mercoledì 7 dicembre 2011

All’incrocio degli influssi


“La verità è dentro di noi, non nasce
da eventi esterni, qualunque cosa ne pensiate.
Esiste un centro interiore in tutti noi,
dove la verità dimora nella pienezza; e intorno a lei
muro dopo muro, la grossolana carne la rinchiude.
Questa perfetta, chiara concezione che è verità.”

(Robert Browning – Paracelso)

Gurdjieff diceva che quando le persone ascoltano i discorsi altrui non comprendono le parole che sentono, infatti le orecchie lavorano da sole mentre la mente divaga, perciò difficilmente si comprende il vero senso del linguaggio, quindi parlare diventa una perdita di tempo. Perlopiù si presta attenzione solo alle chiacchiere e alle sciocchezze quotidiane, perciò non siamo in grado di comprendere il vero significato delle cose, perché la nostra comprensione è legata alle nostre abitudini del pensare.

Il vero significato è molto lontano dalle parole, perché il vero senso del linguaggio è ad un livello molto superiore del parlare quotidiano, come è dimostrato dall’apprendimento delle lingue dove impariamo a chiamare le stesse cose con dei termini diversi, perché le varie lingue usano delle parole diverse per indicare gli stessi oggetti. Le parole dovrebbero avere sempre un significato preciso, perché le parole sono ricordate e registrate, perciò un linguaggio preciso non va degradato al livello della ciarla.

Un linguaggio inadeguato degrada il valore delle cose, perché le parole che trascurano il vero senso dei termini non valorizzano il contenuto di ciò che si dice. Le cose sono degradate dalle parole inadatte, perché le parole sono degradanti quando sono usate con la disinvoltura del giocoliere, perciò usando delle parole scadenti si rende scadente anche il pensiero che viene da quelle parole. Il pensare deve avere una densità, perché il pensare deve penetrare profondamente nelle cose, perciò le parole devono avere un significato preciso che si conserva e che si deve accrescere.

Le parole devono avere una profondità di senso e devono avere dei livelli crescenti di comprensione, come avviene nei testi sacri che diventano sempre più profondi quando abbiamo compreso ciò che ci vogliono comunicare. Quando iniziamo a capire l’insensatezza delle chiacchiere inutili entriamo nel vero senso delle cose, e il senso delle parole che esprimono queste cose si accresce sempre più, perciò le parole assumono sempre più un maggior valore, e il loro senso diventa sempre più profondo.

Le parole avranno un crescente valore, perciò avranno una maggiore precisione e non dovremo parlare per capire, perché sarà sufficiente osservare per comprendere. Nessuno è mai riuscito a modificare nulla di se stesso usando la forza delle parole, perché la nostra struttura si modifica solo quando penetra internamente il vero senso delle cose di cui si parla, e non quando un suono colpisce le orecchie. La capacità di usare un giusto linguaggio va applicata prima nei confronti di noi stessi, perché va compreso che alcune nostre caratteristiche sono utili in alcuni contesti, ma sono dannose in altri casi, ma per capirlo dobbiamo avere un Centro Magnetico.

Avere un Centro Magnetico interno, dice Gurdjieff, significa saper distinguere il tipo di influenze che modificano la vita, infatti l’uomo è sottoposto a due tipi di influssi, e il primo tipo lo osserviamo nelle forze che sono nella vita e che sono prodotte dalla vita stessa. Il condizionamento è nell’influsso della razza, della famiglia, della società, dell’educazione, delle maniere e dei costumi, e dalla condizione economica e sociale, etc. Poi abbiamo gli influssi di secondo tipo che provengono da forze che sono “al di fuori di questa vita” e che provengono dal “centro interiore dell’umanità,” perché furono prodotte da uomini che vollero crearle per scopi determinati: queste forze sono contenute nelle concezioni filosofiche, in alcune forme di pensiero e nelle opere d’arte.

Gli influssi del primo tipo sono collegati al commercio, alla politica, all’economia, alla guerra, alla conquista del prestigio sociale, all’intrigo e alla maldicenza, a cui uniamo le esigenze del mangiare, del bere, etc., fino ad arrivare al desiderio di essere famosi e acclamati, perché queste forze vengono dalla vita e sono usate per far muovere l’umanità. Gli uomini sono spinti da forze che li fanno reagire in modo automatico, infatti queste forze creano l’illusione di andare da qualche parte mentre invece si corre per non arrivare in nessun luogo.

La vita mette degli specchi in luoghi strategici, infatti gli specchi riflettono dei viottoli contorti facendoli apparire come una via chiara e dritta, mentre invece si gira in tondo restando sempre nel medesimo luogo: questa illusione è usata dalle forze della vita ed è un’illusione geniale, perché è un meccanismo semplice ma efficiente. Tutte le forze esercitano un forte influsso, perché gli uomini non si vogliono guardare internamente, ma anche se lo facessero non ricorderebbero neppure chi sono, dice Gurdjieff. Le forze diventano potenti perché non ci fermiamo a pensare sulla nostra vita, infatti se siamo afferrati dal “vortice generale della vita” non abbiamo il tempo di riflettere e restiamo fagocitati dalle cose, perciò agiamo in modo meccanico.

Se non ci fermiamo a pensare ripetiamo sempre gli stessi comportamenti, perché ci illudiamo di avere uno scopo e una direzione, infatti crediamo che la nostra vita abbia una meta chiara e definita. Se non osserviamo noi stessi e le cose siamo incoscienti del tipo di influsso cui siamo sottoposti, infatti le cose hanno un potere su di noi finché non diventiamo consapevoli del loro potere. Se cerchiamo delle scuse ai nostri comportamenti tutto ripiomba nell’oscurità e tutto resta come prima, per questo nessuno ammette di avere illusioni e di nutrire menzogne verso la vita: e la maggiore menzogna è quella di proclamare di non avere più illusioni.

Vedere in modo lucido che siamo chiusi come pecore in un recinto è il fatto con cui si riconosce il possesso di un saldo centro magnetico interiore. Se pensiamo con attenzione sappiamo riconoscere la sfera d’azione di due tipi di forze a cui siamo sottoposti, infatti vediamo delle influenze che derivano dal nostro usuale modo di vivere, dalle nostre abitudini e dalle consuetudini. Poi vediamo che ci sono forze che provengono da una sorgente che è al di fuori della vita, però vedere questo dipende dal nostro livello di comprensione, perché tutto dipende dal livello di comprensione che l’essere ha raggiunto.

L’inizio della via è situato all’inizio della comprensione, perché l’inizio avviene con la discriminazione e con il raggiungimento della consapevolezza del tipo di influssi che subiamo, perciò dal riconoscimento della loro qualità. Chiaramente saper fare una ripartizione precisa delle due qualità di influsso non è possibile in modo preciso, e questo è naturale, però è necessario sapere che ognuno riceve diversamente la forma e la forza dell’una e dell’altra: questo fatto è inevitabile, dice Gurdjieff, perché su questo fatto agisce il destino del singolo.

Un uomo si sente più assonante con la qualità delle forze che provengono dalla vita e qualche altro riceve meglio ciò che è al di fuori dalla prima sfera, poi ci sono coloro che non ricevono influssi da nessuna delle due parti e sono il terzo tipo di tendenza umana. In condizioni normali e in uomini normali le difficoltà e le opportunità di poter discernere le qualità delle influenze è uguale per tutti, perciò vi è per tutti la medesima difficoltà di separare la qualità delle influenze.

Se l’uomo che viene influenzato non è in grado di riconoscere, di separare e di differenziare il tipo di percezione, perciò se non differenzia il tipo di azione che le due forze esercitano su di lui, esse agiranno allo stesso modo sull’individuo e producono sempre gli stessi effetti. Ma se l’uomo quando riceve l’influsso delle due forze, riesce a vederle, a riconoscerle, a percepirle, a differenziarle e a separarle in modo adeguato sentendo la differenza, egli riesce a fare la discriminazione, perciò riesce a tenere da parte ciò che non proviene dalla vita, così che le riesce a tener separate e non le confonde con quelle che provengono dalle ordinarie influenze del vivere.

Il risultato delle influenze che provengono dalla sorgente che è esterna alla vita è un’assommarsi di forze che si raccolgono all’interno dell’uomo, perciò lui riesce a ricordarle e a sentirle tutte insieme, finché queste forze formano un assieme che si accumula. Non si può descrivere il senso di quello che si è formato, e non si sa descrivere “il perché e il per come” di quello che è avvenuto, perciò non si può dare una spiegazione perché ogni spiegazione sarebbe sbagliata.

L’essenziale non è riuscire a spiegare come la cosa sia avvenuta, perché l’essenziale è che il risultato delle influenze accumulate sono riuscite a formare un Centro Magnetico che saprà attrarre tutte le forze che gli sono affini e che riuscirà ad accrescersi sempre di più. Se il Centro Magnetico riesce ad avere una nutrizione sufficiente, e se la personalità dell’uomo non fa resistenza a questo tipo di sviluppo, il Centro Magnetico riesce a stabilire l’orientamento dell’uomo e lo obbliga a fare un capovolgimento di vita e di direzione.

Quando il Centro Magnetico sarà sviluppato a sufficienza potrà contare sulla sua forza interiore, perciò l’uomo riuscirà a comprendere l’idea della via e comincerà a cercarla. La ricerca della via può durare per anni e potrebbe non condurre a nulla, perché tutto dipende dalle condizioni, dalle circostanze, dal potere e dalla direzione delle tendenze interiori che non sono affatto interessate a faticare per percorrere la via. Molte delle nostre tendenze interiori non sono interessate a lavorare, perché non vogliono faticare per cercare ciò che non conoscono, perciò tentano di distogliere il ricercatore dal suo scopo, soprattutto quando arrivano le opportunità di trovare la via.

Se il Centro Magnetico è forte e sa lavorare bene, e se l’uomo è veramente intenzionato alla ricerca perché è stanco delle cose precedenti, perciò se sente in modo giusto, allora lui può incontrare un altro uomo che già conosce il percorso. Se avviene che incontra chi conosce la via o chi conosce qualcuno che è in collegamento diretto o indiretto “con un centro la cui esistenza sfugge alla legge dell’accidente e dal quale provengono le idee che hanno formato il Centro Magnetico,” e se costui è disposto ad aiutarlo, allora l’influenza di questo uomo lo raggiungerà tramite il proprio Centro Magnetico.

Da quel momento l’individuo è libero dalla legge dell’accidente e dalle influenze interne alla vita. L’influenza che può esercitare un uomo che conosce la via è una qualità speciale di influenza che è diversa dalle influenze ordinarie che l’uomo subisce normalmente, infatti la differenza è duplice, in quanto l’influsso di terzo tipo è diretto e cosciente. Le influenze che sono fuori dalla vita sono delle influenze esterne all'uomo, ma poi sono gettate nel calderone interno delle cose che viviamo, perciò anche le influenze del secondo tipo si confondono con quelle del primo tipo collegate alla legge dell’accidentalità.

Le influenze di terzo tipo sono diverse, infatti sono subite in un modo che è libero dall'accidentalità, perché la loro azione è ricercata in modo libero e volontario. Le influenze di secondo tipo ci vengono infuse in forma indiretta, perché sono contenute nei libri, nei sistemi filosofici e nei rituali religiosi, mentre gli influssi del terzo tipo sono trasmesse da una persona all’altra per mezzo della parola, perciò esse sono trasmesse “da bocca a orecchio.” Quando incontra l’uomo che conosce la via, il ricercatore ha varcato la prima soglia e sale il primo gradino, perché da questo gradino inizia la scala, infatti tra la vita e la via esiste una scala.

E’ solo tramite la scala che l’uomo si avvia sulla via, però la scala si sale solo se veniamo aiutati, infatti non si può salire facendo conto solo sulle proprie forze. La via inizia quando si è giunti in cima alla scala, perciò quando si è varcata l’ultima soglia che è sull’ultimo gradino, ma questo è un livello molto superiore a quello ordinario. Adesso, dice Gurdjieff, dovrebbe nascere spontanea la domanda: “Dove ha origine la via?” Alla domanda si deve rispondere che la via inizia fuori dalla vita ordinaria. Ma se la via non nasce dalla vita, allora non possiamo dire qual’è la sua origine precisa.

Si dice che l’uomo che ascende la scala non è mai sicuro di nulla, che riesce a dubitare di tutto, che teme per l’insufficienza delle sue forze, che dubita della giustezza di ciò che cerca e di tutto quello che fa. Egli dubita della sua stessa guida, perciò dubita del suo sapere e del potere della guida, infatti è consapevole che tutto quello che si raggiunge è molto instabile. L’uomo sa che può raggiungere un punto molto alto e può salire fino in cima alla scala, ma sa che dalla cima si può cadere e che poi sarà necessario ricominciare la scalata.

L’unica cosa certa è che, una volta oltrepassata l’ultima soglia si può vedere il cammino della via che si sta percorrendo, perciò per l'uomo tutto cambia. Per prima cosa ogni dubbio che nutriva sulla sua guida si dissolve, e nel medesimo istante, anche la guida non è più necessaria, perché egli è diventato indipendente essendo divenuto consapevole della sua meta. A questo punto, non gli è più possibile ritornare indietro, perciò non può più perdere il frutto del suo lavoro, e anche se dovesse allontanarsi per qualche tempo dalla via non gli è possibile ricadere indietro e non potrà tornare alla vita che viveva prima.

Tutto questo, dice Gurdjieff, è quello che si può dire della via e della scala che conduce alla via, anche se esistono diverse regole da rispettare per giungere alla meta, infatti nell’ascendere la scala con la quarta via, è necessario che ogni gradino abbia un uomo che ha duramente lavorato per raggiungerlo, perciò avviene che tutta la cordata dipenda dal lavoro di coloro che sono inferiori che premono i superiori per farli ascendere.

Accade che, anche se un uomo abbia raggiunto dei poteri molto speciali lui voglia sacrificarli per permettere agli altri di ascendere, però per elevare delle persone deve rivolgersi a gente del suo stesso livello. Infatti se le persone riescono a raggiungere qualcosa di maggiore, colui che si è sacrificato si vedrà restituito tutto quello a cui aveva fatto rinuncia, ma se le persone per cui si è sacrificato non riescono a elevare la loro posizione, e se non lo raggiungono, anche lui dovrà perdere tutto quello che aveva raggiunto.

Buona erranza
Sharatan


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