mercoledì 8 febbraio 2012

Nel vortice della materia


“Tutto il mondo è diviso in due parti,
delle quali una è visibile e l'altra invisibile.
Il visibile non è altro che il riflesso dell'invisibile."
(Zohar)


Nello Zohar si narra che due allievi di Rabbi Shimon bar Yokhai, mentre si recavano da Rabbi Iossi, furono colpiti dall’intelligenza del conduttore di somari che li accompagnava, infatti il conduttore di somari si rivelò un interprete molto brillante della dottrina cabalistica che li mise in seria difficoltà. Il termine aramaico che indica un conduttore di somari è “deta ‘in khamri” in cui “tain” esprime “l’azione del pungolare” e “chi pungola” perché i somari si devono spingere con il pungolo per farli camminare, e il termine ”khamor” che designa il “somaro” deriva dalla stessa etimologia della parola ”khomer” che significa la “materia”. Nel simbolismo cabalistico si allude al fatto che la materia deve pungolare l’uomo per farlo avanzare nella visione spirituale, infatti dalla trasformazione della materia si deve trarre “la luce che porta al meglio,” ma l’azione va compiuta con uno sforzo di comprensione che va fatto nella realtà materiale

Molte dottrine spirituali ci dicono che la materia è maya, perché la materia crea l’illusione, infatti si allude al fatto che la materia non è la sostanza più attendibile per conoscere la vera realtà del mondo, ma la cabala insegna che il mondo materiale deve saper pungolare la nostra mente per renderla idonea ad attrarre la luce spirituale che fa raggiungere la piena consapevolezza. La realtà nascosta nella materia spinge gli uomini verso l’egocentrismo, perché la mente crea una prospettiva unilaterale, perciò l’egocentrismo mentale ci impedisce di saper cambiare la prospettiva con cui valutiamo la forma materiale, infatti l’uomo non sa come poter usare la materia per pungolare la sua mente e raggiungere una maggiore comprensione.

Nella realtà materiale esiste una profonda realtà spirituale che è celata nella materia, anche se la materia sembra composta solo da materie fisiche percepibili tramite i sensi e osservabili solo con le coordinate dell’altezza, della larghezza e della profondità. La materia ci appare in maniera diversa dai prodotti mentali che sono sostanze impalpabili, perché la mente non ha bisogno dello spazio fisico per pensare. Ciò che viene prodotto dalla mente non viene collocato nello spazio, infatti il sentimento e il pensiero usano le categorie del tempo per poter esistere, perché le esperienze interiori hanno bisogno del collegamento temporale tra una percezione che si sussegue all’altra. E’ il tempo che costruisce le esperienze interiori, perché il sentimento diventa reale se resta identico nel trascorrere del tempo.

Tutte le esperienze della vita usano le categorie temporali, ma le esperienze usano anche la materia esterna per manifestarsi, infatti il tempo e lo spazio racchiudono quello che percepiamo come vita interiore e danno un senso al nostro vivere: per questo la relazione tra lo spazio e il tempo è una delle più importanti questioni filosofiche di tutti i tempi. Tutto quello che l’anima può percepire si deve relazionare al tempo anche se il tempo dell’anima è diverso dal tempo dell’orologio che segna solo la misura della realtà esterna. Il tempo lavora diversamente all’interno dell’anima, infatti il pensiero viene ridestato nella percezione interiore usando un fatto esterno che crea una durata interiore dell’oggetto materiale. Se non avvertissimo una percezione interiore non faremmo esperienza del pensiero che viene ridestato dalla percezione interna di una concreta realtà esterna. Quando i nostri sensi vedono la materia sentono sorgere il pensiero dell’oggetto e il pensiero crea un rapporto con l’oggetto, perciò crea una relazione da cui viene originato il pensiero del mondo.

Quando pensiamo diventiamo un nucleo molto profondo, perciò il nucleo profondo diventa il pensiero, infatti il pensiero può esistere anche senza un pensatore esterno, perché può esistere anche la realtà che viene formata dal processo del pensare. E’ veramente difficile poter percepire qualcosa che vada oltre il pensiero, perché noi ci perdiamo in tutto quello che il pensiero riesce a creare al nostro interno. Le rappresentazioni mentali coinvolgono gli oggetti esterni che diventano i ricordi delle cose, perché il ricordo sa guardare all’indietro rispetto al trascorrere del tempo, e può trasformare la sostanza esterna in una percezione interiore creando qualcosa di intimo e di attuale. Ma questo processo avviene solo quando l’anima vuol conservare interiormente qualcosa, perciò diventa l’attimo presente e attuale l’elemento che può creare l’interiorità. Il passato viene escluso dall’interiorità nel momento presente, perciò nell’attimo vediamo una pelle di serpente che fa una muta psichica.

Ogni volta che il serpente smette la sua pelle psichica e l’abbandona, la pelle viene rinnovata dalle rappresentazioni che sono eliminate e diventano qualcosa di estraneo, perciò l’interiorità può essere rinnovata e può diventare sempre attuale. Se esaminiamo i ricordi vediamo che in loro il passato è quello che ci è diventato esterno, perché il momento successivo rende estranei i momenti precedenti, infatti una vecchia rappresentazione lascia il posto alla nuova rappresentazione. Noi possiamo vedere come l’esteriorizzazione diventa continua e viene attuata dalla mente che usa la metamorfosi come il serpente che deve abbandonare la sua vecchia pelle per poter crescere, infatti anche la vita deve avere un continuo rinnovarsi della percezione interiore. Solo restando centrati all’interno di noi stessi sappiamo distinguere ciò che sentiamo come interno o esterno a noi: è questo processo che crea l’interiorità umana.

Se esaminiamo l’interiorità vediamo che essa è divisa tra quello che resta al suo interno e quello che viene escluso e abbandonato, perché quando avviene l’esteriorizzazione si riesce a creare un contenuto nell’anima. Per definire il concetto di “anima” dobbiamo includere tutto quello di cui serbiamo ricordo fin dalla più tenera infanzia, infatti quando si perdono i ricordi si percepisce la perdita del nostro io, perché avviene lo smarrimento del senso di sé, perciò sul ricordo si costruisce la vita dell’anima. Per comprendere meglio il concetto dobbiamo pensare che in ogni istante l’anima si può configurare diversamente, infatti a seconda del momento, l’interiorità si identifica con quello che sperimenta. Guardando un magnifico paesaggio l’anima si distende e si amplia, perché viene riempita dalla visione, mentre tutto quello che è brutto e triste la fa contrarre, la comprime e la rattrappisce, perché l’anima si configura diversamente a seconda delle esperienze che sperimenta.

Nel sonno l’anima è rattrappita, perché non deve ricevere nessuna percezione esterna, ma al risveglio si dilata e si amplia, perché si predispone a contenere le impressioni, perciò il movimento di contrazione e dilatazione assume un certo ritmo che costruisce l’attività dell’anima. La vita dell’anima viene creata dal suo movimento e l’impulso dinamico non chiede spazio esteriore, perché esso avviene all’interno, ma dalla qualità delle sue pulsazioni si comprende il tipo di movimento interiore che l’anima può fare. Nel pulsare interiore si creano delle configurazioni che non sono fisiche, infatti si producono delle sensazioni, dei pensieri e degli impulsi di desiderio che si affermano con una certa componente spirituale. Tutto quello che pulsa e che vive all’interno dell’uomo diventa come una massa d’acqua che fluisce e che si muove, perciò viene a formare il mare interiore della nostra spiritualità.

Di tutto quello che esiste all’interno la cosa più importante è l’impulso della volontà che muove, perché il pensiero, i sentimenti e le emozioni sono una pelle che il serpente deve abbandonare se vuol crescere, perciò è la volontà umana che deve muovere il rinnovamento che cambia il nostro ritmo. Ciò che muove i pensieri e i sentimenti è la volontà di voler imprimere un flusso diverso ai nostri contenuti interiori, perché la vita dell’anima può assumere un ritmo lento oppure veloce. Ma, per poter mutare il ritmo è necessario fare uno sforzo di volontà e ampliare la recettività dell’anima, infatti se la volontà resta passiva il mare inizia a ristagnare, mentre l’attività dinamica sa muovere più velocemente le nostre acque interiori. Il movimento del flusso interiore viene accelerato volontariamente, ma occorre fare molta attenzione alla qualità di movimento verso cui ci vogliamo orientare.

Il movimento si esprime nella contrazione e nella dilatazione, perché il tipo di pulsazione esprime una forma di espressione che viene preferita, perciò veniamo orientati dalla saggezza di saper comprendere quello che giova. Secondo Steiner esistono quattro qualità che connotano la vita dell’anima, poiché vi è la volontà personale, la saggezza interiore, la qualità della dinamica e la modalità di manifestazione che tutto l’assieme crea: e tutto questo crea varie particolarità di anima. Nell’anima particolare si viene a piantare un seme che può produrre una volontà, una saggezza, un movimento e una forma precisa, perché l’anima risente dell’influsso delle diverse gerarchie superiori che la crearono. Con la sequenza di queste azioni avvenne una prima creazione, perciò anche l’uomo forgia la sua anima compiendo le medesime azioni che vennero fatte dalle intelligenze superiori che vollero la creazione originaria.

L’uomo venne plasmato dalle gerarchie che crearono la materia con l’intelligenza e la saggezza, perciò la stessa cosa avviene nell’anima e nel cosmo. L’influsso delle gerarchie superiori si dimostra nella specifica qualità d’anima, ma l’azione non ha bisogno di trovare uno spazio esterno, infatti le gerarchie spirituali infondono qualità interiori e questo è il fatto più importante, perciò parlando dell’anima si intende ciò che assume una forma interna. Per le strutture spirituali non possiamo pensare alle forme visibili in modo esteriore, perché esse sono delle forme che vivono nella coscienza e che si dimostrano nella nostra espressione interiore. Ogni processo spirituale deve coinvolgere il tempo, infatti senza il tempo non può avvenire lo sviluppo del pulsare interiore che aiuta l’anima a sviluppare. Per avere una percezione della qualità dell’anima non è necessario vedere una forma esteriore, ma è necessario saper vedere dentro la materia e saper percepire l’attività che lo spirito ispira alla materia che lo ospita al suo interno, e così vediamo lo spirito ispiratore dell’anima.

Quello che possiamo vedere non è composto da sostanza materiale, poiché esso va oltre la forma che i sensi percepiscono, infatti vediamo l’impulso spirituale che non è ancora giunto alla maturazione che sa creare la forma materiale con cui vuole esprimersi. Tutte le materie sono delle forme spirituali giunte a maturazione che si sono infrante, perché esse hanno oltrepassato il loro limite e sono giunte fino alla creazione di una diversa forma che si estende nello spazio, perché quando una forza soprasensibile si infrange diventa una forma materiale. Per lo sguardo che sa vedere nel lato occulto, dice Steiner, la materia non è altro che una forma spirituale che si è rotta: e quando una forza invisibile si frantuma viene a creare una forma materiale. La materia è lo spirito che è sviluppato finché si è spezzato, e quando si frantuma e si sgretola diventa la materia che è una “maceria dello spirito” diventato visibile.

Quando la materia si organizza forma una massa in movimento, perciò il movimento struttura la forma, infatti quando si arresta il movimento l’energia ricade entro se stessa, perché l’energia avanza finché dura lo slancio propulsivo, ma quando si ferma l’onda si rompe. La creazione della materia avviene per la frantumazione dello spirito, perché prima della sua frantumazione, la materia possedeva la forma spirituale. Dopo la frantumazione restano nella materia i frammenti spirituali che conservano le tracce delle forze che le crearono, perciò nei frammenti resta il ricordo di quello che esisteva prima della frantumazione. Nella creazione della materia dobbiamo vedere le tracce dell’azione di energie spirituali e le forze che fecero la creazione, perciò dobbiamo vedere le tendenze dell’impulso creativo, infatti vediamo il movente originario.

Lo stesso tipo di azione, dice Steiner, si deve vedere nei cristalli e nell’osservazione occulta dell’idrogeno che è il primo elemento dell’universo, perché l’idrogeno è il costituente che giunse dagli spazi siderali, e che si frantumò per creare delle molecole diverse: la materia è una forma di energia che fu frantumata e andò dispersa nello spazio. Nell’interiorità percepiamo l’interno e l’esterno, poiché la percezione deve usare dei contrasti, perciò così avvenne nel creare la percezioni di spazio interno e spazio esterno. Lo spazio interno inizia nella percezione di un punto interiore che sentiamo nell’intimo e che ci fa percepire l’origine per quello che percepiamo come esterno. Perciò anche lo spazio esterno inizia con la percezione interiore, e nella vita è necessario distinguere l’interno e l’esterno, perché così avviene la creazione del mondo

Lo spirito deve maturare la volontà di dare uno slancio evolutivo per creare la realtà materiale, perciò la materia diventa diversa se lo spirito usa uno spazio vuoto, perché infrangendosi in sé stesso esso forma una struttura fissa come una sostanza minerale. Se trova un mondo già plasmato entra nella sostanza della struttura vegetale, ma se la forma eterica possiede una peculiarità di parte astrale produce l’organismo vivente composto da vari corpi che possono assorbire le sostanze in modo diverso. Nell’uomo, il corpo fisico si intreccia con il corpo eterico, perciò il corpo eterico viene perturbato dal corpo fisico, però lo spirito non irrompe solo nella parte eterica ma si può disperdere anche nella parte corporea che riesce a prevalere sulla parte eterica.

Quando lo spirito si viene a infrangere in varie conformazioni può creare materie con gradualità diversa, infatti esistono tre forme di materia che vengono percepite tramite i sensi fisici, cioè le materie minerali, quelle vegetali e quelle dell’animale e dell’uomo, perché in queste due ultime forme materiali avvennero delle irregolarità. La cosa complicata è che lo spirito si disperde diversamente quando deve agire nell’aria, nell’acqua, nel fuoco o nella materia più solida, perciò come le cose divengano complicate quando si creano delle materie tanto diverse come quelle che esistono nel mondo. Se consideriamo la materia in relazione allo spirito dobbiamo valutare anche che la reazione sia diversa a seconda della superficie su cui esso si infrange, perciò la diversità si osserva nelle forme che lo spirito ha creato. Questo stato di cose sa spiegare le diverse conformazioni di materie, perché la stessa forza che agisce su una diversa superficie produce un impatto che produce degli effetti diversi, perché la stessa forza riesce ad agisce in modo diverso.

La parte spirituale che vive nella materia viene incontro alla nostra percezione usando il movimento, perciò la sua percezione diventa interiore e sorge come immaginazione e intuizione delle tendenza possedute dalle forze spirituali che animarono quella materia, e l’uomo risulta veramente evidente in questa intuizione. Un uomo non si riesce a percepire vedendo la materia che è percepita dai sensi fisici, ma percependo la sua essenza soprasensibile che inizia nel suo corpo eterico che è l’elemento più sottile che venne creato dalle forze spirituali, perché il veicolo fisico è la più parte grossolana che abbiamo. Quando vediamo l’uomo che è fatto di ossa e di muscoli vediamo la forma menzognera, perché vediamo una forma esterna e non vediamo la struttura interiore. La parte materiale non va percepita come tale, ma si deve sentire come si sentono le vibrazioni musicali, perché così si percepiscono le vibrazioni dello spirito che venne nascosto in quella materia.

Buona erranza
Sharatan

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