"Una comunità si può dire genuina solo se nutre menti aperte e cuori aperti. Non puoi nutrire una mente aperta se insegni dogmi. Fornire risposte alle persone è manipolazione e controllo. Aiutale piuttosto ad articolare le loro domande e ad avviare la ricerca personale delle risposte.
Non puoi favorire l'apertura del cuore se escludi qualcuno dalla comunità o riservi trattamenti di favore ad altri. Le persone aprono il cuore quando si sentono accolte e trattate in maniera equanime. Nulla fa chiudere un cuore così in fretta come la competizione per amore e attenzione. Per tale motivo il punto focale di una comunità deve essere la creazione di chiari confini e l'avvio di un sano processo di gruppo.
A ogni persona deve essere offerta l'opportunità di essere ascoltata e incoraggiata a comunicare senza sacrificare gli altri. Quando si crea uno spazio sicuro in cui si possono esprimere le emozioni senza essere attaccati dagli altri, fraintendimenti, giudizi e proiezioni si possono dissolvere. Le persone possono tornare al proprio cuore e la fiducia può essere ristabilita.
Nel confessare paure e giudizi agli altri, contribuisci alla creazione di una cultura di gruppo che esprime compassione e perdono. Né tu, né gli altri dovete sentirvi in colpa quando sorgono paure e giudizi.
Quando l'ego viene trattato con compassione, non è più l'ego ad agire, ma qualcos'altro più gentile e affettuoso, che sa cosa sono la premura, l'accettazione e il perdono. Non importa come lo chiamate. Nessuno è più spirituale di un altro. Ogni persona ha giudizi e desideri di liberarsene. Quando una persona riconosce un proprio errore, gli altri pensano "adesso tocca a me, non sono diverso da mio fratello."
Nessuno finge di essere spirituale, né desidera essere perfetto o si vergogna delle proprie imperfezioni. C'è solo l'accettazione dell'ego nei suoi movimenti di ascesa e discesa. Ci sono pazienza e compassione. In tal modo lo spazio diventa sempre più sicuro.
Una comunità di tal fatta offre benedizioni incondizionate e perdono. E' uno spazio sicuro dove l'ego si manifesta senza essere condannato, uno spazio sacro dove ogni contrazione, ogni movimento di paura, viene riconosciuto con dolcezza e rilasciato. E' un rifugio in cui cuore e mente si chiudono solo per aprirsi di più alla presenza dell'amore." (Paul Ferrini, Io sono la porta, Macro ed., 2009)
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Sharatan