domenica 13 aprile 2014

Riconoscenza



“State camminando per strada e, senza una precisa ragione, all’improvviso vi sentite pervasi da una sorta di dilatazione che rende il vostro passo più leggero. Allora, non solo provate un interesse, un fascino in tutto ciò che fino a quel momento non avevate neppure notato, ma inoltre i passanti vi sembrano così simpatici che avete voglia di sorridere per condividere con loro quella gioia e l’allegria improvvisa che è venuta a visitarvi.

Non cercatene la causa, perché la gioia senza una causa è la vera gioia, così come la tristezza senza una causa è la vera tristezza. Non dico che non ci siano delle ragioni obiettive per essere allegri o per essere tristi, ma la vera allegria è una disposizione dell’anima la quale, al di là delle difficoltà, degli ostacoli e dei dispiaceri, sente la vita come un dono di Dio e trabocca di riconoscenza, la vera tristezza, invece, è una disposizione psichica che rende l’essere cieco a tutte le cose belle e buone, a tal punto che egli trova ovunque unicamente dei motivi per affliggersi.

Se volete ricevere spesso questa visita dell’allegria, coltivate la riconoscenza: riconoscenza verso il Creatore, verso la natura e gli esseri umani. Allora, anche se non avete alcun motivo per rallegrarvi, la gioia verrà a cogliervi di sorpresa, come quando degli amici vi fanno una bella sorpresa di una visita inaspettata.

Direte che per provare il bisogno di ringraziare bisogna avere un motivo. No. Ringraziate… e basta, senza porvi domande sulle ragioni di quel “grazie.” Se volete provare quella gioia senza causa che dà alla vostra esistenza un sapore, un colore e una luce, imparate a ringraziare anche senza motivo.

Sicuramente i motivi per ringraziare non mancano: potete ringraziare Dio per la vita che avete ricevuto, quella vita che vi permette di scoprire tante ricchezze: potete ringraziare per la gioia di avere la salute, una famiglia, degli amici … Pronunciando la parola “grazie” è come se faceste scaturire una sorgente di luce, di pace e di gioia dalla vostra anima, e quella sorgente inonda tutte le vostre cellule.

A poco a poco sentite che qualcosa in voi si vivifica, si fortifica, si rischiara; e se un giorno doveste affrontare grandi prove, non solo non crollerete ma sarete ancora capaci di continuare a ringraziare, e sarà questa capacità di ringraziare nelle prove che vi aiuterà a superarle. Quante buone cose provengono da un sentimento di riconoscenza, e quante cose cattive derivano dall’ingratitudine!

Perché tutto questo va molto più al di là del sentimento che provate in un dato momento. Dall’istante in cui introducete in voi un sentimento di riconoscenza e lo conservate per accrescerlo, esso non si limita ad esistere passivamente. A causa della legge di affinità, con le sue vibrazioni attira delle impressioni, delle sensazioni che gli assomigliano. Tutte le benedizioni vi giungeranno dunque da questa piccola cosa: un moto di gratitudine.

In tutto ciò che vi accade, nelle pene come nelle gioie, c’è qualcosa da scoprire per la vostra evoluzione, per la vostra comprensione della vita; e la gratitudine è la chiave che apre le porte del vero sapere. […] La verità è che nel momento in cui gli avvenimenti si verificano, non possiamo sapere se questi col tempo si riveleranno per noi buoni o cattivi. Quante circostanze, che le persone ritenevano fortunate, sono state alla fine la causa della loro rovina, mentre certe prove, alla lunga, si sono rivelate assai benefiche!

Non è immediatamente che possiamo giudicare della fortuna e sfortuna; per pronunciarsi, bisogna aspettare le conseguenze a lungo termine di ogni avvenimento. La saggezza consiste dunque nel considerare le difficoltà e le prove come degli inseguitori che sono mandati dalla Provvidenza, e che ci stanno alle calcagna per obbligarci a percorrere dei sentieri lungo i quali faremo grandi scoperte. Senza questi inseguitori non ci muoveremmo, e resteremmo ignoranti e deboli. Quanti tesori ci attendono così!

Chi di fronte ad ogni inconveniente inizia a lamentarsi o a ribellarsi, passerà accanto a quei tesori senza vederli. Questa filosofia deve diventare la vostra seconda natura. Di fronte ad ogni situazione sgradevole o dolorosa, prendete l’abitudine di dire a voi stessi che forse, in fondo al cammino, c’è una gioia che vi attende. Siccome per ora non sapete quale sarà il seguito, non perdete il vostro tempo a lamentele e ribellioni, ma ringraziate piuttosto il Cielo.

Dicendo “grazie” liberate in voi stessi delle energie che vi aiuteranno a tener testa. Ecco la potenza del ringraziamento: esso già attacca l’ostacolo che stava sorgendo e neutralizza i veleni che la vostra tristezza e il vostro scoraggiamento cominciavano a distillare. Niente è più difficile a pronunciarsi sulla natura di avvenimenti che si stanno verificando.

Ciò è vero sia per quello che capita a noi che per quello che capita agli altri, perché non conosciamo né il passato né l’avvenire. […] Siccome non conoscete le ragioni di ciò che vi accade, prendete l’abitudine di ringraziare il Cielo. Bisogna che questo vi venga naturalmente, senza che dobbiate far intervenire la vostra volontà, esattamente come respirate.

Coscientemente o meno, ringraziate perché in ogni caso questo si registra. Ringraziando, purificate e rischiarate l’atmosfera in voi e intorno a voi. Perciò, ringraziate subito, spontaneamente, automaticamente; avrete in seguito tutto il tempo di ricordarvi perché e come avete ringraziato. Sì, ringraziate sempre e per tutto … anche per il bene che fate.

Vi dicevo che non dovete mai aspettarvi che le vostre buone azioni vengano riconosciute. A volte è difficile: anche se non vi aspettate di ricevere qualcosa in cambio, sperate almeno che venga riconosciuto il fatto che avete agito bene. Tuttavia, non sempre è così; anzi, talvolta si fa di tutto per rivolgervi dei rimproveri.

In tal caso supererete la delusione e la tristezza che potete provare, sentendovi riconoscenti per aver potuto rendervi utili. Quindi, quando fate qualcosa di buono per gli altri, non sono tanto questi ultimi a dovervi ringraziare: siete voi a dover ringraziare loro per avervi dato l’occasione di manifestare non solo la vostra bontà e la vostra generosità, ma anche la vostra saggezza, la vostra intelligenza e ancora altre qualità e capacità che devono essere messe in atto allorché si vuole rendere un servizio.

Saper ringraziare è la prova che si è coscienti, che si è visto, che si è compreso. Ecco perché la gratitudine è una virtù così essenziale. Se gli esseri umani non sanno ringraziare è perché sonnecchiano, perché non hanno imparato a guardare, ad ascoltare, a sentire gli esseri e le cose. Psichicamente, i loro cinque sensi sono addormentati. […]

Tutti gli esseri che vivono accanto a voi, come quelli che incontrate, sono là per farvi riflettere, per affinare la vostra sensibilità. Quando imparerete a gioire e a ringraziare per tutte le inesauribili ricchezze della vita, così da diventare voi stessi più vivi? Chi sa gioire raccoglierà un sasso lungo il cammino e dirà: “Guardate cosa ho trovato!”

Per lui, quel sasso è un testimone della creazione del mondo: stringendolo nella sua mano, egli sente i miliardi di anni che sono trascorsi e le forze che hanno agito su di esso fino a farlo diventare quella pietra lungo la via. Ecco le esperienze da fare!” (Omraam Mikhael Aivanhov)

2 commenti:

  1. Ciao Sharatan,

    altro post da incorniciare!

    Le parole di Aivanov e il concetto del ringraziare sempre e comunque sono eterne.

    mi viene in mente la storiella dei due monaci:

    "Due monaci pregano senza sosta, 
    uno è corrucciato, 
    l'altro sorride.
    Il primo domanda: "Com'è possibile che io viva nell'angoscia e tu nella gioia se entrambi preghiamo per lo stesso numero di ore?"
    L'altro risponde: "Perchè tu preghi sempre per chiedere
    e io prego solo per ringraziare."

    ringraziare a prescindere ...
    amare a prescindere
    incondizionatamente ...

    e tutto si mette a posto ...

    un abbraccio

    Alex

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  2. Ciao Alex :-)
    rispondo in ritardo, ma i tuoi commenti sono sempre graditi... e grazie per la storia che ci doni :-)
    E' vero! Le parole di Aivanhov ci aiutano a riflettere sulle piccole fortune che diamo per scontate. Non dovremmo mai disprezzare le cose belle che abbiamo.

    Troppo spesso ci accorgiamo del bene che avevamo solo dopo averlo perduto. Avere un atteggiamento di gratitudine e riconoscenza verso la vita facilita la gioia di vivere e la fortuna, credimi, è sicuramente così :-)

    Ti mando un abbraccio carissimo e... tanti auguri di gioia e felicità

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Sharatan