sabato 28 gennaio 2012

Sentire la nota giusta


“Due sentimenti sono i più difficili da superare:
aver trovato ciò che era stato già trovato
e non aver trovato ciò che si sarebbe dovuto trovare.”
(Johann Wolfgang von Goethe)

I vedantini dicono che tutta la manifestazione ha un ritmo e una vibrazione e che anche l’uomo ha una vibrazione perché vibra e risuona, però solo chi possiede una grande sensibilità sa riconoscere il suono ritmico che viene emesso dagli uomini. Ogni tipo di vibrazione si esprime con un tono e una qualità, perciò la vita è prodotta dal numero e dal tono delle oscillazioni. Nell’induismo si afferma che tutto ciò che risuona emette una qualità di toni a cui è collegato un modo di essere, un modo di vivere e uno stato d’animo oppure la proiezione delle tre cose, perciò tutto l'insieme della manifestazione ha una qualità espressiva che si può rapportare alla scala musicale.

L'uomo per l’eccessiva “metallizzazione” delle sue sostanze e per la forza dell'individualità prova l’isolamento e l'incomunicabilità, perciò non sa ascoltare il linguaggio armonico della creazione. Gli uomini credono che la vita sia un ambito da contabilizzare, ma se la realtà è vista in modo così riduttivo diventa ostile alla comprensione e tutto il vivere diventa un fatto incomprendibile, perciò non se ne comprende il senso e si vive infelicemente. Per conoscere qualcosa è necessario percepire che le sue oscillazioni sono un modo per esprimersi, perché nulla è una cosa morta, infatti tutto ciò che vive possiede delle modalità espressive che vengono espresse dal numero e dal tono delle sue vibrazioni.

L’uomo vede con gli occhi esterni ma non percepisce con la sua vista interiore perché non sa come usare la sua sensibilità, ma se non la sviluppa non arriva a comprendere la vita. L’uomo si comporta come un ragioniere che vede il mondo solo come un dato da computare, perciò lo riduce facendo sottrazione, aumento e moltiplicazione, perciò incrementa la sua vita solo di classificazioni mentali. Seppure sia utile poter dare un nome alle forme e saper classificare il mondo, questa utilità va usata solo per la creazione delle coordinate generali nella conoscenza, perché le cose della vita non si studiano teoricamente, infatti le cose della vita si comprendono solo se vengono vissute con una sensibilità profonda.

La vita viene paragonata alla sinfonia che è suonata con un certo suono e con un tono, perciò bisogna diventare molto sensibili interiormente per saper riconoscere le sue caratteristiche, perché i piani sottili rivelano meglio il senso profondo della vita. L’approccio materialista usa solo i nomi e le categorie mentali per definire le forme, ma questo errore concettuale ha causato l’interruzione del legame tra l'uomo e il cosmo. La separazione tra la materia del mondo e lo spirito del mondo ha reso l'uomo un essere solo e abbandonato, e seppure promettesse di renderlo padrone del mondo, l'ha reso uno schiavo dalla mente limitata.

Osservando il funzionamento del mondo vegetale vediamo la sua armonia sottile, perché la natura vegetale possiede una grande varietà di suoni e di colori diversi. Un giardino può essere armonico o disarmonico, perché l’insieme della flora produce la nota espressiva di un tono armonico, infatti nel giardino sono importanti tutti i fiori e le piante che sono presenti. Il giardiniere esperto sa che è necessario scegliere con cura le piante migliori, poiché il loro suono e il loro colore dovranno creare quell’armonia che dovrà manifestarsi nel giardino.

L’armonia finale espressa dalla vegetazione sarà prodotta dall’insieme di piante e di fiori, perciò sarà prodotta dall'armonia totale e non da quella del singolo fiore, perché è l'assieme delle varie qualità che sanno creare l’armonia. Similmente l'esecuzione della sinfonia non è la somma delle note che si susseguono, perché la musica è nell’armonia dell'assieme delle vibrazioni sonore e non proviene dalla somma delle singole note. Nella partitura musicale la nota produce delle vibrazioni sonore, e ogni vibrazione si esprime con delle diverse tonalità, perciò è il ritmo espresso nella musica che esprime la qualità della sinfonia.

La percezione dei sensi ordinari arriva alla percezione dello schema dei toni musicali, infatti riesce a capire la nota da cui inizia l'esecuzione musicale, e il tono iniziale è il schema di riferimento più importante per poter valutare la qualità dell’evento sonoro. L’intonazione è la nota con cui inizia la sinfonia, perciò diventa il punto di riferimento essenziale, perché il tono è la caratteristica principale della sinfonia.

Con la sensibilità dell’anima e con l’uso dei sensi più sottili che l’uomo possiede si possono percepire sia il ritmo che la qualità, perciò si può percepire sia la qualità che il tono della musica. L’orecchio interno può udire e valutare tutto quello che lo circonda, perciò può percepire tutti i toni, e può percepire istintivamente la tonalità armonica dell'ambiente. Ogni ente si esprime con i toni che sono prodotti dalle sue vibrazioni, e tutte le qualità armoniche delle vibrazioni formano un “tono musicale” particolare e mostrano una nota del temperamento che è tipico dell’ente.

Per capire veramente le cose è necessario saper sviluppare la sensibilità interna che usa l’occhio interno per ascoltare le vibrazioni degli enti, perché per capire è necessario penetrare totalmente in quello che ci circonda. Per capire non possiamo usare il sentimentalismo dell’emozione, perché la comunicazione vera trascendere la conoscenza superficiale, infatti nei rapporti non devono essere viste solo le forme, ma dobbiamo vedere il ritmo e l’armonia che l’essere emana nello spazio che lo circonda, e questa percezione profonda è la vista e l'udito interiore.

Se vediamo gli uomini solo come delle strutture fisiologiche vediamo le loro strutture generali, perciò abbiamo le strutture dei sentimenti, delle emozioni e lo schema mentale nei tratti tipici della specie. Ma gli schemi strutturali generici sono utili solo per organizzare delle conoscenze in schemi generali, ma se vogliamo condurre un'analisi accurata dobbiamo ammettere che l'indagine seria avviene con l'analisi delle eccezioni, perciò è sulle particolarità degli organismi che possiamo valutare e apprezzare le potenzialità “quantistiche” della specie.

Gli orientali dicono che anche le piante hanno delle vibrazioni per esprimere i loro sentimenti, ma questo noi non lo crediamo perché non abbiamo sviluppato quella piena sensibilità interna che è adatta a percepire in modo completo il mondo. I vedantini dicono che ogni suono è un modo per poter esprimere la qualità che definisce un temperamento, perciò per udire l’armonia del mondo non possiamo usare le orecchie esterne che riconoscono solo il tipo di nota, ma che non sanno udire la tonalità espressiva. L’orecchio esterno non sa riconoscere la qualità che esprimono i vari suoni, perciò non sa riconoscere l’espressione della vita profonda che costituisce l’anima del suono.

Per i vedantini, dietro ogni suono esiste la vita e l’Essere, perché l’Essere esprime la qualità del tono per mezzo della forma, del numero e del suono, perciò esprime una vita, una qualità e una forma diverse in tre diversi aspetti distinti e separati che sono l'unità trinitaria. La qualità della vibrazione è il tono di fondo, perciò è la nota che esprime la qualità fondamentale dell’Essere vivente: e dalla nota fondamentale si possono sviluppare delle scale armoniche all'infinito, perché la scala musicale può salire in modo illimitato.

Gli orientali dicono che ogni essere è una scala armonica che inizia dalla Nota fondamentale dell’Essere, perché ognuno esprime un aspetto diverso e particolare della divinità. Si dice che la Coscienza Assoluta, il Supremo Brahman, che ha manifestato tutte le forme create si è espresso in triplice forma con tre definizioni e con tre aspetti che riescono a racchiudere e rappresentare tutta la realtà. L’Ente si manifesta differenziandosi in tre qualità fondamentali pur essendo l'Assoluto e l'Ineffabile che è senza forma, perciò l’Anima che trascende le forme ha fatto il sacrificio della sua infinita vastità per dar vita alla sua creazione e alle sue creature.

Brahman il Supremo è l'Essere perfetto, onnisciente, onnipotente e onnipervadente, ma si è imposto dei limiti, infatti ha accettato di fare la riduzione delle sue vibrazioni creatrici per permettere all’uomo di esistere come entità differenziata. I vedantini dicono che il Supremo si è limitato perché l’uomo potesse manifestarsi. La creazione è l’atto dell'amore supremo di Brahman che si è volontariamente limitato e definito assumendo delle qualità specifiche e diventando Isvara, cioè l’Entità Unica che possiede tutte le qualità e gli attributi. Le note dell'Infinito non sarebbero sufficienti per definire l'Immensità di Brahman che è senza forma e senza definizione.

Tutte le forme di vita sono delle scale armoniche che contengono altre note e sottonote perché tutte le forme di vita hanno, nell’essenza, quella Nota Fondamentale. Tutte le forme di vita sono delle sfumature armoniche che provengono dalla Prima Nota che originò la creazione. Poiché l'oggetto con una forma solida nello spazio deve avere delle dimensioni che lo possano contraddinguere per degli attributi specifici da altre forme diverse, Brahman diventò Saguna dando origine alla prima qualità della vita universale.

Il punto è la nota fondamentale della forma solida, infatti senza il punto non ci sarebbe la linea, il piano e il volume che è la proiezione del piano, perciò ogni nozione fisica che crea una forma solida deve iniziare con la definizione del concetto di punto. Il punto è la prima determinazione della geometria che crea le coordinate dello spazio, perciò l’origine deve tracciare i limiti e le definizioni dei concetti basilari, e Brahman si è qualificato per essere l’origine che riordina i concetti. Avvenne che la Divinità creatrice si esprimesse come Brahman Saguna, anche se l'Ente è illimitato e universale, e il fatto avvenne quando il Punto iniziò a produrre le vibrazioni che trasmettono le qualità che lo rendono quello che Lui è.

Poiché i vedantini credono che esiste il principio di assonanza tra il microcosmo e il macrocosmo, possiamo affermare a buona ragione che anche il punto più microscopico possiede un tono poiché ogni ente è un’armonica della prima Nota fondamentale. Ogni ente possiede la sua vibrazione, perchè possiede un suono e un tono che è l'espressione caratteristica del suo essere. Se impariamo a riconoscere la qualità del suono e del tono di ogni essere che è esistente sappiamo riconoscere la vita e possiamo risuonare in armonia con ogni forma di vita: questo è il concetto fondamentale del fatto di essere una musica vivente.

Per imparare a risuonare come la saggezza orientale ci insegna è necessario avere due strumenti, cioè lo strumento che è fornito dai sensi esterni e lo strumento che viene fornito dai sensi interni, che non sappiamo usare. L’udito esterno usa l’orecchio per sentire i suoni, ma il senso interno di sensibilità cosciente riesce a percepire l’armonia che il suono esprime, perciò sa apprezzare e sa valutare ciò che il suono vuole esprimere: è il senso interno che riconosce la qualità dell’espressione musicale. Davanti alla materia è necessario saper percepire la forma esterna usando gli occhi, ma è necessario attivare anche una sensibilità profonda che sorge dalla coscienza, perché sa percepire la qualità interiore che la forma vuole esprimere.

Queste due prerogative della materia, cioè la forma e la qualità della forma si possono rapportare al valore e al numero del tono musicale, perché la percezione completa deve percepire la materia sia per la quantità che per la qualità. L’applicazione ottimale della sensibilità completa non può prescindere dal fattore soggettivo, perché l’uomo ha una caratteristica aggiuntiva che lo qualifica anche per la sfumatura emotiva della sua percezione, perciò l’interpretazione che viene attuata ha una variabile soggettiva.

Il fattore soggettivo personale non è possibile da spiegare o da osservare, ma si può esemplificare in modo evidente se pensiamo alla differenza che esiste nell’ascolto della medesima musica quando l’orchestra viene diretta da diversi direttori d’orchestra. Anche il medesimo brano sinfonico risulterà diverso per l'orecchio dell'ascoltatore, infatti anche la stessa musica diventa diversa quando viene eseguita con un “temperamento” esecutivo diverso. Ma, delle variabili così impapalpabili non possono essere descritte in modo adeguato, perché queste caratteristiche non sono evidenti agli occhi fisici, perciò accettiamo anche l'esistenza di qualità che sono invisibili e saranno non osservabili finchè saremo nel veicolo fisico-corporeo.

Vi sono delle verità conoscibili solo fuori dalla materia, perché esistono delle cose invisibili di cui si può avere solo una percezione interiore, e di cui ognuno deve avere un'esperienza personale, perciò sommando tutti i fattori concludiamo che, anche la qualità del soggetto che percepisce assume una scala di valore. Secondo gli insegnamenti che Pitagora ha diffuso, si dice che nella realtà esiste l’Armonia, perché ogni regno della vita ha una sua modalità di esprimere la vita, perciò possiede il suo numero e il suo tono, che è diverso e differente da quello delle altre specie viventi.

I quattro regni: minerale, vegetale, animale e umano possiedono una gamma di suoni e di toni espressivi che sono articolati salendo da una scala che è crescente e che progredisce dalla pietra all’uomo, ma che può proseguire per l'infinito. Si afferma che, oltre il livello degli uomini esistono dei toni e dei numeri espressivi che l’uomo non può percepire, perché i sensi umani sono inadeguati a percepire quegli stati vibrazionali. Ma l’uomo possiede anche dei corpi più sensibili di quello fisico-corporeo, infatti possiede dei veicoli sottili che sanno variare la frequenza della loro vibrazione per poter percepire una sostanza più rarefatta della materia.

Anticamente si diceva che ogni regno possiede una nota fondamentale che è l’archetipo che rappresenta l’intero regno, perché impersona l’Idea fondamentale che il regno deve esprimere. Ogni regno della vita e ogni modo di vivere si rapportano all'archetipo determinato, perciò si rapportano all’Idea che è più in Armonia con quel regno, perché quell’idea meglio di tutte lo rappresenta. Per questo motivo appare naturale che l’orecchio interno possa percepire il numero e il tono con cui condivide una maggiore affinità, perché l’orecchio interno riconosce istantaneamente la musica preferita dell’idea che si insegue.

Gli uomini usano le modalità espressive degli istinti, dei sentimenti e dei pensieri, perché l’individualità umana è una armonica minore della Nota principale dell’Essere, perciò gli istinti, i sentimenti e i pensieri non sono altro che degli stati vibratori con cui l'essere umano cerca di esprimere i suoi toni specifici. Se esprimiamo un affetto o un pensiero emettiamo delle vibrazioni che sono corrispondenti, e che possono essere avvertite da una corda psichica sensibile, per questo si dice che il pensiero può viaggiare nello spazio e può essere percepito dalla fonte ricevente anche se la fonte emittente è lontana.

La cosa importante che tutte le saggezze antiche dicono è che la corda dell’individualità è sempre un’emissione degradata, perché emette una musica che è discorde e discontinua. Per esemplificare la teoria, si dice che l’essere è una vibrazione con un certo numero e un certo tono di vibrazioni espressive che mettono in moto l’etere. L'uomo può muovere l’akasha, che è l’elemento eterico del piano esistenziale in cui l’organismo umano agisce. Si dice che l’akasha risponda all'azione dell'uomo e che nella reazione la materia eterica si modella secondo la struttura e la qualità fondamentale di quella nota.

L’Essere Cosmico è il grande musico che usa la tastiera del suo Logos che è Intelligenza e Consapevolezza suprema, perciò l'Essere usa la Saggezza infinita per plasmare l’akasha con la sublime melodia che esegue. Da questa armonia provengono duplici effetti, cioè provengono delle armoniche di numero e di diversa qualità di tono con cui avviene il continuo rinnovamento della creazione. Questa prerogativa è stata infusa anche nell'uomo con il possesso della nota essenziale, perciò anche l’uomo può agire come fa la Divinità.

Anche l’uomo può usare la tastiera del suo logos, cioè l’intelletto per far risuonare le note e plasmare l’akasha per modellare il suo atto creativo. Gli istinti, i sentimenti ed i pensieri dell'uomo hanno lo stesso effetto, perché l’intento che abbiamo nella mente produce gli effetti vibratori che esprimono quella determinata qualità. L’umanità è un’entità che usa una tastiera collettiva, perciò se il singolo uomo è discorde e disarmonico anche l’umanità produrrà delle melodie discordanti che fanno una pessima musica.

L’uomo deve sapere che il sommo Demiurgo è il plasmatore volontario dei suoi eventi, perciò dobbiamo saper accordare la nostra consapevolezza in modo tale da fare una splendida esecuzione, però l’umanità è fatta di pessimi musici e di personaggi stonati che pretendono di essere tenori. Per l’uomo è difficile comprendere che l’umanità vive così come la vediamo perché così vuole vivere la maggioranza delle persone, in quanto nulla impedirebbe di cambiare musica.

L’uomo incolpa Dio di non saper suonare meglio il suo strumento, infatti vuole trovare solo qualcuno su cui scaricare le colpe di responsabilità che sono personali. In questo aspetto l’uomo è un bambino immaturo e capriccioso che non vuole crescere, perciò il bimbo irragionevole non vuole ammettere che potrebbe suonare meglio. Se l'uomo fosse un essere ragionevole andrebbe a scuola di musica, perché gli potrebbero insegnare che per cambiare musica è necessario mutare la chiave dei toni, perciò a scuola imparerebbe che è la qualità che va migliorata.

Per cambiare la qualità dei toni della nostra consapevolezza è necessario agire in modo personale e diretto, dobbiamo eseguire in modo preciso e provare e riprovare con un’azione molto impegnativa, perché la perfezione esecutiva non è un fatto solo apparente. Una piena competenza avviene quando la competenza è profonda, perciò avviene se l'arte sa penetrare fino alle “midolla dell’essere,” perciò avviene se essa penetra e impregna la nostra profondità più intima. Per questo tutti i maestri avvertono che solo la trasformazione della qualità della coscienza può produrre un’umanità migliore, perché l’akasha andrebbe plasmata con qualità espressive molto migliori di quelle che usiamo.

Buona erranza
Sharatan

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