venerdì 9 aprile 2010

I creatori della realtà


"L’essere umano è una parte cosciente del cosmo,
un essere tramite cui il mondo giunge a conoscere se stesso."

(Ervin Laszlo)


Il concetto dell’unità della coscienza, cioè che “tutto è Uno” è molto antica ed è splendidamente estressa nel taoismo e nella filosofia induista con il concetto di Brahman, ed è modernamente riproposta nella struttura del Campo Akashico o Campo A di Ervin Laszlo. Questo concetto è assai rilevante per un futuro migliore perché si basa sull’unione e non sulla divisione degli esseri viventi dell’universo.

Nei tempi passati tutti i ricercatori spirituali sono giunti spesso a delle concezioni simili a queste e, soprattutto, alla concezione di Uno come di un’unità a cui attribuire tutta la creazione e il dominio della sacralità, dell’Uno come un continuum spazio-temporale che tutto pervade e tutto unisce. Nella concezione del Campo A si afferma l’esistenza di un campo informativo onnipresente e sotterraneo in cui ogni cosa è collegata in modo sottile alla sua essenza.

Ora viene affermato che ciò che è scritto nei Registri dell’Akasha così familiari alle concezioni antiche, possa consistere in “fili vibrazionali di un’unica vita” che riesce a pervadere tutto l’universo, e che recano traccia di tutte le vite vissute dall’umanità perché vi è l’immagine olografica del Sé che si è impressa come un sigillo sull’atmosfera eterna, universale ed elettromagnetica di cui è costituita la sostanza primaria che pervade tutto il cosmo.

Se rapportiamo questi fili vibrazionali con la corda di uno strumento o con la voce di un coro, allora consideriamo che ogni corda o voce costituisca un campo: tutte queste corde e queste voci condividono un filo comune che è quello del registro, del sistema, del terreno o campo universale akashico. Sembrerebbe che l’universo abbia una grande coscienza o una grande mente, perciò la materia sembrerebbe più un pensiero che una sostanza inerte e priva di vita. Il Campo A ha le caratteristiche di “un progresso intellettuale radicale” perché tutta la creazione è informata, interconnessa e fatta di informazioni piuttosto che di materia.

Implicita in questa concezione antica che ridiventa attuale, vi è la possibilità che gli esseri umani, in quanto memoria di potenzialità cosciente all’interno di un continuum cosmico coerente e integrato, possano contribuire fattivamente alle manifestazioni fisiche, cioè materiali. Da questo punto di vista gli uomini potrebbero essere dei partecipanti attivi, seppure inconsapevoli della creazione della realtà. Se gli uomini vivono in modo consensuale alla realtà che inconsciamente si attendono di ottenere, quella poi sarà la vera realtà che otterranno in manifestazione concreta.

E’ la realtà che noi crediamo intimamente di ottenere, che sarà quella che noi imprimeremo nel campo universale, così che essa si potrà dispiegare materialmente e concretamente, poiché avrà tutte le connotazioni logiche di ciò che concepiremo come vero, e come concepibile per la nostra mente. In questo senso l’uomo diviene veramente l’architetto e il creatore della sua realtà, quindi l’uomo è il creatore anche delle leggi fisiche, sociali e personali che plasmano la sua modalità di percepire l’esperienza reale.

Il Campo A pervade tutto il cosmo, esso può contenere una massa quasi infinita di informazioni, ma possiede una quantità finita di possibilità di ciò che può essere effettivamente canalizzato e materializzato in senso concreto. Nel corso della sua evoluzione l’essere umano ha costruito tanti sistemi di credenze, e queste si sono talmente sovrapposte e moltiplicate, da non potere più verificare se i principi di verità di tali concezioni fossero delle spiegazioni precise, oppure se fossero dei tentativi primitivi e goffi di sistemare un mondo di caos.

Persino la freccia che indica la direzione del tempo oggi appare relativa, come pure sono relativi i concetti di spazio, di energia e di materia, e la realtà che la scienza ci addita sembra essere più attendibile come "continuum spazio-temporale di tipo lineare". Un’altra concezione che il Campo A sembra spiegare è la convinzione così rafforzata in quei mistici e in quegli estatici che hanno avuto esperienze illuminate, di avere avuto la visita del loro Dio.

Tutti questi mistici estatici non possono riconoscere, perché sono inconsapevoli di ciò, che hanno solo visto ciò che si aspettavano di vedere e che credevano vero. La verità e il credo religioso sono sempre rafforzate dalla fede profonda di coloro che credono, dal loro sistema sociale, dal tempo e dal luogo in cui gli uomini vivono, perciò il dogma religioso o spirituale è sempre pericoloso. L’essere umano dogmatico crede come vero solo ciò che si aspetta o che desidera vedere, e quello che vede, poi la reputa una verità che si rafforzerà in un nucleo di ciò crederemo come vero ed auspicabile.

E’ questo vero ciò che si imprimerà nel Campo A o spazio akashico, e tale capacità di impressionare il cosmo è tipica dell’uomo, che è l’unico organismo vivente sulla terra in grado di fare questo. Il secolo appena nascente è un esempio lampante di questa tendenza umana di costruire e incidere concezioni in cui credere, e poi da reputare come verità eterne: tali vengono ritenute fino al punto di costruire su di esse uno schema di percezione e uno schema di consapevolezza di coscienza: sono queste le concezioni che creano le divisioni, la discordia e il fanatismo religioso.

Molte guerre e molte divisioni potrebbero essere evitate se l’essere umano imparasse invece a credere in una superiore unità di tutte le forma viventi, se l'uomo credesse nell’unità della famiglia umana, se potesse vedere il suo prossimo come un interlocutore e non come un nemico. Se il prossimo fosse visto come interlocutore potrebbe essere un possibile amico, un collega, un conoscente e un vicino, cioè potremmo concepirlo come un compagno con cui vivere, con cui gioire, con cui lavorare e con cui condividere un tratto del corso della vita.

Una simile concezione dovrebbe vedere una crescente presa di coscienza del potenziale umano, una maggiore espansione della coscienza e della consapevolezza dell’unità della creazione. Molti sciamani e mistici credono da sempre a questa unità e, da sempre, essi vedono tanti altri aspetti della realtà ma le donne e gli uomini positivi hanno bisogno di prove scientifiche e concrete per poter credere in ciò che comunemente appare inconcepibile. Forse ora il Campo A diventa il ponte che unisce la mente scientifica alla mente spirituale, ed è un ponte essenziale per i tempi a venire.

Buona erranza
Sharatan

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