sabato 10 agosto 2013

Una razza misteriosa



“Ecco vi dichiaro ciò che è nascosto:
l’Opera è in ognuno di voi e in voi:
trovandola, ove essa è continuamente,
voi l’avrete anche sempre, dovunque voi siate.”
(I sette capitoli di Ermete)

Nell’antica Babilonia si narrava che i 7 spiriti planetari cioè i 7 venti malvagi si erano armati contro il Dio-Luna per costringerlo a sparire con una definitiva eclissi. Secondo l’antico libro samaritano, l’Atasir, mentre Adamo abitava nel Paradiso della Saggezza ossia a Sifrah, vide i 7 pianeti dei giorni, ma quando si avvicinò per osservarli meglio si accorse che non c’erano più. Perciò Adamo se ne partì da quel luogo e andò ad abitare a Badan, cioè nella Casa del Giudizio.

Anche quando Enoch vide 7 montagne di fuoco nella sua visione, in sogno, allude a tutte queste simbologie che indicano gli astri erranti del cielo per l’infinito. Infatti i 7 pianeti danno origine al cielo degli astri fissi che sono tali perché ai Vigilanti venne inflitto il supplizio di perdere la libertà, e gli fu imposto di stare fissi nel cielo, al medesimo posto, per tutto il ciclo evolutivo.

Secondo il racconto di Enoch, gli angeli ribelli scesero in terra nei giorni di Yared, cioè ai tempi di suo padre. Essi scesero sul monte Hermon che derivò il nome da “herem” che significa “anatema.” L’anatema avvenne quando essi si legarono reciprocamente al medesimo peccato, perciò non esiste un male che sia isolato. Nel Libro dei Giubilei c’è una mitologia in cui si narra di una schiera di angeli che furono mandati da Dio per insegnare agli uomini, ma essi passarono dal bianco al nero. Questi angeli, mentre vivevano tra gli uomini vennero contaminati da quel contatto.

Secondo questa mitologia, il Male sorse in forma di corruzione del Bene causata della perdita di energia, infatti avvenne che l’Essere subì una corruzione della sua natura nell’atto del Divenire. L’idea di queste concezioni è che la materia generalmente si oppone all’influenza delle forze celesti, perciò i filosofi greci e persiani dicono che la corruzione portò la durata della vita umana a soli 120 anni. L’unione impura tra gli spiriti celesti e le anime umane fu punita con un parziale ritiro del soffio divino: e tutto avvenne per il tradimento degli Eggregori.

I figli che vennero generati furono metà angeli e metà uomini, però quella natura mista fu vinta dalla voracità insaziabile e dalla feroce violenza delle loro brame. Ma dopo il massacro dei Giganti, la terra era ormai troppo inquinata dagli spiriti impuri generati dall'animalità, e le schiere dei demoni camminavano sulla terra.

Filone di Alessandria dice che l’anima entrando nella carne subisce una “catabasi” ossia una caduta che gli fa percepire i desideri in modo psichico. Ma la caduta comporta il fatto che lo psichico è avvinto alla carne e al sangue. Perciò nasce la paura di tutto ciò che rappresenta la morte, la malattia e anche il desiderio sorge dalla discesa nella carne. Perciò il Diluvio dovette lavare il mondo con le acque, e i guardiani dell'ordine divennero i ribelli. Essi furono incatenati nel cielo, come nel mito greco il titano Prometeo, che era incatenato alla roccia-materia. Però quel supplizio venne imposto badando che ognuno divenisse un angelo che vigilava un posto ben definito e conforme alla sua natura.

In questo modo ai ribelli venne imposta una limitazione eterna. Venne data l'opportunità di poter fare una ronda circolare nel cielo, e di ritornare periodicamente nel luogo assegnato. Dio fece in modo che quei ribelli arroganti divenissero i Vigilanti dell’ordine che volevano violare. La colpa dei Vigilanti originò il male e diede origine alla stirpe degli spiriti impuri che percorrono la terra.

Arturo Schwarz, uno dei maggiori studiosi di cabala e di alchimia, dice che nella cultura ebraica antica non esiste il concetto di “peccato originale” per come è insegnato nel cristianesimo. Il termine ebraico che lo indica inizia a trovarsi nei testi solo dal periodo rinascimentale, perciò la capacità di padroneggiare la componente umana e quella divina è il vero segreto dell’Albero del Bene del Male.

Nel Corpus hermeticum si dice che l’uomo non si è abbassato dalla condizione divina per vivere nella paura e nella limitazione, ma deve sperimentare unoo stato di potere progressivo che viene ottenuto con l’incremento delle sue potenzialità e della sua forza. Queste prerogative sono possibili poiché abbiamo una doppia natura. Le funzioni contenute nella nostra duplice natura ci conformano in modo da poter avere, nel contempo, sia una natura umana che quella divina.

L’uomo realizzato diventa più grande degli dei, perché gli dei non scendono sulla terra, ma quando l’uomo sa rendersi immortale può ascendere al cielo per misurarlo. Perciò la “razza nuova” che gli alchimisti cercano non ha connotazioni di razze superiori, ma indica un fenomeno di rinnovamento spirituale e di rigenerazione interna che è potenzialmente accessibile a tutti. L’uomo primordiale fu Adamas e l’Uomo Rinato diventa simile al primo nato, perché entrambi sono della stessa sostanza e natura.

Secondo Henry Corbin, l’alchimia è la fisica della resurrezione, e molti possono concordare su questo. Secondo Simon Mago “l’essere beato e perfetto” è presente in ognuno, perché è potenzialmente nascosto in ogni uomo. Egli è sempre presente, ma non esiste se non viene attualizzato in modo concreto, affinché divenga colui che si tiene in piedi e che sa restare in equilibrio. Così come si manterrà in piedi quaggiù saprà farlo anche in futuro. Egli sarà quaggiù come sarà lassù, essendo generato dalla stessa fiumana d’Acqua.

Com'è in Basso sarà in Alto secondo Simon Mago, perché trovando l’equilibrio possiamo restare in piedi anche al cospetto della potenza divina. L’uomo è un dio mortale ma è anche un dio uranio, perciò può risalire alla sua potenza originale. Julius Evola scrive che l’Aquila a cui la folgore accecò lo sguardo è l’essere che fu Titano, e la Vita-Luce dei Vangeli di Giovanni parla della “razza misteriosa degli uomini perfetti e sconosciuti delle generazioni anteriori.”

La tradizione di Ermete si trasmise per molto tempo, perché gli alchimisti cercavano i cieli dai quali fummo cacciati. La “coincidenza degli opposti” che cercavano è quella che proviamo quando abbiamo l’equilibrio tra il corporeo e lo spirituale e conciliamo la dualità dei principi che è ispirata dal Tutto che viene percepito come Coscienza.

Nell’uomo è immanente una “cosa meravigliosa” che sorge dal “caos vivo” nel quale è compresa potenzialmente, perciò essa ha ogni possibilità di realizzarsi. Tutte le simbologie alchemiche alludono all'assonanza di funzionamento tra il meccanismo cosmico naturale e il funzionamento interno dell’uomo. Già il Corpus hermeticum fornisce gli indizi per capirlo, soprattutto nel punto in cui è detto: “Sei tutto in Tutto, composto di tutti i poteri.”

Anche quando Gesù dice che “il Regno dei Cieli è dentro di voi” usa una espressione tipica nella tradizione alchemica. Anche l’Acqua di Vita che la mistica cristiana afferma possa penetrare nell’uomo, mostra l’esistenza di un principio che può penetrare in noi per portarci oltre la morte. Secondo i mistici, quando l’uomo sente la sete di questa Acqua, egli ne beve. Allora si accende, in lui, una Luce di Vita che lo sostiene e lo nutre in eterno.

Il corpo terrestre è un tutt’uno con la totalità del Fuoco dello Spirito. La natura del mondo si rivela nelle varie nature di forze che presiedono agli uomini, perciò si vedono forze che si impietriscono in forme fisse di manifestazione. E questo è il male! Si rivela così anche il segreto degli stati di coscienza e delle varie qualità di Spirito che si esprime per mezzo di quelle corporeità.

In Oriente si dice che seguendo le tracce dell’Atma si riesce a conquistare la conoscenza dell’universo. Agrippa dice la stessa cosa quando afferma: “Nessuno può arrivare ad eccellere nell’arte alchemica senza conoscerne in se stesso i principi; e in più si avrà la conoscenza di sé stesso, più si acquisterà potere attrattivo, e si compiranno cose grandi e mirabili.”

La via interiore è una via sacra che parte dalla pietra nera che non è fatta di pietra, e che simboleggia il cosmo. Dal piombo nero dell’umanità sorgono degli eroi e degli dei che diventano come “cieli” e “pianeti” perciò vediamo l’evoluzione di uomini elementari, di uomini metallici e di uomini siderali. E’ nel corpo che si rettifica la Pietra, perché la conoscenza del sé e la conoscenza del mondo si inter-condizionano.

Queste due forme di conoscenza si fondono fino a divenire la cosa meravigliosa da avere, cioè vediamo le vera meta della Grande Opera. In Alto e in Basso sono presenti i Tre, i Quattro, i Sette, i Dodici, così come ovunque vediamo Zolfo, Mercurio e Sale, vediamo Terra, Acqua, Aria e Fuoco e vediamo l'influsso dei 7 pianeti e dei 12 segni zodiacali, in cui tutte le materie sono mescolate.

I figli di Ermete dicono che esiste un’unica Fornace e una sola Via, perché l’Opera è unica. Dicono che esiste una sola natura e una sola arte e un’unica operazione, perché al di fuori di queste non esistono vie. La nostra Pietra esiste ma si nasconde, finché l’artista non si accinge ad iniziare l’Opera. L’arte ermetica ridesta l’amore per le analogie, perciò ricerca la realtà dei contatti simbolici con una tecnologia divina ed operativa ossia concreta.

L’attività avviene mediante l’affinità delle nature che riesce a fascinare le nature “consustanziali” finché l’Opera fa accedere ad un Terzo Mondo dove sono riunite le forze macrocosmiche e microcosmiche. La creazione viene concepita come un atto creativo continuo e fuori dal tempo, perciò la creazione è sempre presente e avviene nel momento in cui un atto potenziale diventa immanente e si realizza.

Nella natura profonda di tutte le cose esiste un caos creativo a cui la mitologia ha collegato varie figure mitiche e divinità, ma la natura della via è ritornare in noi. Perciò è la via interiore è equiparata alla discesa nelle viscere della terra. La natura più profonda dell’insegnamento alchemico prende avvio dal paradigma mentale che viene suggerito nei racconti di Esiodo e della Bibbia.

Quando sono meditati i detti di Cristo e si riflette sulle imprese di Giasone che ricerca il Vello d’Oro oppure su Ercole che divenne immortale in virtù delle 12 fatiche, si racconta lo stesso viaggio verso l’unità. Tutti questi fatti, siano storici o meno, furono usati come esempi per le riflessioni. Le allusioni agli stati psicologici e spirituali correlati servirono per accedere a forme di coscienza fuori dall'ordinario. Il mito offrì i suoi simboli per aiutare la percezione di un ordine superiore in cui natura e uomo vivono in armonia, così come vivevano al tempo della creazione.

Buona erranza
Sharatan

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Sharatan