domenica 26 marzo 2017

La speranza



“Sperare significa credere che qualcuno ci ama
significa mettersi in cammino verso un altrove
significa anche osare di vivere in altro modo.”
(Enzo Bianchi)

“Il monito dei Proverbi: «La speranza insoddisfatta fa languire il cuore» si applica dolorosamente a coloro che vivono in luoghi del mondo dove persistono conflitti etnici e religiosi, spesso conseguenza di eventi accaduti centinaia di anni fa: un esempio di come le tragedie passate mantengono la loro stretta mortale sul futuro dell’umanità.

La speranza - speranza di pace, di opportunità, di una nuova vita - è il possedimento più prezioso sia per costoro sia per chi cerca asilo in paesi ricchi e liberi dove poter godere della vita che gli viene negata in patria, tormentata di povertà e di assenza di libertà. È difficile reggere il pensiero della loro delusione quando quelle speranze vengono negate.

Il fatto che la speranza sia essenziale per la vita è considerato un truismo. Che vita sarebbe se non avessimo speranze, se pensassimo che le cose possono solo peggiorare, se ci aspettassimo continuamente il fallimento, anticipando il sapore della sconfitta? Non è concepibile.

Chi approva un atteggiamento ottimista sostiene che, nei momenti favorevoli, la speranza è un incitamento verso le cose ancora migliori, mentre nei momenti difficili essa è un conforto, perché tiene viva l’idea del sollievo e della salvezza, di una ricompensa futura o, almeno, della giustizia finale.

Naturalmente, però, c’è sempre chi non è d’accordo. Secondo i cinici, la storia dimostra che il tributo riscosso dalle notti buie è sempre stato minore di quello preteso dalle false albe. La natura ingannevole della speranza le dà una cattiva reputazione: per ogni uomo fioriscono cento speranze, pochissime delle quali destinate a realizzarsi. Essa spaccia la menzogna per verità, e intrappola gli esseri umani facendo loro perseguire vani obiettivi che li porteranno a disillusioni ancora più grandi.

La speranza, dicono i cinici, distorce la realtà; fa sembrare quanto è autenticamente brutto e cattivo nulla più che uno schermo temporaneo, frapposto tra noi e ciò che è bello e buono. Pertanto essa è legata all’illusione… ma una vita di false speranze - di mera speranza o di null’altro che speranza - è forse migliore e più nobile di una vita in cui si affronti la realtà guardandola in faccia e considerandola per quello che è?

Si potrebbe sostenere che i cinici partano dalla premessa sbagliata. Essi osservano la propensione umana a sognare a occhi aperti, ad abbandonarsi alla fantasia, ad aggrapparsi a vane speranze a dispetto di schiaccianti evidenze contrarie, a nutrire aspettative e ambizioni poco realistiche. Osservano, e non riescono a capire che da questo terreno a volte sbocciano fiori sorprendenti di originalità e successo.

Gran parte di ciò che ha spinto avanti il mondo nacque come una speranza; e tutto quello che l’ha fatto regredire ha comportato la morte di speranze. La rigida concezione che vede nella speranza una debolezza più che una virtù ci esorta a rimboccarci le maniche e ad abbracciare la Verità. D’altra parte, affermano i difensori della speranza, la sola verità indiscutibile sulla condizione umana è che possiamo soffrire e dobbiamo morire. Il resto sta a noi crearlo. Che cosa mai potremmo fare di noi stessi senza speranza?

I cinici non sono d’accordo nel trattare la speranza come una virtù, giacché raramente essa genera frutti. D’altra parte, ribattono gli avvocati della speranza, ciò significa guardare le cose a rovescio. La speranza è una virtù, e lo è a prescindere da ciò che realizza.

È un valore intrinseco, un fine in sé, associato al coraggio e all’immaginazione, un atteggiamento positivo pieno di possibilità e aspirazioni.È per questa ragione che si scopre di più su una persona conoscendo le sue speranze piuttosto che osservando quanto ha realizzato nella sua vita. La nostra parte migliore, infatti, sta in ciò che speriamo di essere.” (A. C. Grayling, Il significato delle cose, TEA ed.)

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Sharatan