“La via è quella che ci consente di giungere
a ciò che si protende verso di noi, chiamandoci a sé.”
(Martin Heidegger - In cammino verso il linguaggio)
Essere consapevoli che il cuore di Buddha batte nel nostro petto è possibile solo se cessiamo di far resistenza a questa potenzialità e se ammettiamo che qualcosa che ci è ancora sconosciuto possa esistere nel nostro essere: l’onestà e la chiarezza sono il primo passo per vincere la resistenza e il dubbio rispetto a questa possibilità, poiché implica che abbiamo accettato, almeno a livello potenziale, che una cosa così inconsueta possa avvenire. Nel buddismo si usa l’espressione “trapiantare il cuore dell’illuminazione” o “trapiantare nel cuore la luna piena” per indicare l’esperienza, però l’immagine va interpretata simbolicamente, in quanto non si tratta di impiantare un elemento estraneo nel nostro sistema: nessuno può donarci la luna, poiché possiamo recepire solo ciò che accettiamo come una nostra componente costitutiva.
La luna è già presente nel nostro cuore perciò essa va solo ridestata, infatti il “trapianto” è riferito alle sensazioni che accompagnano il risveglio spirituale, poiché l’illuminazione giunge come un lampo lasciandoci tramortiti e pieni di sgomento per la ricezione di una cosa troppo grande e troppo onerosa per le nostre forze. Avvertiamo una sensazione interiore che non sappiamo definire esattamente, infatti le nostre sensazioni solitamente si formano nel tempo e si evolvono con lentezza, così che la conoscenza e la padronanza si conquistano con l’adattamento lento e graduale.
L’illuminazione viene paragonata al colpo che colpisce il plesso solare, infatti ci lascia senza fiato come avviene con un impatto devastante: l’illuminazione offre l’esperienza diretta e intensa che assomiglia allo shock, perciò è evidente e calzante l’assonanza con un colpo traumatico. L’illuminazione non ci offre nessuna scelta, poiché la verità nasce sempre già completa e totale, infatti l’ego viene spiazzato e travolto da questa evidenza, poiché è abituato a pensare dicendo “io” e “mio” nei riguardi di tutto ciò che lo coinvolge: ma il suo gioco onnipotente è finito!
Tutto il nostro mondo viene sovvertito e tutte le certezze sono annullate, perciò l’ego comprende che è stato scalzato dal suo trono, infatti assistiamo all’agonia e alla morte dell’ego, e l’avvenimento è molto triste e doloroso. Nel mondo precedente eravamo sicuri, perché avevamo un ego molto forte e determinato che sapeva come imporsi sul mondo usando la sua prepotenza, infatti lui conosceva ogni mezzo per vincere e reagiva sempre con l’aggressività alle avversità del mondo.
La nostra vita era piena di invidia e di desiderio ma non conoscevamo alcuna sconfitta, perché ogni errore veniva abilmente occultato con alibi, lacrime e recriminazioni: seppure fossimo dei ladri, eravamo dei ladri felici e invincibili, perché prendevamo tutto quello che desideravamo. Il mondo andava alla grande, e se qualcuno era un problema o un intralcio sapevamo come liberarcene, infatti conoscevamo ogni trucco per raggiungere i nostri obiettivi. Dopo l’illuminazione la vita è diventa un inferno e tutto è entrato nel caos, perché siamo usciti dal mondo abituale e non possiamo più tornare indietro, perciò conosciamo l’ansia e il disagio di essere degli stranieri in un terra estranea, e il fatto può diventare devastante.
Da quando la luna è esplosa nel nostro cuore ci siamo rammolliti e non sappiamo come ritornare a essere duri e sprezzanti, perciò non possiamo neppure usare più gli inganni e i trucchi dell’ego, perché la luna molesta sa che siamo falsi e impostori: tutti i trucchi dell‘ego sono stati scoperti e diventano evidenti, perciò ogni finzione diventa ridicola e inutile. Dall’illuminazione si emerge con un iniziale rigetto, perché la consapevolezza ci trasforma in animali sofferenti che maledicono il momento in cui sono andati a cercarsi i guai, perciò li hanno trovati nell’esperienza più scomoda e improvvisa che potessero incontrare.
Possiamo maledire l’inquietudine e l’insaziabile curiosità che ci ha spinto alla ricerca e vorremmo bruciare tutti quei libri che diffondono il morbo insidioso, perciò progettiamo anche come uccidere il maestro che ha avviato quel processo così penoso, affinché il Messia scomodo non possa disturbare anche altri malcapitati. Avere delle reazioni così paradossali è normale, perciò ci accade di provare delle profonde sensazioni di dolore e dei conflitti interiori dilanianti, come se fossimo state vittime di un trauma, poiché la paura unita alla tristezza sono i sentimenti normali che sono avvertiti se subiamo delle esperienze che sono molto dolorose e scioccanti.
Il primo passo diventa difficile se ci sentiamo soli e spaventati davanti a delle verità che sentiamo come troppo onerose per le nostre risorse interiori, perciò la solitudine diventa un sentimento persistente e il segno della resistenza ostinata dell’ego che non vuole rassegnarsi alla sconfitta, e che lotta ferocemente per costringerci a ritornare nell’ordine del mondo precedente. Se persistiamo nell’avanzare avendo un’attitudine guerriera, scopriamo che una luna interiore è sufficiente per renderci felici, in quanto ci fa sperimentare un’enorme beatitudine interiore. Noi ci sentiamo felici quando ci sentiamo autosufficienti, perciò dobbiamo trovare il coraggio di oltrepassare sia il dolore che il piacere, se vogliamo avere un’evoluzione ulteriore.
Il passo ulteriore giunge dall’accettazione di tutto quello che porta la situazione, e l’accettazione offre un miglioramento che diventa immediatamente utilizzabile per migliorare il nostro rapporto con la realtà dei fenomeni, infatti l’aggressività e la prepotenza diventano delle strategie che percepiremo come estranee, offrendo il sintomo che dimostra il risveglio del nostro sole. Nel buddismo si usa il simbolo del sole per indicare il femminile e il simbolismo della luna per indicare il maschile, poiché il femminile è connesso con il saper donare la vita e saperla accrescere, perciò il sole viene innestato nella testa per irrobustire il cervello, mentre la luna viene innestata nel nostro cuore per addolcirlo.
Le qualità solari sollecitano il risveglio naturale, perciò un ridestarsi che è dolce e delicato, poiché il sole è il simbolo della non paura e della dolcezza, infatti un risveglio naturale non usa i conflitti e l’aggressività nei confronti della vita e del mondo, e se sappiamo usare la gentilezza e la grazia in tutte le occasioni della vita, non avremo da temere nulla da ciò che la vita ci porterà. Se accettiamo d’impiantare il sole del principio femminile nella nostra mente avremo una crescente necessità di riordinare tutta la nostra vita, affinché tutto intorno a noi possa rispecchiare la medesima intelligenza e l’acuto discernimento che abbiamo saputo conquistare.
Vogliamo avere un mondo ordinato, pulito e luminoso, e vogliamo che il nostro mondo divenga sempre più magnifico e più grandioso, infatti avvertiamo un crescente disagio davanti a quello che percepiamo come falso, artefatto e artificiale. Il nostro risveglio interiore avviene anche a livello estetico, poiché sentiamo il desiderio di vivere in un mondo luminoso, elegante e accogliente, sebbene il nostro concetto di eleganza sia diverso dall’eleganza che è comune e consueta: l’eleganza che cerchiamo è sobria e razionale, poiché il sole mentale sa organizzare il suo mondo usando l’acutezza della sua intelligenza.
L’uomo sente la necessità di avere delle strutture interne che siano solide, perciò la costruzione del suo mondo non avviene tramite la progettazione architettonica, ma avviene simbolicamente ed è collegata con la protezione e con la certezza di avere un contenitore interiore che sappia offrirci il calore e l’accoglienza che ci rendono sicuri. La sensazione di avere dei confini interni sicuri e certi è collegata anche alla conoscenza di porte e di sentieri che possano farci entrare e uscire dal mondo, qualora ne avessimo la necessità, perciò questa scoperta diventa molto esaltante: questo è il dono offerto dal sole che brilla nel cielo, e la magia riesce anche nell’uomo se il sole risplende anche nella sua testa.
L’uomo non può abitare in una casa vuota, infatti sono le persone della nostra vita che creano l’atmosfera che ci è necessaria per avviare il risveglio, perciò nella metafora della casa interiore, pensiamo alle persone che hanno creato le nostre fondamenta, alle persone che sono state il salotto con il caminetto quando ci hanno scaldato e confortato, alle persone che sono diventate una cucina per nutrirci anche in senso concreto. Per l’uomo non è mai sufficiente solo uno spazio esterno concreto, poiché egli vive anche nello spazio interiore e questo spazio deve essere ricco di persone che sanno offrire un paesaggio ospitale e confortevole, perché tutti abbiamo bisogno di avere delle persone che ci possano aiutare e che siano le fondamenta, la soffitta, la finestra, la cucina, il letto e il bagno: e questa è l’unica essenza dell’esistenza umana quando la vita umana è naturale e sana.
La simbologia delle trame che si compongono e si dissolvono, riuscendo a collegare la vita degli uomini, e che ci fa comprendere la perpetua trasformazione del mondo è stata racchiusa nel principio del mandala. Nell’ambiente naturale dell’uomo deve esistere la dignità e l’onestà, perché sono le uniche qualità umane che possono diventare un punto di riferimento sicuro per iniziare a creare un mondo più giusto e più armonioso. La dignità e l’onestà sono le sole qualità umane che sanno fondare la grandezza dell’essenza umana, poiché la dignità umana non è nella prosopopea del presuntuoso e l’onestà non è nella rudezza che rigurgita sul mondo le sue verità personali e parziali.
Se diventiamo dei veri guerrieri conosciamo una dignità nuova che è contemporaneamente grande e umile ma rispettosa di tutto, poiché il guerriero possiede un senso del decoro e del rispetto che riserva, per primo soprattutto nei riguardi di se stesso, perciò sa rispettarsi e sa rispettare il mondo, perciò abita in un mondo che è sempre più caldo, più gioioso poiché rende il suo mondo un luogo molto affidabile e sicuro. La nostra crescita diventa una via da guerriero quando sappiamo accettare la luna nel cuore, perché la luna offre la dolcezza e la compassione, mentre il sole che splende nella testa ci offre la chiarezza e l’amore per la verità.
Sono l’inerzia e l’ignavia dell’uomo che ci impediscono di apprezzare una vita eroica, poiché gli uomini non amano essere disturbati e dicono di voler migliorare, ma poi rimandano all’infinito l’attualizzazione concreta dei loro propositi. La luna simboleggia il principio del dare e la natura compassionevole che sa offrire anche se stessa, infatti la luna ridesta “maitri” che è la dolcezza e la gentilezza, ma ridesta anche “karuna” che è la compassione, mentre lo splendore del sole sviluppa “prajna” che è la capacità intellettiva, perciò sviluppa un ottimo intelletto.
Nella cultura occidentale l’intellettualizzazione viene vista in modo negativo, poiché è associata con il distacco dall’emozione in quanto si crede che sia un contesto e un’occasione di fuggire dall’osservazione di se, ma prajna che è intelligenza costituisce il modo più preciso e giusto per osservare e sperimentare l’esistenza, perché essa usa l’esattezza e la precisione nell’analisi totale della situazione. Solo l’intelletto sa vedere in modo chiaro e totale in tutte le esperienze, poiché è l’intelligenza che sa prevedere il potenziale insito nelle situazioni e che viene celato dai fatti della vita concreta: è solo prajna che sa afferrare tutto il contesto in modo immediato.
Solo l’intelletto ci permette di discriminare nelle esperienze e riesce a farci conoscere le condizioni samsariche, quelle fumose e quelle illusorie, perciò solo prajna sa come discriminare ciò che diventa illuminante e ciò che può risvegliarci. Arrivando a questo punto sappiamo come vedere oltre le cose, perciò impariamo che nulla va rifiutato o va accettato a priori, perché nulla va escluso se vogliamo una vita che sia completa, perciò tutto va accolto, esaminato e valutato: tutto deve essere gestito e inserito nell’esperienza concreta se vogliamo vivere consapevolmente e se vogliamo scegliere come scelgono gli uomini liberi.
Il nostro mondo non deve essere chiuso e avaro, ma deve essere ricco e vario, perciò dobbiamo imparare come accudire bene alle nostre faccende se vogliamo avere anche degli ottimi rapporti con il resto del mondo: tutta la vita va apprezzata e celebrata, perciò iniziamo a fare la connessione imparando a farlo nei riguardi di noi stessi, perché la pratica inizia facendo la piena comprensione di noi stessi. Una persona che sta bene in sua compagnia vuole poco dell’altro, perché tutto quello che possiede è qualcosa di prezioso, di elevato e di elegante, infatti l’insegnamento del sole nella mente e della luna del cuore sanno come celebrare la vita in tutte le sfumature.
Un guerriero deve imparare come saper fondere il sole e la luna se vuole diventare l'imperatore del suo mondo, e se vuole che la conquista resti impressa indelebilmente nella sua natura: questo livello è raggiunto con lo sviluppo della natura di “vajra” che è un termine sanscrito che descrive l’indistruttibilità del diamante, poiché anche la nostra natura interna può avere le medesime caratteristiche di splendore e di resistenza. Questo è l’autentico destino dell’uomo, perché la vera natura umana è quella di diventare delle persone affascinanti, incantevoli, splendenti e gioiose, poiché queste caratteristiche sono le medesime preziose qualità che sono possedute dalla Divinità che abbiamo ridestato e che amorosamente ospitiamo racchiusa nel nostro cuore e nella nostra mente.
Buona erranza
Sharatan
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