sabato 27 agosto 2016

La vita del Buddha



“Un giorno Buddha era seduto con intorno tutti i suoi discepoli, quando apparve un anziano e disse: “Quanto tempo vuoi vivere? Chiedi anche un milione di anni e ti saranno concessi!” Senza esitare il Buddha rispose: “Otto anni.” Quando l’anziano scomparve, i suoi discepoli, delusi, protestarono dicendo: “Maestro, perché non hai chiesto un milione di anni? Pensa al bene che avresti potuto fare a centinaia di generazioni.”

E Buddha ribatté con un sorriso: “Se io vivo un milione di anni, gli uomini saranno interessati più a prolungare la propria vita che a ottenere la sapienza.” Avete capito il significato della sua risposta? Gli uomini sono attratti più dalla prospettiva di sopravvivere che da quella di migliorare la qualità della propria vita. E come è vero! Ben pochi sono coloro che investono tempo ed energie per migliorare la qualità della propria esistenza. Potete morire senza aver vissuto.

Gli uomini pensano di essere vivi perché respirano, mangiano, parlano, dialogano, vanno di qui e di là. Non sono morti, è chiaro. Ma sono forse vivi? Di fatto non sono né vivi né morti. Cosa significa in realtà essere vivi? Significa tre cose: essere se stessi, essere ora e essere qui. Essere vivi significa essere se stessi. Nella misura in cui si è se stessi, si è vivi. Possiamo chiederci: “Io non sono io? Chi sarei se non fossi io?”

Può darsi che una persona non sia se stessa, ma una marionetta. Supponiamo di avere un cane. Gli inseriamo nel cervello un recettore elettronico e lo mandiamo dall’altra parte del mondo, in Cina, per esempio. E da qui gli mandiamo dei segnali. Gli diciamo: “Mettiti in piedi!” e il cane si alza. “Siediti!” e il cane si siede. “Accucciati!” e il cane si accuccia.

Tutti si meravigliano: “Cosa succede a questo cane?” Sapete cosa? Esso è soggetto ad un controllo remoto. Questa è l’immagine appropriata per milioni di persone. Le persone vengono a chiedermi consigli per i propri problemi spirituali ed emotivi, e molte volte mi chiedo: “A quali voci stanno rispondendo queste persone? A quali voci del passato?” e incontro persone curiose, depresse, piene di preconcetti.

Einstein ebbe a dire che è più facile disintegrare l’atomo che il preconcetto. Gli uomini non sono se stessi; in un certo qual modo, sono controllati. Con quale risultato? Diventano marionette; si comportano, agiscono e provano sentimenti in maniera meccanica. Non hanno sentimenti vivi, né un comportamento vivo, e non se ne rendono conto. Rispondono a voci di persone, di esperienze che appartengono al passato.

Hanno avuto alcune esperienze che li hanno segnati, che li tengono sotto controllo. Perciò non sono liberi, non sono vivi. Ecco l’ostacolo principale per la vita spirituale. Gesù disse: “Se volete essere miei discepoli, dovete odiare padre e madre!” Ci si scandalizza di fronte a queste frasi di Gesù. Cosa significano? Certo Gesù non voleva dire che dobbiamo odiare i nostri genitori. Poveretti!

Dobbiamo amarli come amiamo tutti gli esseri umani. Il padre e la madre dei quali Gesù parla sono il Padre e la Madre che portiamo radicati nella nostra mente, e che ci controllano. A queste voci mi riferisco! Da esse dobbiamo staccarci, sganciarci. Quando smetteremo di esistere meccanicamente, allora smetteremo di essere delle marionette. Come potremo avere una vita spirituale se non siamo vivi?” (Anthony De Mello, Istruzioni di volo per aquile e polli)

2 commenti:

  1. corte sconta28 agosto, 2016

    Istruttivo,davvero.determinate lezioni andrebbero rese Obbligatorie..per grandi e piccini naturalmente. Grazie ti leggo sempre con piacere ed interesse anche se non mi paleso. Buoni giorni Sharatan

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  2. Grazie a te Vince :-)

    Cerco di condividere le mie strane letture e sono felice di averti tra gli "erranti" storici che mi seguono con affetto da molto tempo...
    Ti mando un abbraccio e l'augurio di tanta felicità :-)

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Sharatan