domenica 9 dicembre 2018

Ciò che ci circonda



“Non ho particolari talenti, sono soltanto
appassionatamente curioso.”
(Albert Einstein)

Quando gli scienziati arrivarono a penetrare nel sistema dell’atomo, cominciava un’epoca nuova per l’umanità. Constatarono, con stupore, che l’oggetto apparentemente più denso, era fatto soltanto di spazi vuoti dove era solo movimento: crollava un idolo. Non si trattava più di materia, ma di energia, forma invisibile delle potenze nascoste dell’universo.

Si scopriva che la materia è soltanto apparenza, che l’universo è tutto dinamismo: è vita. Il vecchio materialismo subiva il colpo più consistente nella sua parte che riteneva «scientifica». Se i nostri occhi acquistassero la capacità di vedere la struttura intima della materia, anche solo fino alla stadio di elettroni e di protoni, ogni oggetto e ogni distanza sparirebbero in una visione di punti che girano intorno a vari nuclei centrali.

Ma più fantastico e meraviglioso ci apparirebbe ciò che ci circonda, se i nostri sensi acquistassero la capacità di vedere e di sentire oltre i ristretti confini della loro limitata percezione. L’invisibile e l’inudibile sono divenute realtà, inimmaginabili, anche per gli uomini di più alta fantasia. L’energia può assumere forme ignote a noi o da noi inconcepibili, al di sopra e fuori degli schemi mentali umani.

Esistono mondi nello spazio cui non possiamo arrivare neppure con i nostri più potenti telescopi, e vi sono piani di vita che oltrepassano la nostra intelligenza e la nostra capacità di comprensione: la vita è una scala infinita che non sappiamo come incominci né dove arrivi.

Anche se la realtà dovesse essere diversa dalle concezioni e dalle immaginazioni umane, non avrebbe importanza. Essenziale è sapere che quel «quid» che noi abbiamo denominato Spirito, Scintilla Divina o Individualità, che costituisce la nostra vera essenza, può rivestire forme diverse, anche inconcepibili dalla mente, usare energie ben superiori alle nostre capacità.

Noi stessi, quando avremo abbandonata l’attuale forma fisica, nella materia, saremo soltanto quel «quid» perché noi siamo essenzialmente Spirito, Scintilla Divina, che può rivestire altre forme e altra materia. I più potenti telescopi dei grandi osservatori astronomici hanno portato l’occhio umano a vedere mondi lontani, appena percepibili, a distanze incommensurabili.

Ma l’universo è così infinitamente grande che si ignora persino il numero delle galassie. È stato calcolato recentemente che la distanza delle più lontane è di decine di miliardi di anni luce. Vi si possono trovare forme di vita che l’uomo è incapace di vedere, di sentire, di immaginare.

Negarne l’esistenza deriva dal rapportare tutto a se stessi come fanno quelli rimasti al sistema tolemaico, cioè i materialisti. Ma ciò è soltanto espressione di visione ristretta e miope. Ma è assurdo ritenere che l’uomo sia il più progredito e solo, in questa infinita scala degli universi?

Vi sono luoghi nello spazio dove l’evoluzione ha proceduto armoniosamente e si è raggiunto uno stato di coscienza superiore. Da migliaia di anni altri esseri hanno raggiunto lo stadio in cui gli uomini saranno tra migliaia di anni.

I sensi sono i confini che segnano la condizione dell’uomo fisico che nulla sa, perché nulla può percepire di quei mondi vastissimi e innumeri che vivono al di là dei limiti della nostra esperienza vitale.

Dinanzi ad essi, restiamo muti, senza nulla comprendere, perché trascendono le nostre comuni capacità. Lo spettroscopio ci rivela che a noi sfuggono immense serie di vibrazioni di colori che oltrepassano il nostro campo visivo, sia nel senso più elevato come in quello più basso della materia.

Abbiamo occhi e non vediamo, abbiamo orecchie e non sentiamo. Il mondo dei sensi è la prigione nella quale siamo confinati e ci restringe entro limiti molto angusti. Così oltre i sedicimila cicli al secondo non riusciamo a percepire nessun suono: è la zona degli ultrasuoni.

Il limite della nostra vista è il violetto. Oltre, esistono raggi le cui radiazioni l’occhio umano non percepisce e alle quali non è sensibile. Non percepiamo il magnetismo, i raggi cosmici, l’elettricità, le onde radiotrasmittenti, l’infrarosso, la radio attività, le onde dinamo, i raggi gamma, l’irradiazione delle piante, degli animali e così via.

Tante sono le cose per le quali i sensi fisici sono impotenti. Man mano che si sale sui piani più elevati, i sensi fisici sono inutili perché essi sono validi soltanto per una ristretta parte del piano fisico, ma non arrivano oltre. Essi possono percepire la veste delle cose, non la loro essenza che appartiene ad un altro piano.

Così come non vediamo il coraggio, non si percepisce il valore, la tenacia, l’intelligenza, il timore, eccetera. La natura ha posto limiti provvidenziali ai sensi dell’uomo, ha però provveduto affinché le sue relazioni con tutti i piani di vita fossero non solo possibili ma attive e continue.

I sensi servono per il mondo limitato in cui vive, mentre per le relazioni con la vita infinita l’uomo possiede in sé la potenza delle sue facoltà superiori. Non si vuole accennare soltanto alle facoltà extrasensoriali che non sono in possesso di tutti, almeno nello stesso grado, ma a quella facoltà di intuizione che tutti dovrebbero attendere a sviluppare.

Per mezzo di questa si può ampliare la nostra visione del mondo e arrivare là dove la percezione sensoriale, limitata al mondo materiale, è del tutto indifferente. Infatti, i mondi invisibili e quelli pur materiali ma lontani, sono assolutamente irraggiungibili dai mezzi comuni.

L’uomo non è tutto nei sensi fisici che sono la parte di lui più materiale e perfino ingannevole. Ciò che è fuori dal raggio della percezione sensoriale può essere da lui percepito con le facoltà superiori di cui è dotato, e prima fra tutte l’intuizione.

Egli ha facoltà che trascendono i sensi, proprio per le relazioni con i piani e i mondi dove gli strumenti ordinari di percezione non possono arrivare. Anche le facoltà extrasensoriali sono sempre più in via di sviluppo, in gran numero di uomini delle nuove generazioni, e lo saranno ancora più nella futura società, quando gli uomini saranno più evoluti. Con esse, i confini del proprio mondo saranno sempre più allargati.

Ma anche allora resteranno dei limiti invalicabili, segnati per ciascuno dal proprio gradino di evoluzione spirituale: mondi invisibili e inudibili, piani dove si potrà raggiungere soltanto dopo graduale progresso. Oltre i propri limiti, per ciascuno, è mistero e silenzio, zone mute, dimensioni ignote.

La grande mistica spagnola del 500, S. Teresa d’Avila, ha scritto che il paradiso più che un luogo è un modo di essere dello spirito. Al di là, per ciascuno, è la dimensione che non riesce a raggiungere perché è oltre il proprio raggio di vita. Non necessariamente luogo fisico, ma espressione di vita.

Vi sono piani infinitamente diversi che vanno dai più densi a quelli più sottili, in una scala e in una gamma di vibrazioni, di energie tali da qualificare i diversi stati di coscienza relativi al grado evolutivo raggiunto.

L’al di là può indicare tutto ciò che vive oltre i nostri ristretti confini, i mondi che noi ignoriamo, dove la vita, pur se in forme diverse, è certamente più attiva e più raffinata di quella grossolana in cui noi viviamo.

La più grande parte della vita universale si svolge sui piani che nessuna facoltà umana riesce a percepire. Neanche l’uomo più evoluto può toccare gli estremi limiti di questa vita infinita perché là vivono esseri immensamente a lui superiori.

Se l’uomo vedesse questi piani di vita, non potrebbe reggere: sono livelli oltre gli schemi comuni che l’uomo non può comprendere né concepire perché sono i mondi dello spirito. Il materialista per il quale il mondo dello spirito è una frontiera irraggiungibile, chiuso nella capsula dei sensi, nega perché non comprende.

Per lui, anzi, è un mondo impossibile.Impedimento a intuire, per molti, sono le incrostazioni intellettuali e l’appesantimento di certo distorto uso della ragione e la negazione preconcetta: ostacoli che sono indice di immaturità spirituale.

Ciò che l’uomo meno evoluto considera inesistente perché fuori dalla sua penetrazione sensoriale, sono i piani di vita di più alta vibrazione dove la vita è più ricca e intensa: la sua anima, ancora chiusa, non può vedere né sentire. (Amadeus Voldben, Il protettore invisibile, Ed. Mediterranee)

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