Due pescatori vivevano in misere capanne nei pressi di un ponte che attraversava il Fiume Giallo. Il primo dei due pescatori non si alzava mai prima di mezzogiorno e pescava pigramente, mentre l'altro era operoso infatti si alzava all’alba e trascorreva tutto il giorno a pescare. Ma, per quanto lavoro facessero, uno alacremente e l’altro più pigramente, il pesce che pescavano non sopravviveva a lungo fuori dal fiume.
Sebbene lo mettessero subito in secchi pieni d’acqua, il pesce moriva perciò portavano ben poco pesce al mercato. I negozianti non compravano volentieri il loro pesce. O meglio, si può dire che lo compravano solo se non c’era del pesce migliore da comprare. I due non se la cavavano molto bene, e anche quello che lavorava più duramente per tutto il giorno stentava a sopravvivere. Una notte, quello che lavorava tanto fece uno strano sogno che era destinato a trasformare la sua vita.
Il pescatore sognò che era seduto sull’uscio della sua capanna impegnato a rammentare le sue reti, quando vide avvicinarsi un vecchio con una gran barba bianca. Il vecchio lo chiamò e gli disse: “Pescatore, bada che domani all'alba vedrai passare il gruppo degli Otto Immortali che attraverseranno il ponte vicino alla tua capanna. Tu resta ad aspettarli e, se riconoscerai qualcuno, fermalo e digli che desideri un dono. Se farai ciò che ti dico, la tua sorte muterà per sempre.”
Al risveglio, il pescatore non sapeva se credere o meno allo strano sogno, ma decise di fare quello che gli aveva detto il vecchio. Si alzò all’alba e si nascose accanto al ponte e aspettò finché vide arrivare un gruppo di persone vestite alla maniera antica. Il gruppo camminava lentamente perché impegnato in piacevole conversazione, inconsapevole che qualcuno li stesse osservando. Il pescatore li osservava con attenzione, ma non riusciva a riconoscere nessuno di loro.
Quando stava per abbandonare ogni speranza di avere il dono vide un uomo curvo che si attardava perché zoppicava. L’uomo aveva il viso tutto butterato e portava al collo una zucca appesa a una tracolla di pelle e camminava appoggiato a una stampella. Il pescatore lo riconobbe e gli corse incontro chiamandolo per nome: “Tu sei Ti Kuai Li, ti conosco! Un uomo in sogno mi ha detto che mi avresti fatto un dono.”
L’Immortale osservò con attenzione l’uomo che parlava. Vide un povero pescatore vestito miseramente che calzava sandali di paglia sfondati, con il viso segnato dall’onesto lavoro. Capì subito che era un uomo generoso e leale che avrebbe fatto un uso saggio del dono di un Immortale. Allora prese la sua zucca e la colpì leggermente, poi ne trasse una perla nera che donò al pescatore dopo avergli detto di custodirla con giudizio. Poi scomparve al canto del primo gallo del mattino.
Da quel giorno il pescatore prese la stessa quantità di pesce, ma il pesce che metteva nei secchi non moriva. A differenza di prima, il pesce restava vivo e arrivava al mercato anche più grosso e più bello di quando nuotava nel fiume. Tutti i giorni molti compratori si fermavano davanti ai suoi secchi per comprare il suo pesce e, lui iniziò a guadagnare bene. In poco tempo mise da parte una piccola fortuna, perciò il vicino diventò invidioso della sua fortuna.
Il pescatore pigro si era insospettito perché il pesce del fiume era più piccolo di quello che l’amico pescava. Anche la quantità del pesce era molto più limitata di quella che l’altro vendeva. Dove andava a prendere tutto quel pesce? E poi come mai il pesce dell'amico era vivo mentre il suo pesce moriva come prima? La cosa era molto strana perciò decise di spiarlo. Una notte penetrò nel giardino del vicino e si mise a guardare da una fessura della finestra del lato posteriore.
La stanza era illuminata da due lampade a olio perciò si vedeva bene tutto ciò che accadeva. L'invidioso vide che il vicino prendeva una perla nera da una custodia di paglia che portava appesa al collo e la avvicinava al secchio pieno di pesci morti. Vide che appena la perla veniva avvicinata al secchio, i pesci resuscitavano e iniziavano a nuotare. Notò pure che i pesci tornati in vita erano più grossi e belli di prima.
Allora il pescatore pigro non riuscì a trattenersi e irruppe nella stanza dicendo: “Adesso capisco perché ti stai arricchendo!" Poi continuò con tono lamentoso: “Siamo amici di tanti anni e sai come sono povero. Per favore prestami qualche giorno la tua perla miracolosa. Prometto che la terrò solo per tre giorni, e che poi te la renderò.”
Il pescatore industrioso ricordò che Ti Kuai Li gli aveva ordinato di custodire con cura la perla, ma non se la sentiva neppure di lasciare l’amico nel bisogno. Allora propose di andare insieme al ponte e di aspettare l’Immortale per farsi aiutare. Ma l'amico invidioso non poteva staccare gli occhi dalla perla. Non riusciva a vedere altro finché la sua cupidigia ebbe il sopravvento, e aggredì l’amico per strappargliela di mano.
Quando il pescatore industrioso si vide aggredito furiosamente dall’amico, non vide altra soluzione che inghiottire la perla nera. In quell'attimo preciso, un tuono ruggì cadendo dal cielo e una folgore irruppe nella casa rompendo varie suppellettili, dopo aver sfondato il tetto. Al grande boato, il pescatore pigro corse a nascondersi sotto un tavolo dove restò immobile come un morto.
L'amico restò in piedi mentre la folgore lo colpiva nel petto. Ma invece di crollare a terra folgorato iniziò a sollevarsi in aria, e scomparve nel cielo stellato dove raggiunse il mondo degli dei e degli Immortali. Quando l'amico ebbe il coraggio di uscire corse al ponte sperando di incontrare l’Immortale, ma non lo incontrò mai. Non ebbe la costanza di aspettarlo a lungo e tornò alla sua vita consueta, perciò morì povero come era vissuto.
Buona erranza
Sharatan
4 commenti:
salve Sharatan, in questo racconto se ho capito, la morale della favola è che l'uomo per poter ottenere determinati obbiettivi deve passare all'azione e non attendere. ciao
Beh, di solito lascio che ognuno rifletta sulle storie che propongo. Ma se vuoi la mia ipotesi, io penso che la storia faccia riflettere sull'impegno, sulla pazienza e sull'avidità. Se ci pensi il pescatore lodato è quello più operoso perciò viene lodata la sua voglia di fare, ma anche il fatto che era disposto a morire piuttosto che far cadere la perla nera in mani indegne di averla. Credo che l'insieme di tutto questo gli fece guadagnare il mondo degli dei e degli Immortali. Un caro abbraccio
grazie, molto esaustiva
Di nulla ;-)
Un caro saluto
Posta un commento