“Fino a quando rimarrà lo spazio,
fino a quando ci saranno esseri viventi,
fino ad allora possa anch’io durare,
per liberare il mondo dalla sofferenza.”
(Sua Santità il Dalai Lama)
La tradizione buddista dice che il Buddha girò 3 volte la ruota del Dharma emanando 3 tipi di insegnamenti spirituali e, a ogni giro di ruota, aumentò la difficoltà dei suoi insegnamenti. Ogni volta che la ruota del Dharma girava venivano pronunciate verità sempre più elevate, profonde e complesse. Nel primo giro di ruota insegnò le 4 nobili verità infatti rivelò la sofferenza, l’origine della sofferenza, la cessazione della sofferenza e il cammino spirituale che libera dalla sofferenza.
Nel secondo giro pronunciò la dottrina della vacuità ossia l’inconsistenza del sé e di tutti i fenomeni come dice il Sutra del Cuore. Nel terzo giro ci furono donate le dottrine dell’insegnamento della realtà del Tathagatagarba cioè la realtà della “natura di Buddha” che vive in ogni forma vivente: le ultime dottrine sono contenute nei testi del tantra.
Arrivato quasi la fine della sua vita, il Buddha predicava e vagava per l’India offrendo gli insegnamenti della salvezza. In quei tempi, a Dhanyakataka, viveva Suchandra che era re di Shambhala. Il suo nome vuol dire Luna benigna, perché il re era un chiaroveggente che vide qualcosa che lo angosciò e che lo spinse a chiedere aiuto al Buddha.
L’Illuminato aveva oltrepassato gli 80 anni perciò era troppo debole per incontrarlo, ma volle aiutarlo ugualmente e gli si manifestò nell’aspetto del dio Khalachakra. Si manifestò come il dio unito alla sua sposa Visvamata, perciò gli consegnò una dottrina molto elevata che non richiedeva l’obbligo dei voti monastici.
Il Khalachakra è ancora oggi un’iniziazione che è rivolta indiscriminatamente a tutti, monaci e laici. Sebbene sia una pratica laica possiede una base dottrinale esoterica complessa che richiede l’aiuto di un maestro per essere praticata. Quando il re trasmise le pratiche ai sudditi si avviò la rifondazione del suo regno, e il re fu il primo Rigden e il fondatore della scuola di Shambhala che conserva e trasmette questi supremi tantra.
Il re divenne un chakravartin, un imperatore universale illuminato e completo. Suchandra significa “Luna benigna” perché l’illuminazione è favorita dalla chiaroveggenza che dona un bianco bodhicitta. Questo nome ci suggerisce pure che esiste un legame tra le fasi lunari e il flusso del prana vitale che scorre nei canali psichici e nei chakra.
Il primo Re del Dharma fece costruire uno stupa dedicato a Khalachakra e un grande mandala al centro dei suoi giardini davanti al palazzo di Kalapa. Shambhala è diventato il simbolo della trasformazione che può creare una società illuminata. Ancora oggi, le iniziazioni del Khalachakra coinvolgono grandi folle a cui viene offerto il supremo veicolo dei bhodisattva.
Prima dell'iniziazione è costruito un mandala fatto con sabbie colorate. Esso viene tracciato dai monaci con grande precisione, e viene distrutto alla fine del rito. Il mandala è uno strumento di meditazione che è legato al senso profondo di questo rito. Il desiderio interiore dell’aspirante deve essere rivolto all'estinzione del dolore per tutte le creature. Si deve invocare l’illuminazione per fare il bene degli altri, e si deve volere la retta visione e la conoscenza della vera natura delle cose.
Khalachakra è sempre legato a Shambhala, perciò essa rivive ogni volta che si celebra il Khalachakra. Il rito è diventato parte integrante del suo sentiero e del suo lascito. Questa pratica è l’essenza e il culmine degli insegnamenti buddisti. È il tantra più elevato nel quale culmina il vajrayana, la suprema via della massima conoscenza, i mudra e la trascendenza che supera ogni cosa.
Khalachakra mostra che il nostro corpo interno, quello fisico e anche quello celestiale sono il dispiegamento di grande saggezza e di somma vacuità: questo, nei terma, è chiamato il “dispiegamento delle tre corti”. L’ultimo giro di ruota del Buddha fu il dono del potere che creò il regno illuminato di Shambhala.
Il primo Rigden, l'imperatore di Shambhala aveva capito che, per fare qualcosa che resta nel tempo è necessario affondare le radici in cose primordiali. Resta solo ciò che basiamo su una base solida e indistruttibile. Se vogliamo superare il tempo dobbiamo fondarci su quello che non vacilla e non si trasforma per capriccio o malasorte. Una società solida è quella che non è soggetta alla nascita, alla malattia, alla vecchiaia e alla morte.
Una “società illuminata deve radicarsi su una base che è oltre ogni livello di concettualità e di manipolazione, qualcosa che non può essere comprata e venduta. Dato che la rabbia e la gelosia possono essere manipolate – cioè comprate o vendute – esse non sono primordiali. Una società che segue questi principi non può essere stabile” dice un maestro per rivelare quello che il re temeva del futuro.
Il re ebbe la visione del futuro doloroso che voleva scongiurare al suo popolo. Sapeva della futura scomparsa della società e dell’inizio dell’era tirannica che cercava il superficiale che toglie il potere di vivere una vita piena e significativa. La società futura sarebbe stata la preda della rabbia, della gelosia e dell’avidità.
Si andava verso un futuro di ansietà e di destabilizzazione, perciò verso la sfiducia e la morte. Suchandra perciò chiese il potere di avere la rivelazione del principio primordiale che resta per sempre. Chiese il miglior principio con cui una società può venir guidata verso il suo vero significato: e ricevette il tantra di Khalachakra.
Con questa cerimonia si viene predisposti a ricevere il principio che è alla base di tutto, vajra. Vajra è ciò che non è possibile distruggere, perché è la base innata universale: è la vera base essenziale della nostra natura. È il sommo principio che sistema il Samsara e il Nirvana perché dà il necessario per diventare un Buddha.Il principio naturalmente buono fu dato a questo sovrano che i tibetani chiamano Dawa Sangpo “Buona Luna.”
Khalachakra è la Ruota del Tempo, perché è l’ultimo insegnamento del Buddha prima che uscisse dalla ruota delle rinascite. Khalachakra è la suprema unione della sua compassione, della sua vacuità, della sua saggezza e del suo metodo. Kala è il tempo che diventa il mezzo della compassione universale che tutto conosce e tutto rivela.
Chakra è la ruota delle cose conoscibili, perciò è la conoscenza, la saggezza e la vacuità che si conquistano solo nel tempo. Khalachakra è associato ai cicli umani, ai cicli cosmici, ai pianeti, alle stelle, ma anche al continuo sorgere e morire dei mondi. Questo rito mantiene costante il flusso del tempo e la connessione che giocano a favore della nostra salvezza.
Buddha insegna questo tantra per mostrare che esiste una connessione salvifica che unisce tutta l’umanità, perciò la salvezza è costante e progressiva malgrado ciò che sembra a sfavore. Shambhala sorgeva a nord del fiume Sita ed il palazzo reale del Kalika sorgeva sul monte Kailash.
A sud del palazzo c’era l'enorme parco con il tempio di Khalachakra e il grande mandala cosmico. Si dice che Shambhala sia rimasta dov'era in passato, ma sia diventata invisibile. Per conoscere questo regno sono necessari molti meriti e una mente acuta dotata di sottile chiaroveggenza e sostenuta da una buona conoscenza del sentiero tantrico.
Anche il Dalai Lama ha detto che Shambhala è sulla terra, ma è raggiunta solo da chi ha una mente e una propensione karmica molto pure. Si dice che quella società illuminata ha sempre seguito il destino e l'evoluzione spirituale della terra. I tibetani credono che il loro re guerriero, Gesar di Ling, fosse stato guidato dal contatto psichico con Shambhala e che, dopo la sua morte, sia divenuto il comandante in capo degli eserciti di Shambhala.
Nella genealogia reale vediamo che il 2° Kalika Pundarika fu la reincarnazione di Avalokitesvara, perciò i Dalai Lama sono considerati la reincarnazione di Pundarika. La profezia rivela che Shambhala sarà retto da 25 kalika, e poi tornerà ad essere visibile. Ora, sta regnando il 21° kalika perciò siamo nell’epoca di trasformazioni e conflitti che precede la grande guerra planetaria che verrà preceduta da carestie, conflitti e disastri naturali.
L’umanità, in futuro, avrà un governo dittatoriale esteso a tutto il pianeta. La mentalità del governo globale sarà materialistica e tirannica, perciò quando Shambhala diventerà visibile, il dittatore mondiale vorrà conquistarla. Ma gli eserciti del tiranno saranno sconfitti dai valorosi guerrieri di Shambhala guidati dall'eroico Gesar di Ling. Essi prevarranno perché hanno una tecnologia molto più avanzata che garantirà la vittoria.
Le armate di Shambhala vinceranno e il loro governo si diffonderà su tutta la terra inaugurando la seconda Età dell’Oro che durerà per 18 secoli. I tibetani pensano che questo evento è vicino e verrà nel 2424 quando regnerà il 25° kalika. Essi dicono che la distruzione della terra, della cultura, delle istituzioni e lo sterminio del Tibet è il segno dell’inizio dell’epoca della liberazione.
E quella liberazione non sarà offerta solo al Tibet, ma sarà offerta anche a tutti coloro che vengono oppressi. Essi dicono che tutto quello che ci accade va interpretato su molti livelli, perciò anche l’oppressione cinese può diventare uno strumento per aiutarli a sviluppare maggior distacco, compassione e saggezza. Essi dimostrano, in modo concreto, che c'è sempre una via che può invertire la tendenze negative e trasformare la violenza in pace, la paura in gioia e l’odio in amore.
Buona erranza
Sharatan
che bella pubblicazione . domani è il compleanno del dalai lama e gli hai fatto un bel regalo
RispondiEliminaMax
Ciao Max :-)
RispondiEliminaquello che ho scritto è la verità. L'ho scritta perché credo che queste cose si dovrebbero sapere. Un forte abbraccio