“Lʹinvoluzione di uno Spirito supercosciente nella Materia incosciente è la causa segreta di questo mondo visibile. La soluzione dellʹenigma terrestre è lʹevoluzione graduale di una coscienza ed un potere infiniti, nascosti in una Natura apparentemente inerte ed insensibile, spinti ad emergere da una forza inarrestabile. La vita terrestre è la dimora scelta da una grande Divinità e ed il suo volere incommensurabile muterà questa buia prigione in uno splendido palazzo, in un tempio che arriva fino al cielo.
La presenza della Divinità nel mondo è un enigma per la mente, ma alla nostra coscienza che si va ampliando sempre più sembrerà una presenza normale ed inevitabile. Liberati, entreremo nella stabilità immutabile di unʹesistenza eterna che rivela la propria molteplicità assumendo innumerevoli forme mutevoli. Illuminati, diverremo consapevoli della luce indivisibile e della coscienza infinita che erompono in aggregazioni multiformi ed in molteplici rivoli di conoscenza.
Dotati di un potere sublime, condivideremo lʹazione incontenibile di una forza onnipotente che opera le proprie meraviglie a partire dalle limitazioni che ha scelto di avere. Centrati in una gioia perfetta, sperimenteremo la calma e lʹestasi di una Delizia incommensurabile, di una gioia creatrice e comunicativa che si esprime eternamente con onde e ritmi molteplici, che manifesta se stessa ed il mondo in ondate di intensità sempre crescente, ondate che alternativamente si rivolgono verso lʹesterno e verso lʹinterno.
Tale, dato che siamo in essenza manifestazioni di quello Spirito, sarà la natura della nostra quadruplice esperienza nel momento in cui la Divinità in evoluzione manifesterà la propria azione senza più veli. Se la manifestazione si fosse svelata completamente fin dallʹinizio, non ci sarebbe stato nessun problema terrestre, nessun tormento di crescita, nessuna faticosa ricerca di conoscenza, forza e gioia, nessun anelito ad unʹesistenza immortale da parte della mente, della volontà e del corpo.
Ma questa Divinità, sia in noi, che al di fuori di noi, nelle cose, nelle forze e nelle creature iniziò con unʹinvoluzione nellʹincoscienza della Natura e cominciò dalla manifestazione di ciò che si manifesta come il suo opposto. Da unʹincoscienza, unʹinerzia ed unʹinsensibilità cosmiche, da un camuffamento iniziale simile alla non esistenza, lo Spirito involuto nella Materia ha scelto di evolvere e di dar forma al proprio potere, alla propria luce, infinità e beatitudine in una sostanza recalcitrante e solo parzialmente duttile.
Il significato dellʹevoluzione terrestre sta nella liberazione lenta e progressiva dello Spirito latente. Il cuore del mistero è lʹapparizione faticosa, il lento divenire di Qualcosa o Qualcuno di divino già involuto nella Natura fisica. Lo Spirito è là con tutto il suo potenziale, a porre le basi della propria presenza nella sua stessa sostanza che ancora resiste.
I movimenti successivi che portano allʹemergere della vita, della mente, dellʹintuizione, dellʹanima, della supermente e della luce della Divinità sono già là, bloccati e compressi nel potere primigenio e nelle prime espressioni della Materia. Prima di qualunque evoluzione doveva necessariamente esserci lʹinvoluzione del Divino Tutto che dovrà emergere, altrimenti non ci sarebbe stata unʹevoluzione ordinata e dotata di significato ma una creazione continua di cose imprevedibili, non contenute, ne derivanti da ciò che le precede.
Il mondo non è un insieme apparentemente ordinato, gestito in modo fortuito da un Caso inesplicabile e nemmeno un meraviglioso ingranaggio ideato da una Forza incosciente o da una Necessità meccanica casualmente fortunate. Non è nemmeno una struttura concepita dalla fantasia o dalla volontà di un Creatore esterno e quindi necessariamente limitato. Ognuna di queste soluzioni, concepibili dalla mente, può spiegare un lato, un aspetto della realtà del mondo, ma esiste una verità più grande che sola può unire con successo tutti gli aspetti e svelare completamente lʹenigma.
Se tutto fosse davvero il risultato del Caso cosmico, non ci sarebbe alcuna necessità di unʹulteriore evoluzione; niente di superiore alla mente dovrebbe apparire nel mondo materiale, come non sarebbe stato necessario che la mente si manifestasse nel vortice della materia, cieco e privo di significato. La coscienza stessa sarebbe solo unʹapparizione casuale, uno strano riflesso allucinatorio, un fantasma originato dalla Materia.
Se tutto ciò che esiste fosse il risultato dellʹazione di una Forza meccanica, la manifestazione della mente non sarebbe stata necessaria al funzionamento dellʹingranaggio; questa invenzione meccanica e cieca, più sottile ma anche meno efficace, non sarebbe stata indispensabile. Nessun fragile cervello pensante avrebbe dovuto arrovellarsi per comprendere i complessi meccanismi del primo automa infallibile. Una supermente aggiunta a questa complessità brillante e penosa sarebbe stata ancora più superflua, una sorta di luminosa insolenza, nientʹaltro che lʹassurda pretesa di una coscienza transitoria che si crede capace di governare e possedere la grande Forza incosciente che lʹha creata.
O se un Creatore esterno e perciò limitato, in vena di esperimenti, fosse lʹinventore della vita animale soggetta al dolore, della mente umana maldestra e pasticciona e di questo enorme universo in gran parte inutilizzato ed inutile, non ci sarebbe ragione per cui non avrebbe dovuto troncare lo sviluppo di unʹintelligenza mentale nelle sue creature, pago dell’ingegnosità del proprio lavoro.
Anche se fosse onnipotente ed onnisciente avrebbe potuto fermarsi lì perché, proseguendo, la creatura avrebbe rischiato di avvicinarsi troppo al livello del proprio Artefice. Se dʹaltra parte è vero che uno Spirito infinito, una Presenza Divina eterna, una Coscienza, una Forza e una Gioia Divine sono involute e nascoste nella materia ed emergono lentamente, allora è inevitabile che i loro poteri, o i livelli ascendenti dellʹunico potere, debbano emergere lʹuno dopo lʹaltro fino a che non sia manifestata la pienezza della gloria ed una potente Realtà divina sia resa incarnata, dinamica e visibile.
Tutte le nostre idee sulla natura delle cose sono considerazioni inconcludenti della nostra ragione assolutamente carente che cerca, nella sua visione limitata e nella sua pretesa autosufficienza, di valutare la probabilità dellʹesistenza di un ordine universale che si sottrae ad ogni speculazione e rimane comunque e sempre un enigma. Il vero testimone e scopritore è la nostra coscienza che cresce; tale coscienza è al tempo stesso la manifestazione ed il potere del Divino in evoluzione; la sua crescita oltre lʹincoscienza apparente dellʹuniverso materiale è lʹevento fondamentale, costante e progressivo della lunga storia della terra.
Soltanto quando questa coscienza divina potrà ergersi nella pienezza del proprio potere conosceremo direttamente noi stessi ed il mondo, invece di afferrare brandelli di una parvenza di conoscenza. Il pieno potere della coscienza è la supermente o gnosi, supermente perché per raggiungerla dobbiamo andare oltre ed ergerci al di sopra della mente, allo stesso modo in cui la mente ha superato la vita e la materia incosciente, gnosi perché da sempre in possesso della Verità ed essenzialmente costituita della sostanza dinamica della conoscenza.
La vera conoscenza delle cose è preclusa alla nostra ragione, perché la ragione non è il potere essenziale del nostro spirito ma solo un espediente, uno strumento di transizione destinato ad interagire con la superficie delle cose e con i processi fenomenici. La vera conoscenza comincia solo quando la nostra coscienza può oltrepassare i suoi normali limiti nellʹuomo; solo allora diviene direttamente consapevole del proprio sé e del Potere nel mondo ed inizia ad avere almeno un minimo di conoscenza per identità, lʹunica vera conoscenza.
Da allora in poi sa e vede, non più tramite la ragione che brancola tra informazioni esterne, ma attraverso unʹesperienza sempre più forte e luminosa che illumina il sé ed il tutto. Infine diventerà una parte cosciente del Divino che si manifesta nel mondo; la sua vita diventerà uno strumento di evoluzione cosciente per quel Divino involuto che non è ancora rivelato nellʹuniverso materiale.” (Sri Aurobindo)
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Sharatan