Il grande pittore Wu-Tao-Tzu ricevette l’incarico dall’imperatore:«Dipingi un quadro che mi riveli il segreto della bellezza». Per la sua opera gli venne dato un muro del palazzo. Se si fosse rifiutato di dipingere, gli sarebbe stata tagliata la testa. L’artista si chiuse per vari mesi a lavorare. Il giorno in cui annunciò che l’opera era terminata, l’imperatore, accompagnato dalla corte e dal boia, andò a sedersi di fronte alla tenda che celava il muro.
«Spero di conoscere il segreto della bellezza per usarlo a sostegno del mio potere!» mormorò ansioso il monarca. Wu-Tao-Tzu scostò allora la tenda e rivelò un paesaggio vasto come il mondo, in mezzo al quale si levava una montagna. Tutti lo guardarono rapiti. Passata la prima impressione, l’imperatore parlò:«È un bel paesaggio, niente di più! Ma dov’è il segreto che ti ho chiesto?»
Il pittore rispose:«Lo possiede lo spirito che vive nella caverna ai piedi di questa montagna.» In quello stesso istante, ai piedi della montagna si aprì l’imboccatura di una caverna. Il pittore continuò:«Ciò che è lì dentro è così bello che nessuno potrebbe esprimerlo. Maestà, le mostrerò come ottenerlo!» Il pittore batté le mani, diventò piccolissimo ed entrò nella caverna. Il masso che faceva da porta si richiuse dietro di lui. Il dipinto, poco a poco, cominciò a svanire. Nessuno rivide più Wu-Tao-Tzu.
Possiamo dire che l’imperatore e il pittore sono due aspetti di uno stesso essere: il primo, sottomettendo il mondo alla sua volontà, ossia, pensando “la realtà è ciò che credo che sia” e velando sempre più la verità con l’ombra crescente del proprio ego individuale, vive prigioniero della sua mente. Il secondo, invece, abbandonandosi alla volontà di ciò che veramente è, dopo essersi liberato dal suo ego individuale, di ogni legame emotivo, di ogni desiderio di permanenza, di ogni abuso di potere, si immerge nell’Essenza impersonale e diventa tutt’uno con il mondo.
Non vi è in lui spettatore né spettacolo, è impossibile definirlo. Il segreto della bellezza, che sfugge ad ogni concetto razionale, consiste nel diventare bellezza. All’imperatore rimane solo il ricordo del pittore che è diventato invisibile fondendosi con la propria opera. Questo ricordo lo trasformerà.
Anche se non potrà comprendere intellettualmente la bellezza - splendore della Verità - lei, la bellezza, contribuirà dall’invisibilità, a dare fluidità al suo stagnante mondo soggettivo. L’imperatore, usando un’altra immagine, cercherebbe di ridurre un fiume ad un lago. Il pittore, invece, si immergerebbe nella corrente e si lascerebbe trascinare fino all’oceano infinito. (Alejandro Jodorowsky, La risposta è la domanda, Ed. Mondadori)
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Sharatan