“Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni;
e nello spazio e nel tempo d'un sogno
è racchiusa la nostra breve vita.”
(William Shakespeare – La tempesta)
Ogni uomo è chiamato a crescere per andare verso il suo angelo, perciò ognuno deve operare con l’alchimia spirituale per evolvere. La trasmutazione ideale è quella che inizia nella materia in cui lo spirito giace avvinto dalla carne, per ascendere fino alla natura perfetta del Signore ossia del Sé. L'elevazione era indicata dal monito:“Conosci te stesso!” perché il monito invitava anche a cercare la conoscenza dell’universo e degli dei che lo popolano.
L’alchimia spirituale a cui si indirizzava comporta la conquista di una progressiva intuizione, di una capacità di penetrazione nelle cose che avviene solo con una vista interiore. Lo sguardo interiore vede oltre lo strato grezzo delle materie. Solo così si può vedere la trama di forze che la intessono, poiché uno sguardo profondo può superare le apparenze formali per vedere il lato nascosto dei fenomeni.
L’alchimista lavora sulla sua materia grezza e, con una serie di operazioni, può affinare un livello grossolano e rendendolo sottile. Mentre si opera sulla trasformazione si devono integrare le nuove sostanze alle parti più dense che abbiamo. L’alchimista riconduce la molteplicità, all'unità che è nascosta nella materia. Attraverso la trasformazione dei “metalli” si attua una trasformazione intima dell’essere, e il suo mutamento si riflette sulla qualità delle sue azioni.
La trasformazione dei metalli trasforma l’anima e la mutazione, a sua volta, agisce sulle cause formatrici e sui poteri che ci hanno strutturato. Tutto il processo alchemico è un lavoro compiuto sul lato invisibile della nostra formazione. L’operatore viene interamente mutato dalle operazioni, e la conoscenza spirituale acquisita, aiuta a sviluppare un intelletto che supera il sapere logico e analitico comune.
Egli ottiene una conoscenza che trasforma tutti i metalli. L’alchimista struttura una conformazione interiore che gli consente di agire sui regni minerali, vegetali e animali e gli permette di ottenere molte altre trasformazioni. I mistici islamici dicono che l’uomo vive in tre mondi, infatti usa i sensi, l’immaginazione e l’intelletto per conoscerli. Questa conformazione viene mostrata dalla nostra partizione di corpo, anima e spirito.
Perciò è necessario compiere uno sviluppo simultaneo di queste facoltà, infatti uno sviluppo armonioso porta – di grado in grado – dal grezzo al sottile. Regolando e armonizzando tutte le sostanze si può offrire un corpo a ciò che è sottile, così come si rendono sottili i grossolani: così riesce ad agire l’alchimia spirituale.
La facoltà immaginativa è una funzione essenziale dell’anima, perché corrisponde alla capacità di vedere l’influsso delle forze spirituali. Questo tipo di immaginazione non corrisponde all'immaginazione passiva delle fantasie che creano mondi immaginari e sviluppano idee adatte a menti che amano sognare.
Sia i teosofi che i sufi dicono che tra il mondo sensibile e quello intelligibile esiste una terza dimensione costituita dal mondo immaginale. Questa realtà non è fatta di materia materiale, ma è fatta di materia sottile che possiede figura ed estensione, mentre i mondi intelligibili che trascendono la materia hanno sia una materia che una forma.
Gli esseri del mondo immaginale sono separati dalla materia, ma hanno l'estensione e la struttura della coscienza immaginativa che vi agisce, almeno secondo Henry Corbin. Ma le forme che assume la coscienza immaginativa esistono solo in quella coscienza, mentre invece il mondo immaginale esiste in modo oggettivo ed extra-mentale. Il mondo immaginale è un mondo immateriale che entra in contatto con il mondo non materiale dell’intelligenza.
Ma, poiché non possiede neppure una forma e una estensione ha dei rapporti con il mondo materiale e sensibile. Il mondo immaginale, nel suo rapporto con il livello sensibile, svolge una funzione ordinatrice. Infatti esso informa tutto il mondo sensibile offrendogli una trama ordinata che riesce a trasformare il caos in un cosmo.
Tutto quello che accade nel sensibile non è mai casuale o accidentale, perché tutto quello che accade ha un senso che viene rivelato soltanto se sappiamo vedere il mondo spirituale che è alla base di tutte le cose. Ad ogni realtà sensibile corrisponde una realtà invisibile che è dotata di principi e di leggi che sono diverse oppure opposte a quelle che vediamo nella realtà ordinaria.
Per questo, tutte le regole che vediamo nel mondo immaginale sembrano “improbabili” o “impossibili” rispetto a ciò che conosciamo. Quando l’operatore incontra questo regno che è privo di qualità e definizioni, la sua esperienza concreta deve far posto alla prova e alla capacità d’intuizione.
L'immaginazione attiva permette di entrare nel mondo spirituale, ma solo se lasciamo la logica usuale. Il mondo immaginale precede la realtà sensibile e imita la realtà intelligibile, perché come il mondo fisico ha forma ed estensione e come il mondo intelligibile è fatto di luce. È, nel contempo, un mondo fatto sia di materia immateriale che di materia sottile, cioè “dell’incorporale che è reso sottile.”
I mistici parlano di alchimia spirituale, perché l’operatore agisce nella realtà intermedia in cui gli spiriti prendono corpo, e i corpi diventano spirito. Questo universo è “barzakh” ossia è un inter-mondo, un confine, un limite e uno schermo. In esso agiscono delle immagini archetipe che non sono percepite dai sensi, ma sono viste con l’immaginazione attiva che è l’organo di percezione di questo terzo mondo.
Questa realtà non segue una logica classica, perché è un mondo di avvenimenti psico-spirituali fatti di visioni, di azioni e di influssi che lottare contro ogni logica formale consueta. Esso appare come un mondo irreale o illusorio se non sappiamo lasciare il banale dualismo materia-spirito che viene prodotta dall'incapacità di concepire l'esistenza di un mondo intermedio.
L’immaginazione attiva realizza la trasmutazione del grezzo mondo sensibile nella purezza del mondo sottile con una visione che opera tramite simboli da decifrare che mostrano la natura dell’anima che li produce e ne definisce la qualità. Mentre l’anima agisce, essa conosce il mondo, ma conosce anche il suo senso, e questo viene ad irradiare la sensibilità che si modifica sempre più a causa dell’influsso, perciò riesce a percepire il reale sotto un aspetto diverso.
L’anima non può trarre il suo senso dall’esterno, perché essa veicolando l’esterno agisce da mediatore del rapporto che proviene dal livello immaginale: è così che l’anima imprime il suo sigillo sulla materia. Quello che l’essere percepisce è ciò che l'anima sa decifrare e che trasformare in simboli quando sviluppa la percezione superiore dell’immaginazione attiva.
Chi riesce ad ascendere – di grado in grado – verso il mondo immaginale accede alla percezione che fa conoscere una superiore realtà, perciò trova una spiritualità profonda che lo colma di gioia indicibile. La ricerca dell’alchimista aspira a modificare la sua coscienza finché diventa un essere che sembra visionario, perché esso è entrato nel mondo immaginale.
L’opera alchemica implica che l’alchimista abbia una natura mistica che vuole la realizzazione, perciò avviene una crescente e progressiva sensibilizzazione che accede a regni spirituali sempre più elevati. Il mondo immaginale è detto “Terra di Hurqalya” ossia l’Ottavo Clima in cui si attuano tutte le trasfigurazioni. Gli studiosi della scuola Shaykhie, alla fine del secolo 18°, dissero che vedere questa terra celeste trasforma l’essere di fango in argilla mistica, e che la dinamizzazione causa la trasformazione angelica del mondo immaginale.
Questi pensatori credevano che “una stessa energia fatta di luce spirituale” fosse la struttura che sottintendeva sia la realtà materiale che quella spirituale. L’alchimia vuole conciliare la realtà di questi mondi opposti, perciò vuole ridurre lo distanza che separa il livello grezzo da quello sottile, perciò riesce a produrre un "misto" alchemico.
Gli spiriti sono esseri di luce allo stato fluido, mentre i corpi sono esseri di luce allo stato solidificato, perciò l’operazione alchemica crea un “solido liquido” capace di spiritualizzare i corpi e di “corporificare gli spiriti.” La coscienza possiede una natura meditativa che interiorizza le trasformazione che attua, perciò può creare il corpo angelico che è il frutto naturale e la suprema conciliazione delle due nature che possediamo.
La meditazione produce il fuoco dell’immaginazione attiva che è in grado di usare i simboli per comunicare, infatti la mente può modificare come vuole tutte le cose e gli eventi del mondo. I simboli servono per dinamizzare le nostre energie emozionali e le nostre capacità cognitive, perciò essi agiscono modificando i rapporti dell’anima e del corpo.
Con una serie di operazioni di sottilizzazione e di coagulazione espresse dal monito alchemico Solve et coagula, l’operatore depura la sua materia e soprattutto raffina la sua terra interna fino a trovare l’oro, cioè il corpo di Resurrezione e l’elisir che permette tutte le trasformazioni.
La mistica islamica, secondo Henry Corbin, considera la pratica meditativa come un “lavoro” del fedele che cerca di risalire con una serie di depurazioni, fino alla sorgente più sottile di se stesso. L’adepto conosce la fisiologia spirituale con cui ascendere ai mondi angelici, perciò usa una meditazione detta “ta’wil” che fa ricordare i fatti, i dati e gli eventi risalendo fino alla loro origine, perciò riconduce il molteplice al modello o archetipo da cui provengono.
Questa operazione usa uno stato di trance che permette di percepire i diversi livelli in cui le forze spirituali agiscono quando scendono dai mondi superiori al nostro: e tutto diventa comprensibile anche per la coscienza comune. Il “ta’wil” è il lavoro che aiuta ad attuare la simbolizzazione che concilia tutti i piani, e che riesce a concatenarli uno all’interno dell'altro.
Ogni piano inferiore mostra il senso del piano superiore di cui è simbolo, perché il livello superiore è il modello del livello inferiore. Ogni piano è governato dall'entità angelica che possiede le connotazioni specifiche di quel piano, perciò l’entità angelica diventa modello e "referente semantico" di quel piano.
Esistono diversi mondi sovrapposti gerarchicamente, perciò va scoperta questa profonda realtà spirituale in cui viviamo. Questo è possibile solo se dal livello grezzo ascendiamo ai mondi più raffinati e sottili. Il passaggio di livello diventa un percorso iniziatico che ha il potere di trasformare interamente la coscienza del “fedele” perché lo fa entrare in contatto con delle entità angeliche sempre più potenti. Anche la coscienza si modifica in proporzione alla crescente raffinatezza delle facoltà percettive.
Tutto questo lavoro fa salire e fa discendere la scala dei diversi livelli dell’essere, e fa sperimentare diversi livelli di coscienza: il senso della scala di Giacobbe non è altro che questo processo. Salendo ogni gradino si partecipa della luce della gerarchia che lo presiede, e venendo fortificati da queste energie scendiamo sempre più nel profondo e riprendiamo a salire, finché siamo in cima.
Per i sufi e i mistici islamici, quei gradini sono le differenti “stazioni” che un certo tipo di trance ci consente di sperimentare. I testi occidentali e Alberto Magno parlano di “immaginazione magica” come forma di immaginazione che permette alla magia, all’ermetismo e alla mistica di agire, ma anche questa forma di coscienza è una estasi e una forma di trance attiva.
Buona erranza
Sharatan
ciao sharatan
RispondiEliminaa proposito..... di alchimia
L'olio di Flora lo sto usando su alcune medicazioni chirurgiche x umani e funziona
Grazie per averlo segnalato
P.S. riguarda l'articolo di 2 aa or sono.
Max
Me lo ricordo bene quell'olio, caro Max :-) Conosco Flora e so che il suo olio ha fatto miracoli anche sugli umani. Ho visto le foto di piaghe che sono guarite...con la carne devastata che si rigenera totalmente. Sono contenta di aver segnalato il medicamento inventato da una persona solare e positiva. E' vero anche quella è alchimia. Un doppio abbraccio :-)
RispondiElimina