venerdì 23 gennaio 2015

Ipersoluzioni



“Sire, l’anelito alla perfezione è fra le malattie
più perniciose che possono colpire lo spirito dell’uomo.”
(Appello del Senato a Napoleone I)

Secondo Paul Watzlawick esistono delle soluzione che chiameremo ipersoluzioni, almeno finché non troveremo un termine più appropriato. Il termine indica un certo modo di affrontare i problemi ossia un modo che, pur volendo agire con i migliori propositi, si finisce per ottenere gli effetti più disastrosi. Il termine è nuovo ma la condizione è vecchia come il mondo, e viene illustrata nel Macbeth dove il meccanismo è illustrato ottimamente.

Il dramma shakespeareano è legato al ruolo delle 3 streghe a cui Macbeth chiede un responso sulla sua sorte futura. Ma le 3 streghe hanno avuto l’ordine di Ecate, l’oscura dea della fortuna, di rovinarlo perciò lo ingannano con la promessa di un futuro radioso. Macbeth è felice di crederlo perché è assetato di potere, e nel tentativo di far avverare la profezia, andrà in rovina. Ma perché Ecate odia così tanto Macbeth? Questo non lo sappiamo, ma è sicuro che Ecate rovina tutti gli uomini con le sue ipersoluzioni: su questo non c’è dubbio.

La sua attività distruttiva continua anche oggi, ma Ecate oggi deve usare strategie più raffinate: ma lo schema resta quello del dramma. Macbeth è ammaliato dall’ebbrezza del potere perciò commette i delitti più atroci per raggiungere il suo scopo. Quando esita, Ecate gli impedisce ogni pentimento e accellera la sua sconfitta. Ecate interviene e ordida alle streghe di rassicurarlo. Impone di dirgli che Macbeth potrà essere sconfitto solo da un uomo non nato da donna, e solo quando la foresta marcerà contro di lui.

Rinfrancato da due condizioni che crede irrealizzabili, Macbeth affretta il disastro commettendo altri misfatti. Naturalmente questo è un esempio letterario, ma l’azione di Ecate è presente in mille esempi antichi e attuali. In molti casi le persone usano delle ipersoluzioni che portano sventura nel mondo, ma le mascherano da buone intenzioni. Ecate non indossa più la maschera della signora degli spiriti e della magia che è accompagnata da un branco di cani latranti.

Watzlawick narra il caso di un tipo che chiama “il nostro uomo” per artificio letterario. Il tipo visse felice, finché si chiese se la vita fosse retta da regole proprie. E nel porsi il quesito vide finire la sua felicità e si ritrovò come il millepiedi a cui chiesero come potesse muovere con tanta eleganza e fluidità tutte le sue molte zampette. Il millepiedi iniziò a pensarci sopra, e non fu più capace di camminare. Detto in parole semplici, il nostro uomo si ritrovò in quella stessa condizione d'impotenza.

Capire l’ordine del mondo significa porsi la questione della sicurezza del mondo. Ma, alla questione si può risolvere solo con un Si! o con un No! E dato che il tipo non era un triste pessimista, preferì optare per il Si! E allora iniziò a cercare le prove a favore della sua opzione. Affrontò una spaventosa Via Crucis che lo spinse a cercare le risposte nella filosofia, nella logica, nella sociologia, nella teologia e in altre forme di culto e di interpretazioni minori del mondo, ma non trovò nessuna risposta certa.

Ogni volta aveva l’impressione che quel ramo del sapere fosse in possesso della risposta giusta, ma non era mai vero. Ogni volta c’era un qualcosa che non quadrava, perché la certezza che sembrava raggiunta veniva spostata in un futuro incerto. Tutto andava: alla fine dei tempi, dopo il raggiungimento di una certa condizione spirituale, oppure dopo lo sviluppo di altri presupposti che avrebbe dato certezze solo dopo averli realizzati.

L’unica cosa certa, e fu notato da tutti quelli che lo conoscevano era che, prima della ricerca era aperto e fiducioso nella vita. Adesso era diventato un maniaco della sicurezza. Molte volte, lui stesso, si diceva che, in passato, era fiducioso perché non rifletteva abbastanza sulla sua sicurezza. Adesso prendeva tutte le precauzioni del caso, però si sentiva sempre più insicuro. Le sue precauzioni potevano scongiurare solo un pericolo alla volta, ma non potevano impedire l’insorgere di altri tipi di pericolo di tipo collaterale.

L’aumentare delle precauzioni fu notato dai vicini che iniziarono a ridere delle sue ossessioni. Iniziarono a parlare alle sue spalle per l’uso ridicolo di certi suoi accorgimenti maniacali. Tutto questo lo infastidiva e aumentava la sua insicurezza, perciò lo spinse ad aumentare le precauzioni. E più vigilava e più trovava altri motivi per farlo. Passarono gli anni, ma il problema del nostro uomo non si è ancora risolto.

Da tempo, dice Watzlawick, il nostro uomo ha esteso l’atteggiamento paranoico a tutto il mondo e all'intera vita, perciò non trova più l’armonia, l’accordo, la felicità e la riconciliazione. Ma com’è stato possibile? Sono intervenute altre strategie ideate da Ecate. Fra i trucchi e le illusioni che lei usa maggiormente vi è il convincimento che una quantità maggiore si traduca, per forza, in una maggiore qualità. L'ovvia conseguenza di questa opinione illusoria è l'avvento di una mania moltiplicatoria.

Niente di più logico che supporre che una soluzione, dopo che si è trovata e provata, si possa applicare, con le opportune moltiplicazioni, anche alle problematiche maggiori. L'inganno di Ecate è nascosto nella realtà che, le cose non fanno solo dei salti di quantità ma anche dei salti di qualità. E il passaggio, di solito, colpisce le persone come se fosse un disastro inaspettato. Non riflettono mai sul fatto che, si può arrivare ad un certo punto, in cui è normale che il troppo storpia, come si dice in gergo.

Le ipersoluzioni sono sbagliate perché la soluzione adatta in scala ridotta non resta buona se viene applicata al problema di scala maggiore. E sicuramente, dopo una soluzione sbagliata ci si può ritrovare con una problematica peggiore di quella iniziale. L’altra illusione di Ecate è l'idea che, se una cosa è male il suo contrario deve essere sempre un bene. Questa visione distorta è attribuito al fondatore delle dottrina gnostica, Mani, che credeva in un radicale dualismo: spirito e materia, luce e ombra, dio e demonio. Lui voleva risolvere il contrasto con la vittoria assoluta del bene sul male.

Purtroppo, le cose del mondo non sono semplici, dice Watzlawick, perciò ci si inizia a dispiacere che il prossimo non si comporti come noi vorremmo che facesse, perciò soffriamo se vediamo che non mantiene i suoi impegni. Il nostro uomo vede che il mondo è fuori squadra, e si prende la briga di volerlo salvare. Ma così facendo diventa la preda di Ecate. Infatti, come i servizi segreti, anche Ecate è sempre alla ricerca di ubriaconi, di donnaioli e di cialtroni ossia di categorie di persone facilmente ricattabili.

Perciò Ecate e le sue streghe si iniziano a prendere cura delle persone che, non solo vogliono raddrizzare il mondo, ma che vogliono anche renderlo felice. Ecate decide di fare un addestramento graduale che inizia quando il nostro uomo inizia a coltivare l’assoluta certezza che il suo modo di vedere sia l’unico modo giusto di vedere le cose. Di solito raggiungere questo obiettivo è facile perché l'orizzonte spirituale del nostro tipo copre più o meno lo spazio di uno schermo televisivo.

Poi il nostro uomo inizia a chiedersi perché solo lui possa vedere con tanta lucidità il male che c'è al mondo, mentre tutti gli altri vegetano e sono passivi. Deve esserci un potere oscuro che agisce in questo senso, lui pensa che certamente è stata orchestrata una mistificazione. Ma chi è che mistifica le cose? Sono coloro che hanno interesse a lasciare che le masse restino nell’ottusità perciò siano le vittime dell’imperfezione del mondo. Sono tutte le persone che ostacolano quelli che stanno prendendo la strada del paradiso.

Perciò il nostro uomo vuole mobilitare le masse, vuole aprirgli gli occhi e vuole infiammarle. Ormai il nostro uomo non è più padrone del suo pensare che procede solo per opposti. Tutto sommato è il modo con cui si addestra un folle. Lui voleva fare il bene e la felicità del mondo soprattutto per quelli che non l’hanno mai avuta. Ma arriva il punto che le cose prendono il loro corso. Adesso la cosa prende una forma, diventa un fenomeno in cui si deve credere ossia un’ideologia.

Qualcuno può pensare che Ecate lancia ipersoluzioni in un mondo debole e indifeso. Si crede che il mondo non vede una sciagura, se non quando è troppo tardi per fermarla, ma questo non è vero. Alcuni vedono le intenzioni di Ecate e cercano di contrastarla. Essi vedono un certo numero di lupi che si sono travestiti da agnelli, e che trovano ogni forma di auto-giustificazione alla loro violenza. Perciò vedono che altri dicono che fanno attentati terroristici per amore dell’umanità.

Questi profeti non sono muniti che di timidi barlumi di pensiero perciò si arrogano il ruolo del chirurgo che usa il suo bisturi contro un’umanità che credono bisognosa di aiuto e ottusa. Resta da capire, perché l’attentatore non sa capire che una strage non ha il potere di fare un’azione di destabilizzazione, ma che è destinata solo a creare un nuovo ordine. Accade che molte persone diverse e con diverse idee sentono il pericolo, si tengono vicine, e chiedono di avere un ulteriore irrigidimento dell’ordine stabilito.

Resta inteso che l’irrigidimento può creare l’esigenza di compiere altre folli imprese dello stesso genere. Eraclito ci aveva avvertito che le posizioni estreme non portano all’annullamento dei contrari, ma che portano al loro inasprimento. Ma in fondo, dice Watzlawick, a chi volete che interessi oggi giorno l’opinione di uno eccentrico come Eraclito?

Tutti pensano che sia meglio votarsi anima e cuore a coltivare una causa nobile anche se essa comporta doversi macchiarsi di delitti. Adesso Ecate è contenta perché ha compiuto il suo lavoro ossia sfruttare il male prodotto dalle buone intenzioni. Perciò, dice Watzlawick, ci sorge il sospetto che l’opposto del bene non sia il male, ma che sia il peggio. Se guardiamo ciò che avvenne nella storia vediamo che la religione dell’amore e dell’esaltazione della Madonna ha portato alla lotta contro le streghe.

Vediamo che gli ideali della Rivoluzione francese hanno portato al regime che usava la ghigliottina, che lo Scià è stato rimpiazzato dagli ayatollah e così via. E perché? Perché l’idea che il contrario del male sia il bene non funziona. Ogni aspirazione incondizionata al bene assoluto e supremo sia esso un valore come la sicurezza, la patria, la pace, la felicità oppure ciò che volete, è sempre una ipersoluzione che rischia di farci finire in un campo di rieducazione.

Ma Ecate non è contenta quando incontra delle persone che sanno scoprire l’inganno. Vi sembrano sogni? Neanche troppo, dice Watzlawick. Ammettiamo che alcuni non rispettano le regole, ammettiamo che sono pochi ma c’è chi capisce che il gioco che vede vincere tutti è meglio. Sembra improbabile, ma ammettiamo che qualcuno comprenda che è meglio vincere tutti. Chiaramente chi è fortemente motivato a salvare il mondo non vuole. Per gli altri c’è Paul Watzlawick, con il suo libro "Di bene in peggio: istruzioni per un successo catastrofico", edito da Feltrinelli.

Buona lettura
Sharatan

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