martedì 1 aprile 2008

Meditazioni in movimento


Mi riesce difficile meditare in forma statica. Ogni volta che mi ci sono azzardata, ho dovuto ingaggiare una lotta con un cavallo pazzo, che è la mia mente, che stava lì a battere lo zoccolo impaziente. Me lo figuro come un bambino simpatico e dispettoso che tira per la giacca e dice: “Cosa fai adesso? Dormi? ... Quando andiamo a divertirci? … E dai! … Muoviti!”
Siccome la cosa mi sembrava imbarazzante, anche in virtù del fatto che, apprendere una disciplina, un metodo ordinato, serve sempre, ho provato a chiedere consiglio ad una persona molto qualificata.
Lei, alla mia domanda, si è rilassata contro lo schienale della poltrona, e con lo sguardo divertito, ha sentenziato: “Non è per te. Non ti ci vedo nella meditazione, sei troppo attiva, troppo dinamica, stai meglio a tirare calci e pugni. Non è nella tua indole fare yoga. Continua con la boxe.”
Questo mi ha confermato il sospetto che il Tai Chi Chuan fosse stata la migliore forma di meditazione che io abbia praticato.
Il Tai Ch'i Ch'uan è il più famoso esercizio di Ch'i Kung, in movimento. Tai Ch'i Ch'uan significa letteralmente la boxe (Ch'uan) della Suprema (Tai) Polarità (Ch'i). Gli esercizi di Ch'i Kung, comprendono tecniche complesse per la purificazione della mente e del corpo con l’ideale intento di raggiungere ciò che i taoisti chiamavano “immortalità”.
Praticando Tai chi, nella fase primaria di apprendimento dei movimenti che si articolano nelle posizioni codificate delle forme, la mia attenzione è concentrata sui movimenti grezzi.
Devo apprendere gli schemi strutturali necessari a ricordarmi quali movimenti devo eseguire e per farlo procedo - purtroppo sono cocciona - come un bambino delle elementari con le poesie a memoria; concentrata ed annoiata.
Anche in questo, credo che le arti marziali aiutino nello stimolare la virtù della pazienza. Se poi ti aspetti i risultati eccelsi da mostrare agli altri, allora è tanto meglio se abbandoni; esse puniscono l’esibizionismo e la superficialità. Tutti coloro che praticano la marzialità cinese, con intensità spirituale, avranno visto le esibizioni di pura ginnastica eseguite da qualcuno: cose aride e formali, che non rivelano l’anima e lo stile personale del praticante.
Tanti dei manuali di strategia militare cinese, che vengono apprezzati in Occidente, sono in realtà delle guide alla ricerca interiore del praticante.
Nel Tai chi, una volta appresa la parte di puro esercizio menemonico, arriva il respiro e la concentrazione, per attivare il trasferimento dell’energia percepita e per fare veramente delle prove sulle energie in movimento.
A questo punto il respiro diviene lento e costante, il corpo rilassato ma in equilibrio, il movimento lento e sinuoso: la mente ed il corpo si perdono nella bellezza della forma. All’inizio l’esecuzione è più veloce ma poi diviene leggermente più lenta ed intensa. A questo punto si inizia a percepire il calore che affluisce lungo il corpo e che si concentra sulla punta delle dita.
Ora non faccio Tai chi, oggi faccio Fit Boxing. Fa parte del periodo la fit, e mi va bene, perché tanto io la eseguo con l’atteggiamento mentale con cui facevo Tai chi. Concentrazione e metodo e … occhio al sacco! Il resto manco lo vedo.
Più rilassante del Sanda (combattimento) perché qui non devi tenere conto del partner di allenamento. Come impegno mentale non ve ne è nessuno, visto che sono solo calci e pugni e una buona velocità di gambe, come nella boxe. Cose semplici; per cui eseguendo le mie sequenze di calci e pugni, mi faccio la mia meditazione.. e sono veramente concentrata solo sul sacco.
Mi sono resa conto che comunque è solo un palliativo, come guardare da lontano una cosa che si desidera tanto: c’è insieme tormento ed estasi.
Ma si dimostra l’amore per la disciplina anche così, cercandola dove non è.
Qualche tempo fa, tornavo dalla mia lezione, guidavo verso casa, con il corpo tonificato ed elastico, la mente rilassata e tranquilla. Stanca e soddisfatta.
Una serata piovosa con poche macchine, e nessuno che abbia voglia di correre. Neanche io vado veloce, guido e mi godo la pioviggine che mi bagna il parabrezza. Sto bene. Sono qui ed ora, e mi sento felice come un feto nel caldo liquido amniotico. Ho trovato la mia piccola via zen nella pratica della boxe.
Buona erranza.
Sharatan ain al Rami

2 commenti:

max ha detto...

bell'articolo. in parte da occidentali sopratutto verso la conclusione dove citi la boxe.
il tai chi è la vera arte in movimento, movimenti lenti, calmi, sopratutto in meditazione ."la meditazione in movimento è molto superiore alla meditazione da fermi" ecco perchè al mattino dovremmo dalle 5 alle 7 fare un po' di chi gong.non volendo dare consigli a nessuno potrei segnalarvi la ginnastica fra virgolette degli" otto broccati" , autentica meditazione sopraffina in movimento.dopo 100 volte che la esegui diventa da tecnica una" forma senza forma" .buona meditazione.veniva usata dai monaci taoisti cinesi.
max

Sharatan ain al Rami ha detto...

Io mi sono sempre sentita un'occidentale che imitava gli orientali, sono convinta che non posso avere un approccio orientale alla marzialità. Ma questo è normale, perché i modi di pensare sono diversi.
Sulla boxe alludevo al fatto che mi sentivo in "stato di grazia" e mi gustavo il benessere. Non era importante il fatto che avessi fatto boxe o altro. La cosa importante era quel benessere totale, e la via con cui l'avevo raggiunto mi era indifferente. Questo volevo dire. Sugli esercizi per filare la tela di broccato sono d'accordo con te. Tutti gli esercizi taoisti per la longevità sono assolutamente efficaci. Garantito!
Un caro saluto
Sharatan