Quando una persona è presa da questo egoismo,
dall'interesse personale e dall'ego, diviene un demone!
(Mahatma Gandhi)
dall'interesse personale e dall'ego, diviene un demone!
(Mahatma Gandhi)
Se ci fermiamo a contemplare gli Spiriti del Fuoco, non dimentichiamo che la motivazione primaria dell’essere umano è il suo disperato bisogno d’Amore, che lo spinge ad attuare ogni sotterfugio per ottenere tale finalità.
Un’altra valutazione, da fare sulla nostra natura personale, è la propensione umana ad indossare ogni tipo di maschera per ottenere ciò che desidera, fino al punto di divenire dei corrotti trafficanti esperti nei peggiori imbrogli e mercanteggiamenti, usati disinvoltamente, come se da loro dipendesse la vita stessa.
Senza voler dare a queste tendenze ataviche e primarie alcun tipo di connotazione morale, piuttosto fermiamoci a valutare come noi, in preda a tali moventi, siamo mossi dal nostro egocentrismo personale, che è il fuoco interiore incontrollato che rode la nostra anima.
Nel fuoco interiore che è alimentato dall’ego individuale, si racchiude l’istinto di morte dell’universo chiuso e avvitato in sé stesso, in cui le regole del gioco sono quelle che noi diamo, e alle quali spesso trasgrediamo, in cui siamo giocatori e bari nel contempo.
E’ in tale contraddizione che si consuma la tragedia umana poiché, sebbene gli universi entropici siano destinati alla distruzione fatale di loro stessi, l’uomo continua a costruirne sempre dei nuovi, nei quali poi si rinchiude per poter fare a meno di tutti gli altri uomini, ma nei quali poi trova solo la distruzione della sua Fiamma e del suo calore.
Fatalmente avviene che, in ogni universo che si satura della sua stessa energia, già dalla nascita è segnata la morte, così avviene per l’uomo che ama solo se stesso, poiché l’energia del cuore non fluisce all’esterno per sfogare così la sua forza e la sua energia vitale, e così egli soffoca il suo Fuoco interiore nella carenza di vero Amore.
Se impariamo a guardare la vera qualità e il voltaggio del nostro fuoco interiore, dovremo armarci del coraggio del maestro taoista che, davanti al fuoco dell’inferno, si gettò nel punto in cui le fiamme erano più alte, cioè nel cuore del problema.
Se lo facciamo, vedremo che il Fuoco diventa un distruttore non appena si riempie troppo di sé, proprio come avviene nell’ego universale dell’umanità che è costituito dalle varie cellule egoiche degli individui che ne costituiscono il corpo collettivo quando, con cieco egoismo si antropizza con violenza tutta la natura.
Così noi umani egoisti, ed in preda al fuoco della passione cieca veniamo consumati dal desiderio ardente di attrarre qualcosa, e così diventiamo quella bramosìa di volere calamitare tutta la realtà di cui ci sentiamo l’unico Sole centrale.
Ma questo è un Sole falso che non riversa il suo calore, perché il vero Sole non è quello che attrae, ma è quello che offre speranza e luce: il vero Sole è quello che genera lo splendore dell’universo che, con la sua luce e il suo calore nutre, genera e rigenera.
Sarà utile capire che, nella spiritualità, si debba parlare anche di questa tendenza così estrema di sole invertito ed usurpatore, di un sole egoista e ladro, dell’essere dissimulatore e dell’egocentrico che si nutre solo della sua ipertrofia individuale ed energetica. Dobbiamo conoscere tutte le imperfezioni della nostra personalità inferiore, cioè quelle che si nutrono delle scorie e delle indegnità, e anche quelle che possono farsi attrarre dalla parte inferiore della materialità.
Facciamo però attenzione allo sguardo con cui contempliamo le nostre indegnità, perché sarà lo stesso disprezzo verso noi stessi che potrebbe sorgere, che potrebbe andare ad alimentare il potere del demone che divora il fuoco che brucia. Ricordiamo perciò, che tutte le imperfezioni della nostra personalità inferiore si nutrono delle loro stesse scorie per cui, se da noi emana il disprezzo personale per noi stessi, restiamo ancor più legati a quelle vibrazioni di così infima natura. Così facciamo il loro gioco, e non l’interesse nostro!
Certamente contemplare il nostro volto peggiore a noi non piace, ma lo dobbiamo fare se vogliamo identificare tutte le nostre paure e le nostre impotenze. Allora impariamo a vedere i nostri errori, e le nostre macchie interiori, come tappe di un cammino e di una evoluzione su cui siamo impegnati a lavorare, e che dobbiamo proseguire fino all’obiettivo finale di piena Rigerazione a noi stessi, per cui gli errori sono solo dei passi , e non sono la nostra vera e reale Essenza, che deve essere ancora risvegliata e manifestata.
Quindi impariamo ad amare anche questi difetti, e vediamoli come degli stati passeggeri verso un maggiore passaggio di Luce nel nostro vaso spirituale, perciò non dobbiamo avere paura di guardare e di ammettere a noi stessi le nostre imperfezioni, perché la paura genera aggressività verso noi stessi e verso tutti gli altri, ed è madre della violenza che è nemica dell’Amore.
Impariamo a guardare con maggiore comprensione e con amore, a quei nostri imperfetti e titubanti passi di evoluzione, e impariamo a guardarli con l’infinita tenerezza con cui si guardano i principianti di un’Arte quando cercano d’imparare a praticarla.
Il calore della comprensione verso i nostri moventi più ignobili, ci farà comprendere che il Fuoco che nasce da un ego ipertrofico è un fuoco sbagliato, poiché nasce da un naturale sentimento di inferiorità da cui siamo travagliati, cioè dal fuoco delle passioni e delle emozioni a cui non sappiamo dare una corretta Emanazione.
Dobbiamo allora sapere che coloro che conoscono la nobiltà della propria essenza, e la luminosità del proprio futuro cammino, non devono mai dimostrare niente a nessuno perciò camminano sicuri per la loro strada fissando solo l’obiettivo finale. Essi sono noncuranti dei confronti o dei paragoni con il resto del mondo, ma non perché siano superiori o migliori, ma perché sono mossi dalla loro visione di Vita da realizzare e conseguire.
Se siamo concentrati sulla nostra vera Essenza interiore, e siamo sicuri della progressiva Evoluzione della nostra natura, noi possiamo divenire un vero e perfetto microcosmo, in cui anche la più piccola cellula è equilibrata ed allineata in Armonia suprema con sé e con gli altri.
Le sapienze scrivono che esiste anche una chimica ed una biologia dello spirito, come esiste anche una fisica spirituale che funziona al di là di ciò che è visibile, e alla cui percezione si può giungere con la respirazione cosciente e con la contemplazione della Bellezza e della Verità.
La malattia interiore che nasce dal fuoco che ci brucia senza requie, può diventare anche l’angoscia che viene alimentata dalla forte tensione interiore, la quale è la responsabile delle macchine da guerra e da sopravvivenza in cui si trasformano tanti uomini insicuri e prepotenti.
Nel mondo vediamo tanti uomini pronti a scattare alla minima provocazione con violenza feroce e con crudeltà, e che diventano degli uomini violenti e assassini: uscire fuori da questa tensione significa smettere di fare del male a noi stessi e agli altri, e riuscire migliorare il nostro mondo personale e tutto il piccolo mondo che ci circonda.
Perciò con il respiro facciamo uscire da noi ogni forma di tensione, facciamola fluire insieme alla menzogna della nostra invincibilità e dell’inviolabilità sacra del nostro orgoglio personale: che venga espulsa con l’aria viziata e saturata, ed anche con l’ansia che ci cattura, e che può contrarre e soffocare anche le nostre fibre muscolari.
La perturbazione del nostro sbilanciato Fuoco interiore si nutre di paura, di angoscia e di tensioni muscolari, di pensieri confusi come vespe ronzanti, e che diventano dei motori lanciati a tutta velocità verso gli strati più profondi delle nostre strutture.
Essi diventano delle macchine da corsa, dei vortici che s’innestano sulla struttura del nostro albero energetico, e che turbinano nell’aria e nella struttura sottile che viaggia all’interno del nostro corpo. Ritorniamo a guardare per ricordare che il braciere in cui ardono i nostri rancori, le nostre impotenze e le nostre paure, non è un fuoco inestinguibile, ma lo sapremo fare se solo riusciamo ad elevarci per riuscire a contemplare di quali elementi sia composto veramente il nostro Fuoco interiore.
Impariamo così a saltare in alto per divenire un esperto di fiamme spirituali, di quelle fiamme che bruciano dentro di noi fin dalla più tenera infanzia: perché è nell’infanzia che noi ci ribelliamo. E’ allora che noi ci rivoltiamo e diventiamo violenti, quando qualcuno è stato ingiusto con noi, perché qualcuno non ci ha dato ragione, o perché disturba i nostri punti di vista, o perchè ci ha usato delle violenze.
Osserviamo con affetto e compassione il dolore di quei bambini disperati perché sentono che gli altri hanno strappato dalle loro mani quello che pensavano fosse loro, e che invece gli viene negato o usurpato.
Dobbiamo continuare a guardare con affetto e compassione a quei bambini feriti , che siamo noi ma anche gli altri, che non sanno capire perchè qualcuno li ha ingannati, derubati, feriti profondamente, o solo scombussolati: troppo spesso essi non riescono a capire che “l’altro” non è una parte di sé stesso, ma questo gli adulti lo possono fare molto meglio.
E quando diventiamo grandi guardiamo le ragioni ed i moventi de “l’altro” con un occhio migliore, ma dobbiamo diventare molto più umani di quanto un umano possa manifestare, ed arrivare ad una super-umanità di comprensione divina.
Colui che ci è nemico, diventa per noi amico nel farci vedere la parte malata di noi, quella che necessita di migliore cura e che non trova pace, perché deve fare una maggiore evoluzione e maturazione. Guardiamo quale tasto abbia toccato, con quale pista di rancore abbia scavato in noi, come abbia potuto ritrovare le nostre migliori debolezze, e come abbia tirato il colpo mortale al nostro orgoglio personale, perché il dolore che noi proviamo è sempre causato dalla ferita mortale dell’orgoglio.
E’ solo la volontà della Rigenerazione della nostra natura che ci donerà la libertà e il coraggio di trovare tutte le nostre vere ragioni: e così scopriremo che, al di là di tutte le ragioni e di tutte le filosofiche confutazioni, la radice dei nostri mali e dei nostri tormenti è causata dalla ferita del nostro smisurato egoismo interiore.
Colei che piange è la lesa maestà al nostro Sole invertito interiore, quello che vuole essere il solo peso e la sola misura di tutte le cose dell’universo, di cui lui occupa il posto centrale: piange solo la vanità personale, che si duole perché il creato non si asserve alla sua dominazione totale.
Per l’orgoglio di essere feriti ed umiliati si contrae la nostra Anima, e la nostra enorme sete di potere e di dominazione non può contenere il sentimento straripante che è l'essenza dell’Amore, ma attrae solo dei falsi simulacri che si ammantano di tale parvenza, perché l’Amore è una forza che si dilata e che si spande tutto intorno in donazione generosa di sé stessa, quindi non sopporta le restrizioni.
Nell’amore non vi è mai sopruso o dominazione, e nessuna relazione amorosa è mai basata sulla volontà di schiavitù e di umiliazione dell’uno o dell’altro, e se di tali sentimenti soffriamo, non di Amore si parla, ma solo di forte bramosìa di possesso, o di eccessiva passionalità, o di malcreate emozioni e di forte rancoroso dolore per il suddetto delitto di lesa maestà.
Impariamo perciò che ci sono delle ribellioni giuste che vanno attuate quando la nostra dignità e la nostra sopportazione vengono messe a dura prova, e che esse non possono essere demandate ad altri. Ribellarsi è giusto se dobbiamo difendere la giustizia e la dignità, ma nel perseguire e nel manifestare la nostra indignazione, non deve essere il nostro calore esteriore che viene messo in mostra e in attività, ma piuttosto una ferma decisione e una manifestazione calma e tranquilla della giustezza delle nostre ragioni.
Perciò la nostra forza non deve diventare mai violenza perché, se un orrore va fermato, ciò non può essere fatto usando un altro orrore, e non perpetuando un errore assommato ad altri errori fatali. Se ci sono delle giuste ribellioni che esse non provengano dalla passione o dalla emotività più ottusa che diventa una furia cieca ed oscura, e che la nostra passione divenga pura espressione di tranquillità e di pace, così da poter domare i nostri peggiori Spiriti di Fuoco.
Buona erranza
Sharatan
Un’altra valutazione, da fare sulla nostra natura personale, è la propensione umana ad indossare ogni tipo di maschera per ottenere ciò che desidera, fino al punto di divenire dei corrotti trafficanti esperti nei peggiori imbrogli e mercanteggiamenti, usati disinvoltamente, come se da loro dipendesse la vita stessa.
Senza voler dare a queste tendenze ataviche e primarie alcun tipo di connotazione morale, piuttosto fermiamoci a valutare come noi, in preda a tali moventi, siamo mossi dal nostro egocentrismo personale, che è il fuoco interiore incontrollato che rode la nostra anima.
Nel fuoco interiore che è alimentato dall’ego individuale, si racchiude l’istinto di morte dell’universo chiuso e avvitato in sé stesso, in cui le regole del gioco sono quelle che noi diamo, e alle quali spesso trasgrediamo, in cui siamo giocatori e bari nel contempo.
E’ in tale contraddizione che si consuma la tragedia umana poiché, sebbene gli universi entropici siano destinati alla distruzione fatale di loro stessi, l’uomo continua a costruirne sempre dei nuovi, nei quali poi si rinchiude per poter fare a meno di tutti gli altri uomini, ma nei quali poi trova solo la distruzione della sua Fiamma e del suo calore.
Fatalmente avviene che, in ogni universo che si satura della sua stessa energia, già dalla nascita è segnata la morte, così avviene per l’uomo che ama solo se stesso, poiché l’energia del cuore non fluisce all’esterno per sfogare così la sua forza e la sua energia vitale, e così egli soffoca il suo Fuoco interiore nella carenza di vero Amore.
Se impariamo a guardare la vera qualità e il voltaggio del nostro fuoco interiore, dovremo armarci del coraggio del maestro taoista che, davanti al fuoco dell’inferno, si gettò nel punto in cui le fiamme erano più alte, cioè nel cuore del problema.
Se lo facciamo, vedremo che il Fuoco diventa un distruttore non appena si riempie troppo di sé, proprio come avviene nell’ego universale dell’umanità che è costituito dalle varie cellule egoiche degli individui che ne costituiscono il corpo collettivo quando, con cieco egoismo si antropizza con violenza tutta la natura.
Così noi umani egoisti, ed in preda al fuoco della passione cieca veniamo consumati dal desiderio ardente di attrarre qualcosa, e così diventiamo quella bramosìa di volere calamitare tutta la realtà di cui ci sentiamo l’unico Sole centrale.
Ma questo è un Sole falso che non riversa il suo calore, perché il vero Sole non è quello che attrae, ma è quello che offre speranza e luce: il vero Sole è quello che genera lo splendore dell’universo che, con la sua luce e il suo calore nutre, genera e rigenera.
Sarà utile capire che, nella spiritualità, si debba parlare anche di questa tendenza così estrema di sole invertito ed usurpatore, di un sole egoista e ladro, dell’essere dissimulatore e dell’egocentrico che si nutre solo della sua ipertrofia individuale ed energetica. Dobbiamo conoscere tutte le imperfezioni della nostra personalità inferiore, cioè quelle che si nutrono delle scorie e delle indegnità, e anche quelle che possono farsi attrarre dalla parte inferiore della materialità.
Facciamo però attenzione allo sguardo con cui contempliamo le nostre indegnità, perché sarà lo stesso disprezzo verso noi stessi che potrebbe sorgere, che potrebbe andare ad alimentare il potere del demone che divora il fuoco che brucia. Ricordiamo perciò, che tutte le imperfezioni della nostra personalità inferiore si nutrono delle loro stesse scorie per cui, se da noi emana il disprezzo personale per noi stessi, restiamo ancor più legati a quelle vibrazioni di così infima natura. Così facciamo il loro gioco, e non l’interesse nostro!
Certamente contemplare il nostro volto peggiore a noi non piace, ma lo dobbiamo fare se vogliamo identificare tutte le nostre paure e le nostre impotenze. Allora impariamo a vedere i nostri errori, e le nostre macchie interiori, come tappe di un cammino e di una evoluzione su cui siamo impegnati a lavorare, e che dobbiamo proseguire fino all’obiettivo finale di piena Rigerazione a noi stessi, per cui gli errori sono solo dei passi , e non sono la nostra vera e reale Essenza, che deve essere ancora risvegliata e manifestata.
Quindi impariamo ad amare anche questi difetti, e vediamoli come degli stati passeggeri verso un maggiore passaggio di Luce nel nostro vaso spirituale, perciò non dobbiamo avere paura di guardare e di ammettere a noi stessi le nostre imperfezioni, perché la paura genera aggressività verso noi stessi e verso tutti gli altri, ed è madre della violenza che è nemica dell’Amore.
Impariamo a guardare con maggiore comprensione e con amore, a quei nostri imperfetti e titubanti passi di evoluzione, e impariamo a guardarli con l’infinita tenerezza con cui si guardano i principianti di un’Arte quando cercano d’imparare a praticarla.
Il calore della comprensione verso i nostri moventi più ignobili, ci farà comprendere che il Fuoco che nasce da un ego ipertrofico è un fuoco sbagliato, poiché nasce da un naturale sentimento di inferiorità da cui siamo travagliati, cioè dal fuoco delle passioni e delle emozioni a cui non sappiamo dare una corretta Emanazione.
Dobbiamo allora sapere che coloro che conoscono la nobiltà della propria essenza, e la luminosità del proprio futuro cammino, non devono mai dimostrare niente a nessuno perciò camminano sicuri per la loro strada fissando solo l’obiettivo finale. Essi sono noncuranti dei confronti o dei paragoni con il resto del mondo, ma non perché siano superiori o migliori, ma perché sono mossi dalla loro visione di Vita da realizzare e conseguire.
Se siamo concentrati sulla nostra vera Essenza interiore, e siamo sicuri della progressiva Evoluzione della nostra natura, noi possiamo divenire un vero e perfetto microcosmo, in cui anche la più piccola cellula è equilibrata ed allineata in Armonia suprema con sé e con gli altri.
Le sapienze scrivono che esiste anche una chimica ed una biologia dello spirito, come esiste anche una fisica spirituale che funziona al di là di ciò che è visibile, e alla cui percezione si può giungere con la respirazione cosciente e con la contemplazione della Bellezza e della Verità.
La malattia interiore che nasce dal fuoco che ci brucia senza requie, può diventare anche l’angoscia che viene alimentata dalla forte tensione interiore, la quale è la responsabile delle macchine da guerra e da sopravvivenza in cui si trasformano tanti uomini insicuri e prepotenti.
Nel mondo vediamo tanti uomini pronti a scattare alla minima provocazione con violenza feroce e con crudeltà, e che diventano degli uomini violenti e assassini: uscire fuori da questa tensione significa smettere di fare del male a noi stessi e agli altri, e riuscire migliorare il nostro mondo personale e tutto il piccolo mondo che ci circonda.
Perciò con il respiro facciamo uscire da noi ogni forma di tensione, facciamola fluire insieme alla menzogna della nostra invincibilità e dell’inviolabilità sacra del nostro orgoglio personale: che venga espulsa con l’aria viziata e saturata, ed anche con l’ansia che ci cattura, e che può contrarre e soffocare anche le nostre fibre muscolari.
La perturbazione del nostro sbilanciato Fuoco interiore si nutre di paura, di angoscia e di tensioni muscolari, di pensieri confusi come vespe ronzanti, e che diventano dei motori lanciati a tutta velocità verso gli strati più profondi delle nostre strutture.
Essi diventano delle macchine da corsa, dei vortici che s’innestano sulla struttura del nostro albero energetico, e che turbinano nell’aria e nella struttura sottile che viaggia all’interno del nostro corpo. Ritorniamo a guardare per ricordare che il braciere in cui ardono i nostri rancori, le nostre impotenze e le nostre paure, non è un fuoco inestinguibile, ma lo sapremo fare se solo riusciamo ad elevarci per riuscire a contemplare di quali elementi sia composto veramente il nostro Fuoco interiore.
Impariamo così a saltare in alto per divenire un esperto di fiamme spirituali, di quelle fiamme che bruciano dentro di noi fin dalla più tenera infanzia: perché è nell’infanzia che noi ci ribelliamo. E’ allora che noi ci rivoltiamo e diventiamo violenti, quando qualcuno è stato ingiusto con noi, perché qualcuno non ci ha dato ragione, o perché disturba i nostri punti di vista, o perchè ci ha usato delle violenze.
Osserviamo con affetto e compassione il dolore di quei bambini disperati perché sentono che gli altri hanno strappato dalle loro mani quello che pensavano fosse loro, e che invece gli viene negato o usurpato.
Dobbiamo continuare a guardare con affetto e compassione a quei bambini feriti , che siamo noi ma anche gli altri, che non sanno capire perchè qualcuno li ha ingannati, derubati, feriti profondamente, o solo scombussolati: troppo spesso essi non riescono a capire che “l’altro” non è una parte di sé stesso, ma questo gli adulti lo possono fare molto meglio.
E quando diventiamo grandi guardiamo le ragioni ed i moventi de “l’altro” con un occhio migliore, ma dobbiamo diventare molto più umani di quanto un umano possa manifestare, ed arrivare ad una super-umanità di comprensione divina.
Colui che ci è nemico, diventa per noi amico nel farci vedere la parte malata di noi, quella che necessita di migliore cura e che non trova pace, perché deve fare una maggiore evoluzione e maturazione. Guardiamo quale tasto abbia toccato, con quale pista di rancore abbia scavato in noi, come abbia potuto ritrovare le nostre migliori debolezze, e come abbia tirato il colpo mortale al nostro orgoglio personale, perché il dolore che noi proviamo è sempre causato dalla ferita mortale dell’orgoglio.
E’ solo la volontà della Rigenerazione della nostra natura che ci donerà la libertà e il coraggio di trovare tutte le nostre vere ragioni: e così scopriremo che, al di là di tutte le ragioni e di tutte le filosofiche confutazioni, la radice dei nostri mali e dei nostri tormenti è causata dalla ferita del nostro smisurato egoismo interiore.
Colei che piange è la lesa maestà al nostro Sole invertito interiore, quello che vuole essere il solo peso e la sola misura di tutte le cose dell’universo, di cui lui occupa il posto centrale: piange solo la vanità personale, che si duole perché il creato non si asserve alla sua dominazione totale.
Per l’orgoglio di essere feriti ed umiliati si contrae la nostra Anima, e la nostra enorme sete di potere e di dominazione non può contenere il sentimento straripante che è l'essenza dell’Amore, ma attrae solo dei falsi simulacri che si ammantano di tale parvenza, perché l’Amore è una forza che si dilata e che si spande tutto intorno in donazione generosa di sé stessa, quindi non sopporta le restrizioni.
Nell’amore non vi è mai sopruso o dominazione, e nessuna relazione amorosa è mai basata sulla volontà di schiavitù e di umiliazione dell’uno o dell’altro, e se di tali sentimenti soffriamo, non di Amore si parla, ma solo di forte bramosìa di possesso, o di eccessiva passionalità, o di malcreate emozioni e di forte rancoroso dolore per il suddetto delitto di lesa maestà.
Impariamo perciò che ci sono delle ribellioni giuste che vanno attuate quando la nostra dignità e la nostra sopportazione vengono messe a dura prova, e che esse non possono essere demandate ad altri. Ribellarsi è giusto se dobbiamo difendere la giustizia e la dignità, ma nel perseguire e nel manifestare la nostra indignazione, non deve essere il nostro calore esteriore che viene messo in mostra e in attività, ma piuttosto una ferma decisione e una manifestazione calma e tranquilla della giustezza delle nostre ragioni.
Perciò la nostra forza non deve diventare mai violenza perché, se un orrore va fermato, ciò non può essere fatto usando un altro orrore, e non perpetuando un errore assommato ad altri errori fatali. Se ci sono delle giuste ribellioni che esse non provengano dalla passione o dalla emotività più ottusa che diventa una furia cieca ed oscura, e che la nostra passione divenga pura espressione di tranquillità e di pace, così da poter domare i nostri peggiori Spiriti di Fuoco.
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Sharatan
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Sharatan