giovedì 5 gennaio 2012

Nei centri dell’uomo


“L’insegnamento giunge solo per indicare la via e il viaggio,
ma la visione sarà di colui che avrà voluto vedere.”
(Plotino – Enneadi II, 3,7)

Gurdjieff dice che l’uomo non possiede un cervello ma possiede tre menti che sono collegate ai nostri centri principali, e che ognuno dei tre cervelli che abbiamo possiede una sua logica che è diversa da quella delle altre. L’idea della pluralità della mente è collegata al fatto che l’uomo è un meccanismo dal funzionamento complesso e delicato. L’intera macchina è la totalità dell’uomo, ma la grande macchina possiede tre macchine più piccole inserite al suo interno, perché ognuna delle macchine inferiori è stata progettata per svolgere un lavoro specifico e per governare una funzione diversa della macchina generale.

Ognuna delle macchine piccole può funzionare in modo autonomo, perciò ognuna di esse possiede una relativa indipendenza per lo svolgimento delle sue funzioni, infatti non ha bisogno dell’aiuto delle altre per assolvere ai suoi compiti. La relativa autonomia delle funzioni istintivo-motorie, emozionali e intellettuali spiega la nostra imperizia riguardo ai meccanismi dell’organismo umano, perché l’ignoranza impedisce che l’intera struttura venga sviluppata in modo ottimale. L’idea che l’uomo abbia una sola mente nasce dall’illusione di avere un funzionamento integrato e armonioso fin dalla nascita.

Dobbiamo accettare il fatto che l’armonia interiore sia una conquista che va saputa attuare con un duro lavoro di perfezionamento interno, perciò dobbiamo imparare a studiare le nostre caratteristiche per migliorare il loro funzionamento. La prima mente governa la costruzione dei concetti, la capacità di rappresentare e di ragionare sul mondo concreto con l’organizzazione del linguaggio e con tutti i processi mentali posti nel Centro Intellettuale. La seconda mente è nel Centro Emozionale che coordina la manifestazione dell’emozione e l’espressione del sentimento, perchè questa mente permette l’espressione dei sentimenti di gioia, di paura, di piacere, di dolore, etc,.

La terza mente è nel Centro Istintivo-Motorio che è il cervello dei due poli avendo un lato istintivo plasmato dal nostro patrimonio genetico, che va integrato con il lato motorio che viene acquisito tramite l’educazione, infatti impariamo a camminare, a parlare, a scrivere, etc., ma nasciamo con gli schemi fisiologici di base già strutturati secondo le direttive della specie. La mente istintivo-motoria ha il polo istintivo che presiede al funzionamento fisiologico del corpo, ma questo polo si deve integrare con quello motorio che coordina i movimenti e la deambulazione.

Secondo Gurdjieff restiamo inconsapevoli delle diverse menti, perché temiamo di conoscerne i meccanismi, infatti usiamo in modo sbagliato i nostri centri se non conosciamo la struttura e il funzionamento dei tre cervelli, perciò solo l’attenzione può indicare dove dobbiamo riequilibrarne l’azione delle varie funzioni. Se crediamo di essere coerenti e già completamente integrati non possiamo pensarci divisi in tre parti, perciò non possiamo comprendere le logiche dell’Uomo Intellettuale, dell’Uomo Emozionale e dell’Uomo Istintivo-Motorio.

Per ritrovare l’equilibrio dobbiamo saper accettare i nostri limiti e dobbiamo lavorare lungamente per emendare ai difetti della macchina. Dobbiamo capire che è necessario sviluppare le migliori prerogative che possediamo, ma questo avviene raramente, sebbene sia facile capire che il lavoro migliore lo deve fare chi lo sa fare, perché è il più adeguato al suo ruolo. Ogni mente si divide in tre parti e queste parti sono suddivise in altre tre parti inferiori, perciò ogni mente possiede delle funzioni che si concatenano una dentro all’altra, infatti ogni centro possiede i tre aspetti istintivo-motori, emozionali e intellettuali all’interno di ogni sottodivisione.

Ogni centro può scendere e salire in varie modalità espressive che sono permesse dalla ripetizione della logica istintivo-motoria, emozionale e intellettuale dei vari livelli. La complessa struttura dei centri permette lo sviluppo di una ricca scala interiore che è composta da nove gradini su cui si devono vedere delle espressioni di progressivo e crescente livello di raffinatezza. Lo sviluppo della scala cromatica interiore avviene raramente in tutta la sua ricchezza, perché l’ignoranza ci fa temere una completa espressività, perciò l’ignavia ci lega al pigro sopravvivere delle reazioni meccaniche.

Le vite meccaniche sostengono ottimamente anche chi non sviluppa delle raffinate competenze, perché per vegetare non è necessario diventare un pozzo di scienza, e per non soffrire per i cambiamenti che sono imposti dalle trasformazioni è sufficiente vivere come automi. Molti non riescono a cambiare il loro essere, perciò cercano il vivere del pappagallo, perché è una vita che non richiede l’onere di doversi affaticare. Molti vogliono vivere sempre le stesse esperienze, molti pensano usando le frasi fatte e diventano gli schiavi di forme di pensiero che rubano agli altri, perché non sanno pensare in modo autonomo, perciò scelgono di reagire in modo automatico a quello che la vita gli offre.

Conoscendo la logica delle menti e indagando sul loro funzionamento diventiamo più consapevoli della vera qualità della nostra vita, perciò possiamo vivere meglio. Nell’analisi generale dei tre centri, avverte Gurdjieff, facciamo molta attenzione quando vediamo degli apprendimenti basati su tecniche ripetitive, perché se la ripetizione è utile per avere degli apprendimenti più intensi e persistenti, valutiamo anche che la meccanicità plasma l'inconscio, perciò l'azione ripetitiva causa sempre un indebolimento della nostra consapevolezza.

Valutiamo che le funzioni emotive sono stimolate dall’interesse che nutriamo per l’elemento esaminato, e che l'attrazione diventa più forte se eliminiamo i fattori che disturbano l’azione attrattiva. In ogni meccanismo che cattura l’attenzione si muovono le leve dell’interesse e della curiosità che sono meccanismi del Centro Emozionale, perciò l’emozione si lega al sentimento di simpatia o di antipatia. L’emozione si controlla con la volontà, dice Gurdjieff, perciò il controllo diventa possibile sebbene al costo di sforzi e fatiche, però si può fare così come è possibile sviluppare le funzioni mentali se sforziamo l'intelligenza con una intensa attività.

La parte emozionale si educa conoscendo le gradazioni emozionali, perché la discriminazione aiuta a trasformare le emozioni. Questo lavoro inizia con il blocco dell’immaginazione, perché durante la pausa si possono riordinare i dati che abbiamo raccolto, infatti ci fermiamo per riflettere separando le registrazioni dei fatti dai sentimenti che essi suscitano, perchè il riordino aiuta l'educazione del Centro Emozionale. Svolgiamo le attività del Centro Motorio quando ci muoviamo nella vita di ogni giorno, perciò la riflessione riguarda il fatto che il lavoro affatica il corpo, ma è sempre l’attività fisica che rinforza e potenzia il corpo, perciò è normale dover imporre al centro motorio di fare i lavori più gravosi.

Per accordare le funzioni delle menti dobbiamo sapere che va attivato solo il centro che è più adatto allo scopo, perché è quello più opportuno per il compito, e che un lavoro deve essere fatto sempre a regola d’arte. L'avanzamento nella pratica arreca dei vantaggi che non si perdono, perché il lavoro benfatto diventa un patrimonio che arricchisce, e che resta per sempre in noi. Ma un lavoro si fa bene solo se lo amiamo profondamente, perciò il piacere si rinnova ogni volta che facciamo, perché il maggior piacere è nel fare solo ciò che amiamo. Solo l’amore resta indelebile facendo del bene, dice Gurdjieff, perché solo l’amore giova mentre la violenza causa l'infelicità.

Il Centro Istintivo è la parte più saggia, perché è il centro che conosce quello che è il meglio per noi, perciò la cosa peggiore da fare è quella di ostacolarlo, infatti l’istinto agisce quando deve avvertire del pericolo, e per essere ascoltato usa il linguaggio del dolore e del disagio, perciò la cosa migliore è quella di riconoscere e di apprezzare la bontà dei suoi messaggi. Per ottimizzare i centri dobbiamo imparare il loro comportamento e il loro linguaggio, perché l’analisi del loro linguaggio ci permette di comprendere la grandezza della mente che ha costruito il discorso, però facciamo attenzione perché il linguaggio è usato per falsificare la verità delle concezioni.

Riflettiamo sui meccanismi che eliminano lo sforzo e la fatica esprimendo la logica dell’inerzia, perché gli equilibri omeostatici ottimizzano la spesa energetica bilanciando la produzione per farla diventare sempre più vantaggiosa per il benessere dell’organismo. Se l'emozione strumentalizza il piacere e la curiosità e se l’emozione si collega al desiderio, pensiamo che l’emozione può venire stimolata anche dalla paura e dall’avversione. E' bene essere attratti dal piacere, dall’amore e dal desiderio, ma possiamo subire anche l'attrazione di ciò che deve suscitare il disgusto e l’avversione.

La mente emozionale è tanto sensibile da provare un dolore intollerabile se non può ottenere ciò che vuole, perciò è una mente che prova l'emozione anche nella privazione. Nel Centro Intellettuale esprimiamo la capacità di creare, di costruire, di relazionare e di raffrontare, perché l’intelletto ama confrontare e computare, perciò la mente può vedere oltre la realtà concreta e valutare la logica unitaria che è nascosta dietro l’apparente frammentarietà del mondo, perchè sa vedere anche gli aspetti astratti che sono negli oggetti concreti.

Ognuno sceglie di usare la mente che preferisce, ma la preferenza è causata dalla simpatia per la mente che si conosce meglio, perciò possiamo reagire in modo meccanico usando ogni forma di logica. La cosa migliore è quella di sviluppare tutti i cervelli, perché ogni mente può far comodo se viene usata al momento giusto, perciò la cosa migliore è quella di sviluppare ogni centro perché tutto è necessario. Le persone tendono a usare il livello che, per loro, è meno impegnativo e faticoso, perciò si costruiscono dei piccoli io che vivono una vita meccanica nel loro limitato mondo interiore.

La vita può essere un bene che è protetto da piccoli servi che si comportano come padroni però, pur ammettendo la necessità di avere degli ottimi domestici, nella vita dobbiamo avere anche esigenze più elevate. Se viviamo in modo automatico ospitiamo una folla di teste mediocri che non arrivano alla mente necessaria per capire gli obiettivi più normali. Se prevale la meccanicità, avverte Gurdjieff, dobbiamo ammettere di essere governati da un manipolo di inetti, perciò dobbiamo correre velocemente ai rimedi perché abbiamo affidato il nostro tesoro a una cricca di pericolosi cialtroni.

Buona erranza
Sharatan

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Sharatan