giovedì 18 agosto 2016

Il lato migliore



“C’è un altro all’interno grazie al quale
questi occhi sfavillano.”
(Jalāl al-Dīn Rūmī)

Gli uomini dovrebbero nutrire gli uni per gli altri solo pensieri di sacralità, grazie ai quali aiuterebbero tutti i loro fratelli e sorelle ad evolvere e santificherebbero al tempo stesso anche se stessi. È un concetto questo che contrasta con l’abitudine adottata dalla maggioranza delle persone, di non vedere che il lato negativo della gente e delle cose.

Quando si notano le lacune e le debolezze degli altri, si passa per molto intelligenti ma, poiché esiste una legge secondo la quale ciò che vediamo negli altri è la proiezione di ciò che abbiamo in noi stessi, colui che alimenta questo atteggiamento critico rivela in realtà le proprie deficienze.

Ma lasciamo da parte questo argomento e soffermiamoci piuttosto sulle conseguenze dell’altro atteggiamento, che è di gran lunga preferibile: fare degli sforzi per vedere negli altri sempre solo il lato buono. Certamente molti diranno che , illudendosi di riuscire in questo intento si rischia di cadere in trappola e di pagarla molto cara: l’essenza della natura umana è malvagia; lo dice pure la religione! Allora perché illudersi?

Ebbene vi risponderò che non avete affrontato bene il problema e che vi siete fermati al male; infatti è vero che nell’uomo il male esiste, ma l’uomo ha anche un’anima, uno spirito. Questa anima e questo spirito non si manifestano spesso, ma esistono e sono quindi suscettibili di esprimersi, sempre che si predispongano a tale scopo delle buone condizioni.

Non è comunque decretando una volta per tutte che l’essere umano è malvagio, che si possono predisporre le condizioni migliori affinché si manifesti nell’uomo la sua condizione divina. Non crediate che un saggio non veda il lato negativo degli uomini; per vedere questi aspetti dell’uomo ha degli occhi molto sviluppati. Comunque non ci si sofferma, perché sa che non potrà mai aiutare qualcuno limitandosi a considerarne soltanto vizi e difetti; con un atteggiamento del genere, li aggraverebbe soltanto.

Un saggio, sapendo che uomini e donne sono tutti figli di Dio, si accosta a ogni essere con tale consapevolezza; si tratta di un lavoro creativo, e sviluppando il lato divino in tutti coloro che incontra, egli stesso si sente felice. Credetemi: è il modo migliore di comportarsi verso gli altri: cercate di scoprire le loro doti, le loro virtù, le loro ricchezze, concentrandosi su di esse. Qualche volta, questi aspetti sono così nascosti che la persona stessa non suppone neppure di averli.

Bisogna abituarsi a gettare uno sguardo nel profondo degli esseri, invece di soffermarsi sulle loro manifestazioni superficiali, che possono ingannarci enormemente. I difetti sono troppo facili da trovare. Per scoprire invece certe virtù che non si sono ancora manifestate, bisogna conoscerne tutta la scienza. Ciascuno di voi possiede in sé delle qualità divine, che attendono solo il momento per emergere e io, che mi occupo di ciò, cerco in voi tutte quelle qualità che non sono ancora affiorate.

In questo modo lavoro su di voi e su di me, ed è così che voi pure dovete lavorare. Ecco perché è bene nutrire pensieri di benevolenza gli uni verso gli altri. Alimentando tali pensieri, non vi fermerete più su dettagli poco brillanti, ma coglierete l’aspetto divino degli esseri. Infatti, perché non si dovrebbero avere dei sentimenti di sacralità per tutto ciò che è divino, immortale ed eterno nell’uomo?

Agendo in questo modo, farete un buon lavoro su di voi stessi e aiuterete anche gli altri. occupandovi dei loro difetti invece vi danneggiate, perché vi nutrite di impurità e ne frenate l’evoluzione? Quanta ignoranza! Si pensa di aiutarli a correggersi sottolineando i loro difetti, mentre in realtà avviene tutto il contrario. Gli uomini sono cattivi, crudeli e tutto quello che volete; questo è vero, tuttavia non è una buona ragione per trascorrere la vita non vedendo che quell’aspetto.

Certo, dovete tenere gli occhi aperti, ma si tratta solo di una metà del vostro compito. Se continuate a sminuire qualcuno, dimostrando di avere di lui una cattiva opinione, non solo non vi si manifesterà più il suo lato buono che comunque possiede, ma cercherà perfino di nuocervi; se invece mostrate di credere in lui, cercherà di non deludervi.

Inoltre, qualche volta, bisogna dare l’impressione di avere un’ottima opinione di qualcuno; così facendo, toccate il suo amor proprio ed egli cercherà di superare se stesso; in questo modo riuscirete a migliorarlo. Ecco la vera pedagogia. Non ci si deve illudere di poter migliorare gli altri sottolineando continuamente le loro imperfezioni e trattandoli da incapaci, perché sentendosi considerati tali, non faranno più neppure il minimo sforzo per migliorare.

Se avete un’opinione così negativa di loro, perché dovrebbero fare degli sforzi? Alla fine, diventano veramente degli incapaci, perché si tratta di un’influenza magica che avete esercitato su di loro, per cui ne sono rimasti ipnotizzati, soggiogati e paralizzati. Bisogna che sappiate finalmente che si tratta del metodo peggiore…

Non è giusto adottare un atteggiamento critico nei confronti delle persone, perché così facendo le paralizzate e, al tempo stesso, le incitare a cercare il modo di potersi un giorno vendicare. Spesso è preferibile tenere le proprie opinioni per sé. Ciò non significa che dobbiate tenere gli occhi chiusi e non vedere quando qualcuno vi sta svaligiando o mandando in rovina. Non bisogna essere ciechi, ma dirsi:

“Poveretto, per il momento è così, perché non ha avuto il tempo per evolvere, ma se mi concentro sul suo spirito, sull’aspetto divino che è in lui, un giorno cambierà.” Si tratta in ogni caso del lavoro che un Maestro fa con i suoi discepoli, ed è così che accelera la loro evoluzione. Consacratevi anche voi a questo lavoro; è questo il momento per voi di svegliarvi alle attività spirituali…

So benissimo che tutto ciò che vi sto dicendo non può essere ancora accettato, ma in futuro tutti impareranno a proiettare col il pensiero nei mondi di luce, i loro genitori, i loro amici e tutti gli esseri che incontrano. Non proveranno più godimento alcuno nel deprezzarli e nel mettere in evidenza i loro lati negativi, ma troveranno motivo di gioia nel considerare unicamente la loro natura superiore, la loro natura divina.

D’altronde, quando parlare delle virtù di qualcuno, sebbene abbiate l’aria di esagerare un po’, in effetti non esagerate affatto, perché bisogna vedere di quale parte di lui parlate. Spesso, quando parlate di qualcuno, non si tratta di lui ma, in realtà, dei suoi intestini, del suo sesso, del suo ventre e dei suoi piedi.

Ma lui, nella sua essenza, è una divinità. È detto nelle Sacre Scritture che siamo dei. E perché questi dei non si manifestano? Sono sotterrati, sommersi da strati di impurità; non riuscite a scoprirli, ma sono presenti e sono proprio loro quegli dei che bisogna far apparire. (Omraam Mikhael Aivanhov, Creazione artistica e creazione spirituale, Prosveta ed.)

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Sharatan