo 2013
Quando l’amore vi chiama
Quando l’amore vi chiama, seguitelo,
benché le sue vie siano ardue e ripide.
E quando le sue ali vi avvolgono, abbandonatevi a lui,
anche se la spada nascosta tra le sue penne può ferirvi.
E quando esso vi parla, credetegli,
anche se la sua voce può infrangere i vostri sogni,
come il vento del nord quando devasta il vostro giardino.
Poiché come l’amore vi incorona, così vi crocifigge.
E’ ugualmente pronto sia a farvi fiorire che a potarvi.
Egualmente ascende fino alla cima ad accarezzare
i rami più teneri che tremolano al sole.
E discenderà fino alle vostre radici
e le scuoterà là dove più sono abbarbicate alla terra.
Come covoni di grano vi accoglie in sé.
Vi scuote per rendervi spogli.
Vi staccia per liberarvi delle reste.
Vi macina fino all’estrema bianchezza.
Vi impasta finché non siate cedevoli.
E infine vi assegna al suo sacro fuoco,
perché diventiate pane sacro per la mensa di Dio.
Tutte queste cose saprà compiere l’amore per voi,
di modo che possiate conoscere i segreti del vostro cuore
e in questa conoscenza farvi frammento del cuore della Vita.
Ma se, nel vostro timore,
voleste cercare dell’amore la pace ed il piacere,
allora meglio per voi sarebbe coprire la vostra nudità
e uscir fuori dal recinto dell’amore.
Nel mondo senza stagioni, dove riderete,
ma non tutto il vostro riso,
e piangerete, ma non tutte le vostre lacrime.
L’amore non dona che se stesso
e nulla prende se non da se stesso.
L’amore non possiede ne' vorrebbe essere posseduto;
poiché l’amore basta all’amore.
Quando amate non dovreste dire: “Dio e' nel mio cuore”,
ma piuttosto: “Io sono nel cuore di Dio”.
E non pensate di poter condurre l’amore,
poiché è l’amore che, se vi trova degni, saprà condurre voi.
L’amore non ha altro desiderio che di appagare se stesso.
Ma se amate e, necessariamente, ardete,
siano questi i vostri desideri:
dissolversi ed essere come un ruscello che scorre
e canta la sua melodia alla notte.
Conoscere la pena che dà l’eccesso di tenerezza.
Essere feriti dalla stessa comprensione d’amore,
e sanguinare volentieri e con gioia.
Destarsi all’alba con un cuore alato
e rendere grazie per un nuovo giorno d’amore.
Riposare nell’ora del meriggio
e meditare sull’estasi che dà l’amore;
Rientrare a casa, la sera, pieni di gratitudine,
e addormentarsi con una preghiera
per l’amata nel cuore e un canto di lode sulle labbra.
(Kahlil Gibran)
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Sharatan