“Il nucleo della conoscenza è questo:
se la possiedi, applicala;
se non la possiedi, confessa la tua ignoranza.”
(Confucio)
Un uomo morì. Possedeva diciassette cammelli e tre figli, e nel suo testamento lasciò scritto che metà dei cammelli andavano al primo figlio, un terzo al secondo e un nono al terzo. Quando fu aperto e letto il testamento, i figli rimasero perplessi, che fare?
Diciassette cammelli: metà dovevano andare al primo figlio … dovevano tagliare un cammello in due? E anche questo non avrebbe risolto granché la questione, perché un terzo doveva andare al secondo. E di nuovo le cose sarebbero state in alto mare: un nono dei cammelli doveva andare al terzo figlio. Praticamente tutti i cammelli sarebbero stati uccisi.
Ovviamente andarono dall’uomo in città che sapeva di più: il Mulla, il Pandit, lo studioso, un matematico. Questi ci pensò su a lungo, si sforzò, ma non riuscì a trovare una soluzione, perché le cifre sono cifre! Disse: «Non ha mai diviso cammelli nella mia vita. Tutta questa storia mi sembra folle. Ma dovrete farli a pezzi … se dovete rispettare il testamento alla lettera, i cammelli dovranno essere tagliati, solo così possono essere divisi.»
I figli non erano disposti a fare a pezzi i cammelli. Che fare, dunque? A quel punto qualcuno disse: «È meglio che andiate da qualcuno che se ne intenda di cammelli, non da un matematico.» Per cui andarono dallo sceicco della città che era vecchio, analfabeta, ma aveva acquisito saggezza attraverso l’esperienza. E gli esposero il problema di come rispettare le volontà del genitore defunto.
Il vecchio rise. Disse: «Non preoccupatevi. È molto semplice.» Prestò loro uno dei suoi cammelli - e adesso i cammelli erano diciotto - e poi li divise. Nove furono dati al primo figlio che ne fu contento; era felicissimo. Sei cammelli, un terzo, furono dati al secondo figlio, che a sua volta fu soddisfatto.
Due cammelli, un nono, furono dati al terzo figlio, e anche lui fu soddisfatto. Rimase un cammello; quello che era stato prestato. Lo sceicco si riprese il cammello e disse: «Potete andare! » La saggezza è pratica, il sapere è privo di praticità. Il sapere è astratto, la saggezza è terrena; il sapere è formato da mere parole, la saggezza è esperienza. (Osho)
2 commenti:
bentornato/a!! :)
Grazie :-)
anche io sono contenta di essere ritornata :-)
Un caro abbraccio
Sharatan
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