lunedì 12 giugno 2017

Magnetismo personale



“Ovunque andiate, agite nella consapevolezza
di essere padroni di voi stessi.”
(Paramahansa Yogananda)

Perché quando alcuni parlano tutti ne sono affascinati, mentre altri possono trattare lo stesso argomento senza suscitare il minimo interesse? Con tutti i loro ovvi difetti, i dittatori esercitano un'influenza enorme. Qual è il segreto di questo potere? È il magnetismo. Siamo tutti divinamente dotati di un magnetismo personale. Perché, dunque, in alcuni è così evidente, mentre altri sembrano esserne privi? Perché pochissimi conoscono il modo di sviluppare il magnetismo, che nella maggior parte dei casi rimane allo stato latente.

Molte delle facoltà di cui il Signore ci ha dotati rimangono nascoste dentro di noi poiché non ne facciamo uso. Che cosa è il magnetismo? L'ipnotismo è stato definito magnetismo animale; è una specie di cloroformio mentale somministrato dall'ipnotizzatore. Il magnetismo spirituale, invece, è qualcosa di diverso: è il potere che l'anima ha di attirare o di creare ciò che le occorre per raggiungere un benessere e una felicità completi.

Il magnetismo di molti esseri umani non è molto evoluto; prevale in loro un magnetismo animale o fisico, soggetto all'ipnosi cosmica di maya, o illusione terrena, che si manifesta soprattutto sul piano materiale. Sono molteplici i fattori che influiscono sullo sviluppo del magnetismo. In primo luogo, la qualità e la quantità del cibo che ingerite. Un'alimentazione eccessiva e sbagliata nuoce allo sviluppo del potere magnetico perché ha un effetto negativo sulle energie vitali del corpo.

Ad esempio, coloro che appesantiscono l'organismo mangiando troppa carne indeboliscono il proprio magnetismo. La stessa cosa può dirsi di altri alimenti non adatti al corpo umano. Al contrario, gli alimenti puri come la frutta fresca, lo rafforzano. Per quanto concerne la quantità deve essere tale da farvi sentire un leggero appetito quando vi alzate da tavola. Non mangiate a sazietà. Appesantire lo stomaco riduce l'energia vitale con conseguente diminuzione del magnetismo.

Coloro che mangiano troppo non sono magnetici, mentre coloro che digiunano regolarmente accrescono il proprio potere magnetico. Dovete sempre dominare il corpo e non permettere mai che sia il corpo a dominarvi. Chi non è abituato a digiunare, teme che sia sufficiente rimanere un giorno senza mangiare per andare incontro a morte sicura. Invece, nel corso di un lungo digiuno scoprirete presto che la fame scompare e che non avete più voglia di mangiare.

È pericoloso digiunare a lungo se non sapete come regolarvi, ma conoscendo le modalità del digiuno, non si determina alcun problema. Un'eccessiva alimentazione rende schiave le forze vitali dell'organismo che, invece, vengono vivificate da un digiuno regolare, ad esempio da uno a tre giorni consecutivi, e accrescono il magnetismo del corpo. Voi siete l'anima, che per sua natura è di gran lunga superiore a un effimero corpo di carne.

Digiunando, scoprirete che è l'energia cosmica, o prana, a mantenere in vita il corpo. Questa energia intelligente, che si è lasciata condizionare dal cibo, impara così a fare maggiore assegnamento su se stessa. Con il digiuno educate l'organismo ad affidarsi di più all'energia cosmica. Anche Gesù ha sottolineato questa verità affermando: «Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio.»

La “bocca di Dio” è il centro sottile situato nel midollo allungato, attraverso il quale la divina energia vitale, la “parola” fluisce nel corpo dalla sorgente cosmica. Durante il digiuno attenetevi alla convinzione che non morirete di fame e che l'energia cosmica vi mantiene in vita. Vi sorprenderà constatare che l'energia fluisce nel vostro corpo naturalmente e non per mezzo del cibo. Dipendete dal cibo perché non conoscete l'esistenza del potere che costituisce il vero sostegno della vita….

Ma che cosa succede quando riempite di cibo lo stomaco di un uomo vivo? Le sostanze alimentari verranno assimilate, dimostrando così che non è il cibo a dare la vita. Il prana - la forza vitale intelligente racchiusa nel corpo che trasforma gli alimenti in energia - è stata resa schiava dalla nostra identificazione con il corpo stesso, al punto da ritenere di non essere in grado di sostenerlo senza fare ricorso al cibo.

Ma Gesù ci ha ricordato che le cose stanno diversamente. Il prana entra nel corpo insieme all'anima all'atto del concepimento, e nel corso della vita viene costantemente ricostituito attraverso la “bocca di Dio”. Il digiuno è uno dei modi in cui è possibile sviluppare l'autonomia dell'energia interiore. Il digiuno purifica il sangue e fa riposare i vostri organi; allora una nuova energia comincia ad emanare dagli occhi, dalle mani e dai piedi.

Non appena comprendete che vivete di energia cosmica e non di sostanze materiali, il corpo si magnetizza e in voi si manifesta un magnetismo di qualità diversa. Queste sono le grandi verità che cominciate a conoscere. Fra voi, il mondo che vi circonda e le persone con cui venite a contatto si determina un costante scambio di magnetismo.

Ad esempio, incontrando qualcuno, potreste avere la sensazione che vi stia accadendo qualcosa; state percependo, infatti, la sua vibrazione. Perché gli altri possano trasmettervi il proprio magnetismo debbono essere vicini a voi. Quando stringete la mano a qualcuno, si crea una sorta di magnete che determina uno scambio di magnetismo.

Se siete il più forte o il più positivo dei due trasmetterete all'altro le vostre vibrazioni; se invece siete il più debole assorbirete le sue. Ciò spiega perché alla gente piace, inconsciamente, stringere la mano a uomini e donne famosi. Ogni azione, positiva o negativa che sia, crea delle vibrazioni in tutto l'etere. Quando vi trovate nel loro raggio di azione, le vibrazioni attraversano il vostro corpo come le onde radio.

Se vivete o avete contatti con qualcuno che si comporta male, sentirete la vibrazione magnetica delle sue azioni negative, qualsiasi cosa facciate per evitarla. I deboli dovrebbero fare di tutto per sfuggire la compagnia di chiunque abbia abitudini cattive. Soltanto chi è dotato di un forte potere mentale può avere a che fare con persone del genere e aiutarle a cambiare, senza subirne l'influenza negativa. Questa è la legge.

Se una persona è dedita all'alcool e la forza magnetica della sua abitudine è più potente della vostra volontà di non bere, non frequentatela. Se avete rapporti con persone che hanno abitudini negative, dovete essere certi che il vostro magnetismo positivo sia più potente del loro magnetismo negativo. I sedicenti maestri e i cosiddetti riformatori che non si proteggono sviluppando prima un potente magnetismo spirituale, sono facili vittime delle vibrazioni negative di coloro che cercano di aiutare.

Quando stringo la mano a qualcuno, o comunque sto in compagnia di altre persone, trasmetto il mio magnetismo e, talvolta, se voglio percepisco le loro vibrazioni. Ma quando non voglio, evito di sintonizzarmi con tali vibrazioni e rimango al di là del loro raggio di azione. Poiché ho sviluppato un forte magnetismo, la mia forza magnetica è più potente, e posso quindi escludere tutte le vibrazioni indesiderate. Sono costantemente consapevole di questi misteri dell'esistenza.

E gli esseri umani pensano di essere soltanto qualche chilogrammo di carne! È stato dimostrato che vivere circondati da vibrazioni rumorose troppo elevate riduce di sei anni la durata della vita. Quando siete nervosi, manifestate una maggiore ricettività alle vibrazioni fastidiose, che turbano ulteriormente il sistema nervoso. Quando siete calmi, invece, le vibrazioni irritanti non hanno alcun effetto.

Vi disturbano quando siete nervosi e irritabili, ma non appena vi calmate e vi sentite mentalmente forti non possono più influenzarvi. Trasformate le vostre vibrazioni e rafforzatele pensando:«Sono sereno» oppure: «Sono felice». Fate questa affermazione ogni giorno, e svilupperete la forza magnetica della pace e della felicità. Se ritenete che l'ambiente in cui vivete non sia compatibile con i vostri obiettivi cercatene un altro più congeniale.

Trasferendovi nell'ambiente adatto, contribuirete a potenziare il vostro magnetismo e a migliorare voi stessi. Frequentate le persone che incarnano l'esempio di ciò che vorreste essere. Se volete avere un forte potere magnetico negli affari, frequentate gli uomini d'affari. Se volete fare lo scrittore, frequentate coloro che hanno una vibrazione letteraria. Se volete diventare santi, frequentate le persone sante. I grandi santi non perdono tempo.

Dovete convincerli dell'ardente desiderio del vostro cuore. Allora si sentiranno attirati da voi e potrete “rubare” il loro magnetismo. Quando i santi vi sono vicini, assorbirete automaticamente la loro vibrazione. Tuttavia, potrete anche percepirne il magnetismo a migliaia di chilometri di distanza, perché le vibrazioni spirituali non hanno limiti.

Io ricevo continuamente le vibrazioni del mio guru Sri Yukteswar, anche se adesso è rinato su un altro piano. Quando era ancora in vita in India, io percepivo costantemente la sua vibrazione. In questo modo compresi intuitivamente che stava per lasciare il corpo; successivamente mi scrisse per dirmi che attendeva il mio ritorno in India. Io dissi al signor Lynn che dovevo andare dal mio Gurudeva; mi aspettava da quindici anni, e sapevo che se non fossi tornato allora, non l'avrei più visto. Tre mesi dopo il mio arrivo in India il Maestro abbandonò il corpo.

Dunque è vero che i santi possono trasmettere il proprio magnetismo anche se sono molto lontani, perché la loro forza magnetica è molto potente. Se volete essere un artista, dovete frequentare gli artisti e vivere tra loro. Ma le persone spirituali possono trasmettervi il loro magnetismo qualunque sia la distanza che vi separi. Naturalmente devono essere spiritualmente molto evolute per poterlo sprigionare e voi dovete essere ricettivi, per riuscire a percepirlo.

Se volete che le persone spirituali possano trasmettervi il proprio magnetismo, dovete sentirle vicine mentre meditate e mentre pregate; la consapevolezza della loro vicinanza vi permette di percepire il magnetismo di cui sono dotate. Inoltre, se vi recate nei luoghi dove sono vissuti i maestri, le loro vibrazioni ancora presenti in quelle località favoriranno la vostra evoluzione spirituale. Questo è il valore dei pellegrinaggi nei luoghi santi.

Quando sono andato in Terra Santa ho sentito una grande ispirazione e ho percepito profondamente la presenza del Cristo. Gesù si è incarnato in quella terra martoriata in un periodo di grandi difficoltà, per dimostrare che il suo magnetismo poteva vincere ogni male. Le sue divine vibrazioni pervadono ancora quei luoghi, con la stessa forza che avevano quando il Cristo era fisicamente presente.

Cercate di fare ogni giorno qualcosa di meritevole per sentire di aver contribuito in qualche modo, per sentire che la vostra vita ha un significato. Se ogni giorno porterete a termine qualcosa che pensavate di non riuscire a fare, svilupperete un forte magnetismo. Sorvegliate i vostri pensieri che ispirano tutte le vostre esperienze e vi elevano o vi degradano. Il vostro corpo è simile a una carrozza tirata da cinque cavalli: i sensi. Voi, ossia l'anima, siete il proprietario e il cocchiere di questa carrozza.

Se non usate le redini della mente per dominare i cavalli, perderete il controllo della carrozza che precipiterà nell'abisso delle malattie, delle sofferenze e dell'ignoranza. Dovete dominare i cinque cavalli dei sensi se volete che la carrozza vi trasporti felicemente per tutta la vita fino alla vostra vera destinazione: il regno di Dio. Conseguirete allora l'auto-dominio e così la vera felicita. Perché perdete tempo? È così facile buttare il tempo! Può essere sprecata un'esistenza intera.

Voi siete i padroni di tutti gli attimi della vostra vita. Usateli saggiamente affinché vi portino la salvezza. Consumare così la vita è l'offesa peggiore che possiate fare alla vostra anima. Sprecate tanto tempo e non avete nulla in cambio. Per rilassarsi è meglio uscire, andare a passeggiare o fare qualche esercizio fisico. Se volete sviluppare il vostro potere magnetico, non parlate troppo. Non parlate in continuazione.

I discorsi inutili dissolvono il magnetismo e, inoltre, sono pericolosi perché chi parla troppo finisce sempre per dire la cosa sbagliata. Le parole sono simili a piccoli proiettili che escono dal cannone della bocca e hanno il potere di far crollare gli imperi o, se vengono pronunciate da un saggio, di portare la pace. La persona che parla troppo è superficiale e poco magnetica.

Ma quando parla un saggio di poche parole, tutti lo ascoltano. Così era il mio guru. Quando parlava, le sue parole erano piene di significato e di forza, altrimenti rimaneva in silenzio. Quando due o più persone si incontrano, ciascuna di esse vuole essere ascoltata e nessuna vuole stare ad ascoltare. Imparate ad ascoltare di più, a rimanere in silenzio e a godere la compagnia degli altri.

Edison e uno dei suoi amici avevano l'abitudine di stare insieme quasi senza parlare, e quando si lasciavano dicevano: «Arrivederci, è stata una visita molto piacevole!» Dedicate tutta la vostra attenzione alla persona con cui parlate, e dite cose sensate. Quando parlate con l'anima, tutti saranno disposti ad ascoltarvi. Il potere del mondo intero e la verità di Dio ispireranno le vostre parole. E cambierete gli altri con le vostre parole.

Il magnetismo consiste in questo. Se desiderate sviluppare il magnetismo, dovete imparare ad analizzare i vostri sentimenti e a tenere ogni giorno un diario mentale. Scoprirete con stupore che avete sprecato tanto tempo senza fare nulla. Chiunque voglia diventare “grande” dovrebbe analizzare il proprio stato d'animo. Ogni sera, sedetevi in silenzio e domandatevi: «Che cosa ho fatto oggi?».

Ciò vi aiuterà a vedere con chiarezza come potete usare più saggiamente il tempo che avete a disposizione. Se vorrete usare questo suggerimento, diventerete una persona diversa. Non appena assumerete il controllo della vostra vita e farete ciò che dovreste fare, la forza di volontà e il magnetismo cominceranno a svilupparsi. Solo la volontà ci può salvare perché è l'elemento che controlla ogni cosa in questo universo.

Se non esercitate la forza di volontà, sarete creature deboli, facilmente influenzabili dall'ambiente che vi circonda. Lo sviluppo della volontà è il segreto del magnetismo. Gli uomini di successo sono uomini molto volitivi. Quando svilupperete la volontà per quanto la vita possa abbattervi, vi risolleverete e direte: «Ho successo. Posso vincere». Usate la volontà per realizzare qualcosa. Questo è il modo di sviluppare il magnetismo. (Paramahansa Yogananda)

martedì 6 giugno 2017

Continuità



“Voi sperimentate ciò che credete.”
(Jiddu Krishnamurti)

La mente detta e interpreta l’esperienza, la invita o la respinge. La stessa mente è il risultato dell’esperienza, ed essa può sperimentare o riconoscere soltanto ciò che le è familiare, ciò che essa conosce, a qualunque livello. La mente non può sperimentare ciò che non è già noto. La mente e la sua reazione sono di maggior significato dell’esperienza; e contare sull’esperienza come su un mezzo di comprendere la verità significa incappare nell’ignoranza e nell’illusione.

Desiderare di sperimentare la verità è negare la verità; perché il desiderio condiziona, e il credere è un’altra cappa del desiderio. Sapere, credere, convinzione, conclusione ed esperienza sono tutti ostacoli alla verità; essi sono la struttura stessa dell’io. L’io non può essere libero se non c’è effetto cumulativo dell’esperienza; e la paura della morte è la paura di non essere, di non sperimentare.

Se ci fosse la sicurezza, la certezza della sperimentazione, non ci sarebbe paura. La paura esiste soltanto nel rapporto tra il cognito e l’incognito. Il cognito cerca sempre di catturare l’incognito; ma può catturare soltanto ciò che è già cognito. L’ignoto non può mai essere sperimentato dal cognito; il cognito, ciò che è stato sperimentato deve cessare perché l’ignoto sia.

Il desiderio di sperimentare la verità deve essere ricercato e compreso; ma se c’è motivo nella ricerca, allora la verità non viene in essere. Può esservi ricerca senza un motivo, conscio o inconscio che sia? Con un motivo c’è ricerca? Se già sapete ciò che volete, se avete formulato un fine, la ricerca è un mezzo per conseguire quel fine, che è proiezione dell’io.

La ricerca si volge al piacere, non alla verità; e i mezzi saranno scelti in base al piacere. La comprensione di ciò che è non ha bisogno di motivi; il motivo e i mezzi impediscono la comprensione. La ricerca, che è consapevolezza senza scelta, non si svolge a qualche cosa; è essere consci del desiderio di un fine e dei mezzi per conseguirlo. La consapevolezza senza scelta porta la comprensione di ciò che è.

È strano quanto noi desideriamo la permanenza, la continuità. Questo desiderio assume molte forme, dalla più rozza alla più sottile. Quelle più evidenti, le conosciamo bene: nome, forma, carattere, e così via. Ma il desiderio più sottile è molto più difficile a scoprirsi e a comprendersi. L’identità come idea, essenza, sapere, divenire, a qualunque livello, è difficile a percepirsi e ad essere messa in luce.

Noi conosciamo soltanto la continuità e mai la non-continuità. Conosciamo la continuità dell’esperienza, della memoria, degli eventi, ma non conosciamo lo stato in cui questa continuità non è. Lo chiamiamo morte, ignoto, mistero e così via, e dandogli un nome speriamo in qualche modo di catturarlo, che è ancora il desiderio di continuità.

La coscienza di sé è esperienza, il dar nome all’esperienza e quindi il registrarla; e questo processo è in atto a varie profondità della mente. Noi ci aggrappiamo a questo processo di auto-consapevolezza nonostante le sue gioie passeggere, i suoi conflitti senza fine, la sua confusione e dolore. Questo è ciò che sappiamo; questa è la nostra esistenza, la continuità del nostro stesso essere, l’idea, il ricordo, la parola.

L’idea continua, tutta o in parte, l’idea che crea l’io; ma questa continuità porta forse libertà, nella quale soltanto c’è scoperta e rinnovamento? Ciò che ha continuità non può mai essere altro che ciò che è, con certe modificazioni; ma queste modificazioni non gli danno nulla di nuovo. Può assumere un mantello diverso, un diverso colore; ma è sempre l’idea, il ricordo, la parola.

Questo centro di continuità non è un’essenza spirituale, perché è ancora entro il campo del pensiero, della memoria e quindi del tempo. Può sperimentare soltanto la sua stessa proiezione e attraverso l’esperienza autoproiettatasi dà a se stesso ulteriore continuità. Così che, fino a quando esista, non potrà mai sperimentare al di là di se stesso.

Deve morire, deve cessare di dare a se stesso continuità attraverso l’idea, la memoria, la parola. La continuità è decadenza, e c’è vita soltanto nella morte. C’è rinnovamento soltanto con la cessazione del centro; pertanto rinascita non è continuità; pertanto la morte è come la vita, un rinnovamento d’istante in istante. Questo rinnovamento è creazione. (Jiddu Krishnamurti, La mia strada è la tua strada, Arnoldo Mondadori Ed.)

venerdì 2 giugno 2017

La lettura



“Una biblioteca è come un alveare
nel quale sia custodito il miele:
essa contiene parte del prodotto migliore,
più dolce e nutriente dell’esperienza umana.”
(A. C. Grayling)

Sembra che alcuni medici prescrivano, ai propri pazienti affetti da depressione, stress e ansia, non farmaci ma libri. I pazienti vengono indirizzati da un biblioterapeuta che prescrive elenchi di letture adatte alla condizione di ciascuno. A ispirare questo genere di letture fu l’osservazione dei bibliotecari che i lettori, nel restituire un libro preso in prestito, spesso si confidavano raccontando come la lettura li avesse fatti star bene, divertendoli o distraendoli dalle loro preoccupazioni.

Ci sarebbero fin troppe cose da dire s questo fatto sorprendente. Qualcuno, cinicamente, chiederà: ma dove siamo arrivati se, per leggere un libro, la gente ha bisogno di farselo prescrivere dal medico? Quand’è che abbiamo dimenticato che la lettura, per mille ragioni, è una delle principali risorse della vita?

Nella prossima tappa del processo di medicalizzazione dell’esistenza umana - o forse come risposta alla passiva incapacità della gente di pensare o agire in modo autonomo- i medici finiranno forse per prescrivere un pasto agli affamati e un buon sonno alle persone stanche? C’è qualcosa di giusto in queste esclamazioni, ma è improprio indirizzarle ai medici. Piuttosto andrebbero dirette al fallimento della nostra cultura, che non è riuscita a mostrare alla gente quali ricchi tesori, in termine di piacere e utilità, e quale espansione degli orizzonti possa derivare dalla lettura.

Un’educazione alla lettura implica una guida su come reperire qualsiasi libro o genere di libro; si tratta di una guida molto facile da offrire: occorrono cinque minuti (e molto meno se vi limitate a dire: «Chiedi al bibliotecario», il che inoltre è un ottimo consiglio. Basta una piccola esperienza in qualità di lettori per avere accesso a quel grande paese in cui ci si libra come aquile sulla storia, sulla commedia, sulla tragedia e su tutta la gamma delle esperienze umane e, se la lettura è attenta, si raccoglie in ogni momento molto di ciò che l’abbondante offerta mette a disposizione. La parola chiave qui è: «Attenta».

La cosa migliore che qualsiasi tipo di istruzione e di educazione possa lasciarci in eredità è l’abitudine a riflettere e a porci domande. La lettura può essere svolta in modo passivo, riducendosi così a un passatempo che non lascia nella mente nessuna traccia a parte una piacevole distrazione dal presente. Molti libri sono scritti abilmente per non pretendere altro, e non c’è nulla di male in questo. Ma per avere da essa qualcosa di più, la lettura deve essere un’esperienza attiva, e non passiva. È difficile dire che cosa renda tali i buoni libri, perché ne esistono di diversissimi.

Nella maggior parte dei casi essi hanno però in comune la capacità di indurre il lettore a pensare e sentire emozioni, lo elevano e lo disturbano, spingendolo di conseguenza a considerare il mondo da una prospettiva leggermente diversa. In breve, purché la lettura sia attiva, i buoni libri stimolano l’attività intellettuale del lettore. La lettura non rende le persone automaticamente migliori o più sagge. Quando ha quel effetto è perché i lettori hanno lavorato da sé, cercando il materiale necessario nelle proprie reazioni alla pagina stampata.

Tuttavia, a parte l’esperienza pratica della vita - esperienza che è la principale maestra di chiunque -, ben poche cose reggono il confronto con i libri quale miniera da cui cominciare quel genere di ricerca.Leggere significa penetrare in altri punti di vista: è come essere osservatori invisibili di circostanze che potrebbero non realizzarsi mai nella propria vita. Significa incontrare persone e situazioni che, per genere e quantità, vanno ben oltre le possibilità dell’esperienza individuale.

Di conseguenza la lettura non solo promuove la comprensione di sé, ma arricchisce l’individuo offrendogli una via d’accesso per capire bisogni, interessi e desideri che potrebbe non condividere mai, ma che ciò nondimeno motivano gli altri. In tal modo gli consente di comprendere gli interessi altrui, tollerarli e perfino simpatizzare con essi. Tutto ciò plasma il nostro comportamento verso gli altri e, per estensione, rappresenta anche la base della comunità civile e della fratellanza fra gli uomini.

Sulla mia scrivania tengo una fotografia della Biblioteca di filosofia del monastero Strahov di Praga. Inquadrata dalla galleria superiore, la foto coglie la tranquilla bellezza della sala invasa dalla luce che penetra dalle finestre del lucernario della parete di destra, e mostra una lunga lama di luce che investe una fila di scaffali illuminando la ricca varietà di rilegature in pelle che vi sono schierate. Sotto, al piano terra, tre tavoli sono disposti comodamente distanziati, e fra di essi si trova un’ingegnosa macchina antica che permetteva la consultazione contemporanea di diversi volumi, una “ruota da libri” che farebbe invidia a ogni studioso.

La scena esprime in modo meraviglioso tutto quanto ha a che fare con i libri e la lettura, nonché con lo studio e con il pensiero, là dove i libri emergono come distillato degli sforzi dell’uomo, del tempo e perfino del mondo stesso, qui condotto a un equilibrio riflessivo avvolto nella quiete e nel ritiro.

Se, in un angolo, ci fosse un armadio con un letto e tutto l’occorrente per farsi un tè, poco importerebbe di venir rinchiusi là dentro, e che qualcuno buttasse via la chiave. Cinicamente si potrebbe sostenere che questa biblioteca, così splendida ed evocativa, non sia altro che un obitorio di libri, una curiosità del passato esposta allo sguardo ottuso del turista frettoloso , o forse un punto di vendita per le cartoline che oggi rappresentano il suo unico prodotto.

Ma io penso che questa sia un’opera d’arte e che rappresenti qualcosa di nettamente opposto alla regola- agitata, volubile e difettosa- di gran parte della vita umana e dei suoi compromessi. Una biblioteca è come un alveare nel quale sia custodito il miele: essa contiene parte del prodotto migliore, più dolce e nutriente, dell’esperienza umana. Un commentatore del IV libro delle Georgiche, dove Virgilio parla delle api e dell’amore perduto, sottolinea come solo quattro cose resistono agli insulti del tempo: l’oro, la luce del sole, l’ambra e il miele. (A. C. Grayling, Il significato delle cose, TEA ed.)