lunedì 21 novembre 2016

Come funamboli…



“La mia casa mi dice: «Non lasciarmi,
perché è qui che dimora il tuo passato.»
E la strada mi dice: «Alzati e seguimi,
giacché io sono il tuo futuro.»
E io dico alla casa e alla strada:
«Non ho passato e non ho neppure futuro.
Se resto qui, vi è un andar nel mio restare fermo;
se vado, resto fermo anche andando.
Solo amore e morte trasmutano ogni cosa.»
(Kahlil Gibran)

Più sei attaccato al passato, o più hai investito nei risultati futuri, più ti sarà difficile accettare “ciò che è” e lavorare con questo. Quello che è accaduto in passato ti può influenzare nei confronti del presente. Può impedirti di aprirti pienamente al presente. Per esempio, se in passato sei stato ferito da qualcuno, potresti aver paura di entrare di nuovo in una relazione.

Alcune cose appartengono al futuro, non al presente. Per esempio, potresti avere in mente di sposarti in futuro. Ma se vedi la tua relazione attuale solo come un potenziale matrimonio, potresti non lasciarle l’opportunità di svilupparsi in modo naturale. La verità è che non sai bene cosa accadrà in futuro. Potresti avere una sensazione generale riguardo al futuro basata su quello che sta avvenendo nel presente.

Potresti sapere quale sarà il passo successivo, ma ora come ora non puoi saperne di più. Per essere nel presente hai bisogno di rimanere centrato in quello che sai, accantonando passato e futuro. Se continui a ritornare al passato, o cerchi di pianificare il futuro, ti troverai indietro o avanti rispetto a te stesso. Seminerai semi di conflitto dentro e fuori.

Quindi questa è un’azione equilibratrice. Devi camminare sulla fune tesa tra passato e futuro. Non puoi aspettarti di camminare senza inclinarti da un lato o dall’altro. Ma quando lo fai, devi controbilanciarti, in modo da poter ritornare al centro. Centrarsi significa essere presente, significa stare con ciò che si sa e lasciar perdere quello che non si sa.

Non sai che il passato ripeterà se stesso. Non sai che l’esperienza presente si estenderà nel futuro. Le cose potrebbero cambiare o rimanere uguali. Vecchie strutture potrebbero di dissolversi o riapparire; non sai nulla di queste cose. Sai solo come ti senti riguardo a ciò che sta avvenendo ora.

Se riesci a rimanere qui e ora, allora puoi essere onesto con te stesso e con gli altri riguardo la tua esperienza. Puoi dire su cosa puoi prenderti un impegno e su cosa no. In futuro le cose potrebbero cambiare, ma non puoi vivere adesso nella speranza che cambieranno. Devi essere dove sei, non dove vorresti essere. È un lavoro difficile.

Il passato ti dice: «Non aprirti. Fa troppa paura. Non ti ricordi cosa è successo quando…?» e il futuro dice: «Ci stai mettendo troppo. Perché non fai un bel salto e lo fai?». Il passato cerca di trattenerti e il futuro di spingerti, un dilemma interessante, non credi? La verità è che devi ascoltare le due voci e rassicurarle del fatto che le hai sentite. Poi puoi ritrovare l’equilibrio e ritornare al centro.

E solo dopo puoi trovare il ritmo giusto per te, qui e ora. È esattamente questo che deve fare un funambolo. Non può preoccuparsi di aver perso l’equilibrio in passato. Non può sognare di fare una prestazione perfetta in futuro. Deve concentrarsi su quello che succede adesso. Deve mettere un piede davanti all’altro, e ogni passo è un atto di equilibrio, ogni passo è un atto spirituale. (Paul Ferrini, Io sono la porta, Macro ed.)

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Sharatan