martedì 13 novembre 2018

Il sorriso



“Prendi un sorriso, regalalo
a chi non l’ha mai avuto.”
(Mahatma Gandhi)

Il sorriso è una manifestazione più difficile da definire rispetto alla risata, perché è molto più discreto. La risata è sonora, e qualche volta persino fragorosa: la bocca si apre, gli occhi si increspano o si chiudono addirittura. Il sorriso, invece, è silenzioso: si manifesta con un impercettibile movimento delle labbra e una leggera increspatura degli occhi.

Il sorriso è uno dei primi linguaggi del bambino, che i suoi genitori e i suoi cari guardano con amore. Questo sorriso, che nel bambino è colmo di innocenza e di purezza, nell’adulto può diventare ironico, beffardo, persino ipocrita. Quanti sorrisi servono a mascherare la collera, la scontentezza, il rancore o il desiderio di vendetta!

È così che ogni giorno tanti sorrisi artificiali vengono distribuiti a dritta e manca: non sono che degli schermi, e lo si percepisce. Ogni sentimento può esprimersi attraverso un sorriso. Lo scoraggiamento, la rinuncia o, al contrario, la speranza e la decisione di rimettersi al lavoro, l’abnegazione o il desiderio di prendersi una rivincita si accompagnano talvolta a dei sorrisi.

Ma osservate quanto questi sono diversi fra loro! Il sorriso di scherno ha qualcosa di stridente. Il sorriso della saggezza è molto sottile, appena percettibile, ma ricco di significato; e non vi dirò niente sul sorriso della stupidità. È anche dal sorriso che si possono riconoscere le creature perverse.

Anche se esse hanno un bell’aspetto, una bella fronte, dei tratti fini e regolari, il sorriso - un che di contorto che compare negli angoli della bocca - tradisce il loro decadimento. Non spesso, ma mi è capitato di incontrare simili esseri, ed è stato il sorriso a rivelarmi la loro vera natura. Perciò, so che non mi posso fare un’idea esatta di qualcuno, finché non ho visto il suo sorriso.

Quante volte poi sono rimasto colpito dal sorriso che può trasformare il viso ingrato o persino brutto di certi esseri! Perché un sorriso buono si accompagna ad uno sguardo buono; quello sguardo colmo d’amore e di bontà diffonde sul viso di quelle persone una tale luce che i loro tratti fisici sembrano fondersi: non si vede altro che quella luce.

Che gioia e che conforto può portarci il sorriso di certi esseri! È come un regalo inatteso. E che dire del sorriso del sole che appare tra le nubi per avvolgerci con la sua luce? Ma il più bello, il più desiderato, quello cui tutta la nostra anima aspira, è il sorriso che Dio ci accorda dopo certe sofferenze alle quali avevamo creduto di non poter sopravvivere.

Non appena quel sorriso appare, l’oscurità, l’angoscia, la paura e le immagini minacciose si cancellano, e tutto si rischiara e si armonizza. Quel sorriso vale più di tutte le ricchezze e di tutte le gioie della terra. Nessuna violenza lo può conquistare, ma solo l’amore, la speranza e la fede. Spesso bisogna attendere a lungo per meritare un tale sorriso, ed è la più grande ricompensa.

È possibile che apparentemente una prova non ci abbia apportato niente, ma che anzi ci abbia fatto perdere molte cose, anche degli esseri che ci sono cari. Eppure, sentiamo che la nostra luce, il nostro amore e la nostra forza sono aumentati, e la pace e la gioia ci pervadono; e questa sensazione ci dice che il sorriso di Dio si è finalmente posato su di noi.

Il sorriso è già un saluto, un segno di riconoscimento che rivolgiamo alle persone che incontriamo, ancor prima di farlo con la parola: perciò dobbiamo anche fare attenzione a quello che esprimiamo con il nostro sorriso. Certo, non si tratta di fabbricarsi un sorriso artificiale studiandosi allo specchio.

Bisogna che quel sorriso, che deve esprimere la bontà, la dolcezza e la comprensione, venga in modo naturale dal nostro cuore, dalla nostra anima. Dobbiamo quindi discendere nelle profondità del nostro essere per cercarvi il silenzio e la luce, e allora gli scultori che sono in noi sapranno quali nervi e quali muscoli tendere o rilassare.

Possiamo avere fiducia in loro: essi sapranno lavorare sulle labbra, sugli occhi, sulla fronte e, a poco a poco, le forme e le espressioni del nostro volto diverranno più armoniose. Voler modificare da soli il vostro sorriso rischia più che altro di deformarvi. Lavorate con amore, con la speranza e fede, e affidatevi all’ispirazione dei vostri scultori interiori. (Omraam Mikhaël Aïvanhov, Il sorriso del saggio, Ed. Prosveta)

2 commenti:

  1. Mi spiace vedere che non esistono commenti al tuo blog ... non che i commenti siano importanti, non è che si debba sempre commentare, dissentire, condividere ... ma ... i commenti darebbero la misura dei "pensieri" che passano per la testa delle persone che leggono il blog e ... i pensieri sono lo "spunto" da cui dovrebbe partire un certo tipo di "umanità" per riconoscersi e progredire per la propria strada ... anche a distanza. se qualcuno pubblica qualcosa su un blog, penso sia anche per vedere se esistono persone di "simile" sensibilità anche su sentieri diversi ... che diano un senso al proprio "Errare" che può essere inteso come muoversi, cercare, ma anche di sbagliare percorso o strada ... In fondo questo è il Gioco della Vita ... buon tempo...

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  2. Ciao amico errante :-)
    non ho mai avuto un blog che ricevesse molti commenti, ma lo sapevo fin dall'inizio che i miei argomenti non avrebbero richiamato un pubblico folto. Pazienza, mi contento dei pochi erranti che mi leggono e che ricevono un contributo positivo dalle cose che trovano nel mio blog. Per il resto sarebbe auspicabile ciò che hai scritto, così come hai intuito giustamente il senso del mio errare e del mio condividere.
    Un caro abbraccio!

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Sharatan