giovedì 14 gennaio 2016

Che cos’è l’amore?



"Che cos’è l’amore? È possibile comprenderlo verbalmente e intellettualmente o è qualcosa che non si può mettere in parole? Che cos’è ciò che tutti chiamiamo amore? L’amore è sentimento? L’amore è emozione? Si può dividere in amore divino e amore umano? C’è amore quando c’è gelosia, odio o spinta competitiva? C’è amore quando ciascuno cerca la propria sicurezza, tanto psicologica che esterna, mondana? Non siate subito d’accordo o in disaccordo, perché tutti ci siete coinvolti.

Non stiamo parlando dell’amore in astratto: un’idea astratta dell’amore non ha nessun valore. Voi e io possiamo avere moltissime teorie al proposito, ma che cos’è in realtà ciò che chiamiamo amore? C’è il piacere, il piacere sessuale, in cui c’è gelosia, possesso, dominio, desiderio di possedere, di avere, di controllare, di interferire con ciò che pensa l’altro. Conoscendo la complessità di tutto questo, diciamo che deve esserci un amore divino, bello, immacolato, puro. Vi meditiamo sopra, entriamo in un atteggiamento devozionale, sentimentale, emotivo, e siamo perduti.

Non riuscendo a capire questo fatto umano chiamato amore, ci rifugiamo in astrazioni che non hanno assolutamente nessun valore. È vero? Quindi, che cos’è l’amore? È piacere e desiderio? L’amore è per una persona sola, e non per molte? Per comprendere questa domanda, che cos’è l’amore, dobbiamo esaminare il problema del piacere, il piacere sessuale o il piacere di dominare l’altro, di controllare o di annullare l’altro; e se l’amore è per una persona sola, negando l’amore per un altro.

Dire: “Ti amo”, esclude l’amore per gli altri? L’amore è personale o impersonale? Pensiamo che, se amiamo una persona, non possiamo amare tutti, e se amiamo l’umanità non possiamo amare una persona specifica. Tutto ciò non significa che nutriamo delle idee su ciò che l’amore dovrebbe essere? È sempre il modello, il codice sviluppato dalla cultura in cui viviamo, o il modello che ciascuno ha coltivato da sé. Così, le idee sull’amore diventano molto più importanti del fatto; coltiviamo idee su che cos’è l’amore, su che cosa dovrebbe essere, su che cosa non è.

I santi delle varie religioni, sfortunatamente per l’umanità, hanno deciso che amare una donna è completamente sbagliato: non potete assolutamente avvicinarvi alla loro idea di Dio se amate una persona. Il sesso è tabù, i santi l’hanno bandito, ma in genere ne sono divorati. Quindi, per esaminare che cosa sia l’amore, occorre anzitutto mettere da parte tutte le idee, tutte le ideologie che lo riguardano, come dovrebbe essere o come non dovrebbe essere, e la divisione tra divino e non divino. Siamo in grado di farlo?

Siamo in grado, non come reazione ma perché comprendiamo l’intero processo della divisione tra l’idea e il fatto, di mettere da parte l’idea e guardare il fatto reale, la realtà? Altrimenti, questa divisione tra ciò che dovrebbe essere e ciò che è diventa il modo più falso di affrontare la vita. La Gita, la Bibbia, Gesù Cristo, Krishna, tutti costoro, tutti i libri, dicono: “Devi, devi, devi”. Mettete completamente via tutto ciò; sono tutte idee, ideologie. Così potremo guardare la realtà. Allora vedremo che né l’emozione né il sentimento hanno parte là dove è chiamato in causa l’amore.

Il sentimentalismo e l’emozione sono semplici reazioni di attrazione e repulsione. Mi piaci, e mi appassiono tremendamente a te. Mi piace questo luogo, il che implica che non mi piace un altro luogo, e così via. Perciò, sentimento ed emozione generano crudeltà. L’avete mai notato? L’identificazione con uno straccio chiamato bandiera nazionale è un fattore emotivo e sentimentale, e per questo fattore siete disposti a uccidere.

Prende il nome di amore per la vostra patria, amore per il vostro popolo. Ma si può osservare che, dove intervengono il sentimento e l’emozione, non c’è amore. Sono l’emozione e il sentimento che causano la crudeltà del “mi piace” e “non mi piace”. Si può inoltre osservare che dove c’è gelosia non c’è amore. È così ovvio! Sono invidioso di voi perché avete una posizione migliore, un lavoro migliore, una casa migliore; avete un aspetto migliore, siete più intelligenti, più pronti, e io sono geloso di voi.

Anche se non ve lo dico, competo con voi, che è una forma di gelosia, di invidia. L’invidia e la gelosia non sono amore, perciò li spazzo via. Non sto parlando di come fare per spazzarli via continuando nel contempo a essere invidioso. Li spazzo via realmente, come la pioggia toglie la polvere di molti giorni da una foglia; li tolgo, semplicemente. L’amore è piacere, desiderio, sesso? Osservate tutti gli elementi implicati. L’amore è piacere?

Sapete quanto la parola amore sia abusata: “Amo il mio paese, amo quel libro, amo questa valle, amo il mio re, amo mia moglie, amo Dio”. Che carico pesante sopporta. Possiamo liberare questa parola, dato che dobbiamo usarla, dalle incrostazioni di secoli? Possiamo farlo solo esaminando a fondo la domanda: l’amore è piacere e desiderio? Abbiamo detto che il comportamento si fonda sul principio di piacere; anche sacrificarci si basa sul piacere. Lo notate in tutti gli aspetti della vita.

Ci comportiamo in un certo modo perché, essenzialmente, ci piace. E diciamo, se non vi abbiamo riflettuto un granché, che l’amore è piacere. Ora cerchiamo di capire se l’amore va al di là del piacere e se quindi include il piacere. Che cos’è il piacere? Dal luogo in cui sono seduto vedo, attraverso un’apertura tra gli alberi, una collina con in cima una roccia. È un po’ come il paesaggio italiano, con un castello e un villaggio in cima alla collina. Vedo dei fiori con le foglie che brillano alla luce del sole. È una grande gioia, un grande piacere. Non è così?

Questo scenario è davvero bellissimo. C’è la sua percezione, e nella percezione un’immensa gioia. Questo è piacere, non è vero? Che cos’ha di sbagliato? Guardo, e la mente dice: “Che bello! Vorrei poterlo vedere per sempre, non vivere in una sudicia città, ma vivere qui in pace senza far niente”. Voglio la ripetizione di tutto ciò, e domani ritornerò a sedermi qui, che voi ci siate o no, e lo guarderò di nuovo, perché l’ho goduto ieri e voglio goderlo anche oggi.

Quindi, nella ripetizione c’è piacere. Ieri c’è stato il piacere sessuale, e voglio ripeterlo oggi e domani. Guardo la collina, gli alberi, i fiori, e in quel momento c’è una gioia totale, la gioia di una grande bellezza. Che cosa c’è di sbagliato in questo? Non c’è niente di sbagliato, ma quando il pensiero interviene a dire: “Per Giove, che meraviglia! Voglio ripeterla”, questa ripetizione è l’inizio del desiderio, la ricerca del piacere, del domani. Così il piacere del domani diventa meccanico.

Il pensiero è sempre meccanico, ricrea un’immagine di quella collina, di quei fiori; ne costruisce il ricordo, e il piacere che ho provato deve essere ripetuto. Quella ripetizione è la continuità del desiderio rafforzata dal pensiero. Diciamo: “L’amore è piacere, l’amore è desiderio”, ma lo è davvero? L’amore è un prodotto del pensiero? Prodotto del pensiero è la continuità del desiderio come piacere. Il pensiero ha prodotto questo piacere ripensando a ciò che è stato piacevole ieri, e che voglio ripetere oggi. L’amore è quindi durata del pensiero, o il pensiero non ha niente a che fare con l’amore?

Potremmo rispondere che il pensiero non ha assolutamente niente a che fare con l’amore, ma possiamo affermarlo realmente solo quando abbiamo compreso il problema globale del piacere, del desiderio, del tempo e del pensiero, il che significa che c’è libertà. Nella libertà, l’azione può essere soltanto immediata. Osservate: il comportamento ripetitivo, il comportamento che segue un modello, causa non solo rapporti meccanici e ripetitivi, ma disordine.

In ciò agisce il fattore tempo. Ci stiamo domandando se esiste un comportamento, una condotta, totalmente liberi, attimo dopo attimo, istante per istante. Solo in un comportamento completo momento per momento c’è virtù, senza continuità di ieri e domani. La libertà è nel momento dell’azione, che è comportamento non legato allo ieri o al domani. Guardatelo in un altro modo: l’amore ha radici nello ieri o nel domani? Ciò che ha radici nello ieri è il pensiero. Il pensiero è la risposta della memoria, e se l’amore è soltanto memoria, ovviamente non è la cosa vera.

Se vi amo perché ieri siete stati gentili con me, o se non vi amo perché ieri non mi avete dato la possibilità di fare una certa cosa, questa è una forma di pensiero, che accetta e rifiuta. Esiste un amore che non abbia emozione e sentimento, che non appartenga al tempo? Non è un problema teorico ma concreto, se lo affrontate realmente. Allora scoprirete che l’amore è sia personale sia impersonale, sia per uno solo sia per tanti. È come un fiore profumato, potete odorarlo o ignorarlo. Ma il fiore è li per tutti, e per chi si dà pena di odorarlo profondamente e guardarlo, è una grande gioia." (Jiddu Krishnamurti)

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Sharatan