domenica 20 dicembre 2015

Khara-Gyrgan sfida il Creatore



I Buriati dicono che Esege Malan è l’Essere Supremo, che è il Grande Mistero. Dicono che è uno e trino, perché è fatto da tre spiriti. Dal primo spirito sono nati 55 dei, dal secondo sono nate 44 divinità e dal terzo, sono nati 7 figli e 7 figlie. Costoro sono i Tangri, gli dei celesti, che assistono Esege Malan che li ha distribuiti lungo le 4 direzioni del mondo e lungo l’albero cosmico che unisce i tre mondi. Tutti gli dei soprassiedono alla creazione ma, in cambio, gli uomini li devono nutrire con le loro offerte.

Un giorno, i Tangri dell’Est che erano molto esigenti e permalosi ritennero che gli uomini non li trattassero con la dovuta considerazione e li vollero punire per la loro ingratitudine, perciò inviarono gli Spiriti Malefici sulla terra e tormentarono l’umanità con i Demoni delle malattie. Così gli uomini iniziarono a morire di malattia dopo aver sofferto a lungo. Allora i Tangri dell’Ovest che erano delle divinità molto compassionevoli si riunirono in consiglio per trovare il modo di aiutare l’umanità.

Gli dei decisero di inviare uno di loro sulla terra. Inviarono lo Spirito-Aquila, e gli diedero l’incarico di combattere contro i demoni che tormentavano l'umanità. Il volatile divino discese sulla terra e iniziò a frequentare e conoscere gli uomini mentre scacciava gli spiriti maligni e li guariva. Ma gli uomini avevano dimenticato il linguaggio della natura e non capivano più il linguaggio dei fratelli animali perciò lo Spirito-Aquila era scacciato. Spesso veniva preso a sassate quando si avvicinava agli esseri umani per insegnare o per guarirli.

Gli uomini non lo capivano perciò lo tenevano lontano, finché la divinità scoraggiata decise di ritornare in cielo. Lo Spirito-Aquila davanti all'Assemblea Celeste disse che la situazione era più grave di quanto si potesse credere. E, sull’istante, il Consiglio degli Dei decretò che era necessario creare uno sciamano cioè un essere umano che fosse capace di scacciare gli spiriti maligni, che sapesse comprendere il linguaggio degli animali e che potesse spiegare ai suoi simili quello che stava facendo.

Fu presa la decisione di spedire lo Spirito-Aquila sulla terra per portare al termine la missione. Lo Spirito-Aquila non sapeva bene cosa dovesse fare, perciò iniziò a volare sopra ai villaggi finché la sua attenzione non fu attirata dalla visione di una fanciulla di rara bellezza che dormiva sotto una betulla. Lo Spirito-Aquila, si fermò sul ramo della betulla per guardarla e ammirare la bellezza del volto che rispecchiava lo splendore del cuore che vedeva splendere puro e luminoso. Lo Spirito-Aquila fu estasiato dalla purezza e si lasciò ispirare dalla bella fanciulla.

Allora scivolò dolcemente nel suo sogno travestito da essere umano. Gli comparve sotto forma di un bel principe per non spaventarla, e la corteggiò con soavi parole finché non la sedusse. La fanciulla, dopo una notte d'amore, restò incinta. Infine diede alla luce un bambino a cui il genitore divino gli trasmise i suoi poteri divini, e così venne creato Khara-Gyrgan, il primo sciamano, narrano gli anziani. Invece, le donne anziane, dicono che la prima sciamana fu sua madre, perché il contatto con la divinità gli causò una folgorazione così potente che la sua anima venne illuminata istantaneamente.

La fanciulla ebbe il dono di poter vedere nell’Altro Mondo degli Spiriti perciò lo cullò con i primi canti magici. Poi le donne più sagge della tribù predissero anche che un bambino nato da un’unione così prodigiosa avrebbe avuto più potere del padre essendo composto con il Seme celeste e con lo Spirito della Terra che è celato in ogni donna. Fin da ragazzo Khara-Gyrgan, lo sciamano primordiale, si dedicò completamente alla missione che il padre gli aveva trasmesso insieme ai poteri, perciò sconfiggeva i Demoni della Malattia.

Khara-Gyrgan andò alla ricerca dell’anima dei morenti nell’Altro Mondo spingendosi fino al regno di Erlik Khan, il Signore degli Inferi. Ma non si accontentò solo di braccare gli spiriti, ma addestrò 176 sciamani di cui 99 sciamani maschi e 77 sciamane donne da cui si fece coadiuvare. E ben presto, Esege Malan, il Grande Spirito, fu molto soddisfatto di averlo creato per quello scopo perciò lo invitò nel Palazzo Celeste dove gli fece tutti gli onori. E gli donò un libro di divinazione nel quale erano contenute tutte le leggi e i segreti dell’universo.

Khara-Gyrgan si dedicò con molta passione anche allo studio e cercò di decifrare tutti i misteri dell’universo. Così lo sciamano primordiale accumulò una conoscenza e un potere incredibili. Ma un giorno una coppia di sposi che non aveva figli venne a chiedergli di aiutarli ad avere quel figlio che non avevano mai avuto. Lo sciamano accettò di intercedere presso gli dei del cielo. Prese una betulla e la piantò al centro della sua tenda in modo che la cima dell’albero uscisse dal buco che serviva per fare uscire il fumo del fuoco.

Assicurò l’albero con 8 corde fissate negli 8 punti cardinali e vi pone alla base 3 zolle di terra. Infine appese ai rami dell’albero tanti sonagli e nastri colorati poi intonò i suoi canti al ritmo del tamburo. L’albero addobbato a festa è stato l’antenato dell’Abete di Natale e funzionava come un grande captatore di anime che doveva attirare verso la terra lo spirito di un bambino. L’albero vibrava e sussultava tutto mentre Khara-Gyrgan faceva più volte il suo rito propiziatorio, ma non ebbe alcun risultato.

Quando lo sciamano vide la disperazione di chi sperava nel suo aiuto decise di fare a meno della benedizione del cielo. Da molto tempo stava accarezzando un sogno ambizioso che non osava tradurre in pratica. Ormai aveva accumulato una sapienza che gli permetteva di creare l'essere umano e adesso aveva l’occasione che gli permetteva di tradurre il pratica il suo progetto. Khara-Gyrgan decise che avrebbe corretto l’imperfezione di Esege Malan e che avrebbe visto brillare di gioia gli occhi della coppia.

Si mise al lavoro, impastò l’argilla con l’acqua e modellò il corpo di un bambino. Per creare lo spirito della creatura colse 70 fiori diversi, ne distillò l’aroma e cantando gli incantesimi magici versò la magica essenza sul bambino d'argilla. Il bambino d’argilla si animò perciò fu consegnato alla coppia dei neo-genitori che erano al settimo cielo, perché non c'era un bambino più bello e amabile di quello. Passò il tempo finché un giorno, sui tre anni, il bambino si ammalò gravemente.

I genitori disperati chiamarono Khara-Gyrgan e quando lo sciamano fu giunto al suo capezzale, il bambino era già moribondo. Khara-Gyrgan iniziò subito il rituale della ricerca dell’anima del malato. Inforcò il tamburo e scese nell’Altro Mondo degli Spiriti dove non poté trovarlo. Allora scese fino agli inferi ossia fino al regno di Erlik Khan perciò visitò tutti i luoghi più tenebrosi ma non riuscì a trovarlo. Allora andò vagando sulla terra esplorando le steppe infinite dove le anime, a volte, si perdono e vanno errando senza riuscire a trovare il cammino che devono fare i morti.

Ma tutto fu inutile finché pensò che uno spirito puro come quello di un bambino era andato in cielo. Allora risalì l’albero cosmico che è la colonna vertebrale del mondo e andò a esplorare i nove cieli. Bussò alla porta della divina dimora del Creatore, bussò da Esege Malan, che lo accolse dicendo: “Ti aspettavo Khara-Gyrgan. Quello che stai cercando l’ho io. Tengo chiusa in questa otre l’anima dell’essere che hai avuto l’orgoglio di creare. Hai avuto la presunzione di creare la vita contro il volere degli dei e in disprezzo delle leggi che ho stabilito per la mia creazione.”

Il Signore Supremo gli mostrò l’otre che teneva chiusa con la mano: “Adesso voglio vedere se hai il coraggio di sfidarmi ancora e di riprendermela.” Il viso del Creatore era molto scuro perciò lo sciamano non ebbe il coraggio di sfidarlo e fuggì per sottrarsi alla sua collera. Ma la sua mente ingegnosa non aveva rinunciato a riprendere l’anima del bambino. Ogni volta che aveva combattuto contro gli spiriti recalcitranti, dopo aver finito i mezzi leciti, aveva sempre usato anche trucchi e sotterfugi per vincere.

Decise di giocare il tutto per tutto, si trasformò in vespa e penetrò nel palazzo celeste. Punse la mano del Creatore e mentre Esege Malan la succhiava per estrarre il veleno della puntura, riprese la forma umana, ingoiò l’anima del bimbo e fuggì. Riuscì a rianimare il piccolo e ridarlo ai suoi genitori, ma il Signore Supremo era furioso e fu calmato a stento dai Tangri dell’Ovest che lo convinsero a non ucciderlo perché aveva sempre fatto del bene. Dissero che Khara-Gyrgan era prezioso e che non poteva essere sostituito perché era il guaritore più bravo. In Asia si stava diffondendo la dottrina del saggio Buddha, ma gli sciamani erano guaritori più bravi dei lama.

Con le sue doti di chiaroveggenza, con la sua potenza e con la sua astuzia, Khara-Gyrgan, era invincibile contro i demoni delle malattie. La scomparsa di quel grande capo avrebbe rischiato di indebolire il bene che faceva con i suoi seguaci perciò era sufficiente punirlo in modo esemplare. Alla fine - e solo per merito della sua grande benevolenza - il Sommo Creatore si fece convincere e si limitò a dimezzargli i poteri. Poi lo fece legare ad una roccia nera e lo condannò a cavalcarla finché non l'avesse ridotta in polvere.

Esege Malan ordinò di toglierli il libro della divinazione e mandò lo Spirito-Aquila a eseguire l'ordine. Ma, nella lotta che ne seguì, il libro cadde in un campo e fu divorato da una pecora. Lo sciamano mangiò la pecora e ritrovò quasi tutta la conoscenza tranne un po’ che restò imprigionata nelle scapole della pecora che furono usate, da allora, dagli sciamani per leggere il futuro. La sorte di Khara-Gyrgan è oscura perché i lama dicono che egli morì stritolato dalla pietra nera, mentre gli adepti dell’antica religione dicono che il loro antenato è immortale perché si è forgiato un corpo di metallo perciò, dopo aver logorato la pietra, sarà libero e riavrà i suoi poteri.

Buona erranza
Sharatan

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Brava, conosci l'Eliade e il Primo Sciamano ... lo Sciamano è l'intermediario degli uomini verso gli "DEI" ... o quelle energie che si possono chiamare DEI ... e in molti modi la "sfida" anche se non è una vera sfida ... continua.

Oggi è molto difficile conoscere TENGRI, quello che si può chiamare il grande spirito del Cielo Celeste ... almeno i "senso" di ciò che ci sta sopra e ci pervade.

L'uomo solo talvolta arriva a sentirlo e quando lo senti, lo percepisci, molte cose, storie, leggende prendono un "senso" diverso.

Buona giornata davanti al Fuoco, se lo hai, per caso, acceso.
J.W.
p.s. la più grande sfida è sfidare noi stessi ... credo che in qualche modo tu tenti di farlo.

Sharatan ain al Rami ha detto...

Ciao J.W. :-)
conosco lo sciamanesimo tramite l'Eliade e altri autori. La prima forma o l'ultima (se vuoi) forma di contatto tra la divinità e l'uomo è lo sciamanesimo, perciò l'argomento è così affascinante.

La storia contiene anche qualcosa d'inquietante attualità, perché lo sciamano faceva del bene e guariva l'umanità, ma è incatenato alla roccia. Khara-Gyrgan mi ricorda il povero Prometeo che non finì meglio per aver donato il fuoco all'umanità...

Credo che oggi come ieri è ancora aperta la sfida tra l'uomo e il cielo, ma attualmente è diventata troppo temeraria (almeno secondo i miei gusti!) Lo sciamano primordiale ha sfidato il cielo per guarire la sterilità di una coppia di sposi, mentre noi fatichiamo per rendere la Terra sterile come il deserto del Gobi...

Riguardo alle sfide, io credo che la sfida e lo sfidante siamo sempre noi stessi nei confronti della nostra coscienza. Gli altri sono solo il pretesto che mettiamo in campo quando abbiamo bisogno di giustificare la nostra cattiveria. E allora diciamo che la nostra aggressività, rabbia, invidia, etc. sono state provocate dagli altri. Un caro abbraccio :-)