“Per arrivare all‘alba non c‘è altra via che la notte”
(G. Kalhil Gibran)
(G. Kalhil Gibran)
Sebbene non sia facile descrivere cosa significa essere umani, diceva Erich Fromm, possiamo farlo se non ci limitiamo a descriverlo solo tramite la psicologia, ma facendo ricorso a tutte le scienze che sono rilevanti per la comprensione dell’essere umano. L’uomo è prevalentemente indotto a credere che la sua natura sia quella che la società gli indica come tale, seppure dell’essere umano siano state coniate molte definizioni.
Si dice che l’essere umano è Homo faber, poiché costruisce i suoi utensili, ma anche i nostri antenati antropoidi lo facevano. Si parla di Homo sapiens e, se questo termine vuole alludere alla conoscenza di ciò che è celato dietro l’apparenza perciò nella realtà dei fenomeni, allora è vero che l’uomo è sapiente. Si è scritto anche che l’uomo è Homo ludens, poiché l’uomo gioca svolgendo un’attività che è diversa dalla pura sopravvivenza, ma il gioco era presente anche nell’uomo primitivo.
Perciò dobbiamo trovare ancora altre definizioni per connotare l’essere umano, dice Fromm, infatti ne troviamo altre due che bene qualificano l’essenza umana. L’uomo è Homo negans, poiché è in grado di dire “no” anche quando altri dicono “si” poiché l’essere umano sa andare oltre ogni regola della società se deve affermare la sua verità, il suo amore e la sua integrità morale. L’uomo dovrebbe essere anche Homo esperans perciò un uomo che possiede la speranza, perché la speranza è una condizione essenziale per la vita dell’essere umano.
Se un uomo ha rinunciato ad ogni speranza, allora è un uomo che ha superato i cancelli dell’inferno per lasciarsi alle spalle ogni sua umanità. Cosa significa essere umani? Essere umani significa capire che nulla di ciò che costituisce la natura umana ci può essere estraneo, come diceva Terenzio, infatti il pensiero più profondo sulla condizione umana ci porta a valutare piuttosto su tutte le diversità personali che ci rendono umani.
Aldilà delle differenze personali, vi sono due condizioni umane da valutare: la prima ci fa notare che l’uomo non è obbligato a rispondere agl'istinti in modo totalmente condizionato come gli animali. In secondo luogo il nostro cervello ha subìto una evoluzione che gli permette delle facoltà molto raffinate come il linguaggio, la simbolizzazione e la capacità d’immaginare e di fare astrazioni, che ci rendono molto più perfezionati degli animali.
L’uomo non ha un contatto immediato con gl’istinti, perciò la parte istintiva non governa totalmente la vita umana, infatti l’uomo può prendere decisioni autonome. L’uomo può fare delle scelte e avere delle alternative, egli non ha un percorso fisso e definitivo, perciò corre il rischio dell’errore. Il prezzo della libertà umana, qualora sia esercitata con piena consapevolezza è l’insicurezza, infatti facciamo scelte nella speranza di non compiere degli errori: la vita umana non è esente da errori e rischi, infatti la vita offre l’unica certezza nel suo inizio e nella sua fine.
L’uomo sembra essere uno scherzo della natura, afferma Fromm, poiché fa parte della natura ma può anche trascenderla, infatti l’uomo deve cercare in modo autonomo da ogni istinto biologico un suo schema di orientamento che gli permetta di avere una immagine del mondo che sia coerente, e in cui esso si senta inserito in modo coerente. Nell’essere umano non vi è solo la paura di perdere la vita, come per gli animali, nell’uomo vi è anche il rischio di perdere la mente se non si trova a suo agio nel mondo e se lui si sente impotente a dominare il suo mondo.
L’uomo che resta privo di orientamento, si sente impotente e privo di progetto di vita, perciò diventa preda del più totale sradicamento, infatti non può vivere se non come un pazzo. Molti cercano delle soluzioni per restare sani di mente, perciò dei rimedi che possono essere più o meno buoni: essenziale è valutare che i mezzi che ci fanno migliorare sono quelli che ci forniscono forza, chiarezza, gioia e indipendenza interiore. I mezzi che forniscono le condizioni opposte sono assolutamente ostili alla vita, perciò ne peggiorano le condizioni: l’uomo dovrebbe sempre cercare delle soluzioni che accrescono la sua vitalità umana.
Sulla malleabilità della natura umana, molti dicono che l’uomo è malleabile all’infinito: la società può influire sulla struttura umana e non si può negare che l’uomo influisce sulla società, ma l’uomo può essere piegato e imprigionato come un animale in un circo, seppure l’uomo sia malleabile solo in parte. Molti uomini sanno ribellarsi se le condizioni sociali sono talmente oppressive da causargli uno squilibrio troppo insopportabile, perciò l’uomo è in grado di ribellarsi se le sue condizioni vitali diventano penose.
Nell’uomo esistono due necessità fondamentali che vanno oltre la soddisfazione delle sue necessità fisiologiche e materiali. La prima risposta è la necessità di uno schema di orientamento e questa si ritrova anche nell’animale nel cui istinto vi è la necessità di un leader, perché il capo conosce il bene del gruppo, egli decide, sa programmare e sa dare ordini che sono finalizzati al bene del gruppo, perciò il capo agisce per il bene di tutti. Nella specie umana spesso si scelgono dei leader a cui si attribuiscono delle qualità soprannaturali e di superiorità fisica: nell’antichità molti sovrani vennero considerati di origine divina, perciò onnipotenti e sacri.
Ancora oggi molte qualità vengono attribuite a coloro che eleggiamo come capi, e queste sono le qualità carismatiche in cui la società crede, perciò essa le attribuisce anche al suo capo. I capi usano sempre minacce o lusinghe per ottenere la sottomissione, e gli uomini sono perlopiù bisognosi di un padrone, e questo avviene finché l’essere umano non giunge ad un elevato grado di evoluzione in cui sa governarsi senza necessità di lusinghe o di minacce. Gli uomini amano essere subordinati, poiché la guida del padrone offre molta sicurezza e garantisce la soddisfazione delle necessità materiali primarie, quindi fornisce ogni comodità materiale.
Sono tutte le incertezze della condizione umana che ci rendono malleabili alle istruzioni che ci vengono impartite tramite l’educazione, e che ci rendono fragili al lavaggio del cervello che viene spacciato come libertà di pensiero in una società di consumismo che sfrutta tutto ciecamente, e che chiamiamo democrazia. Nell’uomo però non vi è l’obbligo di essere pecora, poiché l’uomo può osservare la realtà e può conoscerla consapevolmente infatti, dice Fromm, è la capacità di vedere chiaramente e totalmente la realtà, ed è il nostro essere calati totalmente nel mondo che ci rende forti.
Finché l’uomo viene manipolato da una società che lo convince di essere pecora, la sua realtà è una finzione e l’essere umano vive come uno schiavo, infatti egli è un uomo debole. L’uomo debole viene manipolato facilmente, perciò ogni trasformazione lui la vive come una fonte destabilizzante e colma d’insicurezza, perciò dal malessere l’uomo può impazzire. Il rapporto dell’uomo debole con la realtà è di tipo falso, poiché l’immagine del mondo che lui si crea viene fornita dalla società, e le sue sicurezze e il suo equilibrio interiore dipendono dall’ordine sociale costituito all'esterno.
Nell’uomo forte e libero non vi è legame con le opinioni del mondo, poiché l’immagine che lui si crea dipende dalla realtà effettiva, perciò da ciò che esiste e che si può osservare nella realtà, perché chi osserva attentamente il reale perviene alla verità. Diventare consapevoli, ricorda Fromm, significa svegliarsi per vedere ciò che abbiamo davanti agli occhi, perciò equivale ad una eliminazione delle illusioni, e all’inizio della nostra liberazione. Nel mondo odierno vi è un enorme squilibrio tra l’intelletto e la sensibilità, per cui l’evoluzione tecnologica non ha saputo eliminare il paraocchi dell’essere umano.
Il quesito fondamentale è capire se il potere distruttivo della conoscenza umana sarà più veloce della capacità umana di sapere elaborare una visione della realtà più equilibrata, se saprà sconfiggere le contraddizioni sociali che travagliano la condizione umana, perché l’irrazionalità e l’insensibilità umane ci impediscono di vivere in un mondo felice e libero. Ma l’uomo non è solo mente esso è anche un cuore ed un corpo che devono avere dei rapporti emozionali con il mondo e con i suoi simili, e con la natura e con gli animali.
L’uomo sarebbe più fragile di un granello di sabbia se non sapesse costruire dei rapporti con delle emozioni e dei sentimenti che lo tengano collegato al cosmo e ai suoi simili: è questa la soluzione, dice Fromm, che permette di avere dei rapporti in cui l’uomo possa definirsi “sano.” L’uomo può assurgere a queste mete sublimi sviluppando pienamente le sue potenzialità umane che sono la capacità di amare, di creare e di godere della bellezza, e la capacità di condividere le sue qualità migliori con i suoi simili.
Buona erranza
Sharatan
Si dice che l’essere umano è Homo faber, poiché costruisce i suoi utensili, ma anche i nostri antenati antropoidi lo facevano. Si parla di Homo sapiens e, se questo termine vuole alludere alla conoscenza di ciò che è celato dietro l’apparenza perciò nella realtà dei fenomeni, allora è vero che l’uomo è sapiente. Si è scritto anche che l’uomo è Homo ludens, poiché l’uomo gioca svolgendo un’attività che è diversa dalla pura sopravvivenza, ma il gioco era presente anche nell’uomo primitivo.
Perciò dobbiamo trovare ancora altre definizioni per connotare l’essere umano, dice Fromm, infatti ne troviamo altre due che bene qualificano l’essenza umana. L’uomo è Homo negans, poiché è in grado di dire “no” anche quando altri dicono “si” poiché l’essere umano sa andare oltre ogni regola della società se deve affermare la sua verità, il suo amore e la sua integrità morale. L’uomo dovrebbe essere anche Homo esperans perciò un uomo che possiede la speranza, perché la speranza è una condizione essenziale per la vita dell’essere umano.
Se un uomo ha rinunciato ad ogni speranza, allora è un uomo che ha superato i cancelli dell’inferno per lasciarsi alle spalle ogni sua umanità. Cosa significa essere umani? Essere umani significa capire che nulla di ciò che costituisce la natura umana ci può essere estraneo, come diceva Terenzio, infatti il pensiero più profondo sulla condizione umana ci porta a valutare piuttosto su tutte le diversità personali che ci rendono umani.
Aldilà delle differenze personali, vi sono due condizioni umane da valutare: la prima ci fa notare che l’uomo non è obbligato a rispondere agl'istinti in modo totalmente condizionato come gli animali. In secondo luogo il nostro cervello ha subìto una evoluzione che gli permette delle facoltà molto raffinate come il linguaggio, la simbolizzazione e la capacità d’immaginare e di fare astrazioni, che ci rendono molto più perfezionati degli animali.
L’uomo non ha un contatto immediato con gl’istinti, perciò la parte istintiva non governa totalmente la vita umana, infatti l’uomo può prendere decisioni autonome. L’uomo può fare delle scelte e avere delle alternative, egli non ha un percorso fisso e definitivo, perciò corre il rischio dell’errore. Il prezzo della libertà umana, qualora sia esercitata con piena consapevolezza è l’insicurezza, infatti facciamo scelte nella speranza di non compiere degli errori: la vita umana non è esente da errori e rischi, infatti la vita offre l’unica certezza nel suo inizio e nella sua fine.
L’uomo sembra essere uno scherzo della natura, afferma Fromm, poiché fa parte della natura ma può anche trascenderla, infatti l’uomo deve cercare in modo autonomo da ogni istinto biologico un suo schema di orientamento che gli permetta di avere una immagine del mondo che sia coerente, e in cui esso si senta inserito in modo coerente. Nell’essere umano non vi è solo la paura di perdere la vita, come per gli animali, nell’uomo vi è anche il rischio di perdere la mente se non si trova a suo agio nel mondo e se lui si sente impotente a dominare il suo mondo.
L’uomo che resta privo di orientamento, si sente impotente e privo di progetto di vita, perciò diventa preda del più totale sradicamento, infatti non può vivere se non come un pazzo. Molti cercano delle soluzioni per restare sani di mente, perciò dei rimedi che possono essere più o meno buoni: essenziale è valutare che i mezzi che ci fanno migliorare sono quelli che ci forniscono forza, chiarezza, gioia e indipendenza interiore. I mezzi che forniscono le condizioni opposte sono assolutamente ostili alla vita, perciò ne peggiorano le condizioni: l’uomo dovrebbe sempre cercare delle soluzioni che accrescono la sua vitalità umana.
Sulla malleabilità della natura umana, molti dicono che l’uomo è malleabile all’infinito: la società può influire sulla struttura umana e non si può negare che l’uomo influisce sulla società, ma l’uomo può essere piegato e imprigionato come un animale in un circo, seppure l’uomo sia malleabile solo in parte. Molti uomini sanno ribellarsi se le condizioni sociali sono talmente oppressive da causargli uno squilibrio troppo insopportabile, perciò l’uomo è in grado di ribellarsi se le sue condizioni vitali diventano penose.
Nell’uomo esistono due necessità fondamentali che vanno oltre la soddisfazione delle sue necessità fisiologiche e materiali. La prima risposta è la necessità di uno schema di orientamento e questa si ritrova anche nell’animale nel cui istinto vi è la necessità di un leader, perché il capo conosce il bene del gruppo, egli decide, sa programmare e sa dare ordini che sono finalizzati al bene del gruppo, perciò il capo agisce per il bene di tutti. Nella specie umana spesso si scelgono dei leader a cui si attribuiscono delle qualità soprannaturali e di superiorità fisica: nell’antichità molti sovrani vennero considerati di origine divina, perciò onnipotenti e sacri.
Ancora oggi molte qualità vengono attribuite a coloro che eleggiamo come capi, e queste sono le qualità carismatiche in cui la società crede, perciò essa le attribuisce anche al suo capo. I capi usano sempre minacce o lusinghe per ottenere la sottomissione, e gli uomini sono perlopiù bisognosi di un padrone, e questo avviene finché l’essere umano non giunge ad un elevato grado di evoluzione in cui sa governarsi senza necessità di lusinghe o di minacce. Gli uomini amano essere subordinati, poiché la guida del padrone offre molta sicurezza e garantisce la soddisfazione delle necessità materiali primarie, quindi fornisce ogni comodità materiale.
Sono tutte le incertezze della condizione umana che ci rendono malleabili alle istruzioni che ci vengono impartite tramite l’educazione, e che ci rendono fragili al lavaggio del cervello che viene spacciato come libertà di pensiero in una società di consumismo che sfrutta tutto ciecamente, e che chiamiamo democrazia. Nell’uomo però non vi è l’obbligo di essere pecora, poiché l’uomo può osservare la realtà e può conoscerla consapevolmente infatti, dice Fromm, è la capacità di vedere chiaramente e totalmente la realtà, ed è il nostro essere calati totalmente nel mondo che ci rende forti.
Finché l’uomo viene manipolato da una società che lo convince di essere pecora, la sua realtà è una finzione e l’essere umano vive come uno schiavo, infatti egli è un uomo debole. L’uomo debole viene manipolato facilmente, perciò ogni trasformazione lui la vive come una fonte destabilizzante e colma d’insicurezza, perciò dal malessere l’uomo può impazzire. Il rapporto dell’uomo debole con la realtà è di tipo falso, poiché l’immagine del mondo che lui si crea viene fornita dalla società, e le sue sicurezze e il suo equilibrio interiore dipendono dall’ordine sociale costituito all'esterno.
Nell’uomo forte e libero non vi è legame con le opinioni del mondo, poiché l’immagine che lui si crea dipende dalla realtà effettiva, perciò da ciò che esiste e che si può osservare nella realtà, perché chi osserva attentamente il reale perviene alla verità. Diventare consapevoli, ricorda Fromm, significa svegliarsi per vedere ciò che abbiamo davanti agli occhi, perciò equivale ad una eliminazione delle illusioni, e all’inizio della nostra liberazione. Nel mondo odierno vi è un enorme squilibrio tra l’intelletto e la sensibilità, per cui l’evoluzione tecnologica non ha saputo eliminare il paraocchi dell’essere umano.
Il quesito fondamentale è capire se il potere distruttivo della conoscenza umana sarà più veloce della capacità umana di sapere elaborare una visione della realtà più equilibrata, se saprà sconfiggere le contraddizioni sociali che travagliano la condizione umana, perché l’irrazionalità e l’insensibilità umane ci impediscono di vivere in un mondo felice e libero. Ma l’uomo non è solo mente esso è anche un cuore ed un corpo che devono avere dei rapporti emozionali con il mondo e con i suoi simili, e con la natura e con gli animali.
L’uomo sarebbe più fragile di un granello di sabbia se non sapesse costruire dei rapporti con delle emozioni e dei sentimenti che lo tengano collegato al cosmo e ai suoi simili: è questa la soluzione, dice Fromm, che permette di avere dei rapporti in cui l’uomo possa definirsi “sano.” L’uomo può assurgere a queste mete sublimi sviluppando pienamente le sue potenzialità umane che sono la capacità di amare, di creare e di godere della bellezza, e la capacità di condividere le sue qualità migliori con i suoi simili.
Buona erranza
Sharatan