domenica 6 novembre 2016

Una mente senza radici



“La maggior parte delle persone è felice
quando permette alla propria mente di esserlo.”
(Abraham Lincoln)

“Dobbiamo eliminare le radici della mente. Se permettiamo di svilupparle, ci intrappoliamo sempre negli stessi pensieri. Tendiamo a dirci che possiamo essere felici soltanto a certe condizioni: il tempo deve essere bello, né troppo freddo, né troppo caldo; dobbiamo aver mangiato bene; dobbiamo divertirci e così via. Quando poi le condizioni mutano, la mente diventa infelice o irata. Il nostro stato d’animo cambia in un istante.

Se, per esempio, ci viene fame, ecco che siamo di malumore. Fino a poco tempo prima eravamo felici e ora, all’improvviso, tutto è cambiato. Non è saggio lasciare che le condizioni esterne controllino la nostra mente. È facile destabilizzare il nostro ego. Inoltre, se non stiamo attenti, la mente si attaccherà ad atteggiamenti e a principi rigidi.

Comunque, se addestreremo la mente in modo da essere più rilassata, svilupperemo anche una maggiore resistenza alle circostanze esterne e all’impermanenza. Questo non significa che non dovremo avere una direzione definita, ma che potremo seguire il flusso della vita. Capiremo che creiamo una versione soggettiva della realtà attraverso le nostre percezioni e interpretazioni; che le cose non sono fisse e che è facile che gli altri abbiano una versione diversa dalla nostra.

Per esempio, se giudicate qualcosa particolarmente bello e molto attraente, questo non è necessariamente vero per le altre persone. Potrebbe trattarsi di un essere umano, di un quadro o di una casa. Qualunque cosa sia, è una creazione della vostra mente. Perché dovrebbe essere uguale per tutti? Ognuno di noi si crea la sua realtà personale, e accettare questa idea è liberatorio. Ecco cos’è la compassione.

Può sembrare una contraddizione ma, se riuscite ad apprezzare una mente priva di radici e capace di fluire con le cose, allora potrete cominciare a domarla. Forse sentir parlare di una mente senza radici è sconcertante, perché spesso noi cerchiamo nella vita qualcosa che ci radichi, soprattutto nel campo delle idee. Anche la mente ha una propria personalità - il modo in cui tendiamo a giudicare il mondo e la gente, le nostre concezioni, i nostri filtri, i nostri occhiali.

Ma, da un punto di vista positivo, se la mente è senza radici allora crescono le possibilità, troviamo definitivamente la libertà. Questa è la chiave per aprire la porta della realizzazione, della compassione, di ogni cosa. Grazie alla meditazione domiamo questa mente priva di radici, senza però incatenarla. Favoriamo la chiarezza e ci focalizziamo, mentre permettiamo alla mente di fluire e di essere libera, libera di indicarci la via.

Possiamo vedere con nitidezza la meta che ci ispira; e saremo anche in grado di impegnarci a raggiungerla e di capire che cosa dobbiamo fare quotidianamente. È come trovarsi di fronte ad uno scrigno di gioielli: con un po’ di comprensione e di accettazione di ciò che siamo, possiamo aprirlo e vedere che cosa contiene. Non vi raccomando, mentre meditate, di cercare di fermare i pensieri o di evitarli.

Sì, essi sono prodotti della mente e voi volete scoprire gradualmente la vostra natura interiore, ma è molto difficile liberarsi dei pensieri. se vi sforzate di farlo, invece di ottenere una mente chiara, in realtà ve la ritroverete piena. Raccomando quindi di permettere ai pensieri di sorgere e poi di andarsene gentilmente. Non concentratevi su di essi, prendete nota e lasciate che scivolino via.

La vostra mente è come un bambino che provoca troppo rumore; se fate in modo che se ne renda conto, si accorgerà del problema e alla fine si calmerà da solo. Dunque dovete essere pazienti, anche con la mente; a poco a poco le proteste e le domande si acquieteranno. I pensieri verranno ma, poco a poco, se ne andranno - positivi, negativi, questo non ha importanza. Non vi fissate, lasciateli andare. Lentamente la mente si calmerà in uno stato naturale e voi troverete la pace.”

(Gyalwang Drukpa, Vedere il cielo in un fiore selvatico, Mondadori)

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