lunedì 29 aprile 2013

Un filo di seta



“Si dice: “Lui non si può trovare”. Qualcosa
che non si può trovare è ciò che desidero.”
(Rumi)

“Un uomo era incarcerato a vita all’ultimo piano di una torre. Sua moglie, che non poteva vivere senza di lui, decise di aiutarlo a fuggire. Prese uno scarabeo e, dopo aver legato con grande delicatezza un filo di seta all’insetto, ne bagnò le antenne con una goccia di miele. Poi lo depose ai piedi della torre, con le antenne rivolte verso l’alto. Desideroso di raggiungere il miele, l’insetto si arrampicò fino a raggiungere la finestra del prigioniero.

Questi, liberato lo scarabeo, tirò il filo di seta. All’altra estremità era legato un filo più robusto. A questo seguiva uno spago, e allo spago una cordicella, e alla cordicella era legata una solida fune, che l’uomo legò all’interno della cella e usò per calarsi dalla torre e fuggire via insieme alla moglie.

Certe grandi conoscenze si acuiscono a piccole dosi. L’immagine del forellino nella diga è una buona similitudine: all’inizio l’acqua si limita a gocciolare, poi il gocciolio si tramuta in un filo d’acqua che presto diventa un ruscelletto e, alla fine, un grande lago rimane asciutto.

A volte è necessario impegnarsi con pazienza in un’azione, o un lavoro minuzioso, senza affliggersi per la mancanza di risultati immediati. Pazienza! Una pazienza infinita, con la famiglia, con gli amici, con la realtà delle cose …” (Alejandro Jodorowsky - La risposta è la domanda - Mondatori)

mercoledì 24 aprile 2013

Cielo e Terra



“In verità vi dico: tutto quello che avrete legato
in terra verrà legato anche in cielo,
e tutto quello che avrete legato in cielo
verrà legato anche in terra. “
(Vangelo di Matteo 18,18)

Il grande maestro taoista Lao Tze dice che tutti gli opposti nascono insieme ed esistono agendo mutualmente, perciò quando afferma questa correlazione tra il cielo e la terra vuole rappresentare i due principi del maschile e del femminile che plasmano il mondo. Il taoismo afferma che i due poli, cioè il positivo e il negativo sono la base di tutti i processi di vita e dei fenomeni della natura.

Tra questi due estremi avviene una continua circolazione in cui si attuano degli scambi energetici, perché lo scambio viene permesso dalla natura oppositiva che è alla base della creazione. Nell’organismo umano il polo positivo viene rappresentato dall’intelletto e il polo negativo è rappresentato nel cuore, perciò la sintesi delle nostre opposizioni deve avvenire nelle nostre azioni.

Le nostre azioni sono sempre il frutto di ciò che pensiamo e dei sentimenti, perciò le azioni costruttive sono quelle che arrecano il massimo benessere. La “grande potenza dell’uomo, dice il maestro Aivanhov, è la conseguenza di un legame corretto tra la saggezza e l’amore.” Le azioni sono sempre figlie dell'intelletto e del cuore, perciò possono essere azioni sciocche o intelligenti, azioni cattive o buone e così via, ma questo è sempre in relazione al grado di evoluzione posseduto dall’individuo che pensa e che ama.

I medesimi casi della vita portano delle conseguenze di segno opposto, e questo lo vediamo accadere sia in natura che nella vita. Non appena entriamo in contatto con un cibo fisico o mentale subiamo dei processi nutritivi che ci mutano, perché su di noi agiscono le forze di cui ci nutriamo. L'azione di legare e sciogliere regola tutta l’attività dell’universo, poiché gli opposti sono le basi della realtà, come dice Lao Tze.

Legare e sciogliere si può intendere anche come l'analisi e la sintesi, cioè come delle attività in cui la sintesi lega assieme, e l'analisi scioglie e disperde. L’uomo sente il cuore che fonde le differenze per avere armonia, e la mente che scinde e separa per intendere meglio. Se la mente analizza separa, ma distrugge se usa la discussione e la polemica, poiché elimina ogni possibilità di riconciliazione futura.

Gurdjieff dice che la natura segue ovunque le medesime regole, perciò le leggi cosmiche vanno osservate a volte nel cosmo e altre volte nell’uomo. Alcuni fenomeni del mondo naturale si osservano meglio nella vita umana, mentre altre regole utili per l’uomo si osservano meglio nel mondo naturale, perciò entrambi vanno indagate osservando i risultati delle scienze fisiche.

Nell'arte orafa si usa la tecnica galvanoplastica scoperta dal fisico italiano Luigi Galvani che è usata per fare oggetti metallici che non possono essere lavorati in modo diverso. In questa tecnica viene usata una vasca con un bagno elettrolitico di una soluzione di sale metallico.

Nella vasca è immerso un polo positivo detto anodo, con un oggetto fatto dello stesso metallo disciolto nella soluzione salina, e al polo negativo del catodo è posto l’oggetto che si deve metallizzare. Usando un filo metallico si uniscono i due poli a una pila e si invia così nel circuito creato un flusso di corrente elettrica. Il flusso elettrico che circola tra anodo e catodo fa depositare il metallo sopra l’oggetto che deve metallizzarsi.

Il metallo presente nell'anodo si scioglie nella soluzione e si deposita sull'oggetto ma, contemporaneamente, rigenera la soluzione salina in cui circola. Il fenomeno galvanoplastico ha corrispondenza nel legame che esiste tra il nostro pianeta e il Sole, perché la Terra, è come un polo negativo che capta e si forma con gli influssi del Sole e degli altri pianeti. Anche gli astri diventano come un polo positivo che può fornire un certo tipo di influssi e di forze.

Tra la Terra e il Sole esiste una condizione che è simile a quella della galvanoplastica, infatti avviene lo stesso tipo di scambio. La Terra e il Sole vanno immaginati come due corpi che sono immersi nel fluido eterico cosmico che avvolge tutto. In tutto ciò che è immerso nella soluzione cosmica agisce una galvanoplastica che plasma quello che viene deposto, perché tutta la materia sente il flusso della forza cosmica.

I materiali contenuti nell'etere che circonda il pianeta e l’individuo si depositano attorno al seme e solidificano, ossia metallizzano una sostanza che formerà la polpa del frutto che racchiude il seme. I materiali penetrano nel seme facendolo crescere mentre l'energia cosmica scorre facendo crescere il seme, essa si rigenera per rinnovare la sostanza che permette lo scambio, perciò essa arricchisce mentre il seme diventa pianta.

Ogni seme immerso in terra attira dalla materia che lo circonda gli elementi necessari alla sua crescita, ma ciò che riceve è quello che corrisponde alla qualità della sua natura. Gli elementi che nutrono il seme lo plasmano con una certa qualità di materia. Avviene anche che, a seconda della forma usata, uno dei poli può determinare maggiormente la qualità. Perciò un polo può essere catodo o essere anodo a seconda del tipo di metallizzazione che vuole attuare, e tutto questo avviene sia simbolicamente che psicologicamente.

Secondo le dottrine spirituali, il Sole è l’Oro primordiale da cui discese tutto l’oro fisico che esiste in natura, perciò i metalli vengono rappresentati anche in astrologia. Infatti la Luna rappresenta l'argento, il pianeta Mercurio l’argento vivo, Venere il rame, Marte il ferro, Giove lo stagno e Saturno il piombo. Anche l’organismo umano possiede gli elettrodi, il seme e la soluzione salina che è necessaria per veicolare i metalli.

Il cervello è l’anodo di polo positivo, la soluzione salina è il sangue e l’idea è il seme che diventa catodo quando riceve la cura che circonda il feto che una madre fa crescere amorevolmente in grembo. Il sangue bagna tutti gli organo del corpo arrivando in tutte le cellule, perciò nel sangue circolano tutte le sostanze metalliche. L’anodo diventa la testa quando fornisce il solo metallo che sa rigenerare il sangue, ossia la sostanza metallica raffinata con il pensiero.

Il seme che è contenuto nelle idee può essere magnifico, ma se viene nutrito con il piombo dei più cupi pensieri non dobbiamo stupirci di venire ricoperti dalla cappa che soffoca. Un pensiero può diventare lo stampo che usiamo per incidere l’immagine di un futuro stupendo oppure orribile, perché i metalli del sangue corrispondono alla qualità dei pensieri.

I metalli mentali sono materiali che usiamo per plasmare la realtà, perciò un seme può nutrirsi e crescere usando un metallo vile oppure un metallo nobile, perciò ricordiamoci della galvanoplastica. La qualità di ciò che mettiamo nel sangue ci nutre e ci forma, perciò se usiamo il materiale delle azioni, delle idee e dei sentimenti più alti e nobili saremo capaci di superare ogni difficoltà e aspetto negativo.

Molte persone non credono che la vita mentale abbia fenomeni simili a quelli descritti, perciò il metallo deve essere inteso in senso fisico, simbolico e anche psicologico. L’oro è un metallo resistente alle ossidazione, perciò chi ha molto oro nel sangue è molto resistente alle malattie, mentre chi è povero interiormente ha poco oro nel sangue. L’oro interno attrae l’oro esterno, anche se molti sembrano poveri all'esterno ma possiedono molte ricchezze interiori.

Se vogliamo una vita di qualità dobbiamo usare i migliori materiali, perciò dobbiamo plasmare bene il materiale che usiamo se vogliamo costruire un futuro felice. Il legame che unisce il Sole e la Terra è lo stesso che unisce anche lo spirito e la materia, infatti noi uniamo i due in uno, come dice Lao Tse, quando unifichiamo Colui che desidera con l’Oggetto del desiderio.

Ma possiamo superare l'aspetto simbolico se sappiamo unificare i tre quando l’azione è il frutto consapevole di pensiero e sentimento: questa è l’unificazione che avviene tra mente, cuore e spirito. Se tra il catodo dell’Amore e l’anodo della Saggezza entra in circolo l'energia divina che fluisce nel cosmo, entra in gioco la terza forza ossia il fattore che governa i tutti i rapporti che esistono tra Cielo e Terra.

Buona erranza
Sharatan


sabato 20 aprile 2013

L'incrocio di tendenze opposte



"Gli occhi dei miei occhi sono aperti"
(E. E. Cummings)

Nella Bibbia si narra che Abramo partì da Ur dei Caldei per cercare un destino migliore, infatti il Signore venne e gli disse che altrove avrebbe trovato un destino più grande e che lo avrebbe benedetto con la sua protezione. Nel corso del suo viaggio, Abramo conobbe il re di Salem, Melchisedek, il grande sacerdote di Dio Altissimo che lo accolse benevolmente e gli offrì il pane e il vino ossia la verità che nutre e la verità che inebria.

Secondo il maestro Aivanhov, questo racconto biblico rivela che Abramo ebbe il privilegio di avere la spiegazione di due grandi segreti, infatti il re sacerdote Melchisedek gli rivelò che la natura è creata e governata con due poli opposti, e che queste opposte tendenze originarie lavorano in armonia, pur sembrando apparentemente diverse.

I due opposti a cui il racconto biblico allude sono quelli che riguardano l’esistenza del polo passivo-femminile e del polo attivo-maschile come poli estremi entro cui si dispiega ogni processo del flusso di vita. La medesima cosa avviene nel rapporto che intercorre tra il plesso solare e il nostro cervello, perciò dobbiamo pensare il plesso solare come una madre che nutre con ricchezza eccezionale.

Il cervello va pensato come un figlio che ragiona e trafigge la realtà con il dardo della comprensione, infatti la mente ha il fulmine della dinamicità. Gli indù pongono anatomicamente Shiva nel cervello, ma Shiva è il principio maschile che esprime l’aspetto più dinamico e distruttore. Il cervello è l’organo creato per penetrare oltre l’illusione, e questo concetto viene espresso nel simbolo del lingam di Shiva. Ma perché si mette in evidenza l’aspetto distruttore del cervello?

Il cervello può fare molte cose perché è un organo duttile e dinamico, però per comprendere deve sezionare e frantumare i fenomeni che analizza, e quando si seziona si corre il rischio di moltiplicare i riflessi di Maya. L’attività del pensiero disperde molte risorse, infatti il cervello deve avere delle costanti ricariche energetiche, ma il cervello è anche lo schermo che riflette l’energia inviata dal plesso solare.

Se usiamo un paragone cinematografico, dice il maestro Aivanhov, il principio maschile va pensato come l’operatore che proietta delle immagini, e lo schermo che le riceve è il principio femminile ossia la materia su cui lo spirito proietta le sue energie e le sue forze. La materia non è la sede dello spirito, infatti se lo spirito non inviasse tutta la forza energetica che ha accumulato, travasandola nella materia, tutto quello che esiste cesserebbe di essere.

Lo spirito agisce sulla materia esprimendosi tramite di essa, poiché la materia di sua natura è inerte e non possiede alcun movimento spontaneo: la materia è come uno schermo su cui è proiettato ciò che la materia riesce ad esprimere. La materia è il supporto di cui lo spirito si serve, ma è anche il flacone in cui viene accumulata la quintessenza che è lo spirito stesso, infatti se lo spirito non fosse chiuso e limitato nella materia ritornerebbe alla sua fonte originale.

Lo spirito è una sostanza troppo volatile, per questo deve essere imprigionato per essere trattenuto, infatti si dice che la materia imprigiona lo spirito. Osservando i fenomeni della natura vediamo che i principi del maschile e del femminile sono intrecciati alla base di tutti i fenomeni, ma andrebbe analizzato meglio il mistero dell'intreccio di questi influssi.

Il maestro Aivanhov insegna che, alzando il livello dell'osservazione vediamo che quello che è femminile diventa poi maschile, e progressivamente questo scambio avviene a ogni innalzamento di livello progressivo. Se vediamo l'organismo umano vediamo un corpo fisico che possiede un genere che è maschile o femminile, ma se vediamo il livelo eterico vediamo che quel corpo diventa del sesso opposto. In virtù di questo scambio, una donna possiede un corpo eterico che è di sesso maschile e l'uomo possiede un corpo eterico che è di sesso femminile.

Questo incrocio è alla base delle concezioni tantriche, infatti l'incrocio e il senso dell'inversione è analizzato molto bene nella filosofia indù, in cui si dice che la forza kundalini è una forza femminile ma si dice anche che è una forza attiva e dinamica. La donna deve essere passiva come la materia che deve essere molto adattabile. Il principio maschile è rappresentato da Shiva che resta immobile nel cervello in attesa dell'ascesa di kundalini che sale per unirsi nel legame tantrico.

Ma perché esistono tante inversioni di segno e perché avviene lo scambio? Secondo il maestro Aivanhov, avviene che nel piano fisico vediamo la donna come un essere che deve restare passiva e immobile, mentre l'uomo deve essere molto attivo e dinamico. Sul piano astrale deve avvenire una compensazione che si ottiene con la sperimentazione della condizione contraria, perciò l'uomo diventa ricettivo come una donna e la donna diventa attiva e dinamica come un uomo.

Nel livello più alto, cioè a livello mentale, la donna deve diventare di nuovo ricettiva, mentre l'uomo deve tornare ad essere attivo, ma salendo sempre più avvengono altri incroci. In ogni attività c’è bisogno di conciliare l'incrocio di tendenze opposte, perciò lo scambio energetico tra il plesso solare e il cervello va pensato come il punto in cui dobbiamo avere l'unione armoniosa tra spirito e materia.

Se esiste questa armonia vediamo che il cervello riesce ad esprimere tutte le ricchezze e tutte le virtù che il plesso solare possiede per averle accumulate nel corso delle sue varie incarnazioni. Il plesso solare conserva nei suoi archivi tutte le informazioni che riguardano il passato più remoto, ma è compito del cervello il fatto di riuscire ad esprimerle pienamente.

Il cervello è lo strumento che è stato incaricato di esprimere tutto ciò che viene conservato nello strato più profondo del nostro essere. I grandi iniziati dell'India cioè i rishi, possedevano questa conoscenza, infatti collocarono la divinità della creazione, Brahma, nel luogo più profondo delle viscere, cioè nel plesso solare.

Il Dio Creatore è il Dio più potente e rappresenta la divinità da cui tutti gli altri dei dipendono, perciò il posto che gli viene attribuito è sempre quello che possiede la maggiore importanza. Visnù è collocato nel cuore e nei polmoni mentre Shiva domina le attività del cervello. Forse Brahma non esprime il principio femminile nel modo che noi immaginiamo, perché Egli esprime assieme le caratteristiche dello spirito e della materia, ma l'induismo non ha risolto il quesito di spiegare meglio il concetto.

Per ciò che riguarda lo scambio tra plesso solare e cervello vediamo che la sostanza bianca del plesso comunica con quella grigia del cervello, e la grigia del plesso con la bianca del cervello, e lo scambio avviene nel collo. Nella zona delle vertebre cervicali ci sono gli incroci nervosi che mostrano l'importanza di questa zona. Anche il fatto che la parte destra del corpo è governata dalla sinistra del cervello dimostra lo scambio di cui si dice.

L'insegnamento esoterico afferma che i chiaroveggenti e gli antichi iniziati conoscevano bene la struttura occulta dell'uomo, perciò usavano la meditazione per accedere alla quintessenza che è depositata al nostro interno. Ma cos'è la quintessenza che cerchiamo disperatamente? La quintessenza è la nostra quinta sostanza ossia è il quinto elemento che sottintende e che impregna tutti gli elementi che vivono in noi, perciò è l'elemento che unisce la terra, l'acqua, l'aria e il fuoco interni.

Buona erranza
Sharatan


martedì 16 aprile 2013

Sentire con il cuore



“Non si vede bene che con il cuore.”
(Antoine de Saint-Exupéry)

Il maestro Omraam Mikhael Aivanhov dice che gli uomini hanno due tipi diversi di intelligenza, infatti c’è l’intelligenza che viene dal cervello e quella che viene dal cuore. Nei passi in cui i Vangeli dicono che il cuore è l’organo della comprensione non si riferiscono all’organo che batte nel petto e fa scorrere il sangue, infatti il cuore dotato di vita spirituale a cui si allude è il plesso solare.

I maestri dicono che nel plesso solare si sentono e comprendono le grandi verità cosmiche, perché l’intelligenza del cervello ci permette di imparare, scrivere, parlare e agire, ma il cervello non conosce altre cose. Il livello di sviluppo della 5° razza post-atlantica, che è quella attuale, ha prodotto un prototipo umano dotato di un cervello fisico che non è sufficiente per avere una completa comprensione.

Gli uomini comprendono le cose soltanto se le sperimentano di persona, perché così tutto il loro essere viene coinvolto nella sua totalità. Allo stato evolutivo attuale, dice il maestro Aivanhov, alcune funzioni vengono svolte da organi diversi, infatti il plesso solare regola la respirazione, l’eliminazione, la circolazione e la crescita, mentre il cervello serve per aver coscienza della nostra individualità.

Il plesso solare ci fa entrare in relazione con la vita del cosmo e con le sue energie. Il cervello non è ancora del tutto evoluto, perché questo organo è ancora immaturo e dovrà avere un’ulteriore evoluzione futura. L’origine del plesso solare è molto antica, poi il plesso ha creato il cervello e ancora oggi si occupa di accudirlo e nutrirlo, perciò si dice che il cervello è figlio del plesso solare.

Il plesso solare è descritto come un cervello rovesciato, perché in esso la materia grigia è verso l’interno e quella bianca è verso l’esterno, mentre nel cervello la materia grigia è esterna e quella bianca è interna. La materia grigia è la materia che ci permette di pensare, mentre quella bianca ci permette di attivare una sensibilità interna molto profonda.

Il fatto che la sua materia bianca sia all’esterno dimostra che il plesso solare deve percepire velocemente quello che avviene nel corpo per ristabilire subito l’equilibrio. Il cervello non ha pari velocità di percezione, infatti si attiva solo quando l’organismo è obbligato a reagire e la reazione può essere anche molto tardiva.

Il cervello si muove molto velocemente quando deve associare e ragionare, invece il plesso solare deve mantenere il corpo in equilibrio e può usare infinite capacità curative provenienti dalla sua percezione profonda del corpo. Il cervello è un organo recente sia negli animali che negli esseri umani, ma il rapporto tra la quantità di materia e qualità di performance dimostra che l’uomo usa il suo cervello peggio di quanto facciamo gli animali.

Le nostre capacità cerebrali saranno migliori, ma oggi lo studio della vita delle formiche dimostra che il loro cervello ha un’organizzazione e una ottimizzazione migliore di quella umana. A causa di queste ragioni, il nostro cuore spirituale fu collocato nel plesso solare e nel centro hara, ma noi non sappiamo che il plesso solare possiede delle straordinarie capacità percettive e curative, perciò sfruttiamo sempre e solo il cervello per tutte le nostre attività.

Usiamo il cervello per accudire a tutte le azioni del vivere, ma questo organo troppo poco strutturato non riesce a gestire tutte le tensioni che subisce, perciò va in sovraccarico di tensione. Dovremmo imparare a dividere meglio l'impegno distribuendo equamente la fatica tra il plesso solare e il cervello per costruire un organismo più resistente alla fatica, infatti il plesso solare usa una riserva di energia che è inesauribile.

La suddivisione del lavoro tra i due organi è definita in base alla parte che deve attivarsi, perciò il distretto corporeo superiore al punto vita va rapportato al cervello e il distretto corporeo inferiore va subordinato al controllo del plesso solare. Questa regola insegna che troviamo l’equilibrio se suddividiamo la fatica tra i due, perché il cervello lavora se riceve una continua ricarica energetica, ma non la può avere se il plesso solare è bloccato.

Uno squilibrio di flussi energetici tra i due organi produce il male di molti che hanno i nervi a pezzi e la salute malandata per non avere usato bene le loro funzioni. I trattati di alchimia narrano di un’essenza meravigliosa che può donare la salute, l'intelligenza, la bellezza e la sapienza, e dicono che tutti gli esseri sanno distillarla. Quei testi dicono che le piante, gli animali e gli uomini producono continuamente una linfa o un prana vitale da cui potranno distillare l’elisir di vita che altri chiamano magnetismo.

L’essenza di vita viene estratta mentre mangiamo, respiriamo e pensiamo, le piante la traggono dal suolo, dall’aria e dal sole con cui preparano la loro linfa, mentre l’uomo la produce mentre assorbe la qualità del suo ambiente. Il plesso solare è l’ampolla in cui viene accumulata, infatti il plesso solare è il luogo in cui conserviamo la nostra scorta di forze vitali.

Per questo motivo quando siamo inquieti, scontenti o infelici sentiamo contratto il plesso solare, e quando tutte le tensioni si dissolvono sentiamo la felicità del rilassamento del plesso solare. Questa percezione di benessere è paragonata da Gesù, nei testi evangelici, alla percezione di uno sgorgare di “acqua viva” dal cuore spirituale.

Buona erranza
Sharatan

domenica 14 aprile 2013

Satori



Un vecchio maestro zen, un giorno d'inverno, in un tempio di montagna, si rivolse al suo discepolo: "Ho molto freddo. Per favore, riattizza il fuoco." Il discepolo osservò: "Ora non c'è più nessun bagliore, il fuoco è morto. Nel camino non c'è altro che cenere."

Il maestro si avvicinò, rimestò la cenere con le dita e, solo in fondo, trovò una piccola brace rossa. Il maestro si rivolse al discepolo e gliela indicò: "Guarda qui, vedi, qui c'è una piccola luce." La rianimò soffiandoci sopra e la fiamma riemerse vivace. Allora il discepolo raggiunse il satori. (Taisen Deshimaru)



giovedì 11 aprile 2013

L’attitudine della mente



“Prendete il sentiero lieve.”
(George Herbert)

“Le emozioni o i ricordi difficili sono problemi solo se non avete metodi per trasformarli. Se non rammentate o non applicate questi metodi di trasformazione del pensiero, le emozioni e i ricordi difficili portano soltanto sofferenza. Tuttavia, se utilizzate gli strumenti giusti, gli strumenti della trasformazione del pensiero, più queste situazioni si presentano più potete praticare! Non è meraviglioso?

È realmente possibile trasformare tutta la nostra vita e tutta la nostra mente nell’essenza stessa del Dharma. Ogni volta che vi trovate di fronte a un problema, pensate: ”Sto vivendo questo problema nell’interesse di tutti gli altri esseri. Invece che lasciare che innumerevoli altre persone ne soffrano, io solo prenderò su di me tutti questi problemi, così che tutti gli altri possano esserne liberi.” Questa attitudine mentale mette fine al problema purificandone la causa, che è sempre all’interno della nostra mente.

Vivere in questo modo i problemi mantiene la mente felice ed è d’aiuto agli altri, e quando il vostro problema aiuta gli altri, ovviamente, aiuta anche voi. Tutto dipende da come usate la vostra mente. Quando siete molto avviliti, veramente depressi, quando il vostro partner vi ha lasciato, quando avete perso il lavoro, è il momento di combattere il vostro vero nemico: le afflizioni mentali.

Pensate: ”Ora è il tempo di dichiarare battaglia, di entrare in guerra con le emozioni del samsara. Il samsara non ha mai portato alcuna reale felicità e adesso è il momento di comprenderlo.” Così facendo dichiarate guerra al vostro nemico interiore, procedete alla conquista dell’avversario che vi ha sconfitto per infinite rinascite samsariche, da un tempo senza inizio. Tutti gli altri nemici apparenti non possono durare a lungo, una volta che il nemico interiore è stato sconfitto.

Mettere se stessi al primo posto è la porta di tutti gli ostacoli. Avere altruisticamente a cuore gli altri, anche un solo essere, è la porta della felicità. Visto che non possiamo evitare l’esperienza della malattia, perché non affrontarla con il pensiero di essere di aiuto agli altri? Visto che facciamo l’esperienza della perdita, perché non affrontarla con il pensiero di essere di aiuto agli altri?

Visto che i problemi delle relazioni sono inevitabili, perché non affrontarla con il pensiero di essere di aiuto agli altri? Visto che dobbiamo fare l’esperienza della morte, perché non sperimentare anche la morte con il pensiero di essere di aiuto agli altri? Potrebbe la vita essere più felice o più carica di significato?

Quando affrontate uno stato negativo, perfino la depressione, per gli altri, per gli innumerevoli esseri che soffrono ovunque, quello stato diventa per voi il sentiero per raggiungere l’illuminazione. Anche la depressione può diventare la gemma che soddisfa tutti i desideri, la più preziosa di tutte, quella che appaga i vostri desideri di felicità e di quelli di tutti gli esseri.

Trasformate tutte le condizioni indesiderabili assumendovi volentieri tutte le difficoltà. Gli altri non possono vedere la vostra mente, quello che vedono è la manifestazione esterna della vostra attitudine nelle azioni del corpo e nella parola. Praticate ogni giorno con l’attitudine del bodhisattva; fate che le vostre azioni fisiche e le parole esprimano la vostra aspirazione a offrire la felicità ultima a tutti gli esseri.

Non turbatevi quando ascoltate i problemi degli altri: le nostre orecchie sono fatte per questo. I problemi sono come gli orecchini: appunto, ornamenti per l’orecchio! Anche se ascoltassimo gli insegnamenti trasmessi da tutti i buddha in ogni spazio e tempo, finché non cambiamo atteggiamento interiore, niente ci aiuterà a far sorgere la comprensione nella nostra mente.

Se non trasformiamo la nostra attitudine, non saremo mai veramente felici, non saremo mai liberi. Ecco perché, nonostante ci siano innumerevoli buddha e bodhisattva che lavorano costantemente e indefessamente, così tanti esseri soffrono ancora. Non è che gli esseri santi non ci aiutano, è che da parte nostra non abbiamo cercato di cambiare attitudine. Se fossimo solo nelle mani dei buddha e dei bodhisattva (come peraltro in quelle di Dio), adesso non ci sarebbero più esseri che soffrono.

Ma, in realtà, essere liberi dalla sofferenza dipende da noi e dagli esseri santi. I buddha ed i bodhisattva sono paragonabili a dottori e i loro insegnamenti a medicine. Come nel caso di una malattia fisica, anche se abbiamo un medico bravissimo che sa tutto della nostra malattia e del suo trattamento e che può sicuramente curarci, se non ci impegniamo a seguire i suoi consigli e non guariamo, la colpa non è del medico!

Se quando siamo malati non ascoltiamo il dottore, lui che cosa ci può fare? Niente. Questo è un punto molto importante da comprendere e ricordare. Per risolvere i problemi nella nostra vita dobbiamo aprire il cuore agli altri. Per quante siano le difficoltà e per quanto possono essere pesanti, accogliendole per gli altri, trasformiamo la nostra vita. Lo sviluppo mentale di una persona può influenzare l’ambiente, lo può trasformare.

Prendete per esempio Lama Yeshe, il mio maestro. Lama Yeshe vedeva tutti come esseri molto gentili. Ho notato di persona che, grazie al suo cuore buono, anche le persone intorno a lui diventavano gentili e buone. Stare vicino a Lama Yeshe trasformava la mente degli altri o, potremmo dire, benediceva la mente degli altri. L’attitudine della mente dell’altro veniva trasformata da negativa a positiva, e una mente egoista diventava una mente gentile.

Dovete osservare la vostra attitudine tutto il tempo, ventiquattr’ore al giorno. Fare solo quello che vuole la mente, credere a tutto quello che dice è molto pericoloso, e di solito è quello che vogliono le afflizioni mentali e non quello che vuole il bodhisattva. Non sottovalutate il potere dell’attitudine! (Lama Zopa Rinpoche, Il cammino della felicità, Mondatori)

martedì 9 aprile 2013

Un pensiero costruttivo



“Se le porte della percezione fossero aperte,
tutto apparirebbe così com’è: infinito.”
(William Blake)

“Molte persone sono pigre non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Come un grande faro nascosto, il pensiero costruttivo vi indicherà con certezza la strada che conduce al successo. È sempre possibile trovare una via se riflettete con sufficiente profondità. Le persone che si arrendono troppo presto offuscano la forza del pensiero. Per raggiungere il fine che vi siete prefissi dovete fare del vostro meglio nell’usare il pensiero fino a renderlo così luminoso da rivelarvi la strada che conduce alla meta.

Il potere della suggestione è molto forte e tutta la capacità di realizzare i vostri obiettivi è racchiusa nella mente. Il corpo stesso è in pratica sostenuto dal pensiero. Il cibo è un fattore secondario; la forza principale che vi sostiene è la vostra mente, la vostra coscienza. È il pensiero a portare l’energia nel corpo. Quando il pensiero viene neutralizzato, il corpo si sente debole e inizia a declinare.

Il pensiero di Dio è l’essenza di ogni cosa, è vivo ed è senza fine. Dalla divina, infinita vastità sono state tratte tutte le cose. Dio estrae un pensiero dalla sua coscienza e quel pensiero diventa un essere vivente. Estrae un altro pensiero e lo diventare un fiore che, allora, diventa una precisa specie floreale; altri pensieri diventano le montagne, le pietre preziose o le stelle.

Eliminate i pensieri negativi e le paure. Ricordate che quali figli di Dio siete dotati delle stesse potenzialità che possiede il più eccellente degli uomini. In quanto anima, nessuno è migliore di un altro. Sintonizzate la vostra volontà affinché possa essere guidata dalla saggezza di Dio che si esprime nella saggezza dei saggi. Se la vostra volontà si unisce alla saggezza, potete realizzare qualunque cosa. La paura inibisce il progresso.

Siate pronti ad affrontare tutto ciò che accade; abbiate la prontezza mentale necessaria a far fronte a ogni cambiamento senza soccombere all’inerzia causata dalla sofferenza. Il pensiero di dover affrontare la morte non dovrebbe spaventarvi. La paura della morte è ridicola perché fino a quando non siete morti, siete vivi e una volta che siete morti non esistono più motivi di preoccupazione! È qualcosa che tutti dobbiamo affrontare, quindi non può essere così terribile.

Noi siamo onde sulla superficie del mare e, nella morte, per un breve periodo, la nostra coscienza viene completamente assorbita dall’Uno infinito da cui proviene. Non c’è nulla da rimpiangere, piuttosto si tratta di un momento di pausa e di riposo dai travagli della vita, di un avanzamento verso una libertà più grande.

Conservate la calma mentale in ogni circostanza. In ogni situazione siate tranquillamente attivi e attivamente tranquilli. Scacciate la disillusione e il disappunto che le privazioni e la sofferenza possono avervi procacciato. Queste costrizioni che gravano sulla forza del pensiero e sulla forza di volontà devono assolutamente essere eliminate. Le prove non vengono per punirvi ma per risvegliarvi, affinché possiate rendervi conto che siete parte dello Spirito e che oltre la scintilla della vostra vita divampa la fiamma dell’Infinità; oltre il luccichio dei vostri pensieri brilla la grande luce di Dio.

Oltre il vostro discernimento permane l’onniscienza dello Spirito; oltre il vostro amore arde l’amore completamente appagante di Dio. Se solo ve ne rendeste conto! Non separatevi da Lui. Dio non ha creato alcuni uomini più privilegiati di altri. Tutti gli esseri umani sono stati creati a sua immagine, ma a causa dei loro desideri e delle loro cattive abitudini non tutti riflettono allo stesso modo la sua luce divina.

L’appagamento non consiste nell’ottenere ciò che desiderate, ma nel coltivare le qualità della vostra anima mentre tentate di raggiungere il successo in imprese degne di essere realizzate. Non esiste nulla che vi impedisca di percepire il grande potere che sostiene la vita. Sono le cattive abitudini a farvi credere il contrario. Non avete un amico migliore o peggiore di voi stessi. Se vi aiuterete avrete successo. Non esiste legge divina che vi impedisca di essere ciò che volete essere e di compiere ciò che volete compiere.

Nessun evento negativo può influire su di voi senza il vostro permesso. È la vostra forza di volontà a determinare che cosa siete in grado di fare, nient’altro; né le abitudini acquisite, né il karma del passato, né l’oroscopo. Consultare le mappe astrologiche conferisce forza e autorità al karma del passato e indebolisce la volontà. Dio è la nostra volontà. Non dovete assolutamente permettere che i pregiudizi nati dal dubbio o dallo sconforto si intromettano fra la vostra forza di volontà e la vostra vita.

Il dubbio ha un effetto disastroso: paralizza la forza dinamica della speranza e distrugge la volontà. Se indebolite la forza di volontà, danneggiate la causa prima che conduce a ogni conquista. La fede può realizzare qualsiasi cosa; il dubbio, distruggerla. Evitate in ogni circostanza di cadere vittima del dubbio. Niente deve indebolire la vostra convinzione di poter diventare tutto ciò che volete. Nessuno può ostacolarvi, tranne voi stessi.

Sebbene il mio Maestro, lo Swami Sri Yukteswarji mi ripetesse continuamente questo concetto, all’inizio è stato difficile credere che fosse vero. Ma nella mia vita, ogni qualvolta ho usato il dono divino della forza di volontà ho scoperto che mi ha sempre salvato. Non utilizzare la volontà significa rimanere inerti come un sasso, come un oggetto inanimato, significa diventare un essere umano inutile. Non siate schiavi di questa terra. Si tratta solo di un luogo dove, per un certo periodo di tempo, dovete recitare la vostra parte. Non datele un’eccessiva importanza. Trovare il giusto equilibrio fra i doveri materiali e i doveri spirituali vi procurerà la felicità suprema.“

(Paramahansa Yogananda, Verso la realizzazione del Sé, Astrolabio)


domenica 7 aprile 2013

La gratitudine è una scelta



“Procedi in bellezza, ovunque tu sia.”
(Proverbio Navajo)

“La grazia avviene quando rispetti ciò che è. La lotta è invece quando spingi via ciò che è, e cerchi di creare qualcosa d’altro. La grazia avviene quando accetti, l’ostilità quando rifiuti o cerchi di fare delle modifiche. La grazia è naturale, l’ostilità è innaturale. La grazia è spontanea, l’ostilità richiede uno sforzo notevole. Ostilità significa mettersi in mezzo. Grazia significa farsi da parte.

La grazia non è mai perpetua. Ci sono sempre nuove lezioni da imparare. Per quanto aperto sia il tuo cuore, ci saranno momenti in cui ancora si contrae per la paura. Ce lo si deve aspettare. La grazia viene e se ne va. L’allineamento si crea e si perde. Dio appare e scompare. Il Sé viene dimenticato e ricordato. La grazia avviene nel flusso della vita, non lontana da esso. E la vita è in movimento costante, simile a un fiume che serpeggia attraverso il paesaggio.

Comincia come un rivolo di montagna e scorre a valle, impetuoso, determinato a raggiungere la meta. Poi si calma e procede per quella che sembra una eternità lungo le pianure, dividendosi in rami diversi, unendosi ad altri bacini. Quando raggiunge l’oceano, non ha più alcuna fretta. Anzi, ha una grande fiducia, maturata con l’esperienza. Quando raggiunge l’oceano, non si considera più separato dall’oceano. Riposa completamente in se stesso, senza inizio e senza fine. Anche per te sarà così.

Quando entri pienamente nella tua vita, tutto quello che ti teneva separato sarà lavato via. Inspirando, ti apri accogliendo ciò che arriva. Espirando, lo rilasci con delicatezza. Quando offri amore a te stesso o ad un’altra persona, entri nel circolo della grazia. Quando neghi l’amore a te stesso, o ad un’altra persona, entri nel circolo della paura. Quando ti trovi dentro un circolo, metti in discussione la realtà dell’altro circolo.

Per questo hai spesso la sensazione che nella tua esperienza ci siano due mondi che si escludono a vicenda. La persona grata non riesce a immaginare di essere trattata ingiustamente. La persona risentita non riesce a immaginare di essere amata da Dio. In quale mondo vuoi abitare? Sta a te scegliere. La gratitudine è la scelta di vedere l’amore divino in tutte le cose. Nessuno che scelga questa via può essere infelice, perché la scelta di apprezzare conduce alla felicità con la stessa certezza per cui la scelta di disprezzare conduce alla infelicità e alla disperazione.

Un’azione sostiene e dà fiducia. L’altra indebolisce e distrugge. Non focalizzarti sul buio, perché in fondo non è reale. Focalizzati invece sulla bontà intrinseca di tutti gli esseri. Nel vedere la parte luminosa degli altri, il tuo sarà un costante battesimo. Offrirai comunione. Persino mentre le persone confessano i loro peccati, affermerai la Verità che è in ciascuna di loro. Non badare a quello che manca o a quello che deve essere corretto.

Guarda invece quello che è sempre presente, e che non può mai essere portato via. Focalizzati ciò che è buono e giusto. Poiché non stai cercando i loro punti deboli, aiuterai le persone a trovare la propria forza. Poiché non stai cercando le ferite, le aiuterai a scoprire la gioia della gratitudine.

Essere un guaritore significa accettare l’innata capacità di essere liberi dal conflitto, dal senso di colpa, dai giudizi o accuse. Se accetti tale capacità in te stesso, illustrerai miracoli nella tua vita, nel farlo. Non cercare di guarire gli altri. Ti basta guarire te stesso. Ogni volta che guarisci un pensiero giudicante o un sentimento di separazione, ogni mente e ogni cuore nell’universo lo sente. La tua guarigione non appartiene solo a te, ma appartiene a tutti gli esseri.” (Paul Ferrini)

martedì 2 aprile 2013

L'astuzia della lepre



Il comportamento del leone era diventato un problema per tutti gli abitanti della giungla. Era sempre stato temuto per la sua forza, perciò nessuno osava mai disobbedirgli, ma la vita era diventata impossibile da quando il leone era diventato troppo sanguinario e spietato. Si prendeva la libertà di uccidere chiunque e in qualunque situazione essendo impunito e sembrava ossessionato dal gusto del sangue e dal desiderio di sfogare la sua prepotenza e l’ingordigia.

Gli animali vivevano nel timore di essere sbranati a tradimento, sobbalzavano al minimo muoversi di fronde e vivevano sentendosi bestie braccate. Per risolvere quel problema fu convocata la riunione dei rappresentanti delle specie animali che vivevano nella giungla. Per primo parlò l'elefante, che era un animale molto lucido e pacato, perciò prese la parola per esprimere il sentire comune: "Amici, sappiamo che siamo riuniti per risolvere la situazione facendo un patto con il leone.

Propongo un sacrificio al giorno per placare la fame del leone in cambio della tranquillità." L'appassionata discussione che seguì approvò l'idea del patto in cui il leone aveva soddisfazione della fame, e gli animali avevano la certezza di non venire uccisi a tradimento. Il sacrificio quotidiano era penoso, ma la situazione disperata giustificava il grande sacrificio, perciò la ritennero la migliore soluzione.

L'assemblea si sciolse avendo incaricato la volpe di incontrare il leone per stipulare il patto. Quando la volpe gli illustrò il patto, il leone rispose: "Perché volete un patto? Se pensate di farmi qualche strano scherzetto vi avverto che vi siete illusi, perché io vi distruggo tutti senza pensarci neppure un attimo!" La volpe velocemente volle precisare: "Non è un trucco, è una proposta molto vantaggiosa per tutti. Gli animali offrono un pasto al giorno se prometti che non ci attacchi, e che possiamo vivere tranquilli."

Il leone parve disprezzare l'idea: "Io sono abituato a conquistarmi la preda. Preferisco un pasto che viene dalla mia caccia come frutto delle mie fatiche. L'idea di patteggiare per avere il cibo, cara volpe, non mi convince per nulla. Sono ancora forte per cercare il cibo." La volpe si affrettò a dire: "Sono sicura che sei un buon cacciatore, ma la caccia è sempre un'attività incerta, e non sempre si trova abbondante selvaggina. Noi ti offriamo un cibo sempre sicuro."

La volpe è l'animale astuto che sappiamo tutti, perciò usò tutte le argomentazioni per convincere il leone, infatti la trattativa si concluse con il consenso al patto da parte del leone. Da quel giorno, gli animali iniziarono ad estrarre a sorte il nome della vittima, e lo sventurato che veniva estratto nella funesta lotteria, si offriva in pasto al leone.

La soluzione trovata non era certo ottimale, perché il timore dell'agguato era diminuito e il leone era soddisfatto da quello che riceveva in pasto, ma gli animali non erano tranquilli. E quale tranquillità si può sentire se temiamo che il nostro nome venga scelto per morire? Tutti sapevano che, prima o poi sarebbero stati chiamati dalla sorte, infatti quando il momento fatale giungeva l'animale andava verso il suo destino di morte, mentre gli altri si sentivano sollevati, ma la tranquillità era breve.

Ogni giorno si estraeva un nuovo nome, finché giunse anche il turno della lepre. La lepre è un animale astuto, perciò dichiarò che poteva sfuggire alla sua sorte con uno stratagemma che avrebbe salvato anche tutti gli altri. Da molto tempo pensava ad una soluzione che fosse diversa da quel patto mortale. L’estrazione del suo nome in sacrificio non la coglieva di sorpresa, infatti dichiarò: "Fratelli miei, non possiamo lasciare che il leone continui ad opprimerci così.

Dobbiamo sottrarci a questo crudele destino, io ci ho riflettuto. Adesso che il mio momento è giunto credo di avere l'idea per liberarci dal leone e dalle sue angherie." Gli animali erano molto scettici, e le parole della lepre avevano ampliato i loro timori: "Come puoi pensare di riuscire contro il leone? Tu sei astuta, ma anche il leone non è affatto ottuso, e poi è anche molto sospettoso. Si accorgerà subito del tranello che hai ideato, e quando capirà il trucco verrà a cercare anche noi per sbranarci tutti!

Non vorrai che ritorniamo ai tempi precedenti al patto? Ci vuoi rigettare nella disperazione?" La lepre si mostrò risoluta a risolvere il problema a modo suo, essendo a rischio della vita, perciò rassicurò tutti dicendo: "Non vi preoccupate, so quello che faccio! Ho detto che ho trovato il modo per eliminare il problema e manterrò la parola. Sono io la vittima di oggi, perciò la mia condizione attuale è senza scampo. Persa per persa, io voglio provare!

Devo rischiare perché questa situazione non è solo mia, infatti se oggi tocca a me, domani toccherà a voi. Siamo tutti condannati alla morte, è solo una questione di tempo!" Le parole della lepre avevano una logica, e la logica della lepre era tragica e implacabile come può esserlo solo la verità. Il patto con il leone era pesante da sopportare, perché non faceva che procrastinare la morte che avrebbe colpito tutti, un giorno dopo l’altro.

La lepre si recò nel luogo convenuto al sacrificio, e quando il leone la vide arrivare gli balzò incontro. Il leone era molto impaziente e adirato: "Finalmente ti sei decisa a venire! Sei molto in ritardo e io non amo aspettare! Non è un problema, ma sento il desiderio di riprendere la caccia giornaliera. Se vogliamo rompere il patto fatto con i tuoi vigliacchi amici, io non ho problemi a riprendere il vecchio stile di vita, basta che lo diciamo!"

La lepre disse: "Vostra Magnificenza, vi prego di non fare conclusioni frettolose. Non è colpa mia per il ritardo, ma posso raccontare il motivo per cui non sono puntuale." Il leone aveva fretta di mangiare: "Senti, facciamo poche ciance. Non amo le chiacchiere quando ho fame. Quando ho fame voglio solo mangiare. Tu sei la preda scelta oggi per placare i miei istinti famelici e sanguinari. Non vedo l'ora di papparti con un bel boccone."

La lepre rispose: "La ragione del mio ritardo ti riguarda da vicino. Lascia che ti racconti il perché." Il leone si era incuriosito per il misterioso discorso, perciò disse alla lepre che poteva raccontare. Avuto il consenso, la lepre iniziò a dire: "Ti ringrazio perché mi permetti di parlare. Voglio che sia chiaro che il patto noi lo rispettiamo, perciò sappi che mentre venivo da te sono stata assalita da un leone.

Per fortuna sono sfuggita ai suoi artigli, ma la fuga mi ha fatto perdere tempo, perciò sono arrivata così in ritardo." Il leone era saltato come una molla mentre ascoltava il racconto, perciò urlò furioso: "Cosa mi dici? Dici che un leone ha osato entrare nel mio territorio di caccia?" Il leone stentava a dominare la rabbia mentre aggiungeva: " Dici che hai incontrato un leone che vuole usurpare i miei diritti?"

La lepre se la godeva in segreto vedendo che le sue parole avevano colpito il segno, perciò convenne: "Certo è molto grave avere due leoni nello stesso territorio, e gli effetti della novità sono gravi anche per noi. Il patto stipulato con te vale ancora, oppure l’altro leone può rivendicare dei diritti maggiori dei tuoi?" A quelle parole il leone non seppe frenarsi e si mise in marcia con la lepre sul groppone.

Avendo fretta di regolare il problema del dominio della giungla aveva dimenticata la fame, perciò disse: "Vieni subito con me, scema di una lepre, ora devi farmi vedere dove hai visto il leone. Gli farò capire chi comanda! Il cialtrone scoprirà a sue spese chi è il più forte della giungla!"

Viaggiando con la lepre che guidava il percorso, il leone correva verso il luogo indicato, ma era sospettoso perciò minacciò la lepre: "Ti avverto, stupido animale, che se mi accorgo che mi hai teso un tranello faccio una strage." La lepre lo rassicurò: "Ti scongiuro leone, corri più veloce per arrivare prima che il leone rivale possa fuggire. Ti mostrerò il luogo, e ti farò vedere con i tuoi occhi. Ora guarda in quella tana!"

La lepre indicò un grande foro bordato di frasche, e il leone nell'atto di affacciarsi verso l'interno della tana vide un leone dalla struttura robusta che lo fissava , perciò gli si avventò contro senza esitazioni. Il leone si era lanciato con l'intensione di andare contro il rivale per sbranarlo, ma si ritrovò ad annaspare nell'acqua melmosa di un profondo pozzo. Intanto la lepre aveva lasciato la groppa del leone un attimo prima che la belva si gettasse nel pozzo, ma che cosa era avvenuto veramente?

Era avvenuto che la lepre, aiutata dagli animali della giungla, aveva dissimulato il pozzo con le frasche, e così aveva imitato l'ingresso di una tana, e l'immagine del leone riflessa nell'acqua aveva rinforzato l'illusione del rivale. Il leone, nella foga non si era accorto che stava guardando la sua immagine, perciò era affogato nel pozzo. La lepre annunciò che l'incubo era finito, perciò si fecero grandi feste. Da quel giorno, gli animali non si fecero più assoggettare da nessuno, perché avevano imparato la lezione: si erano liberati e avevano imparato che nessuno può opprimere se non gli viene dato il permesso.

Buona erranza
Sharatan