domenica 31 maggio 2015

I misteri del presente



“Non basta sapere, si deve anche applicare;
non è abbastanza volere, si deve anche fare.”
(Johann W. Goethe)

L’epoca dell’anima cosciente comporta un cambiamento del ritmo dello sviluppo individuale. Nel periodo centrale dell’epoca precedente alla nostra ossia nell’epoca greco-romana, l’individuo maturava all’incirca verso i 30 anni di età. A quella età avveniva l’incontro tra due forze che sono attive in tutti gli uomini ossia avveniva l’incontro tra la forza della vita e quella della morte. Queste due forze agiscono sempre in equilibrio anche se si mostrano più forti e, in modo più evidente al momento della nascita e al momento della morte.

Si deve capire che questa polarità resta sempre in una specie di equilibrio. Prima della nostra epoca, ossia nell’epoca greco-romana, l’equilibrio si raggiungeva circa verso i 30 anni perciò l’uomo sviluppava prima l’anima affettiva e poi, per forza propria, sviluppava l’intelletto. L’uomo di allora raggiungeva il raziocinio per mezzo dell’educazione e dell’insegnamento, ma ora non è più in questo modo, dice Steiner.

Nell’epoca presente l’equilibrio delle due forze si rompe ancor prima dei 30 anni, perciò ora gli uomini non maturano oltre i 27 anni. Oggi non è difficile incontrare persone che non sono sviluppate oltre questa età e che vanno avanti, alla meglio o al peggio, con quello che hanno imparato prima di allora. Questo si capisce meglio osservando il fenomeno esteriore, dice Steiner, infatti tutti credono di essere del tutto formati a 27 anni.

Oggi, l’uomo del ceto medio e soprattutto se fa parte degli intellettuali, dopo aver ricevuto una certa istruzione, pretende di “diventare qualcuno e pretende di usare per il rimanente della sua vita quanto ha già appreso.” Oggi sarebbe troppo pretendere di incontrare “un nuovo Faust” perché è sempre più raro trovare chi, dopo i 50 anni, continua a studiare. Anticamente era molto più frequente incontrarli, perché gli antichi greci non interrompevano la continuità del loro sviluppo.

Essi sapevano che, dopo i 30 anni, la continuità non si interrompe perché le forze della vita sono ancora attive. Adesso le cose sono diverse perché già a 27 anni i giovani credono di saperne abbastanza e smettono di imparare. Ora avviene questo ma, per l’avvenire, sarà necessario un continuo apprendere e sarà necessario non volersi mai fermare nell’apprendimento.

Pochi lo vogliono capire perciò va chiarito un fatto molto importante dello sviluppo interiore dell’anima. Si è detto che il filo della nascita e della morte viene spezzato nel decennio che intercorre tra i 26-27 anni e i 36-37 anni, perciò in quel decennio le due forze non confluiscono più nel modo giusto. L’uomo ha bisogno di avere sempre una giusta combinazione delle due forze e, nell’epoca greco-romana, questo accadeva ma, oggi, non accade più.

Però si può capire se osserviamo i fenomeni della nascita e della morte per come si mostrano nella vita storica esterna. Adesso - Steiner scriveva nel 1918 - il momento storico richiede agli uomini di saper guardare con coraggio e senza illusioni al mondo esterno per vedere che ogni fatto storico nasce e muore, come è normale avvenga per tutte le cose.

Dobbiamo avere il coraggio di continuare a costruire, dobbiamo continuare a voler sempre costruire senza fermarsi. Dobbiamo avere il coraggio di fare, di fare sempre qualcosa e fare ancora. Dobbiamo imparare il valore dell'impermanenza del mondo, perché tutto nasce, invecchia e muore, perciò è necessario non stancarsi mai di continuare a fare.

Nell’epoca precedente alla nostra sapere questo non era essenziale come lo è divenuto oggi. Oggi è necessario saper vedere la vita e la morte all’esterno, così che l’uomo possa sviluppare nel suo interno un qualcosa. È essenziale sviluppare “qualcosa di altro” nel nostro interno, perché anticamente l’uomo vedeva le forze di vita e di morte quando si volgeva a guardare nel suo intimo.

Attualmente le due forze si vedono agire nella vita storica esterna. Adesso è importante pensare alla vita e alla morte alla luce delle ripetute vite terrene, perciò dobbiamo sviluppare un sentimento diverso nei riguardi della vita e della morte. Dobbiamo sviluppare nel nostro intimo un “quid” che matura nel corso del 5° periodo, e che transita nel passaggio nel 6° periodo di civiltà.

Ora che il Cristo deve ricomparire nell’aspetto eterico, dice Steiner, si deve comprendere il ruolo del male, perché attraverso una rielaborazione del male, l’umanità potrà sperimentare un rinnovamento. Parlare del male nell’epoca dell’anima cosciente non è una cosa facile, perché l’uomo resta turbato profondamente da questi argomenti.

Ma ci sono due elementi importanti che emergono nel tempo presente; il primo è il mistero della morte e il secondo è il mistero del male. E questi due aspetti sono correlati uno nell’altro, perciò sorge spontanea la domanda ossia di quali rapporti si parli. Noi possiamo parlare della morte solo se, come sfondo, consideriamo le forze dell’universo che afferrano l’uomo e ne causano la morte.

Queste forze sono attive nell’universo ma non esistono solo per farci morire, perché il fatto che si muoia va considerato solo come un effetto collaterale. Il loro ruolo principale è quello di stimolare negli uomini l’anima cosciente, infatti uno dei compiti più importante del tempo presente è quello di raggiungere la capacità di sviluppare la parte superiore dell’anima.

Il pensiero attuale è molto sciatto e non del tutto adeguato a capire questo fatto, infatti non si capisce che non potremo mai vivere in una struttura sociale più giusta se non avremo sviluppato questa parte dell'anima: questa è la scomoda verità necessaria per vivere nei tempi presenti!

Le forze che chiamiamo forze di morte avevano, in passato, già afferrato la parte corporea dell'uomo avendoci sottoposti alla malattia e alla morte: adesso accade anche un altro fatto. Le forze di morte stanno entrando ancora più profondamente nell’anima dell'uomo e, in seguito, esse agiranno sempre più all’interno dell’uomo.

Anche se esse saranno le responsabili del male che sarà fatto dagli uomini, questo sarà solo un fatto collaterale. Se non esistessero queste forze, l’uomo non avrebbe la possibilità di accogliere il sé spirituale, lo spirito vitale e l’uomo spirituale che sorgeranno nella nostra ulteriore fase evolutiva.

Per accogliere queste parti spirituali più elevate dobbiamo attraversare lo stadio dell’anima cosciente. Perciò, nel corso del 5° periodo di civiltà e fino alla metà del quarto millennio, l’uomo dovrà “unire integralmente il suo essere alle forze di morte, cosa appunto che gli è possibile” se avrà maturato le forze dell’anima cosciente. Ma non gli è ancora possibile fare questo con le forze del male, perché per come queste forze sono conformate sarà possibile farlo solo nel periodo di Giove ossia nella prossima incarnazione planetaria.

Per adesso accade che le forze del male ci potranno afferrare solo in una parte ridotta dell’essere, e governarci con una intensità minore di quanto potranno fare in futuro. Per comprendere il male non sarà necessario cercarlo all’esterno, ma sarà sufficiente “ricercarlo nel proprio essere, dove esse agiscono appunto come devono agire” dice Steiner.

Le forze che appaiono come forze del male si rispecchiano pure nell’uomo. Il male non sta nelle cattive azioni che si vedono fare ma è nascosto nelle cattive disposizioni del singolo essere umano, e nelle sue tendenze a fare il male. Si dovrà prescindere dalle conseguenze delle cattive azioni e si dovranno osservare le cattive disposizioni in se stesse, e dovremo chiederci quali uomini accolgono queste cattive disposizioni.

Dobbiamo accettare questa verità crudele se vogliamo capire che il male si annida nella parte subcosciente dell’uomo. Proprio dalla capacità di sottrarci alla tendenza a fare il male, che si anniderà sempre più nell’anima umana, si proverà la nostra capacità di essere entrati nell’epoca presente con la disposizione d’animo più giusta.

Parlando in modo più crudo si può dire che si vedrà che non esistono aberrazioni che l’uomo non possa fare, perché ci sarà una disposizione interiore a compiere una sorta di aberrazione. Ma sappiamo che si avrà la semplice disposizione, e se la disposizione diverrà concretamente una capacità di trasformarla in una azione crudele dipenderà dalla volontà del singolo individuo.

Come si vede la verità può essere profonda ma impietosa. Resta ancora da chiarire un punto oscuro, cioè cosa vogliono da noi queste forze. Esse sorgono per suscitare nell’uomo l’inclinazione ad accogliere la vita spirituale. Ma questo accadrà quando l’uomo avrà maturato l’anima cosciente.

Se l’uomo non accogliesse questa disposizione a fare il male non potrebbe sviluppare in sé, traendolo dalla sua anima cosciente, lo spirito che saprà fecondare tutta la civiltà futura se non vorremo che essa divenga solo una cosa morta. Vivremo con lo stato d’animo più adatto ai tempi, dice Steiner, se “baderemo a quanto risulterà dalle forze che, come caricature, ci appaiono nelle cattive azioni degli uomini […] e se ci chiederemo che cosa debba avvenire nell’evoluzione dell’umanità sotto l’influenza delle forze che in pari tempo dispongono al male.”

In futuro l’uomo capirà che deve nutrire un profondo interesse per il suo prossimo, e che l’interesse per i suoi simili deve aumentare sempre di più. L’uomo del futuro diverrà trasparente per il suo prossimo, perciò potremo osservare con intima partecipazione e con intimo interessamento come sia formato e cosa rappresenti l'uomo che incontriamo.

In futuro saremo capaci di vedere non l’immagine esteriore ma l’essere spirituale, l’essere eterno, spirituale e soprannaturale che l'uomo rappresenta: così si dovrà e si potrà vedere. A questa capacità si affiancherà anche la capacità di vedere, nell’incontro con un altro essere umano, il suo rapporto con la gerarchia degli Angeli, degli Arcangeli e degli Archai.

Buona erranza
Sharatan

martedì 26 maggio 2015

L’epoca dell’anima cosciente



“Chi considera il presente l’unica cosa presente,
non sa nulla dell’epoca in cui vive.”
(Oscar Wilde)

Lo sviluppo dell’anima prevede un percorso evolutivo che inizia con il livello dell’anima senziente, prosegue con la conquista dell’anima razionale e culmina con l’anima cosciente in cui si può maturare l’io individuale. Il percorso non è immune da conflitti e da lotte interiori, perché questo lavoro vede tutta l’umanità impegnarsi nel medesimo compito. Per questo, spesso la vita viene percepita come un apprendimento continuo che mette a dura prova la qualità dell’anima umana.

Siamo messi a dura prova da due forze opposte che ci trascinano, siamo trascinati dalla corrente discendente e da quella ascendente che agiscono con due opposte tendenze. La forza della corporeità ci attira verso il basso e impone una pressione che comprime l’anima, mentre lo spirito ci attrae verso l’alto con un'azione che amplia i confini dell’anima. Tanto più l’anima si mostra ricettiva allo spirito tanto più si può colmare di senso e sostanza, perciò l'anima aumenta sempre più la sua forza.

L’ampliamento di senso e di valore interiore fa nascere una luce interiore che aumenta rivelando l’essere eterno che vive in noi tutti. La fiamma che risplende è solo l’immagine parziale, l'aspetto parziale dell’essere interiore. Con l’evoluzione accade che, dal corpo fisico si estende l’anima senziente e poi, dai confini di quest'ultima, sorge l’anima razionale che consente lo sviluppo dell’anima cosciente.

Così come il corpo fisico ha il suo centro nel cervello, dice Steiner, così anche l’anima possiede un centro che è posto nell’io, la nostra parte più vera. L’io è l'essere interiore perciò è la nostra parte più intima e profonda. Dopo questo sviluppo l’uomo può definirsi un “io” e può acquisire un crescente dominio sul suo corpo e sulla sua anima. In realtà, tutto ciò che accoglie interiormente l’elemento spirituale resta soggetto alle leggi dello spirito.

Il corpo fisico è retto dalle leggi del mondo minerale, il corpo eterico è soggetto alle leggi della crescita e della riproduzione, mentre l’anima razionale e l'anima cosciente sono soggette alle leggi del mondo spirituale. Tutte le parti dell’anima si compenetrano una dentro l’altra, perciò si condizionano reciprocamente durante la reciproca evoluzione. Lo sviluppo dell’anima senziente è più complicato, infatti seguendo ciecamente le nostre inclinazioni sviluppiamo un’anima senziente limitata e anche un’anima razionale limitata.

L’evoluzione personale s'intreccia con le esigenze dell’evoluzione generale. Tutto ciò complica la comprensione dell’influsso di tendenze tipiche del tempo in cui viviamo. La storia, dice Steiner, andrebbe vista non come un susseguirsi di cause e di effetti, ma va pensata come “uno studio di sintomi” e, attraverso lo studio dei sintomi storici, si conoscono le “profonde origini degli avvenimenti.”

Con una prospettiva diversa vediamo che, i “grandi punti di svolta,” sono evidenti nell’epoca in cui viviamo. Se vediamo le forze spirituali che agiscono spingendo l’evoluzione umana osserviamo una enorme differenza tra ciò che è essenziale per la civiltà odierna, e quello che era essenziale nelle epoche precedenti. Noi vediamo la storia come una corrente di cui si scorge solo la superficie e, solo in alcuni punti, emerge quello che scorreva in profondità e rende chiaro il senso di ciò che accadeva.

I tempi dell’anima cosciente richiedono, dagli uomini, requisiti che non erano necessari in passato. Sappiamo che l’anima cosciente è una possibilità, avverte Steiner, perciò la sua conquista non è facile o scontata. L’uomo deve rendersi degno dell'opportunità, però una opportunità non corrisponde alla certezza.

Nei tempi precedenti al nostro, che si è avviato nel secolo 15°, gli uomini vivevano basandosi sulla forza elementare dei suoi istinti, perciò vivevano come animali, sia pure come animali umanizzati e spiritualizzati. Il singolo viveva in modo istintivo e non si era ancora separato da una specie di anima di gruppo che lo includeva. Attualmente il singolo deve imparare a contare su se stesso, si deve emancipare perciò gli uomini vivono laceranti contraddizioni.

Il compito che dobbiamo affrontare è impegnativo. Se da un lato, dobbiamo emanciparci dai condizionamenti esterni, dall’altro dobbiamo formare il nucleo della nostra individualità, perciò l’anima deve essere più forte e più ricca di senso e valore. Nei tempi precedenti, gli uomini non erano autocoscienti, infatti venivano sostenuti e guidati dalle forze infuse dagli esseri spirituali che ci crearono.

In passato l’anima umana era più produttiva perché poteva usare forze produttive. Oggi siamo indipendenti dallo spirito perciò l’anima umana è più improduttiva: oggi siamo diventati spiritualmente sterili, ma l'anima s'impone al centro dell’uomo. L'anima poggia solo su se stessa ma la sua forza elementare ha perso vigore, mentre emerge una qualità che tende a livellare: sta nascendo un elemento “democratico” che tende a renderci tutti uguali.

La contraddizione che sentiamo è insita nel fatto che l’individuo vuole affermarsi proprio mentre l’epoca odierna spinge e aspira a diffondere l’uguaglianza. La formazione dell'individualità implica la scomodità di essere fortemente connotati come unicità perciò siamo più isolati. Ma l'epoca presente impone la necessità di saper essere autonomi e di dover poggiarsi solo sulle proprie risorse.

Oggi siamo nell’età dell’individualismo perciò si vuole emergere mentre l’epoca odierna sta elaborando tre impulsi fondamentali per il futura. Stanno emergendo l’elemento fraterno, l’elemento della libertà e quello dell’uguaglianza anche se, apparentemente, tutto sembra andare in senso contrario. Durante l’epoca dell’anima cosciente impareremo a comportarci fraternamente, e la fraternità si diffonderà mentre l’anima ascenderà.

Solo allora parleremo di libertà, perché è un errore credere che si possa realizzare la libertà nella convivenza fisica esterna se non siamo riusciti a diventare liberi. La libertà si sperimenta solo da anima ad anima perciò non si può immaginare che un uomo che vive come un’unità caotica possa parlare di fraternità, uguaglianza e libertà. È necessario ricordare che siamo fatti di corpo, anima e spirito, perché solo quando lo avremo capito impareremo che gli uomini avranno la libertà solo quando saranno liberi nell’anima.

Solo in quel momento saremo liberi e uguali anche in relazione allo spirito che ci afferra sia in senso individuale che collettivo. Si tende allo spirito perché l’epoca l’anima cosciente ci ispira a cercare il vero sé spirituale oerché, in relazione allo spirito, tutti gli uomini sono uguali. Ma noi resteremmo troppo confusi e angosciati nel presente se non sapessimo che, in futuro, avremo un mondo più giusto e felice.

Non capiremo nulla dei tempi presenti se non associamo i tre grandi ideali di fraternità, di libertà e di uguaglianza alla nostra triplice conformazione, ossia corpo, anima e spirito. Steiner dice che “conquistare la fraternità per i corpi, la libertà per l’anima e l’uguaglianza per gli spiriti è il compito dell’attuale periodo di civiltà.” Sappiamo che questi ideali nacquero precocemente durante la rivoluzione francese però l’umanità aveva l’anima immatura perciò non seppe realizzarli.

Tutto sfociò con l’aberrazione dell'esperienza napoleonica, perché questi ideali non furono assorbiti internamente, perciò non si realizzò nessun organismo sociale che li potesse attuare. Finché questi valori non saranno diventati impulsi vivi e viventi nell’anima cosciente non potremo realizzarli sulla terra. Queste tendenze sono le sole cose essenziali per l’evoluzione della nostra epoca ma, piuttosto, vediamo che le necessità del 5° periodo restano incomprese.

Queste realtà sintomatiche sono verità importantissime per infondere lo stato d’animo più utile per l'età moderna. Mentre si vedevano svanire le forze innate dell’uomo perché le gerarchie spirituali si allontanavano giungevano degli impulsi che preparavano il futuro. Ma questi impulsi futuri vennero quando eravamo immaturi perciò si mostrarono ad un’anima inadatta a capire, perciò Napoleone è la conseguenza dello squilibrio essendo una risposta immatura e impropria.

Mentre si avvicina l’epoca in cui il singolo deve affrancarsi, all’inizio, essa è improduttiva e incapace di produrre qualcosa di definito e maturo. Quando si tenta una novità, all'inizio, non si riesce a fare nulla di originale perciò si tenta, ma si finisce con il seguire i residui delle idee del passato, dice Steiner.

La nuova idea, l’idea originale, non offre subito il nuovo ma tende a ripetere le cose del passato. Ma il passato non ritorna mai uguale a se stesso, ma porta assieme alla iniziale improduttività anche il nuovo. La profonda natura di questo è difficile da capire, però va compreso che l’anima cosciente deve elevarsi dallo stato di coscienza che è influenzato dalla suggestione sebbene questo ci pone in una posizione scomoda.

Evolvendo durante l’epoca dell’anima cosciente, l’umanità si trova in una condizione spiacevole perché deve accettare una verità scomoda. Molte volte è già accaduto e, fin dall’inizio dei tempi, l’uomo fu sempre angosciato quando sentiva che perdeva il suo vecchio centro di gravità e doveva cercarne uno nuovo. Queste situazioni vedono sempre entrare in gioco due possibilità. Una è quella per cui si lascia che gli uomini entrino nel mare infinito della ricerca per conquistare l’anima cosciente, totalmente liberi di andare verso il loro sviluppo.

L’altra possibilità è quella di frenare la ricerca e di trattenere gli uomini legandoli all’anima razionale. Questo accade ogni volta che si mette al centro di tutto la ragione, e si enfatizza eccessivamente la ragione. Ma esiste pure la terza possibilità molto più radicale cioè quella che cerca di negare la scelta di cercare o non cercare, perciò si cerca di imporre una evoluzione nel senso peggiore.

Molto spesso si tenta usando metodi che vengono dal passato con cui si cerca di eliminare l’indipendenza dell’anima, e si usa ancora la forza della suggestione. La suggestione è usata sempre quando si vuole smorzare e paralizzare la forza propulsiva dell’anima cosciente: e questi fenomeni sono di scottante attualità. Tutto questo agisce sull’umanità attuale, e il fenomeno accade storicamente influenzandoci fin dalla metà del secolo 19°.

Attualmente siamo maturi per fare il risveglio perché i tempi sono adatta, se risvegliarsi fosse concesso. Vediamo che si va affermando la tendenza al pensiero materialistico da quando è iniziata l’epoca delle macchine. Tutto questo segna un periodo di colonizzazione che si estenderà su tutta la terra, e finirà nel 4° millennio: tutto questo ci preparerà all’età del sé spirituale.

Solo se l’uomo avrà vissuto in una civiltà inumana e meccanica può sviluppare, per reazione interna, un’anima totalmente cosciente. Tutto questo può sembrare paradossale ma è così. Steiner dice che, solo se sentiamo il peso delle contraddizioni che esistono tra il nucleo più profondo della nostra anima e quello che succede nel mondo esterno saremo spinti a ricercare noi stessi sia in senso spirituale che psichico.

Buona erranza
Sharatan

domenica 24 maggio 2015

Di anima in anima



“Le difficoltà si fanno tanto più grandi
quanto più ci si avvicina alla meta.”
(Johann Wolfgang Goethe)

Oggi il mondo è in fermento e molti temono di sapere dove siamo diretti. Secondo Steiner è normale sentirsi così in tempi di crisi, e il nostro è un periodo di crisi profonda. Sta avvenendo che siamo impegnati ad attuare una trasformazione della nostra anima. Nell’evoluzione dell’umanità, si mostrano alcuni punti di svolta per mezzo dei quali, l’anima umana passa da un modo di essere ad un altro. Ma noi non sappiamo vedere questi cambiamenti, perché sono nascosti all’interno del corso degli eventi. L’ultimo punto di svolta è quello che osserviamo a metà del 15° secolo quando iniziò il periodo moderno.

Attualmente viviamo nel 5° periodo della civiltà post-atlantica. Il periodo precedente fu quello che iniziò verso il 747 a.C. e che si protrasse fino al 15° secolo: poi avvenne una svolta fondamentale. Certamente è impossibile indicare date precise, perché le cose si preparano poco alla volta. Nulla compare già strutturato e ben definito. Comprendiamo meglio il senso del cambiamento che affrontiamo se sappiamo che l’anima umana si è già trasformata in passato, e che oggi sta continuando a mutare. In precedenza, l’anima umana poteva essere facilmente dominata usando la suggestione.

Le chiese agiscono sull’aspetto infantile dell’uomo ossia sull’anima senziente. L’anima senziente è quella parte dell’anima che, per poter agire, dipende dal corpo eterico. Ma, poiché il corpo eterico dipende dall’involucro fisico anche l’anima senziente dipende dal corpo fisico a cui è collegata. Tutta la corporeità, dice Steiner, influisce sull’anima senziente, perciò essa resta limitata dai confini che il corpo dai cui dipende, le impone. Ma l’anima non può essere delimitata dal corpo, perché è più ampia e “possente” dell’involucro fisico. L’anima si estende oltre i confini del corpo e, nello spazio che eccede dai confini del corpo, vediamo la parte di anima fatta di sostanza eterica molto sottile che forma il corpo dell’anima senziente.

Quando proviamo le sensazioni, noi facciamo agire questa anima, perchè i sentimenti piacevoli o spiacevoli provengono dalle percezioni dell’anima senziente. L’anima senziente è detta anche affettiva perché è sensibile agli impulsi, agli istinti e alle passioni. Infatti è l’anima che conserva la parte più intima e personale di noi stessi. E viene detta anche senziente, perché può entrare in relazione con il pensare, perciò può entrare in contatto con lo spirito. Lo spirito si serve della mente e del pensiero, perché i pensieri che riguardano la nostra vita di sensazioni formano il mondo interiore in cui lo spirito può essere accolto.

Gli uomini che usano il pensiero raffigurano mentalmente gli effetti delle loro azioni, prima di agire nel mondo esterno. L’uomo può scegliere se seguire ciecamente i suoi desideri istintuali e le sue passioni. L’uomo non è mai senza scelta come accade per l’animale. La riflessione ci permette di soddisfare con la mente i desideri e le passioni, perciò la civiltà sviluppiamo non è altro che il prodotto della mediazione riflessiva, dice Steiner. Ogni forma di civiltà materiale è questo, infatti è il servizio più o meno buono che la riflessione umana ha saputo attuare sugli istinti e sulle sue passioni più brutali.

Tutte le conquiste materiali non sono altro che il frutto della riflessione e dell’uso del pensiero che vengono messi al servizio del nostro benessere. È la forza del pensiero che ci ha permesso di fare il progresso di cui godiamo. Tutte le conquiste delle civiltà avvennero per soddisfare l’anima senziente. Ma, di contro, non dimentichiamo che l’involucro fisico dipende dal mondo minerale perciò è collegato a diverse correnti di forze. La forza vitale formatrice collega il corpo fisico all’ordine di leggi che reggono il mondo minerale. Il pensiero la collega ad un ordine di leggi che non riguardano solo il mondo minerale.

Il pensare sottopone l’anima senziente a un ordine di leggi a cui ella, come singola anima, non appartiene. Infatti l’anima senziente ci vede come animali, perché non sappiamo sottrarci alla forza dei nostri istinti. E questo fatto è vero, perché gli uomini si comportano come animali finché non si evolvono. L’uomo ha la possibilità di poter riflettere e di fare pensieri che trascendono la contingenza e l’esperienza immediata. L’anima senziente è dominata della parte animale dell’uomo, perché è la parte inferiore dell’anima umana.

La parte superiore dell’anima è quella che riesce a usare la ragione perché ha messo il pensiero al suo servizio. L’anima che usa il pensiero è detta anima razionale, e quest’anima compenetra l’anima senziente. Chi sa vederla dice che l’anima razionale è un’entità diversa dall’anima senziente. Quando usiamo il pensiero possiamo innalzarci oltre la nostra vita particolare, e possiamo conquistare “qualcosa” che supera i confini imposti all’anima. L’anima razionale comprende che la realtà esterna prescinde dalle sue esigenze e dai suoi desideri. L’anima razionale ci consente di conoscere la nostra natura perché, per suo tramite, possiamo cercare la verità. E, attraverso la verità possiamo conoscere anche la verità sui fatti del mondo.

Il pensiero dona la consapevolezza che il mondo ha un suo senso autonomo dal nostro volere. Il mondo non si cura del nostro modo di pensare e dei nostri desideri. L’anima razionale capisce che la verità esiste anche se non è riferita al singolo: tutto quello che accade prescinde dai nostri desideri. Se una cosa ci offre gioia, quella gioia è un sentimento che possiamo conservare nel tempo, anche a prescindere dal fatto che la cosa non ci sia più. È l’anima senziente ci fa unire a ciò che percepisce come affine. L’anima affettiva si unisce a ciò che sente avere un valore. Il valore delle cose non finisce con le cose, perché c’è un quid che non può essere distrutto.

E questo non contraddice il fatto che ci sono delle verità umane transitorie che vanno sapute lasciare quando si dimostrano non vere. L’uomo deve sapere, dice Steiner, che tutto quello che crediamo “verità” non ha mai valore eterno. In futuro sarà utile capire che tutte le verità umane sono delle verità transitorie, e che solo la verità divina è unica e dura in eterno. Dobbiamo riflettere sul fatto che una verità piena e assoluta appartiene solo alla Divinità. Ma proprio perché la verità non sarà mai nostra, rimarrà sempre l’aspirazione più elevata dell’uomo.

La verità possiede un’essenza autonoma che non dipende dalla volontà degli uomini. La verità è un bene morale superiore ai desideri e agli istinti del singolo, perciò non si lascia dominare dagli uomini. In futuro, dice Steiner, l’uomo starà tanto più in alto, quanto più avrà saputo governare la sua soggettività. Egli saprà far risplendere in sé tutto quello che possiede di buono e di vero. Solo allora farà risplendere lo spirito che racchiude al suo interno. Allora sorgerà, negli uomini, una luce interiore che non sarà mai più spenta, perché è la luce del lato eterno, divino e immortale che possediamo. Ma questo lo vedremo compiersi solo tra un paio di millenni.

L’anima saprà far parte del Divino e lo potrà unire alla sua esistenza. Tutto ciò che l’anima avrà raccolto in sé di eterno e di bello non andrà mai smarrito e diverrà un nucleo incorruttibile e l’uomo diverrà immortale. Ma tutto questo è ancora molto lontano. E tutto questo sarà impossibile se non avremo le forze che sostengono lo sviluppo dell’anima cosciente. E non sembri strano che anche l’anima debba fare un percorso evolutivo. L’anima deve mutare la sua consapevolezza, che deve elevarsi dal piano inferiore degli istinti e ascendere al livello superiore della mente.

La sensazione è sempre l’oggetto della coscienza, perciò anche l’anima possiede varie forme di coscienza. Con lo sviluppo dell’anima cosciente possiamo esprimere il nocciolo della nostra coscienza, perciò possiamo sviluppare l’anima dell’anima. L’anima cosciente è un’anima che è diversa da quella razionale. La parte senziente e quella razionale possono essere travolte dalle passioni, dagli istinti e dai desideri. Invece l’anima cosciente può usare la mente e il pensiero, perciò comprende il senso delle sue azioni: ecco ciò che le contraddistingue.

L’anima cosciente può riconoscere quello che è eterno e vero, può prescindere dai suoi desideri e dai suoi istinti. Essa può usare la ragione per tacitare la parte affettiva che la coinvolge. Questo è l’aspetto che tutte le chiese hanno sempre voluto strumentalizzare, e anche quando la chiesa usa la mente e l’intelligenza di uomini colti e acuti agiva su persone che non avevano ancora generato, al loro interno, l’anima cosciente. E ogni volta che viene usata la suggestione per condizionarci, va saputo che si agisce sulla mente collettiva degli uomini che può essere paragonata all’anima di gruppo degli animali.

Ma ora, almeno formalmente, siamo entrati nell’epoca dell’anima cosciente, perciò l’influsso esercitato sulle anime cessa di avere tutta questa forza. Già dall’inizio, nel 15° secolo, abbiamo visto che iniziava a nascere un’anima che sia cosciente di se stessa, e che abbia fiducia delle sue risorse. Già dall’inizio, l’anima cosciente voleva esprimersi, infatti nasceva con una tendenza impellente a voler discutere, a voler esaminare quello che succede. Il suo impulso non era più solo quello di voler sentire, ma anche quello di voler capire e di potersi esprimere. Il suo impulso ci spinge a capire dove stiamo andando, ma gli daremo l’opportunità di svilupparsi?

Buona erranza
Sharatan

mercoledì 20 maggio 2015

Il sole, il mio cuore



“Noi sappiamo che se il cuore si ferma, la corrente della vita si arresta, perciò lo teniamo in gran conto. Ma raramente ci fermiamo a considerare che ci sono altre cose, esterne al corpo, altrettanto indispensabili alla nostra esistenza. pensiamo a quell’immenso luminare che è il sole. Se non splendesse più, anche la nostra vita finirebbe.

Dunque il sole è l’altro nostro cuore, il nostro cuore esterno al corpo. Un cuore immenso, da cui la vita sulla terra riceve il calore che la fa esistere. Le piante vivono grazie al sole. Le foglie assorbono la sue energia, più anidride carbonica dall’aria, per dare nutrimento all’albero, al fiore, al plancton. Ed è grazie alle piante che noi e gli altri animali possiamo vivere.

Tutti noi, uomini, animali e piante, consumiamo il sole, direttamente e indirettamente. È impossibile enumerare tutti gli effetti del sole, il grande cuore esterno al corpo. Il nostro corpo non si limita a ciò che è circoscritto dalla pelle. È enormemente più vasto. Include perfino lo strato d’aria che circonda la terra; perché se l’atmosfera venisse a mancare anche un solo istante, la nostra vita finirebbe.

Non c’è fenomeno dell’universo che non ci riguardi da vicino, dal sassolino in fondo all’oceano fino alla galassia distante milioni di anni-luce. Walt Whitman ha scritto: “Credo che un filo d’erba non sia da meno dei movimenti delle stelle…” Questa non è filosofia, sono parole profondamente sentite. Ha scritto anche: “Sono vasto, contengo moltitudini.” (Thich Nhath Hanh, La pace è ogni passo, Ubaldini ed.)

mercoledì 6 maggio 2015

Il silenzio supremo



“Di solito per silenzio si intende qualcosa di negativo, di vuoto, un'assenza di suono, di rumore. Questo fraintendimento è così comune perché poche persone hanno sperimentato il silenzio. Sotto la voce “silenzio” di solito non si sperimenta altro che “assenza di rumori”.

Ma il silenzio è un fenomeno assolutamente diverso. E assolutamente positivo. È esistenziale, non è vuoto. Trabocca di una musica mai udita, di una fragranza ignota, di una luce che può essere vista solo dagli occhi interiori. Non è qualcosa di immaginario; è una realtà, e una realtà già presente in tutti. Il guaio è che noi non guardiamo mai all'interno.

Il tuo mondo interiore ha un proprio sapore, ha una fragranza propria, una luce propria. Ed è assoluto silenzio, silenzio immenso, eterno silenzio. Non è mai esistito rumore alcuno, né mai ci sarà un solo rumore. Nessuna parola lo può penetrare, ma tu puoi farlo.

Il centro del tuo essere è l'occhio del ciclone. Niente lo può toccare. È silenzio eterno: i giorni vanno e vengono, gli anni passano, scorrono i secoli. La vita va e viene, ma l'eterno silenzio del tuo essere resta esattamente lo stesso. La stessa musica senza suono, la stessa fragranza dell'essenza divina, la stessatrascendenza di tutto ciò che è mortale, di tutto ciò che è transeunte.

Non è il tuo silenzio. Tu sei il silenzio. Non è un tuo possesso; ne sei posseduto, e questa è la sua grandezza. Perfino tu non sei presente, in quanto perfino la tua presenza sarebbe di disturbo. Il silenzio è così profondo, che non esiste nessuna presenza, neppure tu. E questo silenzio ti dona verità, amore, e mille benedizioni.” (Osho Rajneesh)

lunedì 4 maggio 2015

Un potenziale di felicità



"Mangiare, lavorare e accumulare denaro
sono di per sé attività prive di significato.
Invece un atto di compassione, per quanto piccolo,
dà un significato e uno scopo all’esistenza."
(Dalai Lama)

"Soffermati a riflettere più che puoi. Se lo fai ti accorgerai che il nostro normale stile di vita è quasi del tutto insensato. Non scoraggiarti per questo, sarebbe stupido rinunciare proprio ora. Se la speranza ti ha del tutto abbandonato, dovrai compiere un grande sforzo. Spiamo così abituati a stati mentali erronei che è difficile cambiare con una pratica di breve durata. Una goccia di sostanza dolce non è in grado di cambiare un gusto fortemente amaro. Tuttavia, nonostante i fallimenti, dobbiamo insistere.

Nei momenti difficili, l’atteggiamento migliore consiste nel cercare di mantenersi il più possibile onesti e sinceri. Se invece reagiamo con durezza o egoisticamente, non facciamo che peggiorare le cose. Ciò è particolarmente evidente in situazioni familiari dolorose. Bisogna rendersi conto che le difficoltà in cui ci troviamo sono dovute ad azioni incontrollate compiute in passato, per cui, quando si attraversa un periodo difficile, è necessario fare il possibile per evitare comportamenti che, in seguito potranno appesantire il nostro fardello.

È importante ridurre gli stati incontrollati della mente, ma ancora di più, affrontare le avversità con un atteggiamento positivo. Ricorda che far fronte ai problemi con ottimismo e speranza permette di evitare l’insorgere di problemi ancor più gravi. Immagina inoltre che in questo modo puoi alleviare il peso di tutti coloro che sono afflitti da problemi simili. Tale pratica - immaginare che, accettando il dolore, si riduce il karma negativo di tutti coloro che sono destinati a provare un dolore simile – è estremamente utile.

A volte, quando sono malato, mi dedico alla pratica di farmi carico delle sofferenze di altri offrendo loro il mio potenziale di felicità; ciò fornisce alla mente una buona dose di sollievo. Tutti i giorni di prima mattina, e ogni volta che trovo il tempo, mi dedico a questa pratica in termini generali prendendo in considerazione tutti gli esseri viventi. Mi concentro tuttavia sì alcuni individui in particolare, come capi e funzionari cinesi alle prese con la decisione se torturare o uccidere cittadini tibetani.

Li visualizzo e trasferisco su di me la loro ignoranza, i loro pregiudizi, il loro odio e il loro orgoglio. Sento che, grazie all’addestramento da me seguito, i loro atteggiamenti negativi non avrebbero alcun influsso sul mio comportamento né riuscirebbero a trasformarmi in una persona negativa. Assumere su di me le loro negatività non è dunque difficile e serve a ridurre i loro problemi. Mi dedico a questa pratica con tale convinzione che, se nel corso della giornata vengo a sapere di atrocità da loro commesse.

Sebbene provi in parte irritazione e rabbia, la mia mente nella sua totalità è ancora sotto l’influsso della pratica mattutina; l’intensità dell’odio si riduce al punto da perdere ogni fondamento. Non so se questa meditazione aiuti o meno quei funzionari, comunque a me dà la pace mentale. Riesco così a essere più efficiente; il beneficio che ne traggo è immenso.

Non bisogna perdere la speranza in nessuna occasione. La disperazione porta sempre al fallimento. Ricordati che qualsiasi problema è superabile. Mantieni la calma anche quando intorno a te non vedi che confusione e complicazioni; se la tua mente è in pace, l’ambiente esterno avrà un influsso minimo su di te. Se invece la tua mente lascia spazio alla rabbia, la serenità ti sfuggirà anche quando il mondo è in pace e piacevole." (Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama)