“Non smettete mai di protestare;
non smettete mai di dissentire, di porre domande,
di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni,
i dogmi. Non esiste la verità assoluta.
Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro.
Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.”
(Bertrand Russell)
Riflettiamo raramente su quello che pensiamo illudendoci di essere più liberi e consapevoli di quanto effettivamente siamo. In realtà siamo limitati da una serie di influenze di cui non abbiamo consapevolezza. Finché non sappiamo nulla delle forze che ci dominano non possiamo imparare a conoscerle, dominarle e usarle a nostro vantaggio.
È molto importante capire come un certo tipo di influenze possono farsi strada nella nostra mente e dominare le nostre azioni e la nostra volontà. In senso contrario, ossia se ci ostineremo a negarle esse agiranno ugualmente, e la loro azione procederà indisturbata, per cui saremo trascinati - anche nostro malgrado - a seguire un determinato modo di pensare o un determinato comportamento senza poterci opporre.
Ci illudiamo di essere liberi, perché la libertà è una delle più grandi illusioni dell’essere umano. In realtà siamo condizionati da una serie di limitazioni. Veniamo condizionati per restare limitati soprattutto a livello mentale perché viene mortificata l’elasticità del cervello. Siamo abituati a valutare gli altri solo dal punto di vista esteriore, perciò accettiamo i pregiudizi che riguardano la nazione, la razza, la religione, la condizione sociale, la scelta sessuale e de caratteristiche esteriori simili.
Se coltiviamo dei pregiudizi subiamo una restrizione della mente, perché formare un giudizio prima di conoscere non usiamo le strutture cerebrali coinvolte nella osservazione, discriminazione e decodifica del mondo. Le limitazioni agiscono su di noi in due modi: in primo luogo modificando la nostra opinione sulle cose e sui fatti e, in secondo luogo, modificando le nostre azioni.
Vedendo la questione in modo più semplice, il pregiudizio ci danneggia perché ci impone di vedere le cose non per come sono, ma per come le vedono gli altri. Siamo costretti a vedere il mondo come lo pensano gli altri, perciò non possiamo farci una nostra opinione. Non possiamo creare un pensiero imparziale su quello che viviamo. Uno dei pregiudizi più pericolosi è quello che riguarda la nazione e sui luoghi comuni che riguardano le persone che fanno parte di una determinata nazionalità.
Gli italiani ne sanno qualcosa poiché, in passato, non potevano entrare nei locali pubblici in cui era vietato l’accesso “ai cani e agli italiani” e perché erano identificati con lo stereotipo di “italiano: mafia, pizza e mandolino”. E allora cosa pensano quelli che gridano contro gli “stranieri” che giungono a chiederci aiuto? Molto spesso l’opinione pubblica di una nazione crea lo spauracchio, l’insulto o il capro espiatorio ai danni di un altro popolo.
Nei casi estremi si attribuisce allo “straniero” o al “diverso” qualche aberrante comportamento o una malvagità funzionale al fatto di rinforzare il disgusto che si vuole rivolgere contro di lui. Il pregiudizio verso un certo popolo o una certa etnia può diventare tanto intenso che è necessario molto tempo perché sia superato. E spesso - dietro molti luoghi comuni come quella dell’ebreo usuraio, del tedesco mangia patate, dell’italiano mafioso, goloso e musicante si nasconde un pregiudizio difficile da estirpare.
E se ci illudiamo che una persona più colta sia immune dal coltivare pregiudizi, si sappia che non è così, sebbene sia certo che le persone più ignoranti hanno pregiudizi più forti e più radicati, ma soprattutto molto più irragionevoli. Non è il caso di sentirsi superiori, perché tutti dobbiamo fare sempre molta attenzione a non cadere vittime dei pregiudizi. Non è facile restare immuni dai pregiudizi che sono profondamente radicati nella nostra cultura come quello che accusa gli zingari di rapire i bambini.
Il fatto è che siamo circondati da correnti di pensiero che agiscono su di noi e che reagiscono ai nostri pensieri. Alimentate da queste energie mentali si formano delle masse energetiche, le forme-pensiero, che tendono a riprodursi trasmettendo la loro vibrazione a qualsiasi corpo mentale che incontra o con cui entra in contatto. Nel piccolo possiamo osservare questa azione nelle questioni che coinvolgono la politica dove le opinioni si dividono tra varie fazioni in opposizione tra loro.
Ma, in queste questioni, le idee non restano discordi e il pensiero della maggioranza inizia a segue una certa fazione e afferma una idea che viene condivisa da molti e che riscuote il consenso dell’opinione pubblica. Il consenso crea e alimenta una forma-pensiero potente che esercita una forte pressione sulla mente delle persone. E maggiore è il numero dei soggetti che aderiscono all’idea più aumenta la forza della forma-pensiero che è stata prodotta e che entra in azione.
In questo modo per il singolo diventa molto difficile resistere all’urto di quella potente onda di pensiero e diventa inevitabile farsi trascinare dalla corrente dell’opinione prevalente. Anche se il singolo è molto resistente, la lotta è sempre presente, perché la pressione è continua. Anche se restiamo sempre all’erta è molto facile lasciarsi convincere dal pensiero condivisa dalla maggioranza.
A livello metaforico, il pregiudizio si può definire come un indurimento della nostra facoltà mentale, perché nelle stesse zone passano sempre le medesime vibrazioni che mandano in risonanza sempre le stesse ramificazioni dendritiche, che attivano sempre le stesse risposte umorali e che scatenano sempre le stesse reazioni psico-fisiche.
Un cervello ripetitivo diventa sempre più limitato e sclerotico, noioso, poco creativo e condizionabile. Il soggetto che ha un organo cerebrale simile è incapace di vedere le cose per come sono realmente, perché le sue strutture mentali sono abituate a fare sempre la stessa strada e non conoscono altre vie. Il pregiudizio attiva una percezione errata, perché limita i dati percettivi facendo vedere solo quello che credevamo di vedere. E così si finisce per vedere solo quello che si vuole vedere e si finisce per credere solo a quello che già si crede.
La politica è il classico caso in cui le opinioni non vengono maturate per convinzione personale, perché l’adesione ad un credo politico non è dovuta ad una matura riflessione dopo aver valutato il pro e il contro di una certa idea o linea politica. Le opinioni politiche scelte per seguire la maggioranza possono diventare molto pericolose come si vide nell’adesione al nazismo che ebbe il potere di coinvolgere un’intera nazione.
Da ciò si vede come un’idea aberrante possa catalizzare una forza in grado di creare una forma-pensiero temibile. Anche in questo caso sarebbe stato utile conoscere come riuscire a distinguere la differenza tra pregiudizio e convinzione personale. Le convinzioni ci creano in modo personale e autonomo, infatti sono basate sull’osservazione di fatti oggettivi valutati con ragioni logiche dopo un’approfondita riflessione.
Uno dei metodi più validi per distinguere tra pregiudizio e convinzione è quello di esaminare le ragioni e la logica su cui basiamo le nostre idee. Nell’essere umano - che è un animale sociale - prevale la tendenza ad accodarsi dietro l’opinione generale, dietro il pensiero prevalente, invece che coltivare idee che provengono da un ragionamento autonomo e originale.
Il “così fan tutti” giustifica le insicurezze personali e spinge a farsi complici di azioni che non condividiamo ma che facciamo perché seguire la corrente è più facile che remare nel verso contrario. Non è necessario essere psicologi per capire che le opinioni della maggioranza non sono sempre vere o condivisibili. Molto spesso pensiamo che è ingiusta e non condivisibile, ma non abbiamo la forza per affermare le nostre idee e difendere le nostre ragioni.
Anche i pregiudizi di classe sono insidiosi, perché tutti amano sentirsi superiori e migliori degli altri. Per questo è così facile disprezzare quelli che fanno parte di una classe inferiore. Anche in questo caso il rimedio migliore sarebbe di usare il cervello aumentando la conoscenza, e il cuore aumentando la compassione per quelli che hanno meno di noi.
Da molti esempi si evince che il pregiudizio è la causa e la conseguenza di una compressione delle facoltà pensanti, perché è sufficiente conoscere le persone per capire che siamo tutti esseri umani quindi siamo molto più uguali di quanto pensiamo. Anche a livello spirituale si sviluppano pregiudizi soprattutto quando si crede di far parte di una classe di ego molto elevati e si millanta una grande nobiltà spirituale.
Ma la nobiltà spirituale si dimostra con la comprensione per le creature che devono ancora evolvere, e con la compassione per noi stessi che crediamo di essere già realizzati. Il fatto è che anche le persone migliori corrono il rischio di cadere vittime dei pregiudizi, perché è difficile sfuggire alla forza attrattiva della “mente del gregge”.
In molti casi non è vero che l’idea è dannosa perché è sostenuta dall’opinione pubblica. Si possono fare degli esempi in cui un’idea deriva dall’esperienza delle generazioni passate per cui va difesa e sostenuta perché offre una base minima del buon senso comune. L’opinione pubblica ha ragione se condanna il lavoro dei bambini o il femminicidio, perciò ha ragione se pensa che un paese in queste cose accadono è un paese molto triste e incivile.
In un paese dove accadono queste cose si è formata una mente collettiva troppo primitiva, perciò in paesi come quello non è bello vivere perché sono è poco piacevole e troppo arretrato. Lo stesso discorso si può fare in tutti i contesti in cui la violenza, il conflitto e la demagogia atta e seminare divisioni socialei e discordia sono i fattori che determinano la ragione. La pressione che può fare l’opinione pubblica non è sempre una colpa, perché la folla può usare la sua forza per fermare le ingiustizie.
Buona erranza
Sharatan
2 commenti:
ciao Sharatan
grazie per la tua risposta sul post precedente. Vedo che l'argomento continua qui :)
Le forme pensiero attualmente "impazzano" in questo mondo !!!
La nostra amata terra si sta stufando che i "pidocchi" che la abitano siano così irrequieti.
un caro saluto
Alex
Ciao Alex,
volevo integrare meglio i contenuti dei post precedenti. Credo che non possiamo evitare di alimentare forze mentali che prendono una certa forma, e in questo senso è stato sempre così. Ma sarebbe il caso che tali forme pensiero fossero forme di positività e non "immondizia" come avviene spesso.
Sulla pazienza della Terra io ci spero tanto! Non oso pensare il contrario, ma sappiamo tutti che alla Terra noi non siamo necessari, perché potrebbe ospitare anche altre forme di vita. Mentre la Terra a noi è indispensabile! Vedi tu, chi ha più da perdere?
Un caro abbraccio
Sharatan
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