“I mostri sono una brutta cosa,
ma i mostri che non camminano
e non parlano come mostri
sono ancora peggio.”
(Budo, l’amico immaginario)
“Mi chiamo Budo.
Esisto da cinque anni.
Cinque anni è una vita lunghissima, per uno come me.
È stato Max a darmi questo nome.
Max è l’unico essere umano che riesce a vedermi.
I genitori di Max mi chiamano l’amico immaginario.
Voglio molto bene alla signora Gosk, la maestra di Max.
Invece l’altra maestra, la signora Patterson, non mi piace per niente.
Non sono immaginario.”
Budo è l’amico immaginario di Max e si ritiene molto fortunato. Un amico immaginario resta in vita solo fin quando l’immaginante lo mantiene in vita, ma quando finisce di crederci e non lo immagina più, l’amico immaginario sbiadisce e infine svanisce. Per questo gli amici immaginari, di solito, non hanno una vita lunga, anzi alcuni durano solo pochi giorni e poi…puff! Scompaiono!
Budo è fortunato perché si sente come un prezioso pezzo di antiquariato, nel suo ambiente. Max lo fa vivere perché ha bisogno di lui e crede in lui. Max è un bambino autistico di 9 anni che odia i cambiamenti, ma è un bambino con molta fantasia che ha immaginato un amico immaginario perfetto come un bambino reale, e questa è un’altra rarità nel mondo degli amici immaginari che spesso sono abbozzati in modo sommario e frettoloso.
Max invece è preciso e molto meticoloso, perciò lo ha dotato di tante qualità come quella di poter oltrepassare i muri e le porte. Poi Max non è un bambino appiccicoso, perciò Budo si può muovere liberamente mentre gli altri amici immaginari devono restare sempre attaccati agli amici umani, e qualcuno deve perfino portare un collare al collo.
Lui è un amico immaginario libero, perché Max non ama avere rapporti troppo stretti e asfissianti con nessuno. Budo si può allontanare e può girare da solo soprattutto quando l'amico reale dorme. Max lo ha immaginato più grande di lui forse già adolescente, ma di certo l’ha pensato molto più intelligente di lui. Già da appena nato Budo capiva e imparava molto più in fretta di Max, infatti ha imparato subito le tabelline e tanto altro che Max trovava troppo difficile da capire.
Budo studia mentre l’amico dorme perciò conosce molte cose che l’amico non sa, poi conosce anche quello che imparano insieme. Budo guarda la tv insieme ai genitori di Max, li ascolta parlare, e poi di notte esce a farsi un giro dal benzinaio dove lavorano Dee e Sally. Oppure passa da Doogies dove si fanno gli hotdogs, oppure fa un salto al commissariato di polizia o all’ospedale.
Quei posti sono sempre aperti e lì può fare anche amicizia con amici immaginari creati da altre persone. Ma, contrariamente a quello che avviene per gli amici immaginari delle persone normali, Budo ha la possibilità di coltivare le sue idee, i suoi pensieri e costruire il suo modo personale di vedere il mondo.
Anche se è vero che la sua vita dipende sempre dal fatto che l’amico reale conservi l'interesse per lui, Budo si sente libero di dire e di fare quello che gli pare, e di avere una sua vita autonoma. Nei suoi giri notturni conosce delle persone vere e si fa amici degli amici immaginari di altri bambini, come Graham che è un’amica immaginaria femmina dal nome maschile.
Tanta mobilità e libertà lo rendono l'amico immaginario più felice del mondo, e poi c’è la gioia della scuola. Budo e Max prendono il pulmino e vanno a scuola dalla signora Gosk che entrambi adorano. La signora Gosk è la maestra che tutti i bambini vorrebbero avere, mentre la maestra di sostegno di Max cioé la signora Patterson, è una maestra che Budo non sopporta.
Ma, non tutto il mondo è rose e fiori, perciò Max fa fatica a vivere nel mondo, perciò spesso si blocca e va in tilt! E il blocco è causato da cose che per gli altri sono banali come dover scegliere tra due cibi diversi, perché Max non sopporta i cambiamenti. Per fortuna l'amico invisibile lo aiuta sempre e gli da la conferma che tutto procede bene, ma soprattutto Budo non lo abbandona mai.
Per Max è difficile vivere la sua diversità, è molto difficile farsi accettare e uscire di casa sapendo che gli altri ti vedono come diverso. È difficile non sentirsi sbagliato se devi affrontare dei bulli come Tommy Swinden che ti minacciano e perseguitano. Vivere è un fatto complesso se vai in tilt con troppa facilità, ma la fortuna ha voluto che ci fosse Budo che lo aiuta a prendersi cura di sé.
Ma, un giorno, accade una cosa terribile, perché Budo vede che Max esce dalla scuola, sale sull'auto della signora Patterson e sparisce. Da quel momento, di Max non si hanno più notizie. Ma la cosa ancora più strana è che quando arriva la polizia per interrogare tutti gli insegnanti, la signora Patterson sembra sconvolta e finge di non sapere nulla.
Perciò Budo è l'unico a sapere che la signora Patterson ha rapito Max, e che sta mentendo alla polizia. Il problema diventa quello di farlo capire alla polizia oppure di farlo sapere ai genitori di Max, ma Budo è pur sempre un amico invisibile! Come potrà comunicare, salvare Max, farlo fuggire e tornare a casa?
Come può fare, se lui è invisibile e se ha solo amici che sono invisibili come lui? Come comunicare con il mondo reale? Forse c’è qualcuno che può aiutarlo e farlo, e lui lo deve trovare. Budo non ha molto tempo per trovare e salvare Max. Budo deve fare in fretta prima che tutto precipiti e che sia troppo tardi.
“L’amico immaginario” di Matthew Dicks è un romanzo emozionante e molto poetico. Uscito nel 2012 ha subito avuto un'ottima accoglienza e ora è pubblicato nelle edizioni tascabili Giunti. L’autore è un maestro di scuola elementare che conosce molto bene la realtà dei bambini autistici, perciò anche se il romanzo non è una storia vera insegna cose vere e reali.
Il titolo originale è “Memoirs of an Imaginary Friend” ed è l'originale punto di vista della tenera anima di Budo. Budo è l’amico immaginario che tutti vorremmo, è l'amico pieno di affetto e di abnegazione, di sensibilità e di tenerezza. Complimenti all'autore che ha saputo creare dei personaggi così belli e tanto veri anche se la storia è immaginaria. Tutti i personaggi ci diventeranno così cari che vorremmo fossero reali.
Il romanzo è un pretesto per ricordare la realtà a cui l'Uomo della Pioggia di Dustin Hoffman ci aveva avvicinato in passato. La realtà delle persone diverse dal normale come lo sono gli autistici è difficile. Questo romanzo è un bel modo per farci riflettere sui concetti di amicizia, normalità, affetto tra figli e genitori, e su tanto, tanto altro.
Budo ci insegna che, anche gli invisibili possono trovare il modo per comunicare. Il romanzo è ispirato all’amico immaginario che l’autore aveva nell’infanzia, e anche la maestra Gosk e altri personaggi sono ispirati a delle persone vere che lui ha conosciuto, però che la storia sia vera o immaginaria... ha un finale imperdibile!
Buona lettura
Sharatan
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