sabato 18 febbraio 2012

Cartografie dell'anima


"Per le anime la morte è divenire acqua,
per l'acqua la morte è divenire terra,
per converso, dalla terra viene l'acqua,
dall'acqua viene l'anima...e la folgore regge l'universo"
(Eraclito di Efeso)

I cabalisti narrano che, all'origine, la sapienza era racchiusa in un unico corpo di conoscenze finché il sapere si frantumò per il crollo della torre di Babele, infatti chi possedeva la conoscenza cercò di usare il suo potere per dominare gli altri uomini. Secondo i cabalisti, quell'arroganza causò la dispersione e il crollo del mondo che si fondava su quelle conoscenze, perciò con quel mondo che finiva crollava la civiltà che lo rappresentava e le conoscenze venivano perse. Il mito cabalistico spiega che le similitudini che esistono tra le concezioni spirituali è dovuta al fatto che tutte le conoscenze provengono dalla medesima radice, perciò dobbiamo ritrovare quell'antica sapienza dispersa sapendola vedere nei vari insegnamenti e usarla meglio che in passato, dopo averla ripulirla dalle contaminazioni accumulate nel tempo, perché solo la vera conoscenza porterà la pace e la felicità.

Le diverse tradizioni spirituali definiscono l'uomo in modi molto diversi, infatti l'induismo e la teosofia lo suddividono in 7 parti, l'astrologia in 12 segni zodiacali e l'alchimia in 4 temperamenti. I cabalisti lo suddividono in 4 mondi oppure in 10 sephiroth, la Persia antica credeva in 2 opposti di luce e di tenebra impersonati dalla lotta tra Ormuzd e Ahriman, mentre per altri l'uomo è un essere che possiede una sola materia. Nel cristianesimo abbiamo una suddivisione di corpo, di anima e di spirito, e questa suddivisione viene accettata anche nell'esoterismo, che ripete i 3 livelli nei 3 piani del mondo fisico, spirituale e divino, fino a suddividerlo in 9 livelli.

In tutti i sistemi si dice che la suddivisione descritta è esatta, perciò in tutte le suddivisioni c'è della verità, infatti le varie teorie esaminano l'uomo usando dei punti di vista diversi. Tutte le suddivisioni sono utili quando sanno mostrare la complessità che siamo. Il maestro Omraam Aivanhov dice che l'uomo non si descrive con l'esattezza con cui il cartografo disegna la mappa della terra, perché le carte geografiche riescono a rappresentare tutti gli aspetti della realtà fisica, ma li devono collocare tutti sullo stesso piano per poterli rappresentare nello stesso disegno, perciò le suddivisioni sono utili per comprendere gli aspetti particolari delle cose molto complesse.

Secondo gli induisti e i teosofi, l'uomo si suddivide in 7 corpi, cioè fisico, eterico, astrale, mentale, buddhico e atmico, ma la divisione va ripartita all'interno delle 3 sfere di attività, cioé nel corpo, nell'anima e nello spirito. Secondo queste teorie, il corpo corrisponde al piano fisico e al piano eterico che sono strettamente collegati, mentre l'anima corrisponde al corpo astrale e al piano mentale, mentre lo spirito governa il corpo causale, quello buddhico e quello atmico. Lo spirito governa su 3 livelli, mentre l'anima e il corpo ne governano solo 2, perché sia l'anima che il corpo sono duplici.

Da questa suddivisione vediamo che l'anima è l'intermediaria tra il mondo materiale e quello spirituale, infatti l'anima è lo strumento che porta gli elementi terrestri verso il cielo, e che fa discendere gli elementi celesti verso la terra: tutto ciò che viene dal cielo e che ritorna al cielo deve filtrare attraverso l'anima. L'uomo viene paragonato anche all'albero, perché l'albero possiede le radici, il tronco e i rami, perciò il nutrimento dell'albero avviene per mezzo della linfa grezza che ascende dalle sue radici e che viene elaborata dalle foglie, e poi la linfa raffinata ridiscende verso le radici per essere nutritiva per l'albero.

L'albero ha una doppia circolazione di linfa che va in ascesa e in discesa, perciò il fluire dell'energia vitale avviene ugualmente anche nell'essere umano. La cosa essenziale è che le 2 correnti non devono mischirsi, così come non si mischia il sangue venoso e quello arterioso, altrimenti il corpo si ammala. L'anima fa da intermediaria tra il cielo e la terra, perciò filtra quello che sale dalla terra e quello che il cielo dirige verso la terra: l'anima è il collegamento tra l'alto e il basso.

L'anima si colloca tra cielo e terra, perché deve fare la mediazione tra lo spirito e la materia, e questo avviene nell'uomo, perciò l'anima è lo strumento che lo spirito usa per influire concretamente e per modellare la materia. Lo spirito influisce e struttura la realtà materiale usando le possibilità che gli offre l'anima, infatti senza l'anima, lo spirito non si potrebbe esprimere concretamente. Gli elementi che accumuliamo nel corpo, cioé le emozioni, i sentimenti e i pensieri diventano gli strumenti di cui lo spirito si serve per strutturare il mondo agendo sulla materia.

Ma tutto questo non potrebbe avvenire senza l'intervento dell'anima che tocca e penetra nella materia estraendo le proprietà possedute dagli elementi terreni con cui viene in contatto, e inviandoli allo spirito. L'anima possiede la capacità di potersi espandere all'infinito e si espande incredibilmente, perciò si dice che l'anima non ha limiti e che può percorrere una distanza infinita nello spazio cosmico. L'uomo si identifica con l'interno del suo corpo, perché racchiude la sua identità all'interno dell'involucro fisico, ma anche il corpo non è limitato alle sole soddisfazioni delle funzioni fisiologiche, dice il maestro Aivanhov, anche se qualcuno si identifica con la testa, con lo stomaco o con il sesso.

Nel corpo non si esaurisce tutta la realtà dell'uomo, perché il corpo è l'involucro in cui l'anima si sperimenta, perciò l'anima si trova nel corpo mentre tende verso lo spirito. L’uomo si manifesta come l’anima che agisce nel corpo, dice il maestro Aivanhov, però l’azione avviene in due modi cioè nel corpo superiore e in quello inferiore. Abbiamo un corpo fisico fatto di ossa, muscoli e sangue che si disgrega con la morte e abbiamo la parte che torna allo spirito, infatti l’anima non è completamente immortale perché l'anima inferiore legata al corpo astrale e al corpo mentale inferiore è mortale.

Solo la parte superiore dell’anima è immortale perché è come lo spirito, perciò resta permanente. L’uomo deve ritrovarsi, perché ha smarrito il ricordo di quello che era, e senza la consapevolezza dell'identità siamo smarriti. Quando si dice di studiare e conoscersi non si afferma solo la conoscenza di pregi e difetti del nostro carattere, perché l’auto conoscenza è il compito di base, ma la conoscenza da conseguire è riferita al raggiungimento di un obiettivo più elevato. Si chiede di abbandonare il vivere e il sentire limitato della vita puramente materiale, per ascendere ad un vivere meno illusorio e infelice.

L’uomo deve essere in grado di staccarsi dal punto limitato del se inferiore per diventare un Sé Superiore, infatti una fusione è possibile perché lo spirito dell’uomo è la scintilla della figura divina, perciò si deve ritrovare questa visione, perché non si può correre lungo una linea infinita sperando di trovare una meta. Le forze che non tornano a se stesse si disperdono per l’esaurimento delle energie, infatti solo l’unione di positivo e negativo chiude il cerchio in cui l’energia può restare e accrescere, perciò si accumula e si rende disponibile per le necessità dell’organismo.

Gli uomini si cercano all’interno di altri uomini, perché non sanno cercarsi in loro stessi, infatti il desiderio di fusione che è connaturato alla natura umana viene rivolto alla fusione dell’uomo con la donna, ma queste due nature non possono fondersi quando ognuno cerca se stesso dentro l’altro. Quando comprendiamo che la ricerca della completezza deve ultimarsi prima in noi stessi, comprendiamo che le forze e le conoscenze accumulate devono realizzare una pienezza interna che possiamo donare anche all’altro.

La nostra anima possiede una doppia polarizzazione, perciò la vera complementarità va attuata dentro noi stessi, perché se non c’è fusione interiore non è possibile neppure la fusione esterna. L’anima sa come agire sulla materia per proiettarla verso il cielo e sa come polarizzare le energie del cielo per poterle concretizzare nella materia. L’anima ci è necessaria per plasmare la materia, ma anche per renderla più sottile e per condensarla: queste due azioni sono descritte nel monito alchemico: Solve et Coagula! in cui vengono descritte le funzioni riservate all’anima, perché solo lei può realizzarle.

La divisione in corpo, anima e spirito è collegata anche a 3 diversi distretti corporei, infatti lo spirito è collegato con la testa, il corpo è collegato allo stomaco e alle viscere, e l’anima viene collegata alle braccia. L’anima è polarizzata da due correnti simboleggiate dalle braccia con le 2 mani con cui lavora, modifica, plasma, unisce e separa la materia. Si dice che l’anima si vede negli occhi, ma gli occhi vengono usati dallo spirito per vedere il mondo.

Con gli occhi lo spirito guarda e conosce il mondo, ma se non avesse le mani non potrebbe agire, infatti mentre l’uomo lavora l’anima agisce secondo ciò che vuole lo spirito. Se le braccia e le mani sono usati all’anima, le orecchie, gli occhi, la bocca e il naso sono usati dallo spirito per sentire, vedere, gustare e annusare la materia. L’anima è composta da materia rarefatta, così sottile e delicata da sembrare invisibile, ma c'è chi sa vederla nei suoi contorni indefiniti e mutevoli mentre vibra e assume i colori e le sfumature che ci permettono di classificarla.

L’anima rimette in circolo le energie nel corpo, infatti quando fugge dal corpo si muore, l’anima è come il magnetismo, è come l’elettricità, è come il fuoco del calore della vita che scorre nel corpo, perché l'anima è la messaggera della materia e dello spirito, perciò l’anima è lo strumento di entrambi. Ogni cosa è strutturata secondo la forma, il contenuto e il senso, così la suddivisione funziona anche per il corpo, l'anima e lo spirito. Tutto segue il principio di forma, contenuto e significato, infatti anche la cellula ha il nucleo, il citoplasma e la membrana che lo racchiude, perciò il nostro nucleo è lo spirito, il citoplasma è l’anima, e la membrana è il nostro corpo.

Il corpo è il guscio che protegge la vita, perciò quando il guscio si rompe la vita finisce, perciò il corpo protegge sia l’anima che lo spirito: l’anima è il citoplasma che contiene i elementi nutritivi della vita. La vita è lo spirito, perciò l’anima lo deve sostenere, infatti lo nutre e lo fa circolare nell'organismo. La vita viene dallo spirito che è come il nucleo della cellula e il suo citoplasma è l’anima che accumula quello che nutre lo spirito, infatti mangiando si assorbe la parte vitale dei cibi.

Gli alchimisti raffigurano l’uomo come la sintesi dei 4 elementi, infatti corpo, anima e spirito racchiudono tutte le 4 materie della natura: il corpo è la terra, l’anima è l’acqua e l’aria e lo spirito è il fuoco della folgore. L’acqua e l’aria sono collocate nell’anima, perché essa fa scendere le energie del cielo come l’acqua, e fa fluire le energie traendole dalla terra e inviandole nell’aria. L’aria e l’acqua nutrono anche la terra e il fuoco, infatti l’anima nutre sia il corpo astrale che il corpo mentale inferiore, in quanto l’anima è di natura doppia.

L’anima contiene due correnti, perciò possiede sia la via dell’ascesa che della discesa delle energie, perciò tutto quello che rappresenta l’anima è sempre composto da una sostanza unica con diversi gradi di densità, perciò gli alchimisti dicono che esiste una Materia unica. Questa materia è sempre la stessa e da lei discendono i minerali, i cristalli, la vegetazione e la carne degli uomini e degli animali che formano la materia sensibile. Il corpo si è condensato dallo spirito, e lo spirito è la materia ritornata allo stato di pura energia, perciò gli alchimisti dicono che l’azione sulla materia si compie usando il Fuoco Filosofico.

Quando lo spirito ha fame mangia l’anima, perciò l’anima si deve dilatare all’infinito per placare la fame insaziabile, e mentre l’anima si amplia per nutrirlo, lo spirito si sazia e si condensa diventando un punto. L’anima alimenta il fuoco dello spirito, infatti è la riserva di cibi nutrienti a cui lo spirito attinge, perciò l'anima è il cibo che nutre la vita. La parte eterica emerge dal corpo come il vapore che va verso il cielo, ma la sua parte inferiore non giunge allo spirito, perché lo spirito vuole solo la sua parte più elevata, infatti l’oscurità può essere nella parte inferiore. L’anima vive nel corpo e può essere inquinata come si inquinano l’acqua, l’aria e la terra, perché la terra è come una calamita che assorbe lo sporco: solo il fuoco resiste all'inquinamento, infatti la fiamma mentre brucia la materia la libera da tutte le sue impurità.

Nelle conoscenze si usa una metafora che paragona l’uomo a colui che può accumulare nel suo flacone di carne il pregiato profumo di una preziosa essenza, ma si dice che si deve mantenere il flacone ermeticamente chiuso al mondo esterno per poter trattenere l'aroma, perché l'essenza profumata vuole evaporare. Il profumo è lo spirito che tende a fuggire, perché non ama stare rinchiuso e venire privato della sua libertà. Lo nostro spirito tende al cielo, perciò se vogliamo trattenerlo volontariamente nel flacone della nostra materia dobbiamo educare l'anima a nutrirlo con i cibi raffinati che lo sanno appagare pienamente.

Buona erranza
Sharatan


martedì 14 febbraio 2012

Un vero potere


“Consapevolezza significa sapere cosa accade.
Se abbiamo la mente piena di preoccupazioni e tensioni,
riconosciamo le preoccupazioni e le tensioni,
e respiriamo con loro.”
(Thic Nhan Hanh)

Secondo la mentalità comune il potere è la capacità di controllare le condizioni della vita con la ricchezza, con il successo, con la fama, con la forza fisica, militare, politica o con altro, perché si crede che avere il potere significa avere il controllo di quello che ci rende incerti. Nella mente esiste un potere molto più grande, dice Thic Nhan Hanh, ed è il potere di essere felici nel momento presente, perciò essere felici e liberi dalla paura, dal dolore, dalla rabbia, dalla dipendenza, dalla discriminazione e dall’ignoranza. Il potere di essere felici è un diritto di nascita di ogni uomo, perciò appartiene a tutti, al di là della qualità della nascita e dell'appartenenza sociale o di altre forme di discriminazione, perché tutti gli uomini hanno diritto alla felicità.

Ci insegnano a cercare il successo e il potere anche a costo di dimenticare e di trascurare quelli che amiamo, perciò molti vivono infelici pur avendo raggiunto l'agiatezza e la fama, perché anche il successo può rivelarsi un fatto poco appagante. L’unico potere che dovremmo cercare, perché è l'unico potere che conta è quello di fare la trasformazione personale e di trovare la liberazione dalla paura, dalla rabbia e dal dolore. La nostra ambizione dovrebbe essere quella di diventare comprensivi, compassionevoli e di aiutarsi reciprocamente, perché questo modo di vivere ci fornisce un’energia incredibile, ma per poterlo fare dobbiamo imparare ad avere una maggiore cura di noi stessi.

Per poter donare la pace e la felicità dobbiamo essere noi stessi la pace e la felicità, perciò prima di tutto dobbiamo imparare ad avere una migliore cura del nostro corpo e della nostra mente. Solo se troviamo la stabilità del corpo e della mente possiamo diventare il meglio di noi stessi, e siamo capaci di avere cura delle persone che amiamo. Quando la vita scorre nell’inconsapevolezza non abbiamo il tempo di creare un giudizio oggettivo di ciò che è più importante, perché la mente corre a velocità folle senza trovare un obiettivo certo. La vita viene imposta e diretta da una serie di incombenze che ci fanno correre e impongono le loro priorità. Non siamo noi che scegliamo la nostra vita, perché sono le situazioni esterne della vita che s'impongono nel correre per conquistare il benessere materiale.

Lo stress che sentiamo è collegato alla corsa per riuscire, è causato dalla paura di perdere il lavoro e dall’incertezza per la precarietà del futuro: tutti questi dubbi ci rendono infelici e ci fanno soffrire, perciò la nostra sofferenza si riversa nel mondo. Si crede che il profitto economico sia inconciliabile con il benessere interiore delle persone, ma il potere spirituale offre il meglio in ogni attività, perché se siamo consapevoli possiamo restare meglio in contatto con noi stessi e con quelli che abbiamo attorno. Crediamo di non avere il tempo per pensare a ciò che facciamo, ma abbiamo tutto il tempo necessario per farlo, perché dobbiamo trovare il tempo per riflettere su come diventare più attenti alle persone e alle cose che sentiamo veramente importanti.

Dobbiamo trovare il tempo per vivere la vita con più pienezza e dobbiamo sentire questo modo di vivere come meraviglioso, perché restando nell’attimo presente siamo in quello che facciamo e diventiamo partecipi della vita. Concentrarsi sul potere del presente permette di cambiare la mentalità che vuole solo un profitto, perciò diventiamo sempre più compassionevoli per le esigenze degli altri. Provare la compassione non impedisce di raggiungere il potere e il benessere economico, perché la compassione insegna una maggiore considerazione per gli effetti che le nostre azioni producono sul mondo.

Ci sono molte aziende che sanno conciliare con intelligenza, il profitto e l’onestà con il rispetto della persona e la cura del mondo, perciò possiamo avere sia il guadagno che i dipendenti contenti e i clienti soddisfatti, perché la prevaricazione non garantisce affatto un maggiore successo. Molti già sanno che una maggiore attenzione per il benessere fisico e mentale delle persone diventa molto redditizio per la società. Quando il profitto economico prevale sulla considerazione e sul benessere delle persone, la situazione diventa molto pericolosa e distruttiva, dice Tich Nhan Hanh.

Le conseguenze delle azioni fraudolente di società che hanno fatto fallire molte persone dimostrano che, in futuro, dovremo usare molto denaro, molto tempo e fatica per rimediare ai disagi sociali che la situazione ha causato nel sacrificio di molti per il benessere di pochi. Se osserviamo in profondità vediamo che il dolore delle persone aumenta il dolore di altre persone, perché il dolore crea un'eco di reazioni negative che sembrano non avere mai fine. Non si comprende che nella ricerca del benessere spirituale non rinunciamo al benessere materiale e al prestigio, perché il benessare spirituale deve aumentare la capacità di star bene, di essere felici e di rendere felici gli altri.

La cosa sbagliata è nel preferire il benessere economico al desiderio di amare le persone e di avere maggiore cura di coloro che amiamo. L’amore è la cosa essenziale per essere felici e per rendere felici gli altri, perciò il potere supremo è quello di essere felici, e non di rincorrere solo il potere e il denaro senza trovare il tempo per amare e avere cura di ciò che amiamo. Il buddismo dice che tutte le forme di potere diventano una "brama," e che esistono 5 forme di brama che opprimono tutti gli esseri umani, perché l’uomo è molto ricettivo a queste forme di potere illusorio. Le brame irresistibili sono la brama di ricchezza, la brama di fama, la brama di sesso, la brama di cibo e l'eccesso di sonno e di inerzia: ma queste forme di potere illusorie non possono rendere felici.

Le forme di falso potere devono essere sostituite da 5 forme di vero potere rappresentate da 5 diverse forme di energia adatte per raggiungere la felicità, perché la felicità si conquista con il potere della fede, della diligenza, della consapevolezza, della concentrazione e della visione profonda. Nella forma di energia che dona la fede sentiamo la saldezza della fiducia interiore che ci rende molto forti, perché la fede può muovere le montagne, ma per fede, dice Thic Nhan Hanh, non va inteso il modo erroneo di attingere la forza dall’esterno, ma intendiamo un “affidamento” e certezza interiore. Tutti possiamo diventare dei Buddha, ma non abbiamo la fiducia di poterlo fare, perciò non crediamo di saper fare la trasformazione: questo modo negativo di sentire va cambiato.

Avere una fiducia interiore significa sentire di avere sotto i piedi un sentiero sicuro che porta verso una giusta direzione, perciò ci sentiamo fiduciosi perché bisogna essere felici di aver trovato un sentiero certo. Molti procedono senza sapere dove stanno andando, mentre tu sai cosa vuoi raggiungere, perciò devi avere la fiducia interiore di avere il potere di costruire il mondo che vuoi intorno a te. Questo potere deve accrescere la forza di vivere e deve offrire una maggiore energia interiore, e non deve ridurre la fiducia nella realtà quotidiana. Ognuno di noi deve trovare un tipo di pratica che ha l’efficacia necessaria per coltivare la presenza mentale e la concentrazione, ma dobbiamo fare sempre con gioia ciò che scegliamo di fare per avere maggiore consapevolezza e felicità.

La fiducia e la fede interiore riguardano l’esperienza che va sperimentata in modo personale e non con le teorie degli altri, perché la fede e la fiducia interiore non vengono solo dalle idee, ma si accrescono e si sostengono con una pratica concreta. Saper fare l’esperienza in modo personale non ci fa dipendere da nessun elemento esteriore, altrimenti sarebbero delle superstizioni o delle subordinazioni che accrescono le incertezze personali e non ci rendono felici. L’energia del risveglio, della comprensione e della compassione possono essere coltivate in tutti gli uomini, perché le energie che provengono dal nostro essere sono sempre buone.

Se usiamo le energie benefiche sappiamo come praticare bene, e come difendere meglio noi stessi, perciò sappiamo quello che è meglio sapendo scegliere quello che vogliamo fare. Il potere della diligenza sorge dall'esigenza di sostenere il nostro io al grado più alto e migliore che può raggiungere, perciò se lo alimentiamo non dimentichiamo o trascuriamo la cura della pratica. Qualunque pratica possiamo scegliere, si ricordi che essa va accudita in modo continuo e quotidiano, infatti se la pratica viene continuamente alimentata sarà la costanza nel fare che produrrà un grande potere.

Praticare la presenza mentale non è l'atto di forza con cui si dimostra di saper fare, perché non si deve avere l'orgoglio di essere i più bravi, ma si deve seguire una pratica che si ama, e nel praticare si deve sentire che aumenta quell’amore, perciò il nostro benessere aumenta con il piacere di fare. Dalla nostra mente vanno abolite tutte le emozioni negative, perché nel buddismo si insegna che la coscienza possiede due livelli, di cui il livello inferiore è il deposito della coscienza inconscia e il livello superiore è il deposito della coscienza nello stato di veglia. Nel deposito mentale sono custoditi tutti i tipi di seme, perciò abbiamo la scelta di seguire la positività o la negatività.

Quando uno dei semi mentali viene annaffiato si manifesta un certo tipo di presenza mentale che mette in movimento una specifica forma di energia, perciò quell’energia diventa una presenza mentale che scegliamo di coltivare. Ogni seme mentale giace sopito al nostro interno, ma è pronto a ridestarsi quando viene stimolato dall’energia specifica, perciò se il seme della rabbia viene acceso siamo arrabbiati, perché sale l’energia della rabbia. La scelta dei semi interiori viene attuata quando si viene sottomessi da una certa forma mentale, perché le condizioni interiori devono essere scelte e possono essere modificate, se lo vogliamo.

Mantenere la presenza mentale è un lavoro mentale che coinvolge il livello superiore della mente, mentre la coscienza deposito è nel livello inferiore, perciò la scelta del livello spetta a noi, però dobbiamo sapere che tutto quello che lavora al livello superiore offre gioia e felicità. Dobbiamo vivere in un ambiente positivo e armonioso, perché è più difficile che dalla pace e dall'armonia possano nascere l’odio, l’avidità e la violenza. E’ necessario scegliere un buon ambiente in cui stare, dice Thic Nhan Hanh, perciò dobbiamo evitare le occasioni che possono stimolare i semi negativi, perchè non si deve permettere a nessuno di toccare o di annaffiare i nostri semi interiori: questo accudimento è un compito nostro.

Un buon passo per la corretta diligenza è quello di non attivare la negatività interiore e di non permettere che l’ambiente che abbiamo attorno lo possa fare. La diligenza è nell’irrigazione selettiva dei nostri semi interiori, e nel creare l’abitudine di non offrire questa occasione all’ambiente esterno, e questo richiede molta pratica. Un secondo aspetto di coltivazione selettiva è quello di usare la calma per sostituire i semi negativi con quelli positivi, ma questo è possibile solo quando la negatività diventa evidente nella mente cosciente.

Lasciare che la negatività rimanga a lungo nel nostro livello cosciente diventa molto distruttivo, perciò si deve saper riconoscere la qualità dell’energia che giunge alla coscienza, perché se la musica che suoniamo non ci piace non resta che suonare una musica migliore. Il Buddha usò la metafora del piolo dicendo che, quando un piolo si rompe non resta che sostituirlo, ma il seme che deve sostituire il vecchio deve avere qualcosa di più attraente, altrimenti non potremmo convincerci a lasciare il seme sgradevole.

La formazione mentale che dobbiamo mantenere deve essere molto positiva, perciò la nostra diligenza riguarda il trattamento dei semi negativi e il nutrimento dei semi positivi. La positività deve essere invitata a manifestarsi, perciò cerchiamo le occasioni in cui sentiamo l’amore, la capacità di perdonare, la gioia, la pace e la felicità. Se viviamo in un ambiente favorevole all’armonia e veniamo sostenuti da persone amorevoli siamo facilitati a coltivare le nostre migliori opportunità. I semi interiori vanno facilitati e sostenuti nella loro nascita e nella manifestazione, perciò dobbiamo imparare a capire quali sono le corde migliori e le situazioni giuste per stimolare il risveglio.

Per aiutare la positività interiore dobbiamo coltivarla con gentilezza amorevole, perciò dobbiamo aiutare il benessere facendo attività che piacciono e conciliano come passeggiare, leggere o ascoltare della musica. Se invitiamo una persona meravigliosa nella nostra casa, dice Thic Nhan Hanh, quando entrerà nel nostro soggiorno imprimerà una forma mentale positiva con la sua presenza, e la positività resterà a lungo in noi. Quando un seme positivo è arrivato diventa come un amico che ci è molto caro, e la cui presenza offre piacere e gioia, perché è molto piacevole stare in compagnia di un caro amico .

Il meccanismo dell'invito interiore è efficace sia per il positivo che per il negativo, perché il meccanismo è sempre il medesimo, infatti il consenso deve essere interiore, perciò nel buddismo si dice che è necessario applicare la “vera diligenza” alla nostra pratica. Il potere della presenza mentale è come una potente energia che rende consapevoli di quello che avviene, infatti ci fa riconoscere il nostro contesto nella situazione presente attuale. L’energia della presenza deve essere applicata a tutta la vita quotidiana, perché la positività della presenza fa godere il vivere e offre un senso alla vita.

La consapevolezza è l’energia potente che ci rende in grado di sostenere ogni dolore, ogni rabbia e ogni disperazione, perché se perdiamo la consapevolezza di ciò che siamo diventiamo degli esseri smarriti. Molte persone hanno perduto la consapevolezza del loro essere, perciò hanno usano il denaro e il potere che avevano conquistato per vivere in modo distruttivo, infatti hanno distrutto loro stessi e ciò che amavano. Dimorare con consapevolezza nel momento presente elimina il rancore del passato e scaccia la paura del futuro, perché siamo nella cosa che viviamo, e viviamo in modo consapevole, perciò non proviamo il rimpianto di ciò che non abbiamo potuto vivere.

Il potere della totale concentrazione in ogni nostra azione è il quarto potere che ci offre la mente, perché le nostre azioni devono avere una totale comprensione della loro qualità. Soprattutto nelle difficoltà della vita mantenere la totale concentrazione interiore diventa essenziale, perché per trasformare il negativo in positivo è necessario concentrarsi. Se osserviamo attentamente la nostra realtà acquistiamo una visione profonda, e la visione profonda libera dalla sofferenza. La realtà materiale rende mutevoli tutte le cose, perciò avere una visione che scava in profondità e sa andare oltre l'apparenza può diventare un'attitudine mentale molto comoda.

La trasformazione va sempre fatta verso il lato positivo, perché l’impermanenza del mondo va pensata come riferita al lato negativo, infatti pensare alla trasformazione delle cose non deve destare l’ansia interiore, ma deve attivare la speranza per l’aspetto positivo del futuro. L’impermanenza delle cose va pensata per l’aspetto negativo, infatti il dolore, l’ingiustizia, la sofferenza, la violenza e il conflitto sono fattori impermanenti, perciò possono essere trasformati: questo è quello che la visione profonda ci deve comunicare. Dimenticare l’impermanenza significa non avere una visione profonda dell’essenza della vita, perciò non si vive bene.

Non possiamo aspettare domani per essere felici, ma ciò che vogliamo amare lo dobbiamo amare da oggi. L’intuizione di questa verità può cancellare ogni dolore, ogni rabbia e ogni disperazione, infatti questa visione profonda insegna come avere maggiore cura della nostra vita. Ogni visione profonda nasce da una piena comprensione, perché la comprensione esiste per tutti a livello potenziale, ma va rinforzata con la consapevolezza e con la concentrazione personale. Se la sofferenza nasce dall’ignoranza, saper vedere profondamente nella realtà offre il superpotere che rende stabili nel trascorrere, e diventa la fonte della vera felicità.

Buona erranza
Sharatan

mercoledì 8 febbraio 2012

Nel vortice della materia


“Tutto il mondo è diviso in due parti,
delle quali una è visibile e l'altra invisibile.
Il visibile non è altro che il riflesso dell'invisibile."
(Zohar)


Nello Zohar si narra che due allievi di Rabbi Shimon bar Yokhai, mentre si recavano da Rabbi Iossi, furono colpiti dall’intelligenza del conduttore di somari che li accompagnava, infatti il conduttore di somari si rivelò un interprete molto brillante della dottrina cabalistica che li mise in seria difficoltà. Il termine aramaico che indica un conduttore di somari è “deta ‘in khamri” in cui “tain” esprime “l’azione del pungolare” e “chi pungola” perché i somari si devono spingere con il pungolo per farli camminare, e il termine ”khamor” che designa il “somaro” deriva dalla stessa etimologia della parola ”khomer” che significa la “materia”. Nel simbolismo cabalistico si allude al fatto che la materia deve pungolare l’uomo per farlo avanzare nella visione spirituale, infatti dalla trasformazione della materia si deve trarre “la luce che porta al meglio,” ma l’azione va compiuta con uno sforzo di comprensione che va fatto nella realtà materiale

Molte dottrine spirituali ci dicono che la materia è maya, perché la materia crea l’illusione, infatti si allude al fatto che la materia non è la sostanza più attendibile per conoscere la vera realtà del mondo, ma la cabala insegna che il mondo materiale deve saper pungolare la nostra mente per renderla idonea ad attrarre la luce spirituale che fa raggiungere la piena consapevolezza. La realtà nascosta nella materia spinge gli uomini verso l’egocentrismo, perché la mente crea una prospettiva unilaterale, perciò l’egocentrismo mentale ci impedisce di saper cambiare la prospettiva con cui valutiamo la forma materiale, infatti l’uomo non sa come poter usare la materia per pungolare la sua mente e raggiungere una maggiore comprensione.

Nella realtà materiale esiste una profonda realtà spirituale che è celata nella materia, anche se la materia sembra composta solo da materie fisiche percepibili tramite i sensi e osservabili solo con le coordinate dell’altezza, della larghezza e della profondità. La materia ci appare in maniera diversa dai prodotti mentali che sono sostanze impalpabili, perché la mente non ha bisogno dello spazio fisico per pensare. Ciò che viene prodotto dalla mente non viene collocato nello spazio, infatti il sentimento e il pensiero usano le categorie del tempo per poter esistere, perché le esperienze interiori hanno bisogno del collegamento temporale tra una percezione che si sussegue all’altra. E’ il tempo che costruisce le esperienze interiori, perché il sentimento diventa reale se resta identico nel trascorrere del tempo.

Tutte le esperienze della vita usano le categorie temporali, ma le esperienze usano anche la materia esterna per manifestarsi, infatti il tempo e lo spazio racchiudono quello che percepiamo come vita interiore e danno un senso al nostro vivere: per questo la relazione tra lo spazio e il tempo è una delle più importanti questioni filosofiche di tutti i tempi. Tutto quello che l’anima può percepire si deve relazionare al tempo anche se il tempo dell’anima è diverso dal tempo dell’orologio che segna solo la misura della realtà esterna. Il tempo lavora diversamente all’interno dell’anima, infatti il pensiero viene ridestato nella percezione interiore usando un fatto esterno che crea una durata interiore dell’oggetto materiale. Se non avvertissimo una percezione interiore non faremmo esperienza del pensiero che viene ridestato dalla percezione interna di una concreta realtà esterna. Quando i nostri sensi vedono la materia sentono sorgere il pensiero dell’oggetto e il pensiero crea un rapporto con l’oggetto, perciò crea una relazione da cui viene originato il pensiero del mondo.

Quando pensiamo diventiamo un nucleo molto profondo, perciò il nucleo profondo diventa il pensiero, infatti il pensiero può esistere anche senza un pensatore esterno, perché può esistere anche la realtà che viene formata dal processo del pensare. E’ veramente difficile poter percepire qualcosa che vada oltre il pensiero, perché noi ci perdiamo in tutto quello che il pensiero riesce a creare al nostro interno. Le rappresentazioni mentali coinvolgono gli oggetti esterni che diventano i ricordi delle cose, perché il ricordo sa guardare all’indietro rispetto al trascorrere del tempo, e può trasformare la sostanza esterna in una percezione interiore creando qualcosa di intimo e di attuale. Ma questo processo avviene solo quando l’anima vuol conservare interiormente qualcosa, perciò diventa l’attimo presente e attuale l’elemento che può creare l’interiorità. Il passato viene escluso dall’interiorità nel momento presente, perciò nell’attimo vediamo una pelle di serpente che fa una muta psichica.

Ogni volta che il serpente smette la sua pelle psichica e l’abbandona, la pelle viene rinnovata dalle rappresentazioni che sono eliminate e diventano qualcosa di estraneo, perciò l’interiorità può essere rinnovata e può diventare sempre attuale. Se esaminiamo i ricordi vediamo che in loro il passato è quello che ci è diventato esterno, perché il momento successivo rende estranei i momenti precedenti, infatti una vecchia rappresentazione lascia il posto alla nuova rappresentazione. Noi possiamo vedere come l’esteriorizzazione diventa continua e viene attuata dalla mente che usa la metamorfosi come il serpente che deve abbandonare la sua vecchia pelle per poter crescere, infatti anche la vita deve avere un continuo rinnovarsi della percezione interiore. Solo restando centrati all’interno di noi stessi sappiamo distinguere ciò che sentiamo come interno o esterno a noi: è questo processo che crea l’interiorità umana.

Se esaminiamo l’interiorità vediamo che essa è divisa tra quello che resta al suo interno e quello che viene escluso e abbandonato, perché quando avviene l’esteriorizzazione si riesce a creare un contenuto nell’anima. Per definire il concetto di “anima” dobbiamo includere tutto quello di cui serbiamo ricordo fin dalla più tenera infanzia, infatti quando si perdono i ricordi si percepisce la perdita del nostro io, perché avviene lo smarrimento del senso di sé, perciò sul ricordo si costruisce la vita dell’anima. Per comprendere meglio il concetto dobbiamo pensare che in ogni istante l’anima si può configurare diversamente, infatti a seconda del momento, l’interiorità si identifica con quello che sperimenta. Guardando un magnifico paesaggio l’anima si distende e si amplia, perché viene riempita dalla visione, mentre tutto quello che è brutto e triste la fa contrarre, la comprime e la rattrappisce, perché l’anima si configura diversamente a seconda delle esperienze che sperimenta.

Nel sonno l’anima è rattrappita, perché non deve ricevere nessuna percezione esterna, ma al risveglio si dilata e si amplia, perché si predispone a contenere le impressioni, perciò il movimento di contrazione e dilatazione assume un certo ritmo che costruisce l’attività dell’anima. La vita dell’anima viene creata dal suo movimento e l’impulso dinamico non chiede spazio esteriore, perché esso avviene all’interno, ma dalla qualità delle sue pulsazioni si comprende il tipo di movimento interiore che l’anima può fare. Nel pulsare interiore si creano delle configurazioni che non sono fisiche, infatti si producono delle sensazioni, dei pensieri e degli impulsi di desiderio che si affermano con una certa componente spirituale. Tutto quello che pulsa e che vive all’interno dell’uomo diventa come una massa d’acqua che fluisce e che si muove, perciò viene a formare il mare interiore della nostra spiritualità.

Di tutto quello che esiste all’interno la cosa più importante è l’impulso della volontà che muove, perché il pensiero, i sentimenti e le emozioni sono una pelle che il serpente deve abbandonare se vuol crescere, perciò è la volontà umana che deve muovere il rinnovamento che cambia il nostro ritmo. Ciò che muove i pensieri e i sentimenti è la volontà di voler imprimere un flusso diverso ai nostri contenuti interiori, perché la vita dell’anima può assumere un ritmo lento oppure veloce. Ma, per poter mutare il ritmo è necessario fare uno sforzo di volontà e ampliare la recettività dell’anima, infatti se la volontà resta passiva il mare inizia a ristagnare, mentre l’attività dinamica sa muovere più velocemente le nostre acque interiori. Il movimento del flusso interiore viene accelerato volontariamente, ma occorre fare molta attenzione alla qualità di movimento verso cui ci vogliamo orientare.

Il movimento si esprime nella contrazione e nella dilatazione, perché il tipo di pulsazione esprime una forma di espressione che viene preferita, perciò veniamo orientati dalla saggezza di saper comprendere quello che giova. Secondo Steiner esistono quattro qualità che connotano la vita dell’anima, poiché vi è la volontà personale, la saggezza interiore, la qualità della dinamica e la modalità di manifestazione che tutto l’assieme crea: e tutto questo crea varie particolarità di anima. Nell’anima particolare si viene a piantare un seme che può produrre una volontà, una saggezza, un movimento e una forma precisa, perché l’anima risente dell’influsso delle diverse gerarchie superiori che la crearono. Con la sequenza di queste azioni avvenne una prima creazione, perciò anche l’uomo forgia la sua anima compiendo le medesime azioni che vennero fatte dalle intelligenze superiori che vollero la creazione originaria.

L’uomo venne plasmato dalle gerarchie che crearono la materia con l’intelligenza e la saggezza, perciò la stessa cosa avviene nell’anima e nel cosmo. L’influsso delle gerarchie superiori si dimostra nella specifica qualità d’anima, ma l’azione non ha bisogno di trovare uno spazio esterno, infatti le gerarchie spirituali infondono qualità interiori e questo è il fatto più importante, perciò parlando dell’anima si intende ciò che assume una forma interna. Per le strutture spirituali non possiamo pensare alle forme visibili in modo esteriore, perché esse sono delle forme che vivono nella coscienza e che si dimostrano nella nostra espressione interiore. Ogni processo spirituale deve coinvolgere il tempo, infatti senza il tempo non può avvenire lo sviluppo del pulsare interiore che aiuta l’anima a sviluppare. Per avere una percezione della qualità dell’anima non è necessario vedere una forma esteriore, ma è necessario saper vedere dentro la materia e saper percepire l’attività che lo spirito ispira alla materia che lo ospita al suo interno, e così vediamo lo spirito ispiratore dell’anima.

Quello che possiamo vedere non è composto da sostanza materiale, poiché esso va oltre la forma che i sensi percepiscono, infatti vediamo l’impulso spirituale che non è ancora giunto alla maturazione che sa creare la forma materiale con cui vuole esprimersi. Tutte le materie sono delle forme spirituali giunte a maturazione che si sono infrante, perché esse hanno oltrepassato il loro limite e sono giunte fino alla creazione di una diversa forma che si estende nello spazio, perché quando una forza soprasensibile si infrange diventa una forma materiale. Per lo sguardo che sa vedere nel lato occulto, dice Steiner, la materia non è altro che una forma spirituale che si è rotta: e quando una forza invisibile si frantuma viene a creare una forma materiale. La materia è lo spirito che è sviluppato finché si è spezzato, e quando si frantuma e si sgretola diventa la materia che è una “maceria dello spirito” diventato visibile.

Quando la materia si organizza forma una massa in movimento, perciò il movimento struttura la forma, infatti quando si arresta il movimento l’energia ricade entro se stessa, perché l’energia avanza finché dura lo slancio propulsivo, ma quando si ferma l’onda si rompe. La creazione della materia avviene per la frantumazione dello spirito, perché prima della sua frantumazione, la materia possedeva la forma spirituale. Dopo la frantumazione restano nella materia i frammenti spirituali che conservano le tracce delle forze che le crearono, perciò nei frammenti resta il ricordo di quello che esisteva prima della frantumazione. Nella creazione della materia dobbiamo vedere le tracce dell’azione di energie spirituali e le forze che fecero la creazione, perciò dobbiamo vedere le tendenze dell’impulso creativo, infatti vediamo il movente originario.

Lo stesso tipo di azione, dice Steiner, si deve vedere nei cristalli e nell’osservazione occulta dell’idrogeno che è il primo elemento dell’universo, perché l’idrogeno è il costituente che giunse dagli spazi siderali, e che si frantumò per creare delle molecole diverse: la materia è una forma di energia che fu frantumata e andò dispersa nello spazio. Nell’interiorità percepiamo l’interno e l’esterno, poiché la percezione deve usare dei contrasti, perciò così avvenne nel creare la percezioni di spazio interno e spazio esterno. Lo spazio interno inizia nella percezione di un punto interiore che sentiamo nell’intimo e che ci fa percepire l’origine per quello che percepiamo come esterno. Perciò anche lo spazio esterno inizia con la percezione interiore, e nella vita è necessario distinguere l’interno e l’esterno, perché così avviene la creazione del mondo

Lo spirito deve maturare la volontà di dare uno slancio evolutivo per creare la realtà materiale, perciò la materia diventa diversa se lo spirito usa uno spazio vuoto, perché infrangendosi in sé stesso esso forma una struttura fissa come una sostanza minerale. Se trova un mondo già plasmato entra nella sostanza della struttura vegetale, ma se la forma eterica possiede una peculiarità di parte astrale produce l’organismo vivente composto da vari corpi che possono assorbire le sostanze in modo diverso. Nell’uomo, il corpo fisico si intreccia con il corpo eterico, perciò il corpo eterico viene perturbato dal corpo fisico, però lo spirito non irrompe solo nella parte eterica ma si può disperdere anche nella parte corporea che riesce a prevalere sulla parte eterica.

Quando lo spirito si viene a infrangere in varie conformazioni può creare materie con gradualità diversa, infatti esistono tre forme di materia che vengono percepite tramite i sensi fisici, cioè le materie minerali, quelle vegetali e quelle dell’animale e dell’uomo, perché in queste due ultime forme materiali avvennero delle irregolarità. La cosa complicata è che lo spirito si disperde diversamente quando deve agire nell’aria, nell’acqua, nel fuoco o nella materia più solida, perciò come le cose divengano complicate quando si creano delle materie tanto diverse come quelle che esistono nel mondo. Se consideriamo la materia in relazione allo spirito dobbiamo valutare anche che la reazione sia diversa a seconda della superficie su cui esso si infrange, perciò la diversità si osserva nelle forme che lo spirito ha creato. Questo stato di cose sa spiegare le diverse conformazioni di materie, perché la stessa forza che agisce su una diversa superficie produce un impatto che produce degli effetti diversi, perché la stessa forza riesce ad agisce in modo diverso.

La parte spirituale che vive nella materia viene incontro alla nostra percezione usando il movimento, perciò la sua percezione diventa interiore e sorge come immaginazione e intuizione delle tendenza possedute dalle forze spirituali che animarono quella materia, e l’uomo risulta veramente evidente in questa intuizione. Un uomo non si riesce a percepire vedendo la materia che è percepita dai sensi fisici, ma percependo la sua essenza soprasensibile che inizia nel suo corpo eterico che è l’elemento più sottile che venne creato dalle forze spirituali, perché il veicolo fisico è la più parte grossolana che abbiamo. Quando vediamo l’uomo che è fatto di ossa e di muscoli vediamo la forma menzognera, perché vediamo una forma esterna e non vediamo la struttura interiore. La parte materiale non va percepita come tale, ma si deve sentire come si sentono le vibrazioni musicali, perché così si percepiscono le vibrazioni dello spirito che venne nascosto in quella materia.

Buona erranza
Sharatan

sabato 4 febbraio 2012

Il lato che non vediamo


"Ogni idea, che non diventa per te un ideale,
uccide una forza della tua anima.
Ogni idea, che invece diventa un ideale,
crea in te forze vitali."
(Rudolf Steiner)

Guardando il mondo i nostri sensi si rivolgono verso l’esterno, perciò anche il mondo si mostra con il lato esterno, infatti dobbiamo immaginare la realtà come se avesse due lati, cioè come se avesse un lato esterno e un lato interno. Se l’occhio guarda il mondo vede il suo lato esterno, perché tutti i nostri organi percettivi osservano il mondo percependo solo il lato esteriore, perciò dobbiamo immaginare di oltrepassare il confine dei due lati del mondo, e di potersi affacciare per vedere nell’altro lato. Dobbiamo immaginare di guardare dalla parte interna delle cose e di farlo sapendo usare tutte le nostre impressioni sensoriali, perché questo è l’atteggiamento giusto per vedere l’altro lato del mondo.

L’uomo deve uscire da se stesso per essere capace di guardare l’altro aspetto delle cose, e per poter comprendere la vera natura del suono, del colore e della vibrazione, perché vedrebbe realmente le cose se vengono viste anche dall’altro lato. Dobbiamo immaginare il mondo come uno splendido tappeto di cui vediamo il lato diritto, e possiamo immaginare di vedere anche il lato che è al rovescio. Del lato della parte posteriore si vedono solo delle porzioni molto ridotte, però immaginiamo che il lato esterno percepito abitualmente sia blu, e che il lato che non vediamo sia rosso: ebbene, nella parte che non vediamo si trova ciò che è occultato ai sensi, e che è nascosto allo sguardo sensibile.

Nel lato che non vediamo è racchiusa la caratteristica da cui le cose sono state originate, infatti qui vi sono i precedenti stati evolutivi delle cose, perciò immaginiamo che lo sguardo sia rivolto a ciò che non vediamo e che i nostri sensi vengano orientati al lato nascosto, che è quello rosso. Per passare da un lato all’altro c'è un punto di intersezione che segna il confine che esiste tra i vari aspetti della realtà. Questo è il punto in cui percepisce la coscienza ordinaria, e se oltrepassiamo il punto in cui dal lato blu si passa al lato rosso, andiamo dietro ciò che si percepisce, perché dietro le cose si accumulano i ricordi.

Il ricordo non avviene per atto volontario, ma si costruisce in base alle leggi che governano il mondo esterno, infatti la percezione si organizza secondo le leggi che governano la parte che vive nascosta e che è occultata nelle cose. Ogni contenuto interiore che viene conservato in forma di ricordo, dice Steiner, è un contenuto che corrisponde a ciò che si trova nell’altro lato, perciò se guardiamo in noi stessi vediamo i ricordi che rappresentano la realtà del nostro mondo. Ma questo mondo viene visto nel lato che usualmente è sconosciuto, perché vive occultato nelle cose che nascondono l’altro lato di noi stessi.

E' in questo lato che affiora ciò che le cose sono realmente, perché ogni cosa va vista anche nel lato meno visibile per comprenderla totalmente. Se potessimo entrare nei nostri ricordi vedremmo il lato nascosto del ricordo che è un lato occulto che ci appartiene, cioè vedremmo la nostra aura. Vedremmo l’uomo nella struttura completa, cioè vedremmo l'essere aurico e animico-spirituale che siamo, ma lo dovremmo vedere con gli occhi fisici che vedono il mondo. Però, ci dice Steiner, una visione totale e completa non sarebbe troppo gradevole, perché l’uomo non è molto piacevole da vedere nel suo lato occulto, infatti l'uomo si vede comunemente solo in quello che appare.

Dei 12 sensi dell'uomo, solo 7 sensi sono rivolti al mondo esterno, cioè il senso dell’io, del pensiero, del linguaggio, dell’udito, la vista, il gusto e l’olfatto. Gli altri 5 sensi non sono percepiti in modo consapevole, perché sono riservati all’interiorità e alla percezione del lato nascosto delle cose. Per l’indagine dell'interiorità e del lato nascosto delle cose usiamo il senso del calore, della vita, del movimento, dell’equilibrio e del tatto, infatti la coscienza ordinaria percepisce 7 sensi usando la luce, ma ci sono anche 5 sensi che restano nell’oscurità, perché sono usati per vedere il lato nascosto del mondo e dell’uomo.

Se accettiamo la suddivisione, dobbiamo immaginare che i sensi che sono orientati alla luce subiscono il dominio della coscienza, perché in essi la coscienza è alla luce del giorno. Altri 5 sensi vanno immaginati come se fossero immersi nella notte più profonda, perché la notte segue al giorno, perciò questi sensi non sono controllati dalla coscienza. Seppure la suddivisione sia grossolana e riduce una questione che è molto più complessa, lo schema va accettato anche se riduttivo, se traccia un cerchio in cui, nei 7 sensi esterni sono collocati i primi 7 segni zodiacali assegnati al giorno che sono: Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia.

A questi segni aggiungiamo i 5 segni zodiacali, cioè: Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario e Pesci che sono assegnati alla notte e che sanno analizzare l'interiorità e il lato nascosto del mondo. Nell’alternarsi del giorno e della notte vediamo il parallelismo perfetto che è esistente tra il microcosmo e il macrocosmo, e lo vediamo rispecchiarsi nella coscienza umana. Il giorno nell'uomo è quello che viene illuminato dalla luce della coscienza, mentre la notte è nel buio dell’inconscio che è inconsapevole di quello che conserva, infatti è inconscio tutto quello che non riconosciamo.

Nel mondo interno esistono i sensi rivolti all’esterno che è simboleggiato dal giorno, e esistono i sensi che sono rivolti all’interno delle cose e all’esame dei lati oscuri dell’uomo. Poiché nell’uomo è come nel cosmo, il ritmo cosmico dell'alternarsi di giorno e notte è ripetuto anche nell’alternarsi del sonno e della veglia. Di giorno usiamo 7 sensi dedicati all’esterno, perciò essi sono molto sviluppati, ma quando siamo immersi nel sonno diventiamo incoscienti, perciò nella notte la terra è rivolta dall’altro lato, perciò i sensi interni vengono usati in modo imperfetto e non sono ancora completamente sviluppati.

Steiner dice che solo dopo l’epoca di Venere sarà possibile avere dei sensi interni perfettamente sviluppati, però oggi i sensi interni sono ancora avvolti dalle tenebre, infatti il passaggio dai sensi ordinari a quelli ultrasensibili va immaginato come l’alternarsi della coscienza e dell’incoscienza che gli antichi misteri conoscevano molto bene. Queste facoltà furono possedute in passato ma vennero perdute, perciò oggi va recuperata una percezione più raffinata, anche a dispetto di tutto quello che si oppone, perché il recupero agisce in favore dell’umanità.

L'antica percezione fu perduta a causa del pensiero venuto con l’epoca del telaio meccanico e che vive ancora nel capitalismo dell’epoca presente, infatti il materialismo ha cancellato ogni substrato spirituale dal mondo. Il mondo è diventato quello che si vede dal punto di vista della fabbrica e della produzione di capitale, perciò non abbiamo più una visione che sappia sostenerci donandoci una forza che non sia millantata solo a parole. La realtà spirituale è stata uccisa perciò non abbiamo più alcuna visione dello spirito, ma conosciamo solo il funzionamento dei vari ingranaggi, perciò il mondo è diventato un ingranaggio meccanico.

Nei concetti spirituali esiste ancora una visione completa, anche se essa è stata smarrita dalla coscienza, ma nelle idee dello spirito ci sono ancora le risorse che aiutano la comprensione della vita sociale e storica. Finché separiamo la vita naturale e la vita sociale da quella spirituale non avremo nessun concetto valido per un migliore divenire, e saremo sopraffatti da quello che verrà. Gli uomini pensano un pensiero che non sa offrire nessuna spinta per vivere meglio, perché dalla storia universale non hanno imparato che la storia agisce dietro le cose. Dai fatti storici non abbiamo saputo imparare come lavorano le idee per divenire delle realtà oggettive.

La storia dimostra che le idee lavorano all’interno delle cose, ma l’aspetto tecnologico e materiale del mondo ha sviluppato solo l’inerzia mentale, perciò non abbiamo più la voglia di usare la testa per comprendere. Le idee prodotte da questa visione hanno creato un mondo che non conosce la libertà, la fraternità, l’eguaglianza, la giustizia e altri sentimenti simili, perciò la storia del caos attuale può essere vista nelle idee oggettive che hanno lavorato nella coscienza umana per produrre l'inumana visione che abbiamo. Il mondo è stato limitato, perchè la verità spirituale è stata scacciata, perciò oggi vediamo il mondo solo dai vetri della fabbrica e dalle finestre degli edifici in cui si accumulano i capitali.

Si è creduto che le cose interiori e che le concezioni dei mondi spirituali fossero un passatempo per esteti annoiati, perciò la mentalità corrente è stata plasmata e si è conformata su questa visione. Nella visione grezza e arida si è conformata anche la volontà umana quando ha creato una priorità di cose concrete e utili, ed ha relegato le altre cose in ambiti che sono ritenuti privi di utilità pratica. L’azione principale che è avvenuta nel passato è stata quella di avere estirpato ogni legame tra la vita degli uomini e lo spirito del cosmo, perciò la malattia del tempo odierno è la sregolatezza del pensiero, perché un pensiero bene orientato esprime sempre una vita spirituale.

Oggi si crede più importante il contenuto delle idee, ma queste idee sono diventate vuote perché vedono solo le relazioni esteriori, ma non sanno vedere i meccanismi con cui le idee agiscono, infatti il pensiero troppo astratto diventa ottuso e limitato. Questo modo di pensare ha corrotto il nostro sentimento, poiché l'umanità si è abituata alla grettezza e ha dimostrato l’incapacità di saper vedere oltre gli aspetti più ristretti delle cose, infatti si è diffusa l'abitudine di non saper vedere oltre gli interessi e i vantaggi personali.

La capacità da ritrovare è quella della mente che non teme di mettersi alla prova con concetti più ampi, perché essa sa come indagare senza avere dei preconcetti, infatti è la mente limitata che teme di incontrare quello che non conosce. L’inettitudine e l’inerzia mentale hanno corrotto anche la volontà umana infatti si è smarrito il desiderio di essere abili, perciò non abbiamo più la volontà di diventare sempre più competenti. Poiché si crede che l'attività manuale sia un'occupazione indegna abbiamo delle persone che sono incapaci anche di attaccare un solo bottone, dice Steiner.

I difetti più diffusi sono la grettezza della mente, l’ipocrisia dei sentimenti e l’inerzia della volontà, infatti al mondo non c’è nulla di più amato di questi vizi. Nel catalogo dei vizi umani va aggiunta la predilezione per la vanità, l’ambizione e la voglia di prevaricazione violenta. Su queste strutture mentali gli uomini vengono plasmati fin dalla primissima infanzia, infatti l’indole e la personalità sono plasmate sulle tendenze in cui entra in gioco solo l’aspetto più primitivo dell’uomo. Oggi si deve comprendere che le idee sono importanti, ma che è più importante la vitalità che le idee sanno infondere al vivere, perché le idee sono come il chicco di grano che può produrre un frutto diverso a seconda del terreno in cui viene piantato.

Le idee diventano diverse quando sono costruite in modo che la loro conquista avvenga con fatica, perché un’idea non diventa nostra perché qualcuno ce la infila nel cervello, ma essa diventa nostra perché sentiamo che essa sa esprimere un aspetto che è nostro, perciò nell'idea ritroviamo quello che avevamo creduto di avere smarrito. Solo così possiamo attingere alla vita del pensiero, ma questo avviene se abbiamo il coraggio e la volontà di spingere il nostro sguardo oltre i “substrati dell’esistenza ove giacciono gli impulsi reali di ciò che accade.”

La cosa più importante è il campo della vita in cui una nuova comprensione si può collocare, perché il seme deve trovare il terreno più fertile e più adatto per poter crescere bene. Se la via dell’astrazione ha causato il caos totale che vediamo, la spiritualità deve essere ritrovata in tutti i campi concreti del nostro vivere anche se la ricerca fosse molto lunga e dura, perché l’umanità deve ritrovare il benessere e deve avere salvezza dalla confusione odierna. Ma questa convinzione la dobbiamo sentire e la dobbiamo scolpire nel cuore, perché dobbiamo sentirla come nostra e dobbiamo sapere che è un obiettivo possibile da perseguire.

Solo questa cognizione può salvare l’umanità, perché gli uomini sono guaribili, ma non lo sono più se nella cura si usano dei rimedi da ciarlatani che vendono parole, perché la malattia non può essere guarita dalla stessa causa che ha prodotto il male. L’uomo è diventato incapace di percepire lo spirito, perché si è estraneato dalla spiritualità del cosmo, perciò egli dorme invece di pensare alle cose importanti e non sa vedere ciò che avviene nel lato nascosto delle cose.

Tutti preferiscono essere dei bravi cittadini seduti in poltrona e si vuole vivere comodi, anche se si occupano dei posti di responsabilità in cui si dovrebbe essere le guide di altri. Ma non è utile dormire quando sarebbe necessario vedere con gli occhi bene aperti per vedere chiaramente quello che avviene nel mondo. Solitamente il male si vede bene solo quando è arrivato, perché non si è voluto vederlo prima e si è preferito blandire proprio le persone che seppero crearlo.

Il sonno umano è un male difficile da guarire, perché sarebbe necessario capire che le conoscenze superiori vanno cercate nei mondi soprasensibili, perché in quei mondi si vedono meglio le tendenze delle forze che agiscono sul mondo. Vedere in questo modo sarà fondamentale nel futuro, perché la mente umana è abbastanza acuta per capire anche se non vuole sforzarsi per conoscere le cose che crede essere sterili, stupide o inutili. L'uomo crede di mostrarsi più intelligente quando sfrutta la sua mente per sfogare le sue peggiori tendenze omicide.

L’intelletto va usato meglio e l'uso va iniziato dall’infanzia, perché da bambini è più facile capire l’importanza e il vantaggio della conoscenza per il futuro, ma per imparare a vedere è necessario avere anche un altro elemento. Per accogliere questo pensiero è necessario avere un'anima in cui lo spirito si possa esprimere con temperamento, con calore e con entusiasmo, perché lo spirito ama essere ospitato in un cuore caldo che sa difendere con ardore tutti i suoi valori interiori.

Non c’è spettacolo migliore, dice Steiner, di quello che viene offerto da qualcuno che si infiamma per sostenere con lucidità la validità di questo patrimonio, perché quel fuoco interiore può condurre altre anime verso quel sogno per essere, a loro volta, infiammate dal medesimo calore. Dobbiamo coltivare dei cuori ardenti, perché il caldo sa fondere l’anima con lo spirito, ma per questo modo di essere abbiamo ancora molto da imparare, infatti per diventare così si deve cambiare non solo il modo di pensare, ma anche il modo di vedere e di sentire.

Buona erranza
Sharatan